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Autore: Neverlethimgo    03/01/2014    4 recensioni
Una professoressa scomparsa, la festa di fine anno annullata.
Tre ragazze e tre ragazzi che s'immischieranno in affari che non li riguardano, andando incontro ad eventi (forse) spiacevoli...
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.'
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chaz, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Ryan Butler
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 34.

 
Lexy si sentì cadere il mondo addosso e lo sguardo fermo e freddo di Mark, puntato su di lei, non fece altro che farla sentire ancor più impotente. Avvertì le forze abbandonarla quasi del tutto, le gambe le cedettero e s’inginocchiò al suolo, sentendosi sconfitta.
Avresti potuto premere il grilletto qualche giorno fa, quando l’opportunità ti venne servita sul piatto d’argento” mormorò lui, curvando l’angolo sinistro della bocca ed inginocchiandosi di fronte a lei.
La ragazza sollevò di poco il viso, ma riuscì a reggere lo sguardo solo per un paio di secondi. L’espressione che fasciava il viso di Mark era enigmatica e quel lieve sorriso lasciava intendere a Lexy che avesse qualcosa di perfido in mente.
Era completamente terrorizzata dall’idea Mark che potesse recarsi nuovamente in camera sua e trovare Justin, ma, quel che più la faceva rabbrividire, era anche solo provare ad immaginare che cosa mai avrebbe potuto fargli.
Allora, Lexy, preferisci essere tu a dire al tuo amichetto di uscire allo scoperto, o devo farlo io?” le domandò lui, avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
Lexy sentì il respiro di lui sulle labbra e rabbrividì visibilmente.
Che cos’hai intenzione di fargli?” mormorò con tono flebile lei, sforzandosi si far incrociare i loro sguardi.
Non ti hanno insegnato che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?
Lo sguardo di Mark era fisso sulla figura di Lexy e ciò la metteva maggiormente in soggezione, tanto che si ritrovò ad essere sempre più confusa sul da farsi. Dire che era spaventata, era notevolmente riduttivo.
Coraggio, Lexy, dimmi dov’è quello stronzetto” insistette Mark, sempre più vicino a lei. Il suo tono di voce si era abbassato, il suo sguardo lasciava intendere che non aveva più alcuna intenzione di aspettare e il guizzo che colse sul suo viso la fece sobbalzare.
Il moro voltò di scatto il capo e, inquadrando l’inizio del corridoio che portava alla camera della ragazza, scattò in piedi. Lexy lo imitò, guardandolo con aria stranita.
Justin era sdraiato sotto a quel letto da quasi mezz’ora e, essendo schiacciato il più possibile contro la parete, percepì una forte fitta di dolore al braccio sinistro, tanto che fu costretto a spostarsi lievemente, provocando un piccolo rumore.
Qualche istante dopo avvertii dei passi avvicinarsi ed il cuore riprese a battere all’impazzata, mentre il respiro divenne più pesante.
Mark, aspetta” biascicò Lexy, muovendo quando passo verso di lui e costringendolo così a voltarsi.
Hai cambiato idea?” ribatté lui.
La ragazza dischiuse le labbra, intenta a dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. Mark sollevò un sopracciglio, guardandola spazientito, ma distolse la sua attenzione dalla ragazza nell’istante in cui il suono di alcuni passi giunse alle loro orecchie.
Entrambi posarono lo sguardo sul corridoio e, una manciata di secondi, dopo videro comparire la figura di Justin.
Lexy impallidì non appena lo vide, strabuzzò gli occhi e scosse ripetutamente il capo, come a volergli intimare di andarsene, ma realizzò anche lei che, ormai, era tardi.
Sul viso di Mark aleggiò per poco un’espressione di stupore, ma si tramutò ben presto in compiacimento, fece comparire nuovamente quel sorriso bastardo ed il suo sguardo venne attraversato da uno strano luccichio.
Allora? Che cosa vuoi da me?” sbottò il biondo, incrociando le braccia al petto e mostrandosi sicuro di sé, ma non lo era per davvero.
Mi commuove vedere che, finalmente, ti sei deciso a tirar fuori le palle. Spero per te che non sia solo una cosa temporanea” ribatté Mark, avvicinandosi a lui.
Non hai risposto alla mia domanda” puntualizzò Justin, volendo una rapida occhiata a Lexy, la quale, ora, era totalmente confusa.
Tu lo sai che cosa voglio e lo sa anche lei” rispose, facendo un cenno con il capo verso la ragazza. “A te penserò dopo” mormorò poi, fulminandola con lo sguardo.
È una cosa tra me e te, lasciala fuori da tutto questo!” sbottò il biondo.
Mark rise a quelle parole ed alzò le mani in segno di resa. “D’accordo, Bieber. Avrei preferito che ti guardasse toccare il fondo, sconfitto, ma se vuoi fare a modo tuo… Dove vuoi andare?
Justin si accigliò e strinse i pugni lungo i fianchi.
Al parco dietro a Starbuck’s, tra un paio d’ore.
Mark rise nuovamente e scosse il capo. “Perché non subito? Cos’hai da fare nelle prossime due ore? Portarti a letto lei, o cercare di riacquistare più forze possibili? Io dico di andare adesso.
Come vuoi” mormorò Justin, sentendosi rassegnato ed iniziando ad avvertire nuovamente paura.
Bene, ci andremo con la mia macchina, così sono sicuro che non tenterai di chiamare i tuoi amici sfigati… anche se dubito che la situazione possa stravolgersi.
Gli occhi di Lexy si riempirono nuovamente di lacrime e tutto ciò che riuscì a fare fu sopraggiungere alle spalle di Mark ed avvolgere le braccia attorno al suo collo, stringendolo più forte che poté, sperando così di fargli male.
Con una gomitata al centro del suo stomaco, Mark la fece cadere all’indietro, costringendola così a mollare la presa.
Justin fece per avvicinarsi a lei, ma il moro glielo impedì, voltandosi poi verso la ragazza semisdraiata sul pavimento.
Non hai sentito quello che ha detto il tuo amichetto, stanne fuori” mormorò a pochi centimetri dal suo viso.
Justin serrò la mascella, avvertendo una scossa di rabbia invadergli il corpo, assottigliò lo sguardo a due fessure e, quando Mark si voltò di nuovo, incrociò i suoi occhi con quelli di lui, cercando di trasmettergli quanto più odio poté. Ma Mark non era di certo il tipo che si faceva intimorire per così poco.
Ti do due minuti, Bieber” e, detto ciò, lasciò la casa, per poi salire in macchina. Non appena la sua figura superò l’uscio, Justin si precipitò da Lexy, inginocchiandosi accanto a lei.
Non saresti dovuto uscire allo scoperto” mormorò, stringendo la mano del biondo.
Cosa sarebbe cambiato? Credevi davvero che non mi avrebbe trovato?
La ragazza scosse il capo. “Che cosa speri di risolvere?
Non lo so” biascicò lui, abbassando il capo e stringendo, a sua volta, la mano di Lexy.
Non hai le forze per affrontarlo, Justin, e non lo dico perché non mi fido di te, ma sei uscito dall’ospedale appena due ore fa. Che cosa pretendi di fare?
Le parole di Lexy risuonarono più come una supplica, ma Justin, ormai, aveva lanciato la sfida e non avrebbe potuto tirarsi indietro, Mark non glielo avrebbe permesso.
Sei sicuro che non vuoi che venga?” gli domandò lei, avvicinandosi maggiormente a lui e guardandolo negli occhi. Il biondo scosse il capo. “Credo che sia meglio che tu resti qui.
Stai attento, okay? Non abbassare la guardia per nessun motivo, Mark non scherza.
Lo so” ribatté lui, poco prima di prenderle il viso tra le mani e far combaciare le loro labbra.
Tempo scaduto, Bieber” sbottò Mark, spalancando la porta d’ingresso ed assumendo un’espressione disgustata nel notare la scena che gli si parò davanti.
Justin si allontanò dal viso di lei, aiutandola poi a rialzarsi e dedicandole un ultimo sguardo.
Nessuno proferì parola, il biondo raggiunse Mark sull’uscio e si chiusero la porta alle spalle, lasciando Lexy da sola.
È quasi ammirevole il tuo coraggio” mormorò Mark, abbozzando una risata e salendo dal lato guidatore. Riluttante, Justin fece la stessa cosa, ma dal lato passeggero; si sentì sempre più pentito di essere uscito allo scoperto ed avergli lanciato quella sfida, ma era stanco di doversi nascondere senza vedere la situazione migliorare.
Durante il breve tragitto, nell’abitacolo regnò il silenzio, smorzato soltanto dal rumore del motore. Di tanto in tanto Justin spostava lo sguardo sul viso di Mark, irrigidendosi sempre più nel vedere quel ghigno bastardo dipinto sulle labbra.
 
Superarono lo Starbuck’s e raggiunsero il parco dietro ad esso, era isolato e rimaneva oscurato dagli alberi che lo circondavano. Il biondo colse un guizzo sul viso di Mark e comprese all’istante il motivo per il quale non aveva obiettato quando gli aveva proposto di recarsi lì.
Mark abbandonò l’abitacolo, sbattendo violentemente la portiera e facendo rigirare sull’indice le chiavi dell’auto; Justin era titubante, ma prese un profondo sospiro e lo seguì.
Senti, io credo che potremmo parlarne” biascicò Justin e Mark si voltò verso di lui, fulminandolo con lo sguardo, come se avesse appena detto l’assurdità più grande.
Parlare di cosa?” domandò lui, soffocando a stento una risata, ma non diede a Justin il tempo di rispondere. “Tu credi davvero che basterebbe parlarne? Mi fai ridere, sai? Non sei poi tanto diverso da Lexy, sembri tanto stupido ed innocente pure tu, ma,onestamente, non riesco a capire come possa essere passata dal volere uno come, a un rammollito come te.
Il biondo rimase immobile dopo aver udito quelle parole, si ricordò quanto le avesse raccontato Lexy e cercò di mantenere la calma, sapendo che anche il minimo cenno d’ira lo avrebbe mandato su tutte le furie.
Sei stato tu a lasciarla, o sbaglio?” domandò il biondo, mantenendo un tono di voce calmo, ma Mark colse comunque uno spiraglio di sfida.
Vero. Credevo che fosse finita, ma ho dovuto ricredermi. Solo che, ora come ora, non sono io a respingerla.
Con tutto quello che hai fatto, ci mancherebbe anche che tornasse da te” mormorò Justin a bassa voce, sperando che il moro non lo sentisse, ma, purtroppo, così non fu. Lo vide stringere i pugni lungo i fianchi, ma contrariamente a quanto Justin pensò, rimase dov’era.
Lexy sarebbe dovuta rimanere fuori da tutto ciò, non è colpa mia se ha voluto ficcare il naso in affari che non la riguardavano. Così come hai fatto tu, avresti fatto meglio a passare il tempo a giocare ai videogiochi con i tuoi amici sfigati, piuttosto che accompagnarla a cercare la professoressa.
Ma se tu non avessi rapito la professoressa, tutto questo non sarebbe successo!” sbottò a sua volta Justin, dimenticandosi del suo buon principio di mantenere la calma.
Io ho avuto i miei buoni motivi e lei lo sa, non mi pentirò di quello che ho fatto.
Contento tu” mormorò Justin, facendo roteare gli occhi e sbuffando sonoramente. Iniziava a convincersi maggiormente che provare a ragione con uno come Mark era impossibile.
Sarei ancora più contento se tu sparissi, definitivamente” ribatté il moro, dedicandogli uno sguardo gelido.
Fai sul serio?” ridacchiò nervosamente Justin, “cosa speri di ottenere se io sparissi? Lexy non ritornerà con te, il solo pensiero di vederti la terrorizza. Obbligarla a rimanerti vicino non farà sì che cada nuovamente ai tuoi piedi. Svegliati, Mark!
Questa volta fu a Justin a stringere i pugni, contraendo i muscoli delle braccia e sentendo la rabbia attraversare il suo corpo. Non poté negare di essere terrorizzato, ma riuscì a focalizzare i suoi pensieri su Lexy, collegando alla sua figura tutto ciò che aveva passato con lei.
È ammirevole, e allo stesso tempo curioso, il fatto che tu abbia tirato fuori tutto questo coraggio, ma non credo ti servirà” ribatté Mark, abbozzando un sorriso che di buono aveva ben poco. “Guardati” disse poi, iniziando a ridere, “credi davvero di riuscire ad affrontarmi senza finire con la faccia a terra? Non hai il fisico e la permanenza in ospedale non ti ha di certo fatto bene. Se fossi stato in te, ci avrei pensato due volte prima di metterti contro di me.
Justin sbuffò, spazientito, e si sentì notevolmente offeso per l’insulto ricevuto verso il suo fisico. Non era muscoloso quanto Mark, ma le ore spese precedentemente in palestra avevano dato i loro frutti.
Sei soltanto un fallito” biascicò il biondo ed i buoni propositi di mantenere la calma andarono in fumo. “Se io fossi in te” disse poi, marcando volutamente il tono sul pronome possessivo, “mi arrenderei e lascerei Lexy in pace. Non ti vuole!
Tra tutte le parole uscite dalla bocca di Justin, quelle ultime furono la classica goccia che fece traboccare il vaso. Mark non rispose, mosse qualche passo verso di lui e gli sferrò un pugno sulla gota sinistra, costringendolo a voltare di scatto il viso. Successivamente, lo spise al suolo, colpendolo con un calcio al centro dello stomaco.
Sul viso di Justin comparve all’istante una smorfia di dolore ed avvolse entrambe le braccia attorno al punto colpito. Lo sguardo di Mark era fisso sulla figura del biondo stesa al suolo, nei suoi occhi sembrava aleggiare un fuoco vivo e l’odio che provava cresceva a dismisura.
Non risolverai niente comportandoti così” mormorò Justin, sentendo il resiro  farsi sempre più pesante.
Mark si era stancato di sentire la sua voce e, con forza, premette il piede sulla spalla del biondo, costringendolo a far intrecciare i loro sguardi e ad impedirgli di rialzarsi.
Solo perché le cose son cambiate, non significa che non si possono risolvere” ribatté Mark, volgendogli un ghigno.
Ah sì? Io non credo che Lexy la pensi così. Da quanto mi ha detto, sei tu ad essere cambiato.
Mark premette più a fondo il piede contro la spalla del biondo, provocandogli maggior dolore.
Tu di questo non dovresti preoccupartene. Preoccupati, più che altro, di sparire dalla mia vista. E, con sparire, intendo di non farti più vedere.
No” biascicò Justin, stringendo i denti, “non lo farò.
Mark spostò il piede dalla spalla del biondo e strinse la sua mano attorno al collo. “Lo farai invece” ringhiò, stringendo maggiormente la presa attorno al suo collo, sino a che non lo vide iniziare a respirare più faticosamente. Justin tentò di divincolarsi, ma la presa attorno al suo collo era salda e, dopo i colpi subiti, sentiva di non avere tutta quella forza che sperava.
Alzati!” sbottò poi Mark, mollando la presa e scostandosi di poco, lasciando che il biondo si rialzasse. Si passò il dorso della mano sulla gota colpita e sul labbro, ritrovandoselo sporco di sangue, ed una smorfia si fece spazio sul suo volto.
Justin non aveva alcuna intenzione di incassare i colpi senza reagire, soprattutto perché – sebbene fosse partito con le migliori intenzioni – Mark non si era fatto problemi a colpirlo ripetutamente e fargli male davvero.
Si avvicinò lentamente al moro, stringendo il pugno sinistro lungo il fianco e deciso a colpire il suo volto, ma l’altro lo precedette. Il pugno di Mark colpì un’altra volta il viso di Justin e, proprio mentre stava per colpirlo nuovamente, la voce di Lexy giunse alle loro orecchie.
Adesso basta!” gridò lei, guardando entrambi con gli occhi velati di lacrime.
E tu che cosa ci fai qui?” sbottò Mark, voltandosi verso di lei e fulminandola con lo sguardo, “saresti dovuta rimanere a casa.
Lexy fece per ribattere, ma non ne ebbe il tempo, Mark si avvicinò a lei a passo deciso e, afferrandola per un braccio, la costrinse a seguirla in macchina.
Justin rimase immobile e cercò di mantenere un contatto visivo con Lexy, fino a quando non sparì all’interno dell’auto.



Spazio autrice:
So di aver fatto passare un mese dall'ultimo aggiornamento, ma è anche vero che avevo chiesto un minimo di interesse in più da parte di chi leggeva. Questo non è arrivato, ma ho deciso di aggiornare lo stesso per chi ancora la segue e perché detesto non portare a termine le storie.
Non ho molto da dire sul capitolo e sulla storia, se non che mancano al massimo quattro capitoli prima della conclusione.
A differenza di questo, il prossimo capitolo sarà leggermente più tenero. (capirete poi il perché.)

Ringrazio le quattro ragazze che mi hanno lasciato una recensione e chi ha inseritola storia tra i preferiti. Lo apprezzo davvero tanto :)


Alla prossima!
Much Love,
Giulia

@Belieber4choice on twittah and instagram.                    se avete domanda, ask me.
 

   
 
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