Passati tre giorni,Albert
ancora ammalato rispondeva a tutto ciò che gli veniva
chiesto, tranne ad una
domanda:da chi aveva avuto quelle bustine.
Laura si
recò dal
dottor Baker e lo pregò di seguirla a casa sua per curare
Albert.
Intanto il malato
era
disteso sul letto della sorella e di Almanzo, gli occhi semichiusi dal
sonno e
con i segni del lungo viaggio compiuto stampati sul volto.
“Venga,
è di là,
dottore!” esclamò Laura indicandogli la strada.
Aprì la
porta e il
dottore entrò, appoggiando la sua borsa sul comodino e
sporgendosi verso Albert
per visitarlo.
Laura e Almanzo
assistettero a tutto il controllo,ma ad un tratto il dottore gli fece
segno
uscire, senza riferirgli alcunché sulla visita.
Nella stanza
rimasero
solo Albert e il signor Baker.
“Come ti
senti,
Albert?”
“Come
dovrei sentirmi,
dottore?” rispose il ragazzo.
“Vedo che
il tuo
carattere è rimasto lo stesso!” rispose il dottore.
Poi
continuò:”Perché
sei arrivato fino a qui e come? E come hai potuto fare tutto questo ai
tuoi
genitori?”
Albert
cominciò a
raccontare:”Beh, vede mi sono nascosto all’interno
di un carro di merci che
portava a Walnut Grove.”
“Non mi
hai ancora
detto perché l’hai fatto!”
“Beh…sa
com’è…mi
sentivo incompreso, solo e trascurato dalla mia famiglia”.
Un silenzio tombale
seguì a quest’ultima frase, come se entrambi
sapessero della bugia appena
detta.
Fu il dottore a
parlare
per primo:”Io conosco bene la tua famiglia, ho curato le tue
sorelle, le ho
assistite e sono certo che Charles non tratterebbe nessuno
così!”
“Ha
indovinato di
nuovo, dottore!”
“Mi fai
vedere il tuo
zaino?”
Un sospetto era
corso
nella mente del dottore:lui quegli effetti li riconosceva sempre, era
il suo
mestiere, dopotutto.
Albert, titubante,
cercò di fermarlo,ma fu costretto a
confessare:”D’accordo!Confesso: faccio uso
di droga, ma la prego NON LO DICA A MIO PADRE!”
Dopo aver sentito
quella frase pronunciata da Albert il dottore rimase senza parole, come
se
queste l’avessero sconvolte del tutto. Rimase a guardarlo
saputa la notizia.
Come poteva mantenere un tale segreto?
“Beh,
direi che la
visita si conclude qui!” poi sussurrò piano
“Posso almeno parlarne con tua
sorella?”
Albert
annuì
leggermente.
Nella stanza
affianco
intanto, Laura era in pensiero e percorreva pensierosa su e
giù il perimetro
del salotto, domandando più a se stessa che ad
Almanzo:”Che cosa avrà Albert di
tanto grave che non vuole dirci?”
Almanzo era seduto sulla sedia accanto al tavolo della cucina, quando
scesero
correndo Rose e Jenny, tutte allegre
“Andiamo
a fare una
passeggiata? Non ce la faccio più a restare chiusa in casa,
sono tre giorni che
non ci portate fuori…” replicò Jenny
con tono piagnucolante.
“Ci avete
stancato!”
Laura
guardò le
bambine:era vero!
Erano tre giorni
che
non si occupava di loro, ma solo di suo fratello:dopotutto erano
passati tanti
anni e aveva una voglia matta di rivederlo, ma non in quello stato.
Così faceva
del suo meglio per farlo guarire e farlo tornare quello di prima.
Nel frattempo, il
dottore aveva aperto la porta della camera da letto ed era uscito dalla
stanza.
Egli aveva
un’espressione alquanto triste:forse Albert aveva qualche
malattia inguaribile?
NOTE DELLE AUTRICI:
Ringraziamo Maty66, che
ha recensito il primo capitolo. Ringraziamo tutti coloro
che hanno letto la storia silenziosamente e speriamo che possa essere
di vostro gradimento.
In questo capitolo si hanno delle sorprese:si capisce in parte cosa ha
spinto Albert fino a Walnut Grove, ma rimane il dubbio se il dottore
manterrà o meno il segreto di Albert.
Se avete domande, scriveteci.
Alla prossima!
Un bacio, da ElenSofy e Mary