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Autore: FxxxxxxxxA    04/01/2014    0 recensioni
Il diario è quello di una classicista in erba. La protagonista è una classicista in erba, e scrive un diario. Il diario è il mio e la classicista in erba sono io. Ore 23:28 del 2 Gennaio, leggermente in ritardo con la tabella di marcia.
Penso non ci sia altro da dire.
*dal testo*
Propositi per il 2014
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Genere: Demenziale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le nove visualizzazioni e il ‘Ricordato’ mi hanno stuzzicato, ecco il dramma di efp, e quello del mio gatto, che mi ha appena preso una ciabatta.
Mi sono messa a scrivere, ma in realtà non ho niente di nuovo da raccontare. Mi assento un secondo il mio gatto fa danni.
Sento che potrei stare qualche pagina a parlare del fatto di non avere niente da dire, e questo per vari motivi quali
  1. Non ho assolutamente voglia di fare latino
  2. Sono annoiata e il tempo è triste ed il pensiero di dover stare tutto il sabato pomeriggio a studiare (so che non succederà ma l’intento è quello e alla fine sento di doverlo rispettare pena un’ansia assurda, come esagero, oggi scrivo proprio male)
  3. Ho voglia di postare e di scrivere
In realtà le motivazioni non sono molte. Perciò penserò ad una novità da raccontare. Ieri, ore 16:00 mi sono recata dalla psicologa non psicologa ma psicoterapeuta, signora Dottoressa Ondina M**i, di circa sessanta anni, selezionata da mio padre in quanto non propriamente psicologa e possibile rappresentante di una figura di ‘’nonna’’ che a quanto pare secondo il suo adulto e maturo parere manca nella mia vita. (pensandoci, la mia professoressa di italiano, signora S********i, non approverebbe questa scrtittura e assolutamente decreterebbe che ho ‘grossi problemi con la punteggiatura, che risulta per la maggior parte assente oppure priva di un ordine logico’. In realtà scrivere seguendo il flusso dei pensieri penso sia un’arte, non la mia ovviamente, quella un po’ che ho assaggiato in dieci righe lette nell’anno 2012 nella classe 1°, situata al Primo Piano del Liceo Classico Andrea da P*******a, istituto XXV A****e, durante l’ora di italiano, con la professoressa signora Giuseppina F***i, dieci righe del libro Ulisse scritto da Joyce. L’ho ordinato dal libraio eccellente e invadente venditore amico di mia mamma qualche mese fa, mi è arrivato ma non l’ho letto. L’idea mi piace e la imito, e se viene male, avrò decisamente ‘frossi problemi con la punteggiatura, che risulta per la maggior parte assente oppure priva di un ordine logico’). Dicevamo. Ieri ore 16:00, trovato traffico, partite in ritardo, sono approdata nello studio di signora dottoressa Ondina M**i. Studio abbastanza deludente, non aveva la poltrona nera di pelle e comoda degli studi degli psicologi, forse perché è una psicoterapeuta, psi-co-te-ra-pe-u-ta, non aveva le pareti di colori caldi e foderate di libri, ma un po’ scrostate con case di carta specchi e disegni, forse perché lei è una psi-co-te-ra-pe-u-ta esperta in traumi infantili e neuropsichiatra suppongo esperta in allegrie adulte. Perciò lo studio era abbastanza squallido, il prezzo di quaranta minuti di colloquio abbastanza altolocato (si dice di un prezzo? Boh). La dottoressa psi-co-te-ra-pe-u-ta era davvero una vecchina, per niente autorevole, conosce Zara, non mi ha dato l’importanza che pretendo capricciosamente, mi ha detto che secondo lei ‘non ho bisogno di un vero e proprio percorso di cura basterà vederci un’altra volta od ue, stai solo vivendo una situazione critica non hai particolari problemi’. Sto solo vivendo una situazione critica e non ho particolari problemi, perciò mi chiedo cosa altro debba succedere perché la situazione possa diventare la mia vita critica e i miei problemi possano divenire particolari. Essendo arrivata l’altro ieri al peso di 52, 7 chili per un’altezza di 1 metro e 73 centimetri, credevo di aver raggiunto una soglia di attenzione abbastanza elevata, nonostante il mio obiettivo sia di oarrivare a 50 chili perché, la leggerezza, la leggerezza è un bell’obiettivo. Ho deciso che la psicologa deve ascoltarmi e dirmi che quello che faccio è sbagliato, che è preoccupata per me perché le mie condizioni possono peggiorare, ovviamente non la ascolterei ma voglio una preoccupazione del genere. Mi è sembrato inoltre parecchio strano il fatto che ‘non ho bisogno di un vero e proprio percorso di cura basterà vederci un’altra volta o due, sto solo vivendo una situazione critica e non ho particolari problemi’, dato chela frase ‘non ho bisogno di un vero e proprio percorso di cura basterà vederci un’altra volta o due, sto solo vivendo una situazione critica e non ho particolari problemi’ è stata ripetuta forse con una virgola di più da mio padre durante queste settimane in cui si è consumata la lotta per lo psicologo. Le domande ovviamente adesso sono:
  1. Forse che mia mamma e io ci sbagliamo e non ho particolari problemi e sto solo vivendo una situazione critica
  2. Forse che mio babbo ha consigliato quella psi-co-te-ra-pe-u-ta che non è a caso una psicologa perché una psicoterapeuta non ritiene gravi i problemi di necessità di dialogo e attenzioni o
  3. Forse perché mio padre ha pagato la sigora dottoressa Ondina M**i professionalità assoluta
?
 
Quindi
 
Oggi è sabato stasera esco, domani racconterò forse si forse no
Il mio gatto sta guardando fuori dalla finestra in cerca della libertà.
 
Ciao,
Me.
  
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