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Autore: 3lkom    03/01/2014    2 recensioni
Mia moglie si chiede perché mi ostini ad adempiere a questa specie di rituale ogni anno, da dieci anni a questa parte: non sono ancora riuscito a spiegarle il significato nascosto dietro al mio gesto, e dubito che ci riuscirò mai.
Ogni quindici d'ottobre io mi organizzo per tempo, non importa cosa stia facendo e in quale parte del mondo sia: vengo qui e le porgo un saluto, mi sembra il minimo che possa fare per onorare il suo ricordo.
Non provavo amore per lei, affatto: era solo una giovane prostituta che ci eravamo passati un po' tutti, che alla fine era diventata quasi nostra amica; una sempre pronta a tutto, fuori di testa, e per dirlo io ce ne vuole.. Mi faceva morire dal ridere, sempre. Si chiamava Dahlia, era inglese, e aveva gli occhi blu del colore del cielo d'estate.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duff McKagan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  • 15/10/2000, Forest Lawn Memorial Park, Los Angeles.

  • Dahlia si è spenta a soli 23 anni, il 15 ottobre di dieci anni fa, e troppi pochi l'hanno compianta.  Il mondo è andato avanti senza di lei, l'ha dimenticata, e lo stesso ho fatto io, provando a fingere che non fosse mai esistita: è che avevo paura, e non volevo pensarci, non potevo.. Si, paura, perché lei era solo una ragazza sfortunata che in vita avrebbe meritato cento e mille volte di meglio, e sicuramente anche una morte più dignitosa, che overdose.. Cocaina e alcol, il mio vecchio pane quotidiano!

  • Io bevevo come una spugna e mi sparavo due grammi e mezzo di merce al giorno, ai tempi. Era appena arrivato il successo, i soldi, tutto quello che avevamo solo sognato era ai nostri piedi, avevamo tutto. Non avevamo niente. Ragazze, musica, fare tutto quello che ci pareva senza che nessuno potesse impedircelo. Ci sentivamo invincibili.. Ero un vigliacco, invece.    

  • Avevo perso la mia dignità di uomo, in quella vita fatta d'eccessi che erano diventati parte della nostra routine quotidiana, non volevo ammettere di avere un serio problema di dipendenze quando era palese, lo sapevano tutti.. Anche mia madre, so di averle spezzato il cuore: si è ammalata per colpa mia? È una controversia insopportabile che mi tormenta tuttora, e alla quale non so darmi una risposta..


  • Mia moglie si chiede perché mi ostini ad adempiere a questa specie di rituale ogni anno, da dieci anni a questa parte: non sono ancora riuscito a spiegarle il significato nascosto dietro al mio gesto, e dubito che ci riuscirò mai. Ogni quindici d'ottobre io mi organizzo per tempo, non importa cosa stia facendo e in quale parte del mondo sia: vengo qui e le porgo un saluto, mi sembra il minimo che possa fare per onorare il suo ricordo.

  • Non provavo amore per lei, affatto: era solo una giovane prostituta che ci eravamo passati un po' tutti, che alla fine era diventata quasi nostra amica; una sempre pronta a tutto, fuori di testa, e per dirlo io ce ne vuole.. Mi faceva morire dal ridere, sempre.  Si chiamava Dahlia, era inglese, e aveva gli occhi blu del colore del cielo d'estate.


  • Mi ero appena separato da Mandy quando Slash, durante i festeggiamenti di un post-concerto, mi aveva proposto di andarci a bere uno o due boccali al volo, e poi di andare a puttane senza scordarci un po' di neve per rimandare la stanchezza che sentivamo addosso: come se mi avesse letto nella mente, stavo giusto giusto per acchittarmene una striscia!

    "Ne conosco una che sicuramente ti piacerà..", mi aveva detto sogghignandomi come faceva sempre, e io avevo accettato subito, nemmeno il tempo di pensarci. Dovevo e volevo dimenticare lo sconforto che avevo provato nel capire che tra me e mia moglie non c'era più amore, che fingere di essere ancora felici insieme faceva male a tutti e due; l'alcol e la coca e un po' di calore mi avrebbero aiutato e non poco, mi sono detto tra l'euforia della coca e del sold-out che avevamo appena fatto. Avevamo ufficialmente divorziato giusto una settimana prima: in quei giorni mi stavo buttando giù come non mai, ero depresso, e Slash voleva solo tirarmi un po' su di morale, da buon amico qua l'era e qual'è tuttora.

  • Quel matrimonio era stata una grandissima stronzata, e io di certo mi sentivo come se avessi perso la partita più importante della mia vita, come se non fossi stato all'altezza; so solo che se potessi tornare indietro non lo rifarei, come gran parte delle scelte prese nella mia vita.. Però sono proprio queste strade, seppur sbagliate, che mi hanno portato dove sono ora: con una donna splendida che amo e che mi ama a sua volta al mio fianco, completamente disintossicato da quasi tre anni, persona migliore e musicista realizzato..


  • "Eccomi, questo posto è enorme e come volta mi sono perso, che idiota.. Sono proprio qui davanti a te, adesso."


  • Dahlia Lewis 23/08/1967-15/10/1990. R.I.P.


  • "Cara Dahlia, ciao, sono Duff, sempre io..     

  • No, ricomincio, sai che il mio vero nome è Michael, sono cambiato. Non so se ti ricordi quella notte, quando ti feci mia: mi sentii come rinascere, la tua compagnia era terapeutica; Slash aveva ragione a parlare così bene di te, e poi lui non è uno che si perde in complimenti, di solito.

  • Fumammo insieme il crack, scopammo, il giorno dopo tornai a cercarti. Quello dopo ci venne Axl, mi diede fastidio? No, del resto era il tuo lavoro..  

  • Però mi piaceva passare il tempo con te, mi facevi morire dal ridere ogni volta: eri schietta, senza alcun pudore, sagace e poi, mi permetto di dirlo perché so che ci avresti riso sopra, a letto eri proprio brava..

  • Ricordo che dicevi di voler diventare madre, prima o poi, e noi ci chiedevamo se tuo figlio sarebbe uscito riccio e mulatto, o rosso di capelli e dagli occhi chiari, o perfino alto due metri come me. Sognavi di sposarti e ti prendevamo in giro chiedendoti se ti saresti messa un abito bianco, tu che avevi allietato sotto pagamento tutta Sunset Strip, e tu mica ti offendevi, ma ridevi come e più di noi..

  •  

  • Sei morta il 15 ottobre verso le quattro del mattino per overdose, ha rivelato l'autopsia. Il tuo corpo è stato trovato dal tuo pappone, che era venuto a cercarti perché non ti eri presentata al solito posto.   Al tuo funerale eravamo in tre, quattro col prete. Dieci minuti di cerimonia, una stronzata sulla tua anima in paradiso e amen, finito tutto.

  • Non era minimamente degno di te, tu meritavi solo il meglio.. 

  • Quel giorno ho anche scoperto il significato del fiore di cui porti il nome: la dalia, secondo le usanze, è simbolo di riconoscenza verso la persona a cui viene data in dono, si regala alle donne per le quali si prova grande stima e rispetto. Ho pensato non fosse solo una coincidenza, qualche anno dopo. Ora ne sono profondamente convinto, sai?

  • Non hai avuto fortuna, affatto, e per questo posso affermare di non avere tutto quello che desidero, pur disponendo di ogni ben di dio: perché vorrei averti ancora qui a farmi ridere, ma tu qui non ci sei..   

  • Ho sviluppato una repulsione per la cocaina che nemmeno immagini, saresti orgogliosa di me, ne sono certo. E mi dispiace tanto che non sei potuta andare in vacanza in Giappone, il tuo sogno più grande da quando ti eri avvicinata al buddismo, mi dispiace se hai sofferto e se la vita non ti ha mai sorriso anche se tu le sorridevi sempre.


  • Sei stata tu a farmi capire che dovevo lasciare il gruppo e darmi una svegliata, anche se fisicamente eri solo polvere in una bara e nulla di più, cibo per vermi..  

  • Prima che fosse troppo tardi, perché avevo già rischiato di crepare, nel '94, e miracolosamente l'avevo scampata. Già immaginavo la notizia sui giornali, che avrebbe fatto il giro del mondo: uno scandalo, ma soprattutto pensavo alla mia povera madre, ammalata di Parkinson da anni, e di crepacuore, per colpa mia.. Non potevo fare stronzate, stavolta: non sempre si ha una seconda possibilità, figuriamoci una terza..


  • In clinica, mentre oscillavo tra la vita e morte e nessuno sapeva dire se ce l'avrei fatta, mia madre era li accanto a me, sulla sua sedia a rotelle, sempre pronta a rimboccarmi le coperte e ad accarezzarmi i capelli come quando ero piccolo, anche se io non ero nemmeno cosciente. Mia madre, che donna straordinaria.

  • Meritava il figlio migliore del mondo, e io non lo sono stato affatto: ma spero che negli ultimi tre anni che ho passato a Seattle con lei abbia capito quanto le sono stato grato, e che donna meravigliosa fosse.  Anche costretta su una sedia a rotelle, anche se negli ultimi tempi con l'aggravarsi della malattia nemmeno mi riconosceva, e io fingevo sorrisi e le spiegavo pacatamente di essere suo figlio, il minore, ma in realtà morivo dentro..

  • Quando è venuta a mancare, quest'anno, io ero al suo capezzale e ho potuto dirle addio e ricordarle che le volevo bene: sai, non capita a tutti. Sono stato fortunato, troppo per i pochi meriti che riconosco di aver compiuto..

  • Ho piantato dei semini accanto alla sua tomba, così ora le dalie le possono fare compagnia: ieri sono andato a trovarla, ed erano più belle e rigogliose di quanto avessi mai potuto immaginare.

  • La dalia è l'incantevole fiore che io ho posato di nascosto dagli altri sulla tua tomba, dieci anni fa; e oggi di fiori ce ne sono ben dieci, legati da un fiocco blu del colore del cielo e, sai, onorano la tua bellezza. Vorrei tanto che tu potessi sentire il loro profumo..


  • Tu mi mai salvato. Non lo puoi sapere, ma è così: il pensiero che la droga avesse cancellato per sempre il tuo sorriso, è stato quello a darmi la forza di smettere.  

  • Grazie a te, sono stato un figlio migliore negli ultimi anni di vita di mia madre, la donna più forte e meritevole d'ammirazione che abbia mai conosciuto.. Il tuo nome, i tuoi fiori, vedi che è è tutto collegato?!


  • Credo che la tua morte mi sia servita ad aprire gli occhi, seppur con troppi anni di ritardo, e di questo te ne sarò eternamente grato; mi manca la tua follia, il tuo sorriso, la tua amicizia..

  • Però tu ci sei, sempre, ogni volta che guardo il cielo limpido l'estate, che vado a trovare mia madre e innaffio quei bellissimi fiori di cui porti il nome, o perfino quando incontro un giapponese per la strada, io penso a te.  

  • Spero che lassù ti trattino con i guanti, te lo meriti, amica mia..


  • Non so cos'altro dire, non sono mai stato troppo bravo con le parole. Solo, grazie di tutto."

  •  Michael.

  
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