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Autore: Rejected    03/01/2014    1 recensioni
Si sarebbero incontrate anche per un altro motivo: dovevano andare ad un concerto insieme. [...] Ad un certo punto, proprio nel mezzo della loro conversazione, qualcuno sbatté contro Sophie che già era in ansia per il concerto, ergo nessuno doveva farla innervosire.
Genere: Commedia, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Chapter Seven(fold)

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Finito il concerto la band e Valary si diressero all’ospedale, ma non c’era stato nessun miglioramento da parte di Andreea.
Zacky fece per avvicinarsi al lettino dove la ragazza dormiva già da troppo, ma Sophie lo bloccò.
“Dove credi di andare?” gli sputò acida, piena di rancore nei confronti del ragazzo.
“Sophie, per favore-”
“Per favore un cazzo, tu non ti devi più avvicinare a lei”
“Voglio solamente vedere come sta”
“Come vuoi che stia?! Male! Tutto perché sei un deficiente! Se non fosse stato per te a quest’ora non sarebbe stesa su un fottuto lettino d’ospedale!”
“Ma io non ho fatto nulla!”
La ragazza in preda alla rabbia stava per mollare uno schiaffo a Zacky, ma Gates le fermò il braccio in tempo.
“Soph, calmati”
“Non dirmi di stare calma! Guarda che cazzo è successo, dovevi esserci tu sotto quella macchina!” gli gridò anche a lui contro, in mezzo alle lacrime.
La mora iniziava a dare segni evidenti di un attacco di panico, iniziò a tremare dalla testa ai piedi e le mancava il respiro. Brian pensò bene di portarla fuori e farla calmare.
“Lo odio, lo odio” continuava a ripetere tra le braccia di lui, con il poco respiro che le rimaneva.
“Ora basta.” sentenziò deciso, prendendole delicatamente il viso tra le mani.
“Sì, però-”
“Adesso zitta, devo portarti a far vedere una cosa”
“Ti sembra questo il momento?”
“Ascolta, sei stata qui per delle ore, hai bisogno di pensare ad altro. Andreea starà bene, ci sono gli altri con lei”
“Non mi fido degli altri”
“Cosa mai le potrebbero fare?”
Sophie non rispose, si lasciò trascinare e decise di andare con lui.
Salirono su un taxi, il ragazzo le prese la mano vedendola ancora nervosa.
Dopo qualche minuto, arrivarono nel centro di Londra, più specificamente davanti al London Eye.
Brian fece scendere la ragazza, che sembrava non aver capito che il posto era proprio la ruota panoramica e si fermò a guardarla incredula.
Il ragazzo parlò con un responsabile e le fece strada verso l’attrazione, mentre la more ancora non aveva parole.
Venne aperta la porta di una delle cabine, facendo entrare i due.
“Dimmi che non sto sognando” disse Sophie, scrutando la cabina che con lentezza iniziava ad alzarsi.
“L’ho affittata per noi prima che succedesse l’incidente, volevo provare a fare il romantico per una volta” confessò lui, arrossendo e abbassando lo sguardo.
La ragazza non disse niente, solamente si avvicinò e lo baciò dolcemente.
“Perché fai questo…per me?” chiese dopo essersi staccata dalle labbra del chitarrista.
“Dopo tutto quello che ti ho fatto passare mi sembrava il minimo”
“Davvero, non so che dire...grazie”
“Grazie a te” questa volta fu lui a prendere l’iniziativa, prese la faccia della ragazza e le schioccò un bacio lungo, sincero.
I due si staccarono, rimanendo abbracciati e ammirando il panorama notturno che offriva questa splendida città.
Gates sentiva che c’era qualcosa che non andava, sentiva chiaramente che Sphie era preoccupata per l’amica.
“Andreea starà bene” disse premuroso, dandole un piccolo bacio sul collo.
“Lo spero, lo spero davvero” rispose lei, abbassando lo sguardo.
Il giro sulla ruota durò circa trenta minuti, durante i quali i due rimasero l’uno attaccato all’altra.  Una volta terminato il tutto, i due presero un taxi per tornare in albergo. Sophie era distrutta e aveva un bisogno estremo di riposare, infatti una volta salita in macchina, si addormentò sulla spalla del chitarrista.
Quando arrivarono in hotel, Brian non volle svegliare la ragazza che dormiva così pacificamente, così la sollevò di peso, prendendola in braccio e la portò fino in camera, dove rimase con lei tutta la notte.
Nel frattempo, all’ospedale, gli altri ragazzi della band e Valary se n’erano andati e Zacky era finalmente riuscito a rimanere solo con Andreea, che ancora non dava segni di miglioramento.
Il ragazzo continuava a fissare il corpo della ragazza e a domandarsi se fosse veramente colpa sua per quello che era successo. Rimase in silenzio per quasi un’ora, poi si decise a parlare.
“So che non puoi sentirmi Andreea, ma io ho bisogno di parlare con qualcuno e l’unica persona che mi avrebbe capito, saresti stata tu. La realtà è che non mi sentivo così da parecchio tempo e ora, se sto così, è solo grazie a te. Tu mi rendi migliore e quello che ho fatto l’altra sera al pub...no, quello non ero io, non so cosa mi sia preso ma ti giuro che la colpa è solo e soltanto mia. Tu sei diversa dalle altre e l’ho capito subito, dal primo istante che ti ho vista e lo so che forse è presto per dirlo, ma credo di essermi innamorato di te”
Zacky parlava a cuore aperto, le parole gli uscivano naturali e nemmeno lui stesso credeva a quello che stesse dicendo. Pochi minuti dopo, si addormentò con la testa sul letto.
Si fece mattina e, mentre il ragazzo dormiva beato, qualcos’altro stava accadendo nella stanza: le condizioni di Andreea stavano piano piano migliorando e la ragazza stava riprendendo conoscenza. Una volta che fu completamente cosciente, si accorse della presenza di Zacky.
“Hey” disse accarezzando il viso del ragazzo “hey Vee…”
Il chitarrista, ancora intontito, si voltò verso di lei e, in men che non si dica, si avventò sulle labbra della ragazza.
“Oddio ti sei svegliata, grazie al cielo!” disse lui, con gli occhi pieni di lacrime.
“Che è successo? Perché mi trovo qui?” chiese lei, non capendo perché fosse in ospedale.
“Dopo che abbiamo litigato, sei stata investita da un’auto. Ma questo non ha importanza adesso, l’unica cosa che conta è che tu ti sia ripresa”
“Sei qui da molto?”
“Sono venuto qui subito dopo il concerto, non ti ho lasciata sola un secondo”
“E Sophie? Dov’è?”
“Sophie è andata via con Brian, se fosse rimasta qui, non mi avrebbe permesso di vederti visto che mi incolpa per quanto ti è successo”
“Non è colpa tua Zacky...e scusami per non averti ascoltato. So che tu non sei così, solo che mi sono sentita morire dentro quando ho visto come ti comportavi, soprattutto dopo quello che ho visto nella tua stanza” concluse la ragazza, fissando le lenzuola del letto.
“L’importante è che siamo di nuovo insieme” rispose il chitarrista, prendendole la mano.
“Non c’è nient’altro che dovrei sapere?”
“N-no, è tutto, credo” balbettò Zacky.
“Credi?” Andreea lo guardò interrogativa.
“Si, è tutto” le sorrise lui “sai, forse è meglio che chiami Sophie, sarebbe contenta di sapere che ti sei svegliata”
“Certo, ma non credo di avere con me il cellulare”
“Prendi il mio” il moro le allungò il cellulare.
La rossa prese il telefono e fece il numero dell’amica che, nonostante stesse dormendo, rispose quasi quasi subito.
“Che cazzo vuoi Zacky?” accusò Sophie.
“Hey Soph, sono Andreea. Volevo dirti che mi sono svegliata e-” la ragazza venne interrotta dall’amica che cacciò un urlo.
“Oddio Andreea! Come ti senti? Come…hey, perché chiami dal cellulare di quello?”
“Zacky è rimasto con me tutta notte, l’ho trovato qui appena sveglia”
“Gli avevo detto di non avvicinarsi a te” Sophie era nervosa e si sentiva dalla voce.
“Soph, dagli tregua, non è colpa sua” disse Andreea, con voce calma.
La mora fece una breve pausa, non volendo continuare il discorso.
“Mi vesto e sono da te” fece per poi riattaccare.
Una volta chiuso il telefono, Sophie saltò addosso a Brian, che era in dormiveglia sul letto.
“Si è svegliata Brian! Andreea si è svegliata! Dai svegliati che andiamo da lei” gli urlò, mentre il ragazzo cercava di riprendersi.
“Si è svegliata? Quando?” chiese lui.
“Poco fa credo, mi ha chiamata dal cellulare di Zachary”
“Dammi un secondo per prepararmi e partiamo” disse Syn, avvicinandosi allo specchio per sistemarsi i capelli.
“Dai Gates, stiamo andando all’ospedale, non c’è bisogno di infighettarsi” puntualizzò la mora.
“Sono Synyster Gates, ho una certa immagine da mantenere” rispose serio lui, provocando la risata della ragazza.
Circa venti minuti dopo i due raggiunsero l’ospedale e, una volta entrati nella stanza di Andreea l’abbracciarono, felici che si fosse ripresa.
“Ci hai fatto prendere uno spavento” disse Sophie, con voce tremante.
“Mi spiace, non volevo farvi preoccupare”
“Zitta, non dirlo nemmeno per scherzo” sbottò Sophie, lanciando un’occhiataccia a Zacky.
Nonostante la sua amica si fosse ripresa, la ragazza proprio non riusciva a perdonare Vee per come si era comportato con lei e di certo non aveva cambiato idea su di chi fosse la colpa per quanto accaduto.
“Soph” fece Andreea per riprenderla, notando il suo sguardo. La ragazza non rispose, semplicemente si avvicinò all’amica e l’abbracciò forte. Poco dopo, un’infermiera notò del movimento nella stanza e quando vide che la ragazza era sveglia,  fece uscire i due ragazzi e Sophie dalla stanza e andò a chiamare un dottore per farle degli accertamenti.
“Sembra che lei si sia rimessa perfettamente dall’incidente, non abbiamo più motivo di tenerla qui. Solo una raccomandazione: cerchi di riposare nei prossimi giorni” disse il medico.
Sophie era dall’altra parte della porta a origliare la conversazione e, una volta sentite quelle parole, tirò un urlo, abbracciando Gates e spiegando ai due cosa avesse appena sentito.
Quando il dottore uscì dalla stanza, la ragazza si precipitò dall’amica, aiutandola a preparare le sue cose, mentre i due chitarristi l’aiutavano ad alzarsi dal letto e portandola fuori dall’edificio tenendola sotto braccio.
“Ora andiamo a mangiare qualcosa però, non so quanto sia stata lì dentro, ma sto morendo di fame” disse Andreea, sentento borbottando il suo stomaco.
I quattro risero, per poi dirigersi verso l’hotel. Una volta essersi riuniti in una camera, ordinarono qualcosa da mangiare.
Zacky e Andreea si sdraiarono insieme su un divanetto, mentre Gates e Sophie sul letto.
Proprio quando stavano iniziando a parlare, vennero interrotti dal suono del cellulare di Brian, che rispose immediatamente.
“Ciao tesoro - Una sorpresa per me? - Tu cosa?!
  
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