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Autore: jo17    03/01/2014    0 recensioni
La sua anima era spezzata e ne sentiva stridere le due estremità ormai da tempo, le avvertiva al centro del suo petto. Quel suono riempiva la sua mente e la faceva rabbrividire, e a volte era talmente forte che anche le persone che la circondavano potevano udirlo, ed era allora che assordata da quello stridore non si rendeva conto di quello che faceva.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Un venerdì sera all’inizio di dicembre si incontrarono tutti davanti al palasport rigorosamente in tenuta sportiva, faceva talmente freddo che usciva il vapore dalla bocca.
Leo strofinandosi le mani disse
 
  • Ok ragazzi siamo pronti?
 
I suoi amici gli risposero con voci poco entusiaste
 
  • Si certo, meno male che il campetto è al chiuso
  • Vi ho detto che non posso rischiare nemmeno un raffreddore?
  • Si Arianna sei stata chiarissima
  • Eih Alex cambia tono con la mia ragazza.
 
Intervenne Tania
 
  • Ok diamoci un taglio, vediamo di dare un senso all’essere venuti qui, entriamo e facciamogli il culo!
 
E si avviò verso l’entrata,  restarono tutti a guardarla a bocca aperta.
 
  • Visto eh? Quella è la mia ragazza!
 
Matteo la seguì a ruota, tutto contento, e loro dietro di lui.
 
Una volta dentro incontrarono gli avversari, si allinearono in campo, Alex e Leo all’attacco Matteo in difesa insieme ad Arianna e infine Tania in porta.
Quando Alex si voltò a guardarli disse a Leo
 
  • Che dio ce la mandi buona.
 
Iniziò la partita, erano abbastanza equilibrati ma Alex e Leo avevano giocato talmente tante volte insieme che ritrovarono il loro affiatamento, quindi segnarono il primo gol, poi il secondo e poi entrambi furono distratti dal tipo che Arianna marcava, era un po’ troppo invasivo. Questa distrazione gli costò la rimonta da parte degli avversari. Videro che lui gli diceva qualcosa all’orecchio e Arianna che gli assestava una gomitata, Alex e Leo si rivolsero contemporaneamente al tipo con un
 
  • Ehi!
 
E Leo gli puntò un dito contro da lontano, come a minacciarlo.
 
  • Che vi prende, pensate a giocare.
 
L’arbitro fischiò e ripresero la partita, ma il tipo non mollava, senza dubbio Arianna sapeva difendersi benissimo da sola, però in quel momento Alex si accorse che il tizio da dietro gli poggiava entrambe le mani sui fianchi e questo le fece salire il sangue alla testa, in quel momento aveva la palla, fermò il gioco, prese la palla in mano e si diresse verso quella scena, lui si allontanò di qualche passo da Arianna e Alex gli tirò il pallone in pieno stomaco.
 
  • Amico falla finita perché mi stai facendo incazzare.
  • Ma che vuoi, vedi di darti una calmata!
 
Intervenne Leo
 
  • Voglio che ti togli dalle palle, non ti azzardare a provarci ancora con la mia ragazza.
  • Secondo me guardate troppo tutti e due da questa parte, capisco lui ma tu..
 
Questa sua allusione e il modo in cui guardò Alex le fece avvertire che stava per perdere il controllo ma cercò di contenersi e ringraziò l’arbitro che intervenne ammonendo sia lei che il tipo, si riprese a giocare  ma durò poco perché quell’imbecille lasciò perdere Arianna e venne a fare un brutto fallo su di lei, non appena Alex si rimise in piedi gli assestò un pugno in piena faccia.
Da quel momento successe il finimondo, quel tipo non ci pensò due volte a ricambiare il pugno che Alex non riuscì a schivare, si buttò nella mischia anche Leo e un paio di ragazzi dell’altra squadra, se le suonarono di santa ragione sino a quando Matteo e altri riuscirono a separarli.
 
Un’ora dopo si ritrovarono soli, loro cinque sugli spalti con Arianna che teneva un fazzoletto sul sopracciglio sanguinate di Leo e Tania che teneva del ghiaccio sul labbro di Alex, aveva un taglio verticale che le prendeva entrambe le labbra.
Matteo se ne stava appoggiato alla ringhiera di metallo e li guardava cercando di dissimulare il sorriso che aveva sulle labbra.
 
  • Certo che la nostra carriera di calciatori è durata veramente poco. Espulsi alla prima partita.
  • Matteo non dispiacerti troppo, è l’unica cosa positiva della serata, amore la prossima volta che a quest’imbecille del nostro amico viene un’altra idea brillante come questa uccidilo!
 
Alex si sentiva stranamente rilassata e lucida, tutta l’adrenalina l’ aveva abbandonata. Tolse il ghiaccio dalle mani di Tania che si allontanò, e lo spostò sulla mano, aveva le dita gonfie e doloranti.
 
  • Quel cretino se l’è proprio meritato AHI! Arianna mi fai male.
 
Alex provò a parlare.
 
  • Ben detto fratello..ma ti giuro che mai avrei pensato che io e te avremmo fatto di nuovo una rissa insieme. Ah le vecchie e sane abitudini!
 
Entrambi si misero a ridere ma questo fece iniziare nuovamente a far sanguinare il labbro di Alex.
Arianna se ne accorse, prese un fazzoletto pulito e venne a tamponare la sua ferita, la guardava con due occhi che le trapassavano l’anima.
 
  • Siete solo due idioti, non c’è nient’altro da aggiungere.
 
La sua voce era carica di rabbia trattenuta.
Alex riusciva a sostenere il suo sguardo, riuscendo quasi a specchiarsi nei suoi occhi, avrebbe tanto voluto prenderle il viso fra le mani e baciarla, dirle che aveva ragione, che era un’idiota ma per lei avrebbe ucciso chiunque le si fosse avvicinato, chiunque che non fosse lei e lei soltanto, erano pensieri folli e se ne rendeva pienamente conto.
Ma Arianna era così vicina a lei, e si stava prendendo cura di lei e in quel momento riusciva a pensare soltanto a questo. Alle sue gambe che sfioravano le sue, alla luce che aveva negli occhi e al calore della sua mano e delle sue dita che le sfioravano le labbra, al suo profumo.
 
Alex notò che il ghiaccio che teneva sulla mano iniziava a sciogliersi e stava bagnando la sua manica così la tirò su sino al gomito. A quel gesto Arianna abbassò istintivamente lo sguardo e vide le sue cicatrici.
Aggrottò la fronte e in un sussurro disse
 
  • Mio Dio..Alex..
 
E le rivolse uno sguardo interrogativo.
Alex la scostò dolcemente in modo da potersi alzare, riabbassò la manica e si allontanò di qualche passo, ignorando la sua reazione. Di solito non le importava, ormai erano parte di lei e le ricordavano sempre che c’era un punto che non doveva superare, mai, nemmeno quando tutto le sarebbe sembrato perduto, ma adesso proprio quella causa la faceva sentire a disagio di fronte a lei.
Provò ad accendere una sigaretta ma le labbra le dolevano da morire.
 
  • Ragazzi io penso proprio che me ne andrò a dormire.
 
Tania si avvicinò ad esaminare di nuovo il suo taglio.
 
  • Secondo me hai bisogno di qualche punto.
  • No, non penso, ho avuto di peggio.
 
  • Questo è evidente.
 
Al suono di quelle parole si girarono tutti a guardare Arianna che le aveva pronunciate.
Sentirle aveva fatto raggelare Alex.
Se ne restava lì a fissarla. Era arrabbiata e Alex non ne capiva il perché.
 
  • Scusa non dovevo…
 
Dopo un attimo di imbarazzo generale tornò a dedicarsi a Leo.
Alex invece gettò la sua inutile sigaretta e se ne andò senza aggiungere una parola.
La quiete interiore che aveva provato prima l’ aveva abbandonata, era passata da uno stato di pace con il mondo intero ad un misto di rabbia e vergogna. Ma vergogna per che cosa esattamente, di certo non per aver fatto a pugni.
 
Perché ha intravisto la mia stupida anima
 
 
Per qualche giorno Alex non uscì di casa, era alla ricerca di qualche nuovo progetto da intraprendere, una nuova meta da raggiungere e nuovi stimoli da trovare. Inoltre, aveva acquistato una tela che aveva posto su di un cavalletto nel suo studio e se ne restava li, bianca, a contemplarla, in attesa che Alex si decidesse a infrangere il suo candore.
Ma non riusciva a decidersi e forse mai lo avrebbe fatto, l’aveva presa sotto uno strano impulso creativo che si spense non appena l’aveva collocata al suo posto.
Ma la cosa che più aveva attirato la sua attenzione fu l’essere stata contatta per un lavoretto, non appena aveva sentito di che cosa si trattava non potè credere alla strana coincidenza e accettò senza la benché minima esitazione.
 
Dopo qualche giorno si decise ad interrompere la sua reclusione e una mattina andò al bar di Leo, entrando lo salutò con un cenno della testa e andò a sedersi al tavolino vicino alla vetrata, era una bella giornata di sole ma, nonostante questo,  fuori si gelava, dentro invece, nel posto in cui andò a sedersi c’era un tepore che le scaldava l’anima, non tolse gli occhiali da sole e prese a leggere il giornale che aveva portato con se.
Leo poggiò sul tavolo un cappuccino caldo, Alex alzò lo sguardo su di lui quando si sedette di fronte a lei.
 
  • Allora, come sta il tuo labbro? Anche se devo dire che la tua mano sta peggio.
 
Notò che l’aveva fasciata e che si intravedevano le dita di un malsano colore.
 
  • Si, non so se sono più viola le dita o il mio labbro
  • No quello tende al verde
  • Fa coppia con il tuo occhio
 
Si misero a ridere.
                        
  • Non pensi che possano essere rotte?
  • No, non credo, riesco a muoverle.
  • Certo che gliele abbiamo proprio suonate! Siamo grandi io e te, insieme non ci batte nessuno.
  • Mi domando quando crescerai.
  • E dai! Ammettilo che ti sei divertita, ti ho visto tutta contenta a lanciare pugni in qua e in là, lo so che è liberatorio, con me puoi anche ammetterlo.
  • Che dire, mi conosci.
 
In quel momento entrarono Tania e Arianna cariche di buste, vennero diritte verso di loro. Leo lasciò il posto di fronte ad Alex a Tania e Arianna le sedette accanto.
Fu soltanto Leo a parlare, Alex si limitò ad osservarle sistemarsi al tavolo. Arianna evitava di guardarla. Alex invece protetta dagli occhiali da sole non le toglieva gli occhi di dosso.
 
  • Da dove arrivate?
  • Siamo state a fare shopping! Alex non inorridire, ho trovato la mia compagna ideale per le compere sfrenate!
  • Ok io qui mi dileguo, non mi interessa sentirvi parlare di scarpe, vi porto qualcosa.
 
Dicendo questo Leo si allontanò
 
  • Allora fatti guardare..
 
Alex la interruppe subito
 
  • Si il labbro sta guarendo e no le dita non sono rotte.
 
Tania guardò verso Arianna e fece per alzarsi.
 
  • Non ho detto a Leo cosa volevo, vado e… torno..
 
Quando Tania si allontanò Alex si rimise a leggere e Arianna dopo un attimo di incertezza prese il posto di fronte a lei.
 
  • Non ti ho vista in questi giorni.
  • Come puoi vedere non ero presentabile.
 
Non riusciva a non avere un tono distaccato e un’aria fredda e indifferente, le rispose senza staccare lo sguardo dalla sua lettura.
Arianna allora allungò la mano e accarezzò la sua. Questo costrinse Alex finalmente a guardala.
 
  • Alex… mi dispiace per l’altra sera…
  • Esattamente per cosa, perché mi chiedi scusa.
  • Sono stata sgradevole, non avrei dovuto avere quell’infelice uscita e.. ero solo arrabbiata per quello che era successo.
 
Si interruppe, continuava a tenere la sua mano su quella di Alex, forse Arianna si aspettava che dicesse qualcosa e invece Alex si ostinava a tacere, l’unica cosa che fece fu togliersi gli occhiali da sole e piantarle addosso il suo sguardo, Arianna abbassò il suo sentendo di non riuscire a sostenere quegli occhi gelidi che la stavano osservando in quel momento, rimanendo sorpresa nel vedere quanto sapevano essere freddi e duri, ne fu quasi ferita ma riprese a parlare.
 
  • No, non  vero, non ero arrabbiata solo per quello, mi ha fatto male scoprire che di te non so praticamente nulla, ma questo non mi giustifica, non sei tenuta a dirmi niente che tu non voglia, e perché dovresti poi, non so nemmeno perché sia una cosa che mi abbia..so solo che non avrei dovuto..
 
Quelle parole misero a disagio Alex, avevano un fondo di verità, sapeva che si era sempre messa al sicuro dal raccontarle qualsiasi cosa del suo passato, ma in generale non amava farlo con nessuno. E con lei poi non voleva assolutamente che scoprisse sino a quanto una persona possa essere stupida, non voleva che vedesse quella parte della sua vita.
Le strinse la mano, così Arianna tornò a guardarla e questo insieme al fatto che le sorrise la fece smettere di parlare.
 
  • Va tutto bene. Non hai niente di cui scusarti.
  • Sul serio? Io penso di si.
  • Si, davvero..l’altra sera non hai detto niente che non rispecchiasse il vero..e anche adesso..
 
Finalmente Arianna le sorrise, riconosceva di nuovo la persona che le sedeva di fronte, non aveva più quello sguardo che gliel’aveva fatta avvertire come un’estranea.
Era evidente che non avevamo nient’altro da aggiungere così Tania e Leo le raggiunsero, al loro arrivo Arianna lasciò andare la sua mano.
 
  • Vi siete chiarite? No perché sulla mi idilliaca mattina di shopping c’era questa nube enorme che la seguiva.
 
E indicò con un gesto Arianna e lei per tagliare il discorso disse
 
  • Ok, va bene, cambiando argomento.
 
Prese dalla borsa una busta molto elegante e la diede ad Alex.
Quando la aprì si rese conto che era un invito per il concerto al quale partecipava. Lo prese e la ringraziò, e non le disse che sarebbe stata comunque lì perché il lavoro che le avevano proposto qualche giorno prima consisteva proprio nel fare delle foto per la serata.
 
 
La sera del concerto Alex avevo lottato con Leo per fargli capire che non poteva portarselo dietro le quinte, che aveva solo un pass e che per lei si trattava di  lavoro.
 
Quindi Alex si ritrovò tutta sola ad aggirarsi intorno al palco scattando qualche foto ad alcuni strumenti solitari e a qualche violinista che dava gli ultimi accordi al suo strumento.
Poi la vide, era in piedi vicino alla pesante tenda bordò del palco, sentì il suo cuore saltare un battito per la forte emozione. Arianna aveva un lungo vestito nero che l’avvolgeva lungo i fianchi e che andava a cadere lento lungo le gambe, l’azzurro dei suoi occhi era messo ancora più in risalto dalle gradazioni scure del trucco e aveva i capelli tirati indietro.
Era concentrata e muoveva le dita di una mano di fronte a se, come su un immaginario pianoforte.
Ovviamente Alex non poté fare a meno di catturare quell’immagine in uno scatto.
Quando Arianna si accorse della sua presenza ne fu molto sorpresa e le andò incontro.
Vedere quell’immagine che avanzava verso di lei, vedere quella splendida ragazza che le sorrideva, l’unico pensiero che ebbe Alex, l’unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era di abbracciarla e di baciarla fino a toglierle il respiro. E non sapeva che cosa avrebbe dato per essere con lei   quella sera, quando si sarebbe tolta quel vestito lasciandolo scivolare lungo i suoi fianchi e di baciare ogni centimetro della pelle che veniva scoperto.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per sentirla sua.
Arianna le lesse sicuramente qualcosa in viso, che Alex la stesse spogliando con gli occhi era più che evidente e..
 
E non me ne importa proprio niente
 
  • Ciao, ma che ci fai qui?
  • Sei.. bellissima.
 
Sorpresa, si toccò imbarazzata una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
  • Grazie..merito anche di Tania..quindi?
 
Alex gli mostrò il suo pass.
 
  • Sono il fotografo  ufficiale della serata
  • E non pensavi di dirmelo?
  • No, volevo farti una sorpresa, ma devo dire che tu l’hai fatta a me..ti ho sempre trovato molto bella.. ma stasera sei stupenda..
 
Non era mai stata così diretta con lei, e mai avrebbe pensato di esserlo.
Arianna era evidentemente imbarazzata, ma c’era qualcosa in lei che faceva capire ad Alex che non le dispiaceva affatto.
 
Mi sto solo illudendo
 
  • La sala si sta riempiendo, sei pronta?
  • Arrivata a questo punto devo esserlo per forza.
 
Arianna le sorrise
 
  • Adesso ti devo lasciare, ho bisogno di concentrarmi e di rivedere alcune cose.
  • Si certo, scusami, ti lascio andare.
  • Ci vediamo dopo, e non vedo l’ora di vedere le tue foto.
  • E io di rivedere te..questa sera mi hai quasi spezzato il cuore..
 
Alex nel dirlo le sorrise, aveva una fermezza nello sguardo che Arianna non le aveva mai visto, così rimase a fissarla per un attimo con un’espressione che Alex non riusciva a decifrare, poi abbassò lo sguardo e le sfiorò una mano, quel contatto per Alex fu una scossa elettrica, poi la guardò di nuovo tenendo appena le sue dita nelle sue, Arianna stava per dirle qualcosa ma alla fine fece soltanto un leggero cenno di dissenso con la testa sorridendo e poi andò via.
Quando Alex rimase da sola aveva il cervello che le pulsava.
 
Cosa stava per dirmi?
 
La serata ebbe inizio, Alex cercò di scacciare i pensieri che le affollavano la mente e si mise a lavoro. Fece moltissime foto a lei e al contesto generale, insomma un ricchissimo book, sicuramente qualcosa di buono sarebbe riuscita a farla venir fuori.
 
Arianna fu bravissima, almeno per Alex, e vederla suonare con passione, grazia e concentrazione fu per lei una visione.
 
Osservandola Alex si rese conto che era come se Arianna venisse attraversata dalla musica e fuoriusciva da lei nella bellezza e nella perfezione dell’esecuzione. Era lei lo strumento in quel momento, le note le scorrevano dentro e le ricordava un ruscello di montagna che correva rapido e veloce, in alcuni punti s’ ingrossava diventando impetuoso, infastidito dalle strette sponde che lo contenevano,con la sua forza e irruenza cercava di prevaricarle ma alla fine il corso si allargava inaspettatamente e allora ritornava placido e calmo, così Alex si rese conto che il brano era finito, e solo allora Arianna ritornò ad essere lei, in quell’apparente quiete che nascondeva tutta la sua passione.
E Alex avrebbe dato qualsiasi cosa per potersi immergere in quelle acque.
 
Le era entrata nel sangue, la sentiva scorrere sotto la pelle e sapeva questo a che cosa l’ avrebbe portata. E per un attimo Alex ebbe paura.
 
Dopo il concerto fu raggiunta da Arianna.
 
  • Allora come ti è sembrato, come sono andata?
  • Direi benissimo, è stato molto bello.
 
Alex rimase a guardarla non sapendo cos’altro aggiungere, quindi Arianna la prese per mano e uscirono a raggiungere gli altri.
 
Ma a fine serata quando Alex la vide andar via con Leo, quando pensò che quella sera sarebbe stato lui a toglierle quel vestito che tanto l’ aveva colpita, che sarebbe stata sua quella notte..dimenticò che si trattava di Leo e lo odiò con tutte le sue forze.
 
Ma più di ogni altra cosa odiò se stessa.
 
Il pensiero di ritornare a casa, di ritrovarsi da sola con l’unica compagnia delle immagini che la stavano ossessionando le impedirono di farlo. Lampi di luce nella sua mente illuminavano Leo e Arianna, vedeva il suo amico insieme alla donna che ormai sapeva di amare, lo vedeva toccarla e accarezzarla come mai lei avrebbe potuto fare e vedeva lei  abbandonarsi totalmente a lui in un modo che mai avrebbe conosciuto.
 
Doveva assolutamente trovare qualcosa per fermare quel fiume di pensieri che la stavano facendo impazzire, e le venne in mente soltanto l’unica cosa e l’unica persona che sapeva le avrebbe permesso di placare apparentemente  il suo dolore e di dimenticare il mondo che la circondava.
Quindi Alex andò a cercare Siria.
Fu fortunata e la trovò quasi subito in uno di quei locali che era solita frequentare, fu molto stupita nel vederla e Alex non dette peso al sarcasmo che fece sul fatto che per quanto si ostinasse a pensare e a credere che fosse migliore di lei alla fine era da lei che continuava a ritornare, sempre. Durante il resto della notte Siria fu molto contenta che fosse andata a cercarla perché per quella notte ritornò ad essere la persona che aveva conosciuto in passato, senza inibizioni, senza limiti e senza nessun interesse per quello che la circondava. Alex si era abbandonata al suo istinto e all’incoscienza del se che ci tiene ancorati ad un briciolo di amor proprio.
 
Alla fine Alex si ritrovò a pensare che aveva ragione Siria, su tutto, che per lei non c’era nient’altro che questo, non c’era nient’altro che lei, non c’era ne giusto ne sbagliato, non c’era quel quadretto di vita familiare che si ostinava a cercare, non c’era amore che non l’ avrebbe ferita e fatta soffrire.
Ci sarebbe sempre stata la consapevolezza che si sarebbe sempre innamorata della persona sbagliata.
 
L’indomani Alex si svegliò in un letto sconosciuto, impiegò un po’ a capire dove si trovasse, era ancora sotto l’effetto della roba che aveva assunto la notte prima, dopo un po’ si rese solo conto che Siria era sotto la doccia,  cercò di rimettersi in sesto prima che terminasse per poter andare via, non aveva più lo slancio della sera prima e la sua presenza quasi la irritava.
Quando terminò Siria trovò Alex pronta ad uscire, la guardò in un modo strano e  le chiese di non sparire anche questa volta, era la prima volta che le diceva una cosa del genere. Alex fece solo un cenno con la testa e  quindi andò via.
 
Andò a casa e dopo una doccia si mise subito a lavoro sulle foto della sera prima, ma nello stato d’animo in cui si trovava non era stata la scelta migliore, vedere Arianna impressa in tutta la sua bellezza le fece venir voglia di piangere e di strapparsi il cuore dal petto per farlo smettere di urlale contro tutte quelle sensazioni ed emozioni che provava per lei.
Era pomeriggio inoltrato quando decise di uscire, aveva bisogno di camminare, si diresse verso il parco cercando di dare sollievo al suo spirito immergendosi in quello che la sua città poteva offrirle di più simile alla purezza della natura, alla ricerca di uno stato primordiale, lontano da qualsiasi sentimento umano.
Ma non si soffermò molto, il suo telefono iniziò a suonare e vedendo che si trattava di Siria lo ignorò. Continuò così la sua passeggiata andando oltre e ritrovandosi di nuovo circondata dal caos della città. Immersa com’era nei suoi pensieri non sentì una voce chiamarla, se ne rese conto solo quando Matteo le fu accanto.
 
  • Alex! E’ da un po’ che ti chiamo!
  • Matteo, scusa ero sovrappensiero.
  • Lo vedo, mi hai fatto fare una bella corsa per raggiungerti! Ei tutto bene?
  • Si, perché?
  • Hai un’aria stanca.
  • Si, non ho dormito bene, ma come mai da queste parti?
  • Stavo andando da Leo, comunque sono contento di averti incontrato, volevo parlarti.
  • Di cosa?
  • Più che altro volevo ringraziarti, da quando hai parlato con Tania ha iniziato a prendere in considerazione l’idea del matrimonio.
  • Figurati, la conosci meglio di me, sai anche tu che aveva bisogno di assimilare l’idea.
  • Sarà ma la spinta gliel’hai data tu. A volte vorrei saperla convincere come fai tu.
  • Non dire sciocchezze, non ho dovuto convincerla affatto.
  • Resta il fatto che ti devo un favore, ma dai andiamo, vieni con me.
 
Alex non si sentì di negarglielo e poi come sempre il viso rassicurante di Matteo aveva il potere di calmarla. Si accorgeva che a volte sapeva capirla anche meglio di Tania, e soprattutto non la faceva mai sentire sotto accusa anche se cercava spesso di farla ragionare sul modo giusto di affrontare le cose.
 
  • Matteo, avrei bisogno di parlarti di una cosa.. ho bisogno di parlarne con qualcuno..
 
L’amico si girò a guardarla, dall’espressione che vide dipinta sul volto di Alex capì che si trattava di qualcosa di serio e che doveva tormentarla parecchio.
 
Lei sapeva che avrebbe potuto liberarsi dal peso che aveva nel cuore, che avrebbe potuto confidarsi con lui. Ma non lo fece, perché lo avrebbe guidato la ragione e le avrebbe detto quello che in fondo al suo cuore sapeva benissimo e senza considerare poi che lo avrebbe messo in una situazione difficile con Tania, in genere loro non avevano segreti l’uno per l’altra e non voleva invece metterlo in condizione di averne, perché Alex aveva la certezza che avrebbe rispettato la sua confessione.
Così dopo un attimo di esitazione riuscì a deviare il discorso su alcuni progetti di lavoro che avrebbe voluto portare avanti ma che non si decideva  a farlo e che quindi gli avrebbe fatto piacere avere un suo parere.
 
Quindi tra una chiacchiera e l’altra arrivarono al bar, solo quando Alex si trovò davanti alla porta si rese conto che non aveva nessuna voglia di entrare, ma ormai era lì e non poteva tirarsi indietro.
Prima di entrare Matteo la fermò un attimo.
 
  • Alex, quando ti sentirai pronta a dirmi quello che realmente ti sta preoccupando sappi che io sarò sempre pronto ad ascoltarti ok?
 
Alex lo guardò e gli sorrise con immensa gratitudine.
 
Non appena entrò trovò la causa della sua scarsa voglia di essere lì, Arianna era seduta sul lungo sgabello del bancone. Alex e Matteo andarono a prendere i posti vicino a lei che li salutò e guardando Alex le chiese
 
  • Tutto bene?
  • Si, certo.
 
Alex guardò imbarazzata Matteo, a quanto pare non reggeva più le serate come un tempo se le si leggeva la stanchezza in viso in un modo così palese, anche se sapeva che quella che aveva dipinta sul volto non era affatto stanchezza.
 
Leo li raggiunse subito dopo.
Il telefono di Alex iniziò nuovamente a squillare e come prima si trattava di Siria e esattamente come prima lo ignorò.
Leo iniziò a parlare.
 
  • Allora vi va di fare qualcosa stasera?
  • Non saprei dovrei sentire Tania, tu Alex?
  • Io veramente..
 
Il telefono suonò ancora. Riagganciò e continuò a parlare.
 
  • Dicevo che non ho molta voglia.. santo cielo!
Fu di nuovo interrotta dal suono del telefono, Siria non era una che mollava facilmente la presa.
 
  • Ma perché non rispondi?
 
Alex guardò dritto in faccia Leo che le faceva questa domanda,  una stupida voglia di rivalsa le afferrò il cuore. Sapeva quanto si sarebbe arrabbiato nel sentir pronunciare quel nome e Alex scioccamente decise di rispondere.
 
  • Siria, ciao.
 
Pronunciando queste parole continuava a fissare lo sguardo su di lui. Vide sparire il sorriso dalle sue labbra. Poi si alzò per allontanarsi di qualche passo per poter parlare più tranquillamente. Spostandosi incontrò per un attimo gli occhi di Arianna che li distolse subito.
Alex rimase ad ascoltare l’invito di Siria per la sera, le diceva che aveva una gran voglia di stare con lei e di come l’altra notte si era accorta di quanto le mancasse. Alex ne fu sorpresa, le venne di nuovo in mente l’espressione che aveva avuto la mattina quando le aveva detto di non sparire. Chissà forse anche lei aveva un cuore e un’anima. La colpì il pensare queste cose di lei, in fondo forse, non la conosceva affatto. Però il suo istinto non la fece rimanere troppo su questi pensieri e le disse senza girarci troppo intorno che non ne aveva voglia e che l’avrebbe cercata lei. Alex aveva una vocina dentro di se che le diceva che quello che adesso incuriosiva Siria fosse questo suo nuovo atteggiamento di non curanza verso di lei,  per la prima volta era Alex ad usarla.
 
Quando riattaccò si voltò verso di loro per riprendere il suo posto ma Leo la investì subito.
 
  • Siria?
  • Già.
  • Perché ti cercava?
  • Siamo state insieme la scorsa notte.
  • Ma quando..come vi siete incontrate?
  • Ieri non avevo nessuna voglia di passare la notte da sola così sono andata a cercarla.
 
Intervenne Matteo
 
  • Ora capisco.
  • Già.
 
Alex sorrise.
Era volutamente cruda e diretta, voleva provocare Leo ma era anche la voglia di far capire ad Arianna, che rimaneva in silenzio a fissarla, che qualsiasi cosa avesse pensato su quello che Alex aveva provato la sera prima per lei non le aveva impedito di passare le ore successive in compagnia di qualcun altro.
Ma adesso Leo avendogli dato il via non si sarebbe certo fermato.
 
  • Cazzo Alex..
  • Che c’è? Non ti sta bene?
  • E a te che non dovrebbe stare bene.
  • Ma a te che importa?
  • Niente, proprio niente.
 
Leo era in collera e faceva di tutto per sembrare indifferente.
 
  • Perfetto allora.
 
Matteo cercò di smorzare la tensione che si era creata riprendendo il discorso interrotto prima.
 
  • Allora che faccio chiamo Tania per vedere se..
 
Ma fu interrotto nuovamente da Leo
 
  • Alex ma è possibile che non hai un minimo di dignità?
  • Dignità?! Ma chi ti credi di essere?!
  • Qualcuno con un pò di cervello! Ma come..
  • Leo è meglio per te se la pianti!
  • Meglio per me? Ma ti senti?
  • Si e faresti bene a farlo anche tu!
  • Abbassa la voce!
 
Il locale era relativamente pieno. Alex però incurante del suo avvertimento colpì con forza le mani sul bancone e si sporse in avanti verso di lui come per aggredirlo.
 
  • E allora smettila di tormentarmi! Non devo renderti conto di niente! Hai capito?! Niente! Pensa alla tua cazzo di vita e lasciami in pace!
 
Il modo in cui Leo la guardò, non si aspettava una reazione così carica di rabbia, se a dividerli non ci fosse stato il banco Alex lo avrebbe sicuramente preso a pugni, e fu evidente per tutti. Vide dispiacere e stupore nei suoi occhi e in quello dei suoi amici, questo bastò ad Alex per rendersi conto di aver esagerato. Lo aveva provocato volutamente per la gran voglia che aveva di litigare. Ma la sua infelicità non dipendeva da lui, non ne aveva nessuna responsabilità. Si sentì un verme, come al solito feriva le persone che le volevano bene perché inconsciamente attribuiva a loro le sue sofferenze e non capiva che la vera ragione la doveva ricercare in se.
Alex abbassò lo sguardo e si prese la testa fra le mani, era ancora arrabbiata e frustrata. Poi tornò a guardarlo e a incrociare le braccia appoggiandosi al bancone.
 
  • Tu devi smetterla.
 
Aveva abbassato la voce, Leo era ancora scosso così non disse nulla lasciandola continuare.
 
  • Lo so che lo fai perché ti preoccupi per me, ma tu non puoi continuare a comportarti così, non puoi dirmi chi posso frequentare o cosa fare della mia vita. Sono meno stupida di quello che pensi.
  • Non penso che tu sia stupida.
  • E allora dammi il beneficio del dubbio!
  • Ma frequentare una come lei ti farà solo del male, guarda che influenza ha su di te.
  • Ma non pensi mai che io sia così, realmente intendo.
  • No che non lo sei, è lei che..
  • Leo davvero, smettila, sta a me decidere, non a te. Non ti chiedo di condividere le mie scelte ma almeno non giudicarmi, ti giuro che ci penso da sola a mettermi in croce, ogni singolo giorno.
 
Leo la guardava senza saper bene che cosa rispondere. Così Alex cercò una via di uscita scusandosi.
 
  • Scusami non dovevo alzare la voce.
  • Si è vero, ma io non ti ho aiutato.
  • Allora, argomento chiuso?
  • Si..
  • Mi perdoni?
  • Si..
  • Ok..adesso però me ne vado.
 
Finalmente Matteo si decise a parlare.
 
  • Allora non sei dei nostri?
  • No, come vedi non sono di compagnia e poi ho bisogno di dormire. Vi saluto.
 
Una volta fuori Alex si allontanò di qualche passo e si fermò un attimo per accendere una sigaretta,  aspirò profondamente e pensò che aveva un bel po’ di strada da fare per arrivare a casa, ma il pensiero non le dispiacque.
 
  • Hai mai pensato di smettere?
 
Quando si voltò vide Arianna.
 
  • Qualche volta, ma richiede troppo impegno. Dove vai?
  • A casa, domani devo alzarmi presto.
  • Capisco..
  • Vuoi un passaggio?
 
Alex la fissò a lungo, lottando con la voglia di dirle di si, aspirò nuovamente il fumo dalla sua sigaretta e mentre lo ributtava fuori le rispose.
 
  • No, ti ringrazio, ho voglia di camminare.
  • Perché ho come la sensazione che tu sia arrabbiata con me?
  • Perché dovrei?
 
Adesso era incuriosita da come lei potesse percepire questo.
 
  • Non lo so. Dimmelo tu.
 
Alex si mise a ridere e si avvicinò a lei.
 
  • Non ho nessun motivo per avercela con te, sono solo di cattivo umore, tutto qui.
  • Ieri sera non mi sembravi di cattivo umore, che ti è successo dopo?
  • Ma perché ti interessa così tanto?
  • Perché siamo amiche.
 
Se l’ avesse insultata Alex lo avrebbe preferito. Quelle parole colpirono il suo ego e fecero venire fuori la creatura che se ne stava annidata nel suo cuore, quella a cui non sarebbe importato di rovinare tutto, quella che voleva agire solo per appagare se stessa e il suo orgoglio ferito da quelle innocenti parole.
 
  • Non mi è successo proprio niente..
  • Ok, scusa, non sono affari miei. Allora..passa una buona serata.
 
Arianna la superò per dirigersi alla sua auto, Alex rimase un attimo ferma poi gettò la sigaretta e si mosse anche lei seguendola, le stava dietro di qualche passo, la guardava camminare, aveva un passo sicuro e disinvolto.
Arianna si accorse di lei e si girò continuando a camminare.
 
  • Che fai, mi segui?
  • No, è la mia direzione.
 
Alex allungò il passo e le appoggiò le mani sulle spalle, Arianna girandosi provò a fermarsi ma Alex continuò a spingerla facendola continuare a camminare all’indietro, Arianna fu stupita da quel gesto. Ma vide che Alex le stava sorridendo.
 
  • Ma che fai?
  • Arianna non ho nessun motivo per essere arrabbiata con te.
  • Ok, ti credo.
 
Arianna lo disse ridendo.
Alex la spinse sino a farla appoggiare con la schiena contro la sua auto e le si avvicinò premendo il corpo contro il suo. Arianna le mise le mani sulle spalle per allontanarla ma lei le prese i polsi con entrambe le mani e avvicinò il viso al suo.
Voleva baciarla, voleva farle capire che per lei era tutto, ma di certo non un’amica.
Arianna si era fatta seria e aveva un’espressione preoccupata, la guardava aspettandosi chissà che cosa, spostando lo sguardo dagli occhi alle labbra di Alex.
 
  • Alex ma che ti prende..
 
In un sorriso poco rassicurante Alex ripeté di nuovo.
 
  • Ok?
  • Ok..
 
Arianna lo disse in un sospiro, Alex sentì il suo calore sfiorarle le labbra. Ma non era sicura a che cosa si riferisse con quell’assenso, si stava perdendo nei i suoi occhi che si trovavano così vicini ai suoi, si ritrovò  a pensare che avrebbe voluto leggerci l’amore al posto dello stupore che invece vi regnava in quel momento,così in un sussurro le disse soltanto
 
  • Buonanotte.
 
Con uno scatto si allontanò da lei lasciandola finalmente libera, le voltò le spalle facendole un cenno di saluto con la mano.
 
 
 
Nei giorni successivi Alex la evitò accuratamente, a dire il vero cercava di evitare tutti, si rendeva conto che aveva fatto una stupidaggine, si domandava se Arianna avesse raccontato l’accaduto a Leo e il solo pensiero la faceva vergognare profondamente, ma non essendosi fatto sentire ne dedusse che non l’aveva fatto.
Comunque era consapevole di aver rischiato di far degenerare la situazione e pensò che la cosa migliore che potesse fare era allontanarsi per riuscire a riprendere il controllo su se stessa.
Quindi fece quello che le riusciva meglio, scappare, e così con una scusa se ne andò via per qualche settimana.
 
Al suo ritorno si fece trovare all’uscita del teatro, sperava scioccamente che il tempo trascorso avesse sgonfiato l’accaduto. Arianna aveva terminato le prove ed era in compagnia di alcuni colleghi intenta a chiacchierare, quando la vide ne fu sorpresa, ma Alex intravide anche quello che interpretò come fastidio. Arianna salutò i suoi amici e venne verso di lei che se ne restava appoggiata alla moto.
 
  • Ciao.
 
Alex si schiarì la voce e ricambiò il saluto. Non aveva pensato a cosa dire, ne tantomeno immaginato la sua reazione nel rivederla dopo quella sera. Nel suo candore era andata da lei con la convinzione che doveva soltanto scusarsi, che sarebbe bastato a rimettere a posto le cose. Ma adesso trovandosela davanti non ne era più cos’ì sicura. Il modo in cui Arianna la stava guardando le faceva ardere il sangue nelle vene, le era mancata e in quel momento Alex lo trovava un pensiero assurdo, visto che si stava rendendo conto di trovarsi su un patibolo e che si detestava perché vi era salita con le proprie gambe.
 
  • Come mai sei qui?
  • Perché penso di doverti delle scuse.
  • E ti è servito tutto questo tempo per arrivare a questa conclusione?
 
La sua voce era puro sarcasmo.
 
  • Sono stata via per lavoro.
  • Dev’ essere una scusa che utilizzi spesso vero?
 
Ed eccola lì a dirle senza mezzi termini quello che pensava, per un attimo le ricordò Tania, ma in Arianna a differenza di lei c’era un modo di guardarla, come se le leggesse dentro e la faceva sentire come un ladro colto in flagrante.
Un sorriso si dipinse sul volto di Alex.
 
  • Ok, mi hai scoperto. Hai ragione, avevo solo bisogno di allontanarmi.
  • O di nasconderti?
  • Wow, certo che non mi rendi le cose semplici.
  • Perché dovrei?
 
E per la prima volta Arianna distolse lo sguardo con un certo imbarazzo.
 
  • E poi comunque lascia perdere, non è successo niente, che non fossi in te era evidente..
 
Ecco, adesso era esattamente come Tania e come tutti gli altri. Questa frase fece crollare tutti i buoni propositi di Alex, sarebbe dovuta essere contenta e invece questa cosa la fece arrabbiare.
 
  • Non ero in me..ma non mi dire, vedo che anche tu hai imparato alla svelta..
 
Arianna la fulminò con lo sguardo.
 
  • Certo che sei proprio un bel tipo.
 
Alex la ignorò prese il casco e si mise a cercare le chiavi.
 
  • Bene allora siamo apposto, potevo evitare di venire.
  • Già ti sei disturbata per niente.
 
Arianna si girò per andarsene e si allontanò di qualche passo ma poi, come se una forza invisibile l’avesse respinta indietro, si girò nuovamente verso Alex dicendo.
 
  • Esattamente cos’è che ti fa tanto arrabbiare?
  • Il fatto che di me non si possa semplicemente dire che ho fatto una cazzata, sentite sempre tutti la necessità di attribuirle a.. che cosa?
  • Fammi capire.
 
Mentre lo diceva Arianna si avvicinò minacciosamente a lei, teneva gli occhi puntati nei suoi.
 
  • Quindi tu preferiresti che io pensassi che mi sei saltata addosso perché volevi esattamente dimostrare che cosa? Lascio andare la mia immaginazione? E’ questo quello che vuoi? Ti fa sentire meglio?
 
Alex aprì la bocca ma non emise nessun suono. Così lei allontanandosi continuò.
 
  • Già, lo credo anch’ io, avresti dovuto accettare la via d’ uscita che ti proponevo. I tuoi comportamenti non li attribuisco proprio a niente, di te penso solo che sei una persona che da semplicemente ascolto ai suoi istinti. Giusti o sbagliati che siano. Ma è evidente che  non ne sai gestire le conseguenze.
 
Stavolta si girò e andò via, Alex stava a guardarla mentre si allontanava, doveva riprendersi dalla crudele verità delle sue parole, dalla limpidezza del suo sguardo mentre le diceva. Era stata una stupida e Arianna aveva capito benissimo cosa aveva nel cuore e le aveva dato un’altra possibilità, l’ aveva giustificata, ma in un modo del tutto differente da quello a cui Alex era abituata, si era sempre resa conto che il modo che avevano gli altri era dettato da anni di convivenza con lei e con il suo profondo disagio.
 
Inquinati dagli eventi di quella notte
 
Alex non aveva riconosciuto l’opportunità che Arianna le aveva dato,anzi l’aveva rifiutata calpestandola. Si ritrovò a provare un sentimento nuovo, lei non conoscendo i suoi trascorsi l’ aveva vista per quella che era, l’ aveva perdonata nonostante tutto e in quel momento Alex provò gratitudine, anche se non ne capiva il perché, ma, ancora non lo sapeva, avrebbe avuto modo e tempo per comprenderlo.
Finalmente si decise a inseguirla, la chiamò ma Arianna non si voltò nemmeno, alla fine la raggiunse e la fermò prendendola e trattenendola per la mano. E finalmente riuscì a collegare il cervello con la bocca.
 
  • Ti prego, ti prego perdonami. Per tutto. Per l’altra sera, per oggi.. per tutto, ti prego. So di essere una persona spregevole, fai bene a pensare il peggio di me, sei la ragazza del mio migliore amico e..non ci ho pensato due volte a.. rovinare tutto.. e per cosa poi..
 
Mentre le diceva queste cose manteneva lo sguardo fisso sulla sua mano che stringeva quella di lei, la guardò soltanto quando le rispose.
 
  • Già..per cosa?
  • Io non..lo so..
  • O semplicemente non vuoi dirlo. Quella sera c’era qualcosa che ti tormentava e che pensi bene di tenere per te, e va bene, non è un problema. Lo diventa invece quando fa venire fuori quella parte di te che..
 
Fece una pausa, Alex rimase in attesa senza avere il coraggio di interromperla, anche se stupidamente avrebbe voluto.
Poi alla fine continuò
 
  • Che nasconde questa te, quella che conosco e che mi piace. Quella che non farebbe mai del male ai suoi amici.
 
Alex iniziò a pensare che forse non era poi così complicata come pensava, ma restava il fatto che non aveva bisogno di tante parole per farsi comprendere da lei ed era un pensiero che le dava conforto.
 
  • Ma posso farlo.
 
Arianna la disorientò con un inaspettato sorriso.
 
  • Si è vero, però hai la grande fortuna che generalmente sei una splendida persona e ci fai dimenticare le stupidaggini che fai.
 
Aspettò che Alex dicesse qualcosa. Poi sospirò.
 
  • Mi voglio solo augurare che tu non ti approfitti di questa consapevolezza. Ascolta, non ti dico dimentichiamo ma semplicemente superiamo la cosa e basta.
 
Si tenevano ancora per mano e Arianna strinse leggermente la presa. Alex abbassò di nuovo lo sguardo.
 
  • Ei tutto bene?
  • Si..
  • Non sembra.. cosa c’è? Puoi dirmelo..
 
Alex avrebbe voluto dirle quello che aveva nel cuore in quel momento. Avrebbe voluto chiederle perché aveva scelto lui, perché non le aveva dato nemmeno una possibilità, perché non poteva amarla.
Il modo in cui la guardò e quello che vide nei suoi occhi impedirono ad Arianna di sostenere il suo sguardo, dopo ritornò a rivolgere la sua attenzione su di lei e le sorrise nuovamente.
 
  • Adesso devo andare.
  • Si.. certo..
 
Arianna liberò la sua mano per appoggiarla sulla guancia di Alex e poter baciare l’altra. Appoggiò per un istante la fronte dove aveva appena posato le labbra, continuando a tenere l’altra mano sul suo viso.
Poi si voltò e andò via senza aggiungere altro.
Alex sentì il rumore sordo del suo cuore che andava in frantumi.
E rimase lì immobile, non trovando la forza di muoversi e avvertendo ancora il calore sul viso della mano della donna che amava.
Arianna aveva avuto ragione quella sera a pensare che fosse in collera con lei, era vero.
 
Ti dovrei odiare..
 
Ma la crudeltà delle risposte alle sue domande le impedivano di farlo.
 
  
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