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Autore: taisha    03/01/2014    3 recensioni
Nella 4x18 Katherine ha mostrato un barlume di umanità,di speranza,ha dimostrato di non aver più voglia di fuggire,vuole solamente essere libera di vivere come meglio crede,non ha più voglia di vivere all'ombra,non vuole più aver paura di Klaus.
Vuole vivere con Elijah,essere la sua compagna.
Lei vuole essere se stessa,specchiandosi nei suoi occhi scuri.
Quegli stessi occhi scuri,che più di cinquecento anni fa,le hanno forse mostrato per primi il vero affetto.
L'amore puro e semplice.
La storia si dirama tra New Orleans e New York intrecciando le vite dei due e di altri personaggi.
Potranno ritornare ad amarsi dopo tante difficoltà?
Genere: Dark, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Hayley, Katherine Pierce, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'appartamento era enorme e pulito. Le vetrate davano spazio alla vista di quasi tutto l'Upper East Side. Un ottimo appartamento. Gratis.

Andrew si voltò verso l'agente mobiliare e le sorrise sfilandosi gli occhiali.

"Allora signor Wood? Che le pare?" La ragazza gli sorrideva cordialmente.

"E' perfetto, tesoro." Lo indicò. "Perfetto!" Rise leggermente avvicinandosi a lei.

La ragazza indietreggiò leggermente impacciata. "Be-bene. Allora, firma il contratto no?"

Andrew le sorrise sornione e annuì. "Ma certo." La voce più bassa, roca e sensuale. Era ad un palmo da lei e poteva benissimamente percepire il rumore del suo battito cardiaco. 

La sua espressione diventò improvvisamente seria. Una luce scura negli occhi. Il demone reclamava quel dolce liquido color rubino.









In un attimo le fu di fianco. Le afferrò la nuca e affondò i canini nella carne tenera del collo della ragazza socchiudendo gli occhi, lei gli si era completamente lasciata andare tra le braccia, sentiva il suo corpo fremere di piacere, era sempre così all'inizio.

"Si-signor..Wood.." La voce sempre più flebile, il corpo farsi sempre più leggero e la vita abbandonarlo. 

Sorrise beffardo e la strinse ancora di più, ogni singola goccia di sangue doveva essere trangugiata, non doveva esserne versata nemmeno una, era liquido prezioso quello.

Sospirò soddisfatto staccandosi da lei e la lasciò andare, il corpo della ragazza si riversò in malo modo al suolo e lui la osservò per un attimo. Asciugò una goccia di sangue al lato della sua bocca e si schiarì la voce.

Il demone ormai era andato via e la sua faccia era ritornata ad essere quella beffarda di sempre, con un sorriso stampato in faccia scavalcò semplicemente la ragazza al suolo e osservò fuori.

"E' un ottimo appartamento Giorgia. Hai fatto proprio un ottimo lavoro." Rise leggermente e appoggiò una mano alla finestra.

Quella metropoli offriva proprio dei bei passatempi. Andrew rise leggermente scuotendo la testa.

La città dalle mille luci, era così diversa dalla sua bella e piovosa Londra. Sospirò passandosi una mano tra i capelli e si voltò verso il cadavere della ragazza, gli stava macchiando tutto il tappeto. Il vampiro sollevò gli occhi al cielo e una volta avvicinatosi al corpo lo prese per le braccia trascinandolo verso una delle svariate stanze dell'appartamento, se ne sarebbe disfatto in serata, adesso era troppo di buon umore. 

Chiuse la porta della seconda camera da letto e si avviò verso il grande salone. Elijah non l'aveva ancora chiamato, doveva esser stato impegnato a far finta di essere un grande uomo d'affari. 

Sorrise al pensiero dell'amico indaffarato dietro una scrivania, niente, non riusciva proprio a crederci che un originario di mille e passa anni si era obbligato a svolgere ruoli che erano più consoni agli umani. Lui poteva divertirsi, passare belle serate, bere fino a perdere il senno, passare del tempo con la bella Katerina.

Ecco. 

La bella Katerina.

 In quei mesi che aveva passato a New York lei non aveva fatto altro che ignorarlo e deviare qualsiasi discorso comprendesse le parole " Elijah", "amore" e "tornare a casa". Era proprio un osso duro. Ma d'altronde era stata ferita dall'unico uomo che mai avesse amato. Come biasimarla? 

Il vecchio vampiro sospirò e afferrò il cellulare dalla tasca, doveva chiamarlo e aggiornarlo. Raggiunse la poltrona di fianco alla finestra e vi si sedette, attese alcuni secondi e poi attese una risposta. Passarono alcuni secondi quando una voce femminile rispose dall'altro capo del telefono.

Andrew sollevò il sopracciglio sinistro e scostò il telefono dall'orecchio, fissò il display e la grossa scritta "Elijah" gli permise di accertarsi di aver chiamato il numero esatto.

"Non sapevo che la segretaria rispondesse anche al cellulare personale del signor Mikaelson." Rise leggermente attendendo la risposta della sua interlocutrice.

L'altra suffò e gli rispose con voce atona. "Non sono la sua segretaria. Elijah ha lasciato il suo cellulare a casa. Provi a richiamare più tardi." La ragazza cercò di concludere la chiamata ma il vampiro la interruppe.

"Di grazia, potrei sapere con chi sto parlando?" Sorrise con il suo solito fare, lei non era dinanzi a lui ma aveva una voce che lo intrigava.

"Sono Hayley."

La ragazza lupo. Andrew spalancò leggermente gli occhi e poi scosse la testa. " Hayley. Io sono Andrew, puoi riferire ad Elijah della mia chiamata? Lo richiamerò poi io in serata."

"Ok. Nessun problema."

"Bene. Buonaserata." 

La voce di lei fu sostituita dal beep del telefono, Andrew non aveva ancora riattaccato s era perso nelle supposizioni. Possibile che quello che lui gli aveva detto fosse vero? Poteva solo essere così, solo quello giustificava la presenza di quella ragazzina a casa sua.

Katerina ne sarebbe stata devastata.


Di nuovo.






Il vento pungente degli inizi di Dicembre soffiava sul suo viso sottile. Erano passati dei mesi ormai da quando Elijah aveva inviato Andrew a cercarla, da quando quest'ultimo le aveva detto che il suo compito era quello di riportarla a casa. 

Katherine sospirò pesantemente e continuò a camminare per la Fifth Evenue avvolta nel suo cappotto nero. Strinse inconsapevolmente i pugni osservando una coppia felice passare accanto a lei, distolse lo sguardo scuotendo la testa facendo così oscillare i suoi boccoli castani e tirò dritta.

Prese un grosso respiro e si fermò dinanzi alla vetrina di una grossa griffe. I suoi occhi si focalizzarono subito su un vestito color cipria.***

Eccolo il suo nuovo obiettivo. Trovare una festa abbastanza interessante per giustifare l'imminente acquisto di quel meraviglioso abito.

Le labbra color ciliegia della vampira si incresparono in un sorriso mentre i suoi occhi correvano veloci sulla siluettes del manichino. 

Due minuti e fu dentro. Dinanzi allo specchio e con indosso quella meraviglia.

Quel vestito le stava d'incanto.

"Signorina questo vestito sembra essere stato cucito per lei, le sta divinamente. Sarebbe davvero un peccato se lo lasciasse quì." La risatina della commessa riecheggiò nel grande e lussuoso camerino.

Katherine le sorrise attraverso lo specchio e annuì. "Sa che ha proprio ragione?" Afferrando l'orlo del vestito scese dal piedistallo e si avvicinò alla ragazza. Dopo una veloce occhiata al cartellino riposto sul petto di quest'ultima Kath fissò gli occhi castani in quelli verdi della ragazza.

"Adesso Mary porti il vestito alla cassa e dici alla tua titolare che è già stato pagato. Dopo di che lo consegni al fattorino e me lo fai portare a questo indirizzo." La vampira afferrò una penna dal suo taschino e le afferrò la mano scrivendogli sopra l'indirizzo del suo appartamento.

"Ci siamo intese?" Le afferrò il mento. "Mi hai capito bene Mary?"

La commessa annuì senza proferire altra parola e si allontanò leggermente dalla vampira. "Certo signorina Pierce. Come desidera." Il sorriso tornò sul suo volto tondo e fin troppo truccato.

Katherine sorrise strafottente e annuì. "Bene." allungò le mani alla schiena e sbottonò il corsetto, facendo attenzione a non rovinarlo.

Si osservò per un secondo allo specchio, quel vestito ricordava molto un vestito da sposa e lei sarebbe stata una meravigliosa sposa, proprio come aveva detto quel giorno lui.

Maledetti ricordi.









 

New York, molti mesi prima.


"Che te ne pare??" Katherine sorrise facendo un piccolo giro su se stessa. Quel vestito color bordeaux metteva in risalto la sua straordinaria bellezza, non c'era dubbio.

Il vampiro originario sorrise di rimando alla sua donna e annuì. "Mi piace ma..non ti stava meglio l'altro?Quello lungo, sai è uno stupido galà per l'asso.."
L'altra sollevò la mano. "Ho capito. Rovini sempre il mio entusiasmo!" La vampira fece una piccola linguaccia.

Elijah non potè non ridere proprio come la commessa che era con loro.

"Sua moglie è proprio un bel tipetto." La commessa si rivolse ad Elijah e l'uomo improvvisamente si irrigidì.

"Non è mio marito. E' il mio ragazzo." La vampira uscì dal camerino e osservò l'uomo in evidente imbarazzo. Sorrise dolce e sussurrò. "Lui è il mio ragazzolone." * Rise leggermente osservando la faccia ancor più stranita dell'originale.

"Può portarmi quello lungo, se non le dispiace vorrei riprovarlo." Sorrise e la commessa annuì lasciandoli soli.

Katherine si avvicinò all'uomo e si accomodò sulle sue gambe allacciandogli le braccia intorno al collo. 

"Non sono troppo vecchio per essere presentato come il tuo ragazzo?"* Elijah rise leggermente fissando il bel volto della sua compagna.

"Capisco il punto, da oggi tu sarai il mio ragazzolone." La bella vampira sorrise dolce osservando l'originario negli occhi.

"Ah si? Ragazzolone? Sei seria, ragazzina?" Elijah osservò la sua compagna ridere e sussurrò " Sono un uomo d'affari, ho una dignità da mantenere." 

"Oh certo. Hai una dignità da mantenere?" Kath sollevò un sopracciglio con aria di sfida "E come vorresti essere chimato, sentiamo." Lo fissò negli occhi e sussurrò " Guarda che sei davvero troppo vecchio per una come me, sai ho appena, appena, 500 anni." Rise leggermente mentre le mani dell'uomo la andavano a stringere scherzosamente i fianchi facendole il solletico.

"Ma sentitela." La risata di entrambi si mischiò e i loro occhi dopo pochi secondi si incastonarono.

"Io ti sposerei adesso, ragazzina." Lo sguardo serio, occhi negli occhi. La più profonda sincerità. "Saresti la sposa più bella del mondo." Katherine osservò scorrere l'amore puro in quegli occhi scuri come la pece e il suo cuore non potè non sciogliersi come neve al sole.

La vampira di rimando lo strinse forte e sussurrò. "Anche io ti sposerei adesso, Elijah. Subito."
 
Lui scostandola leggermente dal suo petto le sorrise e le sussurrò a fior di labbra. "Ti amo, Katerina." La frase piena d'amore di lui fu accompagnata da un dolce bacio sul naso di lei.

Erano innamorati, perdutamente e lei non si era mai sentita così bene con nessuno.

"Ti amo anche io." Le parole uscirono quasi come un soffio dalle labbra di lei.

Lui era il suo porto sicuro, il suo confidente, il suo tutto.

Poi tutto si era rotto e quell'amore celestiale si era tramutato nell' orribile inferno che adesso stava vivendo.





 

New York, 2013




Scosse la testa, scacciando via quei pensieri fin troppo felici e asciugò quella lacrima che era scesa senza che nemmeno se ne fosse accorta.










Quei ricordi erano ormai lontani anni luce, si riavvivò i capelli e si allacciò la camicetta nera. 

Perchè la sua mente tornava a tormentarla con quei ricordi? Perchè?! Erano passati mesi, mesi interi in cui aveva pensato solo a se stessa eppure ogni notte, quei ricordi tornavano a bussare alla porta della sua mente e lei come una stupida, non era capace di richiuderla quella maledettissima porta.

Finì di rivestirsi e una volta afferrata la borsa uscì da quel camerino velocemente, attraversò a grandi falcate il negozio e dopo aver dato una veloce occhiata a Mary accertandosi che quest'ultima avesse fatto quello che le aveva detto uscì dal negozio.

Sentiva l'aria mancare, la terra tremare sotto i piedi e un grosso, pesante, doloroso macigno sul cuore. 

Ogni volta che ripensava a quei momenti felici il suo corpo, la sua mente, ne risentivano in maniera allucinante. 

La testa iniziò a girare troppo velocemente e i sensi mancarono, sarebbe finita al suolo se due braccia forti non l'avessero sorretta nel momento giusto.
"Oddio bambina, so che alle donne faccio quest'effetto ma adesso non ero nemmeno ad un metro da te. " Quella voce, quel sorriso beffardo,quegli occhi diveriti e coperti dagli occhiali scuri, l'avrebbe riconosciuto ovunque.

Andrew.

Le braccia di lui sollevarono il corpo esile e abbandonato di lei senza problemi.

"Andrew.." Il nome biascicato di lui fu l'ultima cosa che uscì dalla bocca della vampira dopo ci fu solo buio.





Il vampiro appoggiò il corpo di lei sul proprio letto e la osservò per un attimo. Anche se sul suo volto non c'erano evidenti segni del dolore che provava quando l'aveva osservato un attimo prima di svenire, nei suoi occhi l'uomo aveva visto il dolore più profondo. 

Evidentemente stava ripesando a lei ed Elijah o a qualcosa che li riguardava. 

Il suo sguardo da cerbiatta sempre fiero e strafottente era improvvisamente parso annebbiato, perso, profondamente triste. E questo gli aveva provocato un forte senso di dolore, un dolore che aveva provato anche lui.

Forse il suo era più profondo, ma anche lui aveva perso la persona amata. 

La sua Lucy.

Strinse gli occhi e scosse la testa, afferrò il lembo della coperta e coprì il corpo della vampira lasciandola riposare e riprendersi.

Le aspettava un grosso colpo, un ulteriore pugnalata al petto.



 

Poche ore prima.



"Ah finalmente ti sei degnato di rispondere al cellulare, manco fossi il presidente degli Stati Uniti." La risata beffarda del suo amico rimbombò attraverso il telefono in vivavoce ed Elijah non potè non sorridere. 








"Sei sempre il solito Andrew." Una piccola pausa, prese la cornetta riagganciando il vivavoce. Poi la domanda. "Come sta?" 

Andrew sorrise osservandosi distrattamente le unghie. "Bene, mi evita, ma sta bene. Mi maltratta, mi risponde male quando mi incrocia o meglio la incrocio io ma per il resto sta bene." Prese una piccola pausa. "Non ti nomina se è questo che vuoi sapere. Sei come la peste. Non vuole nemmeno sentirti nominare." Il sospiro del vecchio amico non fece sperare nulla di buono per l'originario.

"Non ha tutti i torti." 

"Assolutamente no e in tutta franchezza, non è che che ti stai agevolando ospitando una bellissima signorina, incinta, nella tua enorme e solitaria casa di New Orleans." Andrew sollevò il sopracciglio, la bomba era stata sganciata. L'aveva messo all'angolo.

"Ho saputo del tuo piccolo colloquio con Hayley. E' la ragazza di cui ti parlai mesi fa, sono cambiate molte cose da allora. Non ti mentirò dicendoti che qualcosa sta cambiando anche in me. Questa ragazza è..."

Andrew fermò il proprio amico e sospirò. "Sai che non sono mai stato un tipo da giri di parole e adesso mi preme dirti che non mi sembra una buonissima idea fatti provocare da una ragazzina, se ami ancora Katherine, se ci tieni a lei, chiarisci i tuoi sentimenti con lei, lasciala andare e poi fa quel che cavolo vuoi. Ma chiudi questo capitolo. La ucciderai Elijah, le trapasserai il cuore con un pugnale affilato dicendole che ti sei invaghito di una ragazza lupo."

"Non è come dici. Voglio proteggerla, non mi sono invaghito di lei." La voce dura dell'originale risuonò nelle orecchie del più giovane dei due, l'aveva colpito nel profondo, lo conosceva e conosceva il perchè dell'uso di quel tono. "Voglio proteggerla Andrew,formare la famiglia che non ho mai potuto avere per tutti questi secoli. Porta in grembo mio nipote. E' una nuova speranza per me, per Klaus, per tutta l'intera discendenza Mikaelson. Di lei non mi interesso in quel senso." La voce tremò un attimo, si tradì.








Andrew scosse la testa e sospirò. "Ti conosco da oltre 600 anni e cerchi di mentirmi? Non ti dirò che sei patetico, quello me lo risparmio per il primo bacio, adesso ti dico di far chiarezza e di non pensare col pisello, onorevole Elijah." Il tono di Andrew era si ironico ma anche provocatorio, voleva che il vecchio originario capisse quello che stava scatenando attraverso il suo ambiguo comportamento nei confronti di quella ragazza. "Chiarisciti le idee. Per adesso ci penso io a Katherine." 

Il vampiro più giovane premette il tasto rosso sul display terminando così la chiamata. L'unico modo per farlo ragionare era quello. Avrebbe capito, di questo era certo e presto lo avrebbe richiamato. Ne era certo.



Elijah osservò il display ormai nero del suo Iphone e lo posò poco delicatamente sul tavolo della scrivania di mogano scuro dinanzi a se. Scosse la testa e strinse i pugni. Andrew aveva ragione, il senso di protezione che aveva sviluppato nei confronti di Hayley si stava tramutando in altro e questo iniziava a sconvolgergli la mente. 

Era ancora innamorato di Katherine e su questo non vi erano dubbi eppure qualcosa in quella ragazza lupo lo rendeva instabile, se così poteva dire.  Il suo comportamento, quei suoi sguardi, i piccoli gesti d'affetto. Lo confondevano. Come non mai.

Non sapeva più che fare. Era confuso.

Per la prima volta nella sua vita si trovava a scegliere tra un bivio. 

La sua donna o la sua famiglia?

"Qualcosa non va?" La voce di Hayley lo risvegliò dai suoi pensieri costringendolo ad abbandonarli, per il momento. 

Voltò il viso in sua direzione e annuì. Il muro di ghiaccio si era sollevato ancora una volta. "Si, va tutto bene. Non preoccuparti." La guardò tenersi la pancia ormai evidente, indossava ancora il pigiama a righine blu e aveva l'aria assonnata. "Ti ho svegliata per caso?" 

La ragazza scosse la testa. "No. Stavo solamente riposando, ero sveglia da un pezzo." Gli sorrise mettendosi una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio.

"Chi è questo Andrew?" La vide avvicinarsi di più, appoggiare le mani sulla poltrona rossa di velluto e poi girarci intorno fino ad accomodarsi. "E' quello a cui ho risposto stamattina e ho involontariamente ascoltato la tua conversazione."

Elijah si sedette sulla poltrona di pelle nera della sua scrivania e sospirò. "E' una lunga storia." Portò la mano destra a stropicciarsi gli occhi, era stanco per colpa del lavoro e i mille pensieri che gli attanagliavano la testa non lo aiutavano di certo.

"Ho tempo e sono annoiata." Si indicò. " Sono incinta, ho la schiena a pezzi, non posso fare il minimo movimento che mi stanco. In più sono chiusa quì da non so quanto tempo, Klaus mi ha spedita quì per essere al sicuro e da allora non ho messo più piede fuori." Sollevò gli occhi al cielo. "Ormai le uniche persone che vedo siete tu e Miss Helene." Lo fissò. "Quindi, spara. Sono tutta orecchi." 

Elijah sorrise, era proprio determinata non si poteva proprio dire il contrario. "Sei proprio determinata a saperlo eh?"

Sollevò le mani e fece spallucce. "Io da quì non mi muovo!" Lo indicò. "So che c'è qualcosa sotto, qualche storia oscura e.." Indicò il salotto alle sue spalle. "Sulla tv via cavo CSI è in pausa invernale. Ho bisogno di misteri e intrighi." Rise leggermente osservando lo sguardo divertito che aveva provocato in lui.

L'originale si poggiò meglio con la schiena contro lo schienale e inspirò profondamente. "E' un vecchio e caro amico. Che mi sta facendo un favore. Tutto quì." 

"Ha a che fare con la foto che hai chiuso nel cassetto?" Hayley spalancò gli occhi e si morse la lingua, maledetta spointaneità o meglio, maledetta lingua lunga.

Vide Elijah irrgidirsi e fissare meccanicamente il primo cassetto della sua scrivania. "Come sai della foto?" Un attimo di smarrimento e poi puntò poi i suoi occhi scuri e profondi in quelli della ragazza.







Hayley scosse la testa, colpevole e sussurrò appena. "Ti ho visto fissarla e rimetterla nel cassetto svariate sere. La curiosità ha fatto il resto." Gli occhi grandi e colpevoli di lei lo fissavano con sincero dispiacere. "Mi diapice, non avrei dovuto impicciarmi dei tuoi affari. Scusami, è meglio che vada, ci vediamo per cena." Distolse lo sguardo dal quello indagatore di lui.

Elijah la vide alzarsi velocemente dalla poltrona e stringersi nelle spalle, colpevole di aver detto qualcosa di male, si era accorta del suo sguardo, i suoi occhi, il suo cuore, l'avevano tradito.

" Si chiama Katerina." La sua voce la costrinse a voltarsi dinuovo nella sua direzione. Curiosa lo osservava aprire quel cassetto ed estrarre la foto.
Gli occhi grandi di lei corsero alla foto.

Dei lunghi e boccolosi capelli castani, degli occhi color cioccolato e un meraviglioso sorriso. Quella ragazza era bellissima e terribilmente familiare. si stringeva al collo dell'originario con aria felice e innamorata. 

"Mi, mi sembra di conoscerla. Di averla già vista. " Hayley sollevò il sopracciglio e si costrinse a ritornare dinuovo dinanzi all'originale.

Il vampiro scosse la testa e un sorriso amaro e triste comparve sulle sue labbra. "No, forse la confondi con Elena. Lei non è l'amica del tuo amico Tyler." Elijah fissava quella foto, la mente evidentemente lontana, troppi i ricordi.

Ecco dove l'aveva vista, in una delle foto a casa di Tyler. Ma lui aveva appena detto che quella non era la Elena che lei conosceva, o meglio, aveva visto in quelle vecchie foto.

"Chi è?" 

"Il mio amore più grande." Una frase detta senza pensarci troppo, sfuggita alla sua onnipresente ragione, una frase troppo importante. Il vampiro irrigidì la mascella e appoggiò la foto sulla scrivania, a faccia in giù.

La ragazza rimaneva immobile, difronte a quel vampiro e alla sua dichiarazione d'amore. Allora anche lui era stato innamorato, ma cosa ne era stato di lei?

"Cosa,cosa è successo?" Piano si avvicinò ancora a lui prendendo con cura la foto, Elijah era caduto in una sorta di trance permettendole di osservare da vicino la foto. La felicità negli occhi di lei, quella strana luce negli occhi di lui. era il ritratto della felicità quell'instantanea.

"E' andata via." Prese poco gentilmente la foto dalle mani di lei e la ripossò sul fondo del cassetto e del suo cuore. Chiuse il cassetto e la fissò.
"Adesso scusami, devo andare in ufficio."

Hayley lo fissò ancora un attimo e poi lo vide sorpassarla ma con una mano riuscì a fermarlo. "Sappi.." Sussurrò appena. "Che per qualsiasi cosa, per qualsiasi piccola parola." Fissò il suo profilo. "Io ci sono."

Elijah rimase impietrito alle parole di lei, qualcosa gli diceva che poteva davvero fidarsi di quella ragazzina ma non poteva abbandonare le sue difese così facilmente. 

Si osservarono per un attimo negli occhi, quegli occhi gli stavano penetrando l'anima, lei gli sarebbe stata davvero accanto. Poteva leggerlo nei suoi occhi







Scostò gentilmente la mano di lei e la salutò educatamente prima di allontanarsi verso la porta principale di quella grande e solitaria villa.

Ormai sola Hayley non potè non sospirare e scuotere la testa, in quei giorni sembrava che quel ghiaccio che si era formato intorno al cuore di quel vampiro originario si fosse sciolto ma qualcosa, soprattuto parlare di quella Katerina, sembrava averlo riformato di nuovo.

Si strinse nelle piccole spalle e si avvicinò alla scrivania, accarezzando la superficie con le dita sottili afferrò poi il pomello d'ottone aprendo il primo cassetto, tirò fuori la foto e la fissò. Inclinò la testa di lato fissando gli occhi di lei.

Era il suo grande amore.

Eppure non vi era altra foto di lei in tutta quella casa oltre quella. 

Cosa nascondeva l'originale. Che fine aveva fatto questa Katerina?

Doveva scoprirlo, la curiosità era troppa.

"Miss Hayley, la colazione." La voce di Miss Helene. "Ma dove siete finita?"

Tornò a mettere la foto nel cassetto e si avviò fuori dallo studio dell'originale avviandosi verso la cucina. 







Andrew soffiò fuori il fumo dell'ennesima sigaretta, seduto nel grande salone osservava fuori il bellissimo skyline di New York. Certo che si era trattata proprio bene eh?

Quell'appartamento era fin troppo grande per una persona sola. 

Girò il volto in corrispondenza della camera da letto e ascoltò con attenzione, Katherine era ancora profondamente addormentata, il respiro regolare e il battito lento e calmo. 

Era ancora immersa nel mondo dei sogni.

Ghignò beffardo e fissò gli occhi fuori dall'enorme vetrata. 

Per quanto tempo si era preso cura di lei? Era stato la sua ombra? Il suo cavaliere dall'armatura scintillante. Proprio come aveva detto lei un giorno.
Era la sua personalissima guardia del corpo. Doveva badare a lei e non farle accadere nulla di male. Era importante la bella Katerina.
Infondo lei serviva viva. 

Viva e vegeta per il sacrificio che avrebbe liberato tutti loro dalla maledizione del sole.

Che gran cazzata.







Andrew si passò una mano sul volto e sorrise, la mente corse veloce a quei tempi. A quei tempi prima del buio, della sua scomparsa. Ai tempi felici.
In cui lui era solo il cavaliere dall'armatura scintillante e non il suo carnefice e aguzzino.



 

Inghilterra, 1492




Le porte del grande salone si spalancarono improvvisamente e gli occhi della damigella di Lady Katerina si puntarono in quelli del cavaliere. 

"Sir Andrew, Lady Katerina..." L'aria spaventata, il respiro mozzato. "Il suo cavallo.."

Andrew lasciò immediatamente il calice di birra alzandosi di scatto e sorpassando la minuta damigella. 

Lord Elijah non era al castello, impegnato in una battuta di caccia e la responsanbilità della dolce Katerina era sua. Se le fosse accaduto qualcosa, non se lo sarebbe di certo perdonato. E in più sarebbe finito impalettato dal suo signore.

"Dov'è, Kenna?!"** Urlò diretto alla moretta mentre lo stalliere gli forniva le redini del suo cavallo.

"Accanto alla riva del fiume, stavamo raccogliendo dei fiori poi Lady Katerina ha voluto salire a cavallo perchè stanca e quest'ultimo è impazzito!" Spiegò velocemente la ragazzina ma ormai il cavaliere era ormai già impegnato in una corsa folle.


Il suo cavallo non rispondeva più ai suoi ordini, tirare le redini non serviva a nulla.

La giovane Katerina cercò di calmare l'animale ma tutto pareva vano. "Ti prego, ti prego, fermati." Le lacrime inziarono a scendere copiose mentre l'animale acquistava sempre più velocità. 

La corsa troppo veloce, il cavallo ormai indomabile e una fine ormai vicina. 

La giovane spalancò improvvisamente gli occhi, sicura di cadere al suolo rovinosamente e rompersi l'osso del collo. "Aiuto!" L'urlo d'aiuto le uscì improvvisamente dalle labbra mentre vedeva avvicinarsi sempre di più un ramo troppo basso. 

Sarebbe morta. Ne era certa. Strinse tra le mani le redini di cuoio e chiuse gli occhi, pronta all'inevitabile.

Ma improvvisamente, quasi come per magia, fu trascinata giù da due forti braccia. La ragazza strinse forte gli occhi, credendo che quello che sentiva fosse solo frutto della sua immaginazione. Ma poi qualcosa di freddo a contatto con la pelle scoperta delle braccia la costrinse a schiudere gli occhi.
 
Era salva. Qualcosa o qualcuno era riuscito a salvarla.

L'arresto improvviso del cavallo e delle voci familiari giunsero alle sue orecchie nitide e forti mentre la terra intorno a se aveva finalmente smesso di correre velocemente.

"Buono, buono, bello." La voce dello stalliere Tom. E il brusio spaventato e ansioso delle voci delle sue damigelle. 

"Possibile che tu debba cacciarti sempre nei guai, bambina?" La voce ironica e impertinente del primo cavaliere. 

Aprì finalmente gli occhi nocciola andando a specchiarsi in quelli altrettanto scuri di un volto familiare.

Sir Andrew. Era tra le sue braccia.

Ed era salva.

Istintivamente portò il viso nell'incavo del collo dell'uomo non riuscendo più a trattenere le lacrime. 

La mano di lui andò ad accarezzarle la testa riccioluta e tremante. L'uomo sussurrò al suo orecchio. "Shh bambina, è tutto finito. Ci sono io con te, adesso." 

Il vampiro la tenne tra le braccia fino a quando non raggiunsero le soglie del castello, solo allora la obbligò quasi a staccarsi dal suo petto, voleva tanto fare la forte quella piccola donna ma infondo era solo una ragazzina senza casa e spaventata. 

"Siamo arrivati, ragazzina." Posò finalmente i suoi piedi al suolo e la tenne ancora per le spalle vedendola barcollare.

"Mi..mi dispiace. Vi ho fatto preoccupare tutti." La vide sospirare e quasi prendersela con se stessa, stava mostrando la sua parte debole. Cocciuta ragazzina, anche se spaventata a morte non voleva mostrare la parte debole di se.

"Ti ringrazio per avermi salvata." Stava per congedarsi quando si voltò un ultima volta verso l'uomo. "Sir Andrew?"

Il vampiro la osservò con il suo solito cipiglio da canaglia e sorrise. "Dimmi, bambina."

"Grazie." Una breve pausa. "Grazie per essere sempre il mio cavaliere dall'armatura scintillante." Finalmente un sorriso sincero e complice comparve sulle labbra, ancora segnate dalla paura, di lei.

L'altro sorrise." Quì per servirvi, mylady." Un occhiolino complice accompagnò la frase. Fu lui stavolta a congedarsi facendo una piccola giravolta, dirigendosi quasi sicuramente verso la stanza del banchetto per trangugiare birra.

Lady Katerina lo osservò allontanarsi con quella sua aria da ragazzino scanzonato e non potè non sorridere divertita. Era davvero il suo angelo custode. 


Da lì a poco però tutto sarebbe cambiato e quei sorrisi complici si sarebbero tramutati in espressioni glaciali e piene di paura. 
Loro si sarebbero tramutati in vittima e aguzzino.



 

New York, 2013.




Il vampiro sospirò e ritornò con la mente al presente. Quei tempi erano andati e ne era passata di aqua sotto i ponti. 

Si sollevò dal divano e si avvicinò al mobiletto degli alcolici. "Ah eccoti quà." afferrò la bottiglia di Bourbon e ne versò un bel pò in uno dei bicchieri poggiati sul ripiano. 

Buttò giù l'intero contenuto e strinse i denti, quello si che era forte.

"Che ci fai a casa mia?!" La voce dura e sottile di Katherine lo costrinse a voltarsi e a sorriderle.

"Ohhh buon giorno raggio di sole." Appoggiò il bicchiere sul ripiano e si avvicinò a lei. " Finalmente ti sei risvegliata, pensavo fossi morta." L'espressione sorpresa. "Oh giusto, tu non puoi morire!" Rise leggermente. "Ma quanto sono simpatico?!" Rise.

Katherine distolse lo sguardo dal vampiro e portò la mano al voltò stringendo gli occhi. "Come un paletto nel cuore." Disse tra i denti.






Scese i due scalini e fu ad un metro da lui. Un piccolo capogiro la costrinse a reggersi al pianoforte al centro del grande salone e a chiudere gli occhi. "Dannazione" Sussurrò a denti stretti.

Andrew tornò serio e la osservò. "Sei svenuta in strada, Kath." Le si avvicinò. "Sono rimasto a vegliarti, non volevo che ti accadesse qualcosa." Fece per accarezzarle una spalla ma la mano di lei lo allontanò in malo modo.

"Sono un vampiro, Andrew. Non può succedermi nulla." Lo osservò con rabbia. "Adesso, vattene." Gli indicò la porta. "Non ho bisogno di te che mi osservi e badi a me come si fa con i bambini. Soprattuto se lo fai per conto suo. Tornatene in Inghilterra e digli di starmi alla larga!" Lo sguardo furente.

Il vampiro restò immobile dov'era. "La smetti? No davvero, sei patetica." Si avvicinò a lei e la osservò scuotendo la testa. "Hai bisogno di me o almeno di qualcuno che ti regga visto che sembri una malaticcia e non il super vampiro che decanti di essere." 







La osservò attentamente aspettando la sua reazione.

Kath fece resistenza ma poco dopo si arrese. "Ho bisogno di nutrirmi." Schivò il suo sguardo. "Resta pure, ma sei pregato di non svuotarmi il mini bar." 

Era una resa quella, seppur non detta con il tono giusto era pur sempre una resa da parte sua. Aveva capito di non essere al top e averlo vicino non era sembrato più essere un problema.

La vide allontanarsi verso la cucina e afferrare una sacca dal frigo. La sorpassò stappandogliela dalle mani e le indicò lo sgabello bianco posto intorno alla piccola isola. "Siediti, bambina."

La vampira spalancò gli occhi ma non protestò, andò semplicemente a sedersi e attese il bicchiere ricolmo che lui le stava versando.

"Ecco a te." Andrew le passò il bicchiere ricolmo di liquido rosso e si sedette proprio di fronte a lei.

"Ho detto che potevi restare, non ho detto che potevi farmi da balia. Te lo ripeto." Lo osservò di sbieco.






"Ah no?" battè scherzosamente la mano sul bancone e scosse la testa. "Mannaggia e io che volevo indossare il mio grembiulino rosa da brava massaia." 

Kath non potè non sorridere e scuotere la testa. " Sei sempre il solito."

"Sono o non sono il tuo cavaliere dall'armatura scintillante, bambina?" Il vampiro le fece l'occhiolino. 






E nello sguardo dell'altra non potè non leggere un celato ringraziamento.







Doveva badare a lei adesso. Magari la convinceva a ritornare.

A ritrovare la ragazzina che era stata, quella felice e innamorata che lui aveva imparato a voler bene.


La sua piccola Katerina.









 

Angolo Autrice! ^__^

Ciao a tutte ragazzeee!!Innanzittutto mi scuso tantissimo per l'allucinante ritardo nella pubblicazione di questo nono capitolo. E' stato un periodo di fiacca ispirazione e per evitare di scrivere bagianate e cadere nel noioso e ridicolo ho evitato!
Spero che non sia un problema per voi il fgatto di aver inserito nella trama oltre ad Andrew (*__* Lo amo..non lo nego.) anche la lupa, Hayley. E' per dare un pò più di pepe alla sotuation! xD Perchè diciamocelo, chi è che non vorrebbe un confronto tra Miss Petrova e Hayley?! Sono due donne a contendersi un Mikaelson e non l'inverso.
Io morirei se ci fosse una scena così nel telefilm...ma coooomunque, tornando con i piedi al suolo vorrei tanto saperne che ne pensate. Continuo su questa linea o vi ho abbastanza annoiati?? Fatemi sapere...
Beeeene passiamo alle citazioni, si nun me so fatta mancà niente in sto capitolone! xD 

* E' una citazione al DIVINO Sex And The City- The Movie. Uno dei miei film\telefilm preferiti, sono innamorata di Carrie e ho la sua stessa vita sentimentale..meno male che alla fine l'ho trovato anche io il mio Big! ehehe Per chi conosce il telefilm...potete capirmi! ;) Piccola citazione dovuta! <3

** La damigella Kenna. Si. AMO Reign. E' la mia nuova ossessione e adoro Kenna. Quindi altra citazione dovuta! xD

*** Il vestito che indossa Kath è quello che ha Nina agli Emmy del 2010! *__* La amo in quell'abito, ma ditemi, cosa le sta male!? -.-''

O, mi sembra di aver detto tutto. Ah,ho aggiunto il piccolo flash del passato anche per farvi comprendere che prima, moooolto prima, Kath si fidava di Andrew. Ma il destino ha voluto che lui fosse il cavaliere di Elijah in primis e suo carnefice doooopo.  Spero che i Flash vi siano piaciuti! Come al solito mi aspetto tanti vostri commenti. (Anche per insultarmi eh!Non mi offendo! xD) 
Con questo vi lascio e..al prossimo aggiornamento! 
Besos.
Tay.

Se volete Spoiler, immagini e citazioni relativi alla mia storiella bella aggiungetemi quì ----->  https://www.facebook.com/taisha.efp.1

   
 
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