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Autore: Shinny_Leaf    03/01/2014    4 recensioni
Mi chiamo Venus. Venus Blain. Ho 16 anni e vendo me stessa per portare a casa da mangiare.
Domani ci sarà la Mietitura e c'è solo una cosa di cui sono certa: io verrò sorteggiata. Non c'è via di scampo.
Non fatevi impressionare. Io non sono un agnellino impaurito, ma non provo nemmeno piacere a uccidere. Sono sempre la via di mezzo.
La via di mezzo tra una ragazzina un po' pazza e una donna sadica. Quella figura a metà.
Una cosa è certa: se dovrò andare io tornerò a casa.
Tributi...
tremate di paura.
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Caesar Flickerman, Finnick Odair, Nuovo personaggio, Presidente Snow
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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15. Sono un demone

 
Liam che sorride. Liam che respira. Liam che risplende.
Perché alla luce del sole i suoi capelli sono dorati. Semplicemente dorati. Niente più, niente meno.
Perché la sua pelle è più bronzea.
Perché il suo corpo mostra calore.
Perché gli batte il cuore. Piano, ma almeno batte.
Bum. E continua, spavaldo come non mai, non si ferma.
Bum, bum. Lui non vuole fermarsi.
Bum, bum, bum. Chi vorrebbe fermarsi dopo aver appena iniziato la propria vita?
Per Liam è così. Prima non era vita, era sola una strada da dover percorrere.
Prima era solo un battito. Adesso ha un nome, un colore.
Ha l’amore.
Sembra tutto così falso, così illusorio. La sua mano calda accarezza il mio viso, piano. Ha paura di sconvolgermi, di rompere il mio equilibrio delicato.
Riesce a farmi vacillare con un solo sguardo. Sono stata sola per troppo tempo, sono accadute troppe cose. Ecco perché mi sembra di essere così vicina alla serenità.
Il sole ci illumina, ma non ci scalda. Ci scaldiamo da soli.
Mi tiene stretta una mano al caldo, ma questa è ancora gelata.
Lenta e soffocata, una lacrima mi cola sul viso e striscia fino a incontrare il terreno. Lui mi fissa, dritto nei miei occhi con aria malinconica, e crolla anche da lui una piccola goccia di rugiada. Rimaniamo così, a fissarci in posizione fetale tenendoci le mani. Nonostante tutto sento freddo. Nonostante il sole o il calore.
Il sole scalda chi ha speranza. La speranza non abita nella mia anima da quando l’ho vista morire.
Dicono che la speranza sia l’unica cosa più forte della paura, ma non è vero. C’è anche la malinconia. Perché chi vuole morire non sempre può permetterselo.
Mi guarda, capisce, mi lascia. Si è accorto che sto ricordando.
Ricordo il veleno, ricordo Druey e Cherry e ricordo la ragazzina.
Ricordo ogni cosa, ogni incubo, ogni manipolazione.
Ricordo l’inferno delle mie emozioni.
Ricordo le urla delle mie indignazioni.
Ricordo gli occhi sadici della Morte.
Ricordo il passato e finalmente ricordo il presente.
Riconosco il mio dolore.
E riconosco ogni cosa.
Alzo il polso con orrore e so ciò che sono.
Sono un demone.
E i miei polsi me lo ricorderanno per sempre.
Di colpo, mi riprende tra le sue braccia. Stringe forte trasmettendomi una parte minimale del suo calore. E riesco a sentirlo.
Mi solleva il polso, con discrezione, e inizia a piangere silenziosamente. Ha gli occhi gonfi, le guance rigate e lo sguardo confuso. Si porta il mio polso alle labbra e le poggia sulle spesse croste formatesi dove una volta eruttava sangue. A ogni piccolo sfioramento che compie mi brucia la pelle e una scossa piccola di sofferenza mi attraversa il braccio. Sembra così dannato. Trattiene il respiro e le sue emozioni. Ecco, le sue emozioni non vedono l’ora di sgorgare fuori.
Infatti, mi trascina ancora più vicino e, lasciando il mio polso, scoppia nascondendo il viso nell’incavo del mio collo. Sento le sue lacrime calde bagnarmi il petto eppure sento solo più freddo. Sento solo la pelle congelarsi sempre più.
Sento solo la nota bassa e languida del suo tormento che soffoca per me. Mi sembra quasi che io lo stia uccidendo.
Delicatamente, mi scosto da lui e mi alzo. Le mie gambe si distendono e scricchiolano rumorosamente. Di colpo, Liam smette di piangere e si mette a sedere.
Un piccolo capogiro attraversa la mia testa e per poco non perdo l’equilibrio. Le mie gambe cedono e insieme a loro crollo per terra. Così, con il sole dritto davanti a me e con solo il rumore del vento tra le foglie, rimango inginocchiata.
“ Da quant’è che dormo?” chiedo mentre fisso il sole. Illumina il mio viso ma, a differenza di quello di Liam, il mio non risplende.
Ho una voce strana, quasi roca. Non parlo con qualcuno da un po’ di tempo, dev’essere per questo. Mi ero dimenticata come fosse parlare con qualcuno che non è dentro la mia testa.
“ Quasi tre giorni.” Mi risponde trattenendo un singhiozzo con gli occhi ancora po’ arrossati.
“ Cos’è successo?” chiedo ancora. Vorrei sapere ogni cosa, vorrei parlare con lui fino a stare male. Davvero, non pensavo che la mancanza di comunicazione (oltre tutto il resto) mi stesse rendendo pazza.
“ Quattro ragazzi.”
“ Blaze?”
“ Non sono riuscito a trovarlo, ma è ancora vivo.”
Tiro un lungo sospiro di sollievo.
“ In quanti siamo rimasti?”
“ Sei, siamo solo in sei.”
Ok Venus, respira. Casa è più vicina di quanto tu pensi.
Ne mancano cinque per scappare da qua e poi tornerai dalla tua famiglia.
La tua famiglia si trasferirà in una casa più grande.
Lavinia e le tue sorelline giocheranno in nuovo giardino e coglieranno rose e fiorellini che poi diventeranno una meravigliosa ghirlanda. E non smetteranno mai di giocare, perché non verranno mai sorteggiate.
Tom potrà avere una normale adolescenza e smetterla di preoccuparsi per qualsiasi cosa più grande di lui. Perché non verrà mai sorteggiato.
James potrà divertirsi. Non dovrà più essere il tuo piano B. Non verrà sorteggiato.
Riuscirai a pagare le cure per i tuoi genitori.
Potrai amare Axel, quanto e come vuoi. Certo, non potrai sposarlo e continuerai a fare ciò che facevi prima, ma non ne vale forse la pena per vedere la tua famiglia felice?
Tutto questo solo se ti sporcherai ancora le mani di sangue.
Solo se? A me pare tanto.
E quindi vuoi morire?
Vuoi che la tua famiglia subisca altri lutti? Immaginati le tue sorelline innocenti, tutte sorteggiate, tutte morte. L’unica che potrebbe farcela è Lavinia.
Oppure immagina Tom e James, sempre sorteggiati, sempre morti. Potrebbero farcela anche loro, ma chi te lo garantisce?
Ora immagina dei genitori senza figli; ne morirebbero. Immagina i tuoi genitori con qualche figlio in meno (morti di fame o morti ai Giochi); loro sì, loro ne morirebbero nel vero senso della parola. E Lavinia e Tom? Sopporterebbero la seconda perdita dei genitori o la tua perdita?
E i tuoi altri fratelli? Vuoi forse tagliare delle vite a metà?
Fai in modo che la tua vita non si ripeta, uccidi.
Non so da dove e non so come tiro fuori dell’energia, ma mi alzo di nuovo in piedi.
E stavolta non crollo.
Tiro fuori uno dei miei ghigni migliori e dico con voce melensa “ Perfetto, è ora di andare a caccia.”
 
“ Meno uno.”
Esclama vittorioso Liam, estraendo la spada dal corpo di un ragazzo di non so quale distretto, poco dopo il colpo di cannone. Ormai è scesa la notte e non riesco a vedere la sua espressione. Sarà compiaciuto? Probabilmente sì, ma non lo ammetterà mai.
“ Più vicini a casa eh?” Ho tirato di nuovo su il mio teatrino della sexy sadica.
“ Più vicini a ciò che desideriamo di più al mondo” A quanto pare anche lui è tornato in sé. Si avvicina, calcolando ogni passo, fissandomi negli occhi. Quando è finalmente a pochi centimetri dalla mia bocca dice “ Sai, mi è mancato tutto di te”. Prende il mio viso tra le mani e insinua la sua lingua tra le mie labbra. Baciarlo, in questo modo, è talmente rivoltante.
Sposta le sue mani dal mio viso ai miei fianchi e mi attira finchè non siamo attaccati. Arriva una scossa di terrore al mio ventre, come se mi sentissi attaccata fisicamente.
Mi stacco in fretta e mi allontano di poco. “ Temo di non avere tempo per queste cose.” E poi gli sorrido. Un altro dei miei sorrisi sporadicamente finti.
 
 


Buonasera a tutte!
Io già vi vedo pronte a uccidermi tutte insieme, schierate stile esercito droidi di Star Wars.
Ebbene sì, l’ho fatto! Sono scomparsa per quasi 3 mesi, lasciandovi in preda ai dubbi.
Io vi voglio raccontare la verità perché non me ne vergogno assolutamente. Del resto, poi, non c’è niente di cui vergognarsi.
Sono scomparsa perché…
(RULLO DI TAMBURI!)
Sono stata dannatamente male: ho avuto forti problemi di stomaco. Se non fossi stata un mese e mezzo in ospedale, a forza di rimettere ogni cosa che mangiavo, ora avrei problemi più grossi come anoressia o altre cose. Certo, sono tornata a casa molto più magra di prima (il mio fratellone bastardo mi chiama stecchino, che si fottesse hahah), però sono guarita. Almeno spero, non portiamo sfighe.
Questo capitolo è corto perché l’ho scritto in soli due giorni in cui ho buttato fuori tutta la mia rabbia repressa.
Ringrazio BlackSwan Hawtorne, Clove_HungerGames e Clato_Peetiss per aver recensito lo scorso capitolo e spero che voi ci siate ancora.
Inoltre, i tempi di aggiornamento rimango instabili perché sono sempre molto stanca e debole, ma ce la metterò tutta.
V’informo che sto pensando di riscrivere tutta la storia per correggerla e modificarla un po’, ma questa verrà pubblicata quando avrò completato l’intero lavoro. Passerà mooolto tempo.
Scusatemi ancora.
Baci arcobalenosi *-*
Shinny
 
 
  
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