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Autore: Jiulia Duchannes    03/01/2014    5 recensioni
Leonetta Tomletta Naxi Marcesca Fedemilla
Violetta Castillo è la figlia del capo delle guardie del re, promessa sposa ed innamorata del duca Tomas Heredia, la sua vita è perfetta ma basta una passeggiata in paese per sgretolare le sue certezze. L’incontro con Leon Vergas, capo dei ribelli, dà una svolta alla sua vita. I dubbi si insinueranno nella sua mente e il suo cuore si dividerà in due, una parte di lei vorrà appoggiare il rivoluzionario Vergas mossa da un fuoco interiore che non credeva di possedere, ma l’altra è ancora legata al giovane Heredia che non conosce la verità sui ribelli e su Leon.
Ludmilla, figlia del re, viziata principessa dalle pretese esagerate, innamorata del conte Heredia conoscerà invece un contadino, un poveraccio che con le sue maniere rozze e il suo modo di trattarla come una comune mortale e non una regina la farà innamorare: Federico.
Natalia, la dama da compagnia della principessa Ludmilla, Francesca sorella del vice del signor Castillo, Camilla figlia del conte Torres, Maxi braccio destro di Leon, Marco cugino di Vergas, Federico e tanti altri i protagonisti di questa ff.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata con un nuovo capitolo, e per ciò dovete ringraziare Naxi_4ever con la quale da oggi collaboro in questa storia, speriamo vi piaccia.
Recensite XD

Natalia si passò una mano sulla fronte sudata, era stancante preparare la principessina Ferro per il grande evento al quale avrebbero partecipato tutte le più alte cariche.

Ludmilla voleva essere radiosa, la più bella di tutte, ma soprattutto più di Violetta che si sarebbe sicuramente presentata con uno di quei suoi ridicoli vestitini rosa, lilla o celestini.  No, Ludmilla sarebbe stata d’orata, e tutti l’avrebbero notata, apprezzata, adorata, tutti avrebbero riconosciuto la sua indiscussa superiorità.
-Muoviti Natalia gli ospiti sono già qui ed è ora della mia entrata in scena- Disse la viziata principessina mentre la sua dama le aggiustava il costoso vestito.

La Ferro fissò la figura riflessa nello specchio. Era bellissima, con capelli biondi raccolti in uno chignon che lasciava libero qualche boccolo, la bocca carnosa messa in risalto da quel nuovo  prodotto appena messo i commercio, il rossetto, e le palpebre scurite dall’ ombretto marrone che solo pochi si potevano permettere. Il vestito era costituito da uno stretto corpetto la cui parte bassa, da sotto il seno alla gonna, era di un colore d’orato scuro, e la parte del seno di seta bianca. La gonna ampissima era anch’essa di seta e di un color oro chiaro, nella quale vi erano applicate delle pietre che formavano un ghirigoro. Era svavillante  Ludmilla, semplicemente perfetta in ogni suo dettaglio.
 
 
 
 
 
Scese a testa alta la lunga scalinata di marmo, con tutti gli occhi puntati su di lei, tranne quelli dal conte Heredia, l’unico di cui le importasse veramente.

Tomas scrutava la sua futura sposa chiacchierare vivacemente con le sue amiche Francesca e Camilla.

Violetta indossava un abito dalla gonna non troppo pomapata, di un particolare color indaco, il corpetto lilla e le maniche di velo larghissime impreziosite da brillantini le coprivano le braccia. Non era truccata, solo un po’ di ombretto marrone per far risaltare gli occhi nocciola. Tra tutti quei brillantini e quelle applicazioni indossate dalle ragazze presenti il sorriso della Castillo era la cosa più brillante per Tomas.

-Francesca i tuo vestito è stupendo, e il fatto che non sia tutto d’orato come quello di Ludmilla non significa ch tu valga meno di lei- Camilla sgridò l’amica che dalla grande entrata della Ferro aveva perso ogni minima fiducia in se stessa e il suo vestito, che a dire la verità era molto carino.
Era rosa, senza maniche e con lo scollo a cuore, la gonna larga di tulle e velo.Le spalle di Francesca erano coperte da uno scialle di seta di un rosa pallido e la ragazza non era affatto truccata a parte un po’ di rossetto per valorizzare le belle labbra che molti uomini desideravano.

-Anche il tuo  è molto bello Cami- Notò Violetta fissando il vestito verde dell’amica che era tutto di velluto e sul corpetto aveva  un intarso di cotone marrone-beige con ghirigori argentati. La Torres non era truccata, anche perché era totalmente contraria a quel nuovo tipo di bellezza, artificiale, come la definiva lei.

-Allora Vilu, Fran mi ha raccontato del vostro scontro con quei giovani paesani, alquanto attraenti mi è stato riferito- Disse Cami ridacchiando.

-Non ho fatto caso se fossero attraenti o meno, io ho occhi solo per il mio futuro marito, inoltre mi sono sembrati alquanto villani visto che non si sono minimamente scusati con noi ma sono scappati via come ladruncoli, magari lo erano anche visti i loro vestiti e i loro modi decisamente poco galanti- Rispose  Violetta  arrossendo leggermente al ricordo di come fosse stata realmente attratta da quel tale con gli occhi verdi come zaffiri, ed altrettanto preziosi.

-Violetta non mentire, sarà pur vero che stai per sposarti ma non si può non notare due giovani tanto graziosi.
Anche se da come fissavi quello dagli occhi verdi penso che tu non abbia minimamente osservato l’altro che era altrettanto degno di nota, ma tranquilla ci ho pensato io- Ribattè Francesca portandosi il bicchiere alle labbra e bevendo un sorso d’acqua.

-Io non fissavo nessuno, anche se fosse io amo il conte Heredia e voglio sposarmi con lui, nulla e nessuno me lo impedirà… e poi cosa sono questi discorsi su sconosciuti? Non dovreste nemmeno pensarci- Le rimproverò la Castillo.
 
Nata fissava con occhi sognanti,colmi di uno strano luccichio, ben nascosta dietro una colonna, gli invitati, con i loro vestiti costosissimi, nemmeno minimamente paragonabili al suo logoro e vecchio. Si divertivano i ricconi, e pensare che, almeno moralmente, lei era migliore di molti loro. Allora cosa avevano fatto per meritarsi tutto quello? Cosa avevano fatto per essere chi erano? Perché Nata avrebbe volentieri scambiato la sua vita con quella della principessa Ferro, che si lamentava di quanto fossa stancante la sua vita e di quanto fosse fortunata Natalia ad essere una serva.
 
Leon dal suo nascondiglio nel giardino della reggia poteva vedere l’interno della sala dove si stava tenendo quella squallida festa per ricconi, che doveva ammettere essere un bottino gustoso per i ribelli, dei quali lui era casualmente il capo.
Il ragazzo dagli occhi di zaffiro si rivolse ai suoi compari domandandogli se fossero pronti, questi annuirono immediatamente.

Leon s’alzo per primo, seguito da Maxi e Marco, e poi da tutti i loro seguaci ribelli. Iniziarono a correre senza il minimo scrupolo di passare inosservati.

Senza la minima esitazione Leon si buttò contro la fragile finestra di vetro, rompendola, con in mano una torcia accesa.

Subito dopo anche Maxi e Marco lo imitarono.
Le fiamme attecchirono alle raffinate tende del castello. Fu un susseguirsi di eventi. incendio divampò velocemente ed il terrore e il panico dilagarono ancor  prima.

Violetta era in un angolino, cercando di rendersi conto di cosa le stesse accedendo. Dire che aveva paura era dire una banalità. Violetta era nel panico, le domande del tipo “Sopravivverò? Ce la farò o moriremo tutti?” le riempivano la testa, e allo stesso tempo i suoi pensieri erano tanto annebbiati dal fumo e dalla paura che faceva fatica persino a rendersi conto di dove e cosa succedeva.

Francesca, era a terra, svenuta a causa del fumo, mentre tutti quei nobili per scappare la calpestavano come uno zerbino, senza fermarsi ad aiutarla.

Ludmilla era già fuggita con suo padre, lasciando gli invitati e il suo castello in mano ai ribelli. Se li tenessero, pensava lei, infondo di castelli ne avevano troppi, e i nobili.. che morissero  meno non le importava, dare la carica a conti, duchi e altri era il suo compito, ne avrebbe trovati altri. L’importante era che le fosse salva.

Nata era nascosta dietro una colonna, nessuno badava a lei, nessuno la aiutava. Aveva le lacrime agli occhi, forse per il fumo asfissiante, forse perché stava piangendo, nemmeno lei lo sapeva. Sentiva solo di voler chiudere gli occhi e lasciare che tutto finisse.

D’altra parte Leon era molto soddisfatto del suo operato, da fuori, nel giardino, poteva vedere quei nobili schiamazzare e correre via nel panico totale. Ma qualcosa, o meglio qualcuno, catturò la sua attenzione. Tra le fiamme e il fumo, poteva chiaramente  vedere la siluette snella e gli occhi pieni di terrore della ragazza dogli occhi nocciola che solo il giorno prima aveva incontrato per puro caso e che non era più uscita dalla sua mente. Leon aveva capito che lei non era come tutte le altre,lei non era una delle solite montate; era solo se stessa,con quegli occhi sinceri e i suoi modi di fare.
Le si avvicinó velocemente,prendendole le mani agitato.
-Vi prego,seguitemi. Non voglio lasciarvi in mezzo alle fiamme! Se verrete con me vi salveró,lo prometto- le disse fissandola con sguardo rassicurante.
-Non posso abbandonare cosí il castello,mio padre,le mie amiche- gli rispose preoccupata,ma allo stesso tempo rassicurata dagli occhi del giovane.
-State tranquilla,le vostre amiche verranno salvate con voi. Ma ora venite con me,non vi voglio lasciare in balia della fiamme- cercó di convincerla
-Ok,vengo con voi- decise infine,incantata dal ragazzo.
Leon la prese per mano e insieme saltarono giu dalla finestra,che per fortuna si trovava al primo piano.


Marco era rientrato nel castello assieme a Maxi, per seguire Leon, eppure aveva perso di vista entrambi i suoi amici. Corse, per cercarli e uscire di lì, finchè non inciampò in una ragazza, quella ragazza. Era la bella mora che non aveva mai smesso di pensare Mai si sarebbe immaginato che si sarebbe trovata al palazzo quella sera.
Arrivato da lei,cercó di alzarla,ma le fiamme si avvicinavano,non sapeva come salvarsi,ma soprattutto come salvare lei.
Il tempo scorreva,tra poco il fuoco li avrebbe raggiunti.
Dopo tentativi,riuscí a prendere in braccio Francesca e correndo nei pochi spazi rimasti intatti dalle fiamme,riuscí a raggiungere la finestra. Una volta raggiunto un giardino lí vicino,la sdraió a terra e si soffermó ad osservarla.
-Mi ha fatto piacere rivedervi,forse questa volta potremo davvero conoscerci- disse scostandole una ciocca di capelli dal viso,pur sapendo che lei non lo avrebbe sentito.



Ma il salone non era vuoto,infatti la dama di compagnia della principessa,Nata,era rimasta dietro la colonna.
Le sue gambe non riuscivano piú a muoversi,il terrore le si leggeva negli occhi,era come pietrificata.
Le fiamme si stavano avvicinando velocemente,di lí avrebbe fatto la fine di sua madre.
Ma l'idea non le dispiaceva,tanto non era importante per nessuno,nessuno le aveva mai voluto bene.
Nello stesso istante il terzo ribelle,Maxi,si trovava vicino alla finestra,chiedendosi perché i suoi compagni stessero salvando le dame.
Venne distratto dai suoi pensieri quando vide una massa di riccioli neri spuntare da dietro la colonna. Ci pensó un attimo,poi capí a chi potessero appartenere; alla dama che aveva visto in paese il giorno prima.
Corse subito da lei,senza un motivo preciso. Sentiva che doveva salvarla.
Nata era pronta,di lí a poco i suoi occhi si sarebbero chiusi per sempre.
Ma ad un tratto sentí un rumore dietro di lei,si voltó e vide il ragazzo a cui aveva retto il gioco il giorno prima.
-Che ci fate quí?- domandó impaurita
-Forse il destino voleva veramente che ci rivedessimo- disse sorridendo alla dama.
-E ora venite con me,vi voglio salvare dalle fiamme-
-Perché mi volete salvare?- domandó Nata,indecisa se seguirlo o meno.
-Mi avete retto il gioco l'altro giorno,dovró anche ricambiare- le rispose facendole l'occhiolino.
-No,non dovete-
Non fece in tempo a finire la frase che il ribelle le prese la mano e la condusse fuori dal castello,ormai completamente in fiamme.

I tre ribelli si ritrovarono in un campo lí vicino,ognuno con la rispettiva dama.
Si fecero un cenno d'intesa e iniziarono a correre,tenendo ben strette le mani delle ragazze.  
 
 

  
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