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Autore: Broken_Wings    03/01/2014    1 recensioni
Emma e Kozue, due diciannovenni apparentemente normali ma con uno strano passato, si ritrovano ad una "Fiera Otaku", come la chiama Emma, (Romics come intendiamo noi ahah) e qui incontrano due individui che cambieranno radicalmente la loro vita, il loro futuro (come ogni storia, d'altronde). Si ritrovano protagoniste di situazioni divertenti, imbarazzanti, intrise di passione, pericolose e particolarmente movimentate. Ma non sono le sole a dover compiere un'importante missione: altre come loro sono state scelte e.. non vi tocca che leggere! ATTENZIONE: Le situazioni descritte potrebbero risultare dannose per la salute del lettore perché partorite da menti contorte. Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Alza le tue chiappe da quel materasso!-  sbraitò Kozue. 
-Uffa, non di nuovo- borbottai.
-Avanti, non c’è tempo da perdere. Dobbiamo andare dai vicini!-
Ed ecco che un’altra giornata  si apprestava a cominciare. Il sole era sorto si o no da circa due ore ma ormai era diventata una consuetudine il fatto che Kozue mi sbrandasse dal letto. E' sempre di fretta quella ragazza, una camomilla non le farebbe male qualche volta. Mi preparai in fretta e furia e uscimmo per dirigerci verso la casa dei vicini. Kozue teneva in mano il dolce e per l’agitazione per poco non cadeva a faccia in terra.
-Andiamo, cerca di contenerti-  le dissi. Lei fece un lungo respiro e arrivate alla porta ci guardammo.
-Chi suona?- chiesi.
-E normale che suoni io non credi? Lo so che tu sei vergognosa  e non lo faresti mai.-
“Tks sta parlando” pensai. -Allora dammi la torta, non si sa mai..-
Kozue annuì e dopo avermi passato il dolce suonò.
-Un momento- si sentì dall’altra parte della porta. Vidi Kozue che si irrigidì, che si fosse accorta di un qualcosa di strano?
-Che c’è?- le sussurrai da dietro.
Non fece in tempo a proferir parola che un ragazzo in canotta con una salopette bianca e profumoso di bagnoschiuma al cocco, il preferito di Kozue, spalancò la porta  con un gran sorriso.
-Buongiorno…-
-Aaah, sai che somigli davvero a un ragazzo che ho incontrato l’altro giorno?-  disse Kozue.
-Ma insomma, contieniti.- dissi bisbigliando.
Il ragazzo alto, muscoloso e dagli occhi di un meravoglioso verde bottiglia stupito sorrise nuovamente ed esclamò
-Kozue..sei davvero tu? Non mi hai riconosciuto?-
Ecco, era fatta, adesso eravamo davvero nella merda : erano i nostri vicini di casa e noi come due idiote ci siamo  fiondate dritte dritte a casa loro, e saremo dovute entrare per forza.
-Shun?- disse  sconcertata.
-E già..oh, ciao Emma-
“Ah, finalmente si è degnato di  salutarmi”. Io mi avvicinai a Kozue, e non appena vidi Shun lo salutai.
-Oooh, ma che begli occhi, con le lenti non li avevo notati.. sai che sono del mio colore preferito?- esclamò Kozue.
Restai immobile e seguire quel discorso privo di senso quando una voce interruppe tutto.
-Shun, ma si può sapere chi è a quest’ora?-
Al sentire quella voce sobbalzai. Era quella di Crystal. Rimasi imbambolata davanti alla soglia di casa. Poco dopo arrivò. Indossava solo un’asciugamano
-Hey Crystal, guarda un po’ chi sono le nostre nuove vicine di casa- disse Shun.
Egli si avvicinò e guardandoci stupito esclamò
 -Oh, ma che sorpresa, se sapevo che avevamo ospiti mi sarei vestito-
Non so perché ma all’udire quella frase divenni rossa come un pomodoro e guardai  Kozue sicuramente distratta da Shun e infatti poco dopo esclamò a scoppio ritardato
-Oh, ciao Crystal, non ti avevo notato- 
Cercai in tutti i modi di nascondere il mio viso dietro alla torta. Ma a quell’intelligentona della mia amica venne la brillante idea di prendermela dalle mani per seguire Shun in casa.
-No aspetta, cosa stai facend..-
Nemmeno il tempo di terminare la frase che già aveva seguito Shun dentro casa.
Così rimasi fuori come un ebete con Crystal in asciugamano, che non faceva altro che guardarmi dalla testa ai piedi. Io tenni sempre gli occhi bassi per non incrociare il suo gelido sguardo.
-Non stare li come una rimbambita, entra- disse lui.
-Oh si, grazie- e lo seguii all’interno dell’abitazione.
La casa era ancora in disordine, con scatoloni e vestiti sparsi ovunque. La mia attenzione cadde su due grandi bauli d’argento, che si trovavano sul lato del corridoio.
-Cosa sono quelli? -
chiesi a Crystal. Egli si girò di scatto, capì a cosa stessi alludendo ma si limitò a dire
-Cosa? Ti riferisci forse ai miei pettorali?-
 Ed ecco che avvampai nuovamente . Per fortuna Shun ci disse di raggiungerli in cucina. Come entrai mi trovai di fronte a una scena alquanto imbarazzante: Kozue stava tagliando la torta e Shun le cingeva i fianchi. Come Crystal mi raggiunse e vide la scena, perse l’asciugamano.
-Crystal, diamine copriti-
-O mio dio!- urlai coprendomi gli occhi.
-Uh,che cosa?- disse Kozue ancora imbambolata. Crystal non appena se ne rese conto sobbalzò e si rimise l’asciugamano. Si avvicinò a me che tenevo ancora le mani sugli occhi e mi sussurrò
-E inutile che fai finta di coprirti, lo so che tanto che hai guardato-
Prima che potessi rispondere intervenne Shun
-Vai a vestirti scostumato-
-E va bene!-  sbuffò si riavvicinò nuovamente a me
-Continueremo dopo il discorso noi due.- e salì le scale per dirigersi in camera.
-Ma è sempre così?- chiesi ad Shun. Lui rise e disse
-Quasi sempre, ma quando ci sei tu diventa ancora più sfacciato- disse mentre tornava ad abbracciare Kozue.
-Per vostra gioia, sono tornato- disse scendendo le scale.
-Rieccolo alla riscossa.- dissi suscitando il riso di tutti.
-Bhè la mangiamo o no questa torta?- chiese impaziente il biondo.
Shun prese i piatti e con l’aiuto di Kozue ci porse la torta.
-Mmh,che buona chi l’ha fatta?- disse Crystal.
-E stata Kozue, e molto brava in cucina- risposi
-Ah, come Shun, certo che quei due si son proprio trovati- disse.
I due arrossirono di colpo. Shun la prese per mano e la portò in salotto
-Vieni, devo farti vedere una cosa-
Così rimanemmo solo io e Crystal in cucina. Cominciai a mangiare la torta e appena mi girai verso di lui, mi ritrovai un po’ di panna sul naso e, prima che potessi prendere un fazzoletto, le labbra del biondino si posarono sul mio naso. Rimasi immobile, lasciando che mi togliesse tutta la panna. -Ora va meglio- disse compiaciuto. Sbalordita mi rigirai sulla torta e  gli altri due che avevano visto tutto, si sedettero come se nulla fosse accaduto.
-Kozue, è meglio se torniamo a casa.-
-No dai, perché?-  le lanciai un’occhiataccia.
-Dai, devono ancora sistemare tutto, noi dovevamo solo portargli la torta e ora che l’abbiamo fatto, possiamo anche andare.-
Shun si intromise nel discorso
- Ma no dai ragazze, restate con noi a pranzo. Cucineremo io e Kozue. Tu e Crystal potrete anche rilassarvi.-
 “Merda. Mentre loro cucinano dovrò stare con quel pervertito” pensai fra me e me. Sfoderai uno dei miei sorrisi più finti a Shun
-Va bene-
-Eccellente.- disse quest’ultimo con il sorriso sulle labbra.
-Andiamo Kozue?- le disse porgendole la mano.
Crystal si diresse verso il soggiorno facendomi cenno con la testa di seguirlo. Entrambi ci sedemmo su un divano. Era una situazione piuttosto imbarazzante, in quanto nessuno dei due intendeva parlare per primo. Stavo seduta all’estremità del divano giocherellando con  i lacci della felpa. Crystal invece guardava per aria. Non avevo la minima idea di cosa gli stesse passando per la testa. Non sopportavo più quella situazione assurda, cosi decisi di alzarmi.
-Hey, dove stai andando?- chiese il biondino vedendomi abbandonare il salotto.
-Vado a prendere qualcosa da bere e magari aiuto Shun e Kozue con il pranzo- risposi. Arrivai in cucina e trovai quei due cucinare tra un abbraccio e l’altro. Era una scena diabetica ma bella da vedere allo stesso tempo.
-Ma che bella coppietta che abbiamo qui- dissi entrando nella cucina.
All’udire le mie parole sia Shun che Kozue  diventarono paonazzi in volto. Sorrisi loro.
-Piccioncini avete bisogno di una mano? Mi stavo annoiando a morte di la.-
-Ma come? Crystal non sta facendo nulla per tenerti impegnata?- disse il ragazzo appoggiando la pentola sul fuoco.
-Per niente- dissi seccata.
“Da quando ci siamo conosciuti non fa altro che fare il cascamorto con me e adesso nemmeno mi degna di uno sguardo”
Quei pensieri ribollivano nella  testa, facendomi arrabbiare in un modo spaventoso.
-Bhe in effetti qualcosa la potresti fare-  disse la mia amica avvicinandosi a me. La guardai incuriosita. Kozue sapeva che ero una frana ai fornelli, mi chiedevo cosa avesse in servo per me.
-Oh, e che cosa??-
Mi guardò con il suo solito sorrisino malefico.
-Devi andare a casa e cuocere questo arrosto nel forno. Nel loro sta già cuocendo sformato. Fai attenzione a non fare danni-
La guardai sconcertata. Non usavo quel forno da chissà quanto, ci aveva sempre pensato lei. Decisi di accettare, anche perché volevo stare lontana da Crystal il più a lungo possibile.
-Va bene, conta pure su di me, farò un buon lavoro.-  risposi cercando di essere fiduciosa delle mie capacità.
Kozue sorrise e mi passò la teglia con l’arrosto. -Sta attenta mi raccomando-
-Uff, Shun torna a distrarla- dissi facendole la linguaccia.
-Come desiderate-  mi rispose il ragazzo mentre ricingeva nuovamente i fianchi della mia amica che si apprestava a diventare un vegetale.
Risi vedendo quella scena. Poco dopo uscii da quella casa per incamminarmi verso la nostra. Come entrai  mi diressi rapidamente verso la cucina, appoggiai la teglia sul tavolo e guardai il forno con uno sguardo disperato. “Ti prego funziona senza troppi problemi”, implorai tra me e me. Mi inginocchiai e misi la teglia nel forno. “ok, fin qua tutto bene”. Sospirai e  girai la rotella per accenderlo. La ventola al suo interno iniziò a girare e a scaldarsi. “wow, è stato facile, ora devo aspettare 20 minuti e il gioco è fatto”. Mi andai a sdraiare in salotto e misi su un po’ di musica “ah, senza quello scocciatore si  sta molto meglio”. Ero stanca, Kozue mi aveva svegliata all’alba stamattina e infatti presi sonno sul divano. Venni svegliata da uno strano odore di bruciato. “O cazzo”. Mi alzai di scatto e corsi verso la cucina, spensi il forno e tirai l’arrosto. “Fiu, qualche altro secondo la dentro e si sarebbe bruciato”. Spensi il forno rapidamente e a malincuore mi diressi per la seconda volta verso quella casa.
Come entra..jcfscfiowhepfijekl Hey ma! Dhnjahbsnudc9o Adesso lascia scrivere me! Dniio No! Mndnno Si invece! Emh, emh, prova, prova.. Siamo in onda? Ok! Wela! Sono Kozue, adesso scriverò per un po’, devo divertirmi anch’io!
Nel frattempo che la mia migliore amica era a casa io e Shun stavamo cucinando i noodles quando entrò in cucina Crystal più tranquillo del solito
-Hey, Crystal, che hai? Com’è che sei più rilassato?- chiesi guardandolo mentre giocherellava con una mela.
-Tsk, la tua amica mi fa irrigidire.. - mi rispose, con la testa fra le nuvole.
-Ti fa irrigidire o ti fa impazzire? Come se non si vedesse che sei attratto da lei in una maniera impressionante-  ridacchiai guardando il suo viso cambiare dieci colori nel giro di due secondi.
-Ah! Beccato!-  esclamò Shun che nel frattempo aveva raggiunto l’amico per dargli una bella pacca sulla spalla muscolosa.
- Ma, tornando a noi.. ho paura che faccia qualche danno, e quando ho questi presentimenti qualcosa andrà storto.- dissi preoccupata. “ Se mi ha bruciato l’arrosto la fucilo! “ Crystal si alzò di scatto e disse con tono severo
-Vado a vedere cosa sta combinando..-
Sospirai, certo che non poteva stare senza di lei, eppure la conosceva si o no da.. qualche ora? Come guardai Shun egli mi sorrise perché aveva capito ciò che stavo pensando ed era d’accordo con me. Come mi rigirai verso i fornelli si avvicinò a me e, dopo avermi delicatamente spostato i capelli da un lato, posò il suo mento sulla mia spalla e il suo respiro mi fece rabbrividire.  Sentimmo la porta aprirsi, era tornata e lo capimmo dal rumore del suoi passi frettolosi dopo aver, sicuramente, visto Crystal davanti alla porta.
-Uff.. ma che..-
 Come ci vide si rasserenò
-Ecco qui! L’arrosto cotto come mi avevi detto tu!- il suo sorriso a trecentosessantasei denti mi fece preoccupare, come minimo lo aveva bruciato. Tolsi la carta stagnola e vidi quel povero arrosto in origine marroncino-dorato, nero. Nero come la pece. Trattenni il respiro e continuavo a ripetermi “non ucciderla, non ucciderla, non ucciderla”.
-Oh! Ma che bell’arrosto! Brava!- la voce di Shun interruppe i miei pensieri.
-Da.. davvero?- chiese Emma sorpresa e con le goccioline che le scendevano dalla paura sul collo. Io rimasi in silenzio e fu Shun che, abbracciatomi, sorrise dolcemente alla mia amica e le sussurrò di andare in salotto che noi dovevamo finire di preparare. Lei controvoglia andò a sedersi sul divano e il bel ragazzo dagli verdi mi guardò negli occhi dicendomi
-Tranquilla, ci penso io.. tu controlla i noodles-  sorrise e, grazie a quella sua espressione dolce e tranquilla, eccomi di nuovo come un broccolo bollito.
-Che hai combinato?- chiese Crystal mentre guardava il volto di Emma.
- Ho.. bruciato l’arrosto.. lo so che Shun mi ha detto che andava bene solo per farmi stare tranquilla ma.. Kozue mi ucciderà appena saremo arrivate a casa!- esclamò preoccupata la rovina-arrosti.
-Stai tranquilla, Shun è bravo in queste cose, sistemerà tutto. Come aggiusta la situazione lui non lo fa nessuno-
Detto ciò, il biondino sorrise e si avvicinò alla mia amica mettendole un braccio attorno al collo. Il viso di Emma si illuminò e divenne dello stesso colore di un peperoncino super piccante.
-Crystal.. non..- venne zittita dal dito del ragazzo che si posò sulle sue labbra, bloccandole. -Ti da fastidio che io ti abbracci in questo modo?- chiese sorridente il pallone gonfiato, come lo avrei chiamato io
- Emma! Pallone! Su, a tavolaaaaaaa!- come mio solito sbraitai nel chiamare a tavola, ma ormai con Emma che poltriva sempre era l’unico modo per farla alzare dal divano e farla staccare dalla televisione.
-Hey! Chi sarebbe il pallone?!- disse Crystal stranito.
- Sei tu il pallone! Non so perché ma mi viene da chiamarti così!- gli feci la linguaccia e lui mi rispose con una smorfia divertita.
Eravamo seduti gli uni davanti agli altri io ero affianco a Crystal e davanti avevo Shun mentre Emma il contrario.
-Chi ha apparecchiato?- chiese quest’ultima incuriosita.
-Io! Perché, non ti piace?- rispose preoccupato il mio gnocco che teneva particolarmente a queste cose.
-Nono, anzi, l’ho chiesto proprio perché sono rimasta affascinata da modo in cui sono state sistemate le posate..-  sorrise guardando il ragazzo accanto a lei.
-Va bene! Si mangia!- concluse Crystal, cercando di portare l’attenzione della rovina-arrosti su di se. Io sorrisi e dopo aver fatto l’occhiolino alla mia amica, addentai i noodles appena fatti. Il pranzo proseguì egregiamente: Crystal ad ogni portata ci faceva i complimenti, Emma cercava di guardare me per trovare aiuto e, ogni volta che si sentiva osservata dal biondino, arrossiva e accelerava nel masticare, io ridevo e scherzavo continuamente con Shun che mi faceva il solletico con i piedi da sotto il tavolo.
Ad un certo punto Emma, che non riusciva più a farne a meno, mi chiamò e, con la scusa di accompagnarla al bagno, mi fece alzare e ci dirigemmo di gran fretta al piano superiore. Mentre salivo le scale, siccome ho un udito abbastanza acuto, sentii quei due confabulare:
-Ma come fai a farla ridere in quel modo? Quell’altra si sta comportando da acida e non mi guarda nemmeno in faccia!-  esclamò Crystal rivolgendosi all’amico.
-Beh, prova farle….- da qui in poi non riuscii più a percepire altro che i passi frettolosi e il respiro affannato dell’amica degli arrosti che mi stava trascinando verso il bagno. Dalla fretta, quell’intelligentona sbagliò porta e si catapultò, insieme a me che caddi quasi sopra di lei, nella camera del biondino.
-Ahh! Ma non è possibile!- Sbraitò ella che uscì velocemente dalla stanza sbattendo rumorosamente la porta. Il rumore mi fece sobbalzare e, prima che io potessi guardarmi intorno per capire ciò che era accaduto, mi ritrovai in bagno.
-Mio Dio Kozue, non so che mi prende! Non riesco nemmeno a degnarlo di uno sguardo. Non so perché ma quando sono con lui entro in panico e non so minimamente cosa dire o fare! Come posso tranquillizzarmi? Aiutami!- esclamò agitata Emma.
-Beh, non….-
Cominciò a strattonarmi prima che io potessi finire ciò che stavo dicendo
-Come fai ad essere così tranquilla e a farlo ridere in quel modo? Non credo ti stesse facendo qualcosa di strano! Non penso ti stesse facendo..-
Si fermò e mi guardò e, vedendo la mia espressione da “si, hai indovinato in pieno” , spalancò gli occhi e rimase imbambolata. La punzecchiai con l’indice e senza ricevere qualche sua reazione, tirai lo sciacquone e la trascinai di sotto. Sfoggiai insieme a lei uno dei miei sorrisi più finti che, di solito, utilizzavo per le foto imbarazzanti. Dopo che ci fummo sedute ai nostri rispettivi posti tutti ricominciammo a mangiare e a ridere come prima fino a quando un urlo disumano squarciò la nostra conversazione sulla nostra, mia e di Emma, passione per l’astronomia. 
-AHH! Qualche creatura mi ha toccato la gambaaaa!-
 La mia amica si alzò di scatto e cominciò a correre verso il salotto, buttandosi infine sul divano. Io, Crystal e Shun ci guardammo sconcertati e i due si rivolsero a me con un “ ma che problemi ha?”. Io, che non avevo idea di come rispondere, dissi: -Ah già, mi ero dimenticata di dirvi che ha una fobia assurda degli animali e quando qualcosa la tocca improvvisamente, lei ha questa reazione.. -
I due amici prima si guardarono, poi guardarono me che avevo un sorrisino da ebete stampato sulla faccia e poi si girarono verso Emma che si era alzata dal divano e, con viso rosso dalla vergogna, cercava di ritornare al proprio posto. Allora, Crystal comportandosi come il “principe azzurro” andò da lei, la abbracciò e, sussurrandole parole per tranquillizzarla, la portò a prendere una boccata d’aria. Io e gnocco, come spesso lo chiamavo quando parlavo con Emma, ci guardammo e cominciammo a ridere sguaiatamente. Come se non bastasse un ennesimo urlo si intromise fra noi
-Ahhh! La nostra casa va a fuocoo! Presto, presto!-
Le nostre sedie caddero a terra con un tonfo e ci catapultammo alla porta.
-Che succede? O mio dio! Chiama il 115!-
Subito dopo arrivarono i pompieri che spensero l’incendio e noi ci avvicinammo
-I miei vestiti! I miei soldi!- urlò Emma
-I miei manga! La cassaforte presto, presto!- sbraitai io che, stranamente, pensavo solo ed esclusivamente a quelli. Tutti e tre mi guardarono e all’unisono dissero:”La cassaforte?”. Eh già, avevo chiuso tutti i miei amati manga dentro una cassaforte della quale neanche Emma conosceva l’esistenza. “sono nella merda” pensai dirigendomi in fretta verso la cassaforte.
-Ah! E intatta, menomale!- dissi sollevata.
-Quella è intatta ma.. la nostra casa un po’ meno.-
Ci guardammo attorno: in salotto era completamente distrutto e mangiato dalle fiamme che erano state sprigionate dalla bombola del gas.
-Emma.. hai chiuso la bombola dopo aver spento il forno?-
-Emmh..- fu la sua risposta -Dovevo chiudere una bombola per caso?-
 
  
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