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Autore: lightblueTommo    04/01/2014    7 recensioni
“Osservarla nei corridoi della scuola -vagare con le sue amiche o con il suo ragazzo- felice e spensierata mi disarmava, ma mi dava anche la forza per andare avanti. Lei era la mia musa. Ogni mia poesia parlava di quell’angelo dagli occhi castani. Era una visione per chiunque. Ma il destino aveva deciso che il mio angelo avrebbe dovuto far ritorno a casa, lasciandomi solo con il mio dolore. Ancora una volta.”
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                   ONLY LOVE WILL REMEMBER

"Ti amerò per sempre." 


 


 

“Bella.
Bella e irraggiungibile.
Bella come una mattina di primavera.
Bella come il sole.
Bella da vivere.

 -Harry.”

 

Eccola: stava litigando di nuovo con quell'imbecille del suo ragazzo. Non passava giorno in cui lui non le desse contro, e lei non ritornasse a casa piangendo. Quale essere umano tratterebbe una creatura così bella e dolce in quel modo? Solo un animale senza cuore ne sarebbe capace. Lei era come una musa per me, la mia ispirazione.
Lei.
La ragazza che aveva rubato il mio cuore inconsapevolmente, facendomi perdere nei suoi occhi castani e pieni di dolore.
Un dolore che purtroppo non riuscivo a comprendere.

 
Se solo potessimo sfiorarci le mani
e confessarci ogni singolo istante della nostra breve vita,
tutto avrebbe un senso.

 -Harry.”

 

Più la osservavo e più il mio cuore si colmava d'amore. Suo fratello gemello, nonché il mio migliore amico, mi chiedeva sempre come avessi fatto ad innamorarmi di lei. Io non sapevo cosa rispondergli; lui le voleva bene, si, ma come da consuetudine non facevano altro che litigare. Un giorno passai a salutarlo, anche per riuscire a vedere lei. Era da un po' che si assentava da scuola e nessuno sapeva il perché. Anche Troy faceva assenze molto spesso.
Ehi amico.” mi salutò con un abbraccio piuttosto insolito.
Come va?” chiesi entrando. Lui mi fece accomodare.
In casa non c'era nessuno, solo io e lui. Non rispondeva alla mia domanda. Sembrava non ne avesse il coraggio.
Troy? Qualcosa non va?” 
A dire il vero si..” disse chinando la testa.
Puoi parlarmene se vuoi.
Vedi Harry, non è facile da dire. Specialmente a te..” iniziai seriamente a preoccuparmi. Si tratta di Tracy..
Sentivo il cuore battermi a mille. Cosa stava succedendo?
Harry lei.. lei ha il cancro.
Un colpo al cuore.
Fu come una fucilata che mi trapassò da parte a parte. Le mie mani diventarono fredde e nell'immediato me ne andai da casa sua.
Di colpo la vidi lì, mentre si faceva aiutare da sua madre ad uscire dall'automobile. La sua figura era diventata esile. Era pallida e i suoi occhi erano stanchi. Non riuscii nemmeno a proferire parola per salutarla. Lei mi guardò come se se ne vergognasse amaramente.
La ragazza più popolare e bella della scuola, ridotta in quelle condizioni, da un mostro che pian piano se la stava divorando dall'interno.

 “Se te ne andrai,
cosa ne sarà di me?
E del mio amore per te?

 -Harry.”

 Corsi a casa mia.
Come una furia me la presi con tutto ciò che mi circondava; lampade, tavolini, libri. E le lacrime varcarono il confine tra gli occhi e gli zigomi, uscendone fuori. Ero devastato, la ragione del mio sorriso se ne stava lentamente andando e io non le avevo mai detto ciò che provavo per lei, non le avevo mai fatto leggere le mie poesie, dedicate a lei, ma soprattutto non avevo mai parlato con lei.

 “Il tuo dolore sarà il mio
se accetterai di condividerlo con me.
Niente ti farà paura
se  mi permetterai di stare al tuo fianco. 

-Harry.”

 L'indomani dopo la scuola, mi diressi direttamente a casa di Troy; dovevo parlarle. Le mie mani erano fredde e sudate, non volevano proprio suonare quel dannato campanello, ma le costrinsi con la forza. Venne ad aprirmi Troy. Non aveva un bell'aspetto, e potevo immaginare anche il perché. I suoi occhi erano rossi e gonfi: aveva appena pianto. Entrando gli diedi una pacca sulla spalla, e lasciando lo zaino.
Se vuoi parlarle è in terrazza.” disse inspirando con forza. Io annuii e mi feci strada verso di lei.

 "Guardava il cielo come se volesse farci ritorno.
Chiedeva con il solo sguardo di affievolire le pene che le erano state inflitte senza ragione.

 -Harry.”

 Probabilmente sentì i miei passi, si voltò a guardarmi. Il mio cuore smise di battere. Quello sguardo mi fece morire prima di averle detto tutto quanto. Asciugò le lacrime che le avevano bagnato il viso, girandosi completamente verso di me, mostrandomi tutta la sua attenzione.
Dannazione, quanto era bella!
Ciao Harry.” era ovvio che conoscesse il mio nome, ma non avevamo mai parlato prima di quel momento.
Dalla mia bocca non uscirono parole, perché incapace di pronunciarle. Le feci un insulso cenno con la mano.
Mi sorrise.
E fu come se il cielo si fosse schiarito di colpo dopo una giornata piovosa.
Si sedette sul divanetto poco distante da lei, invitandomi a sederle accanto.
Come stai?” ebbi finalmente il coraggio di chiederle.
Sorrise.
Un dolce e flebile sorriso si espanse sul suo volto, facendole arrossire le guance.
Sono stata meglio.” allungò le maniche della felpa fino a coprirsi le dita.
Mi tolsi la giacca e gliela sistemai sulle spalle.
Grazie.” sussurrò sorridendomi.
Ti-ti prego.. dimmi che c'è qualcosa che io possa fare per farti star meglio.
Lo vorrei tanto, ma non c'è nulla in grado di farmi vivere più a lungo.
Quelle parole furono taglienti tanto quanto la lama di un coltello appena affilato.
Avrei tanto voluto farle tornare il sorriso, farla star bene come un tempo, anche se la guardavo da lontano mentre era felice con Kurt e il mio cuore pian piano andava in frantumi.
Il vento spostò i miei capelli, e lei, con la sua dolce e piccola mano pallida li risistemò come prima.
Quel gesto fu di un immensa dolcezza.
Hai i capelli lunghi.” sussurrò. “Dovresti tagliarli un po'.
In fondo la capivo, non aveva voglia di stare a parlare di ciò che le stava succedendo.
Tracy sta iniziando a far freddo. Perché non entrate?” le chiese Troy.
Era molto preoccupato per lei.
Solo altri cinque minuti.” gli rispose sorridendo.
Continuava a fissare il panorama davanti a sé.
Piange già da adesso.. il giorno del mio funerale non avrà più lacrime per farlo.
Ti prego non parlare del..” non riuscii a finire la frase, le lacrime stavano per avere la meglio ma glielo impedii.
Io ormai sono cosciente di quello che dovrà succedere e se l'ho accettato io, perché non potete farlo voi?
Semplice: perché io l'amavo. L'amavo più di me stesso.
Mi odiavo per non aver mai avuto il coraggio di confessarle quanto lei fosse importante per me.
Tracy.” richiamai la sua attenzione.
Mi sorrise come se tutto stesse andando bene, come se il cancro non fosse mai entrato a far parte della sua vita.
Vorrei.. vorrei far parte della tua vita.” che parole stupide e senza senso.
Furono le uniche che la mia bocca riuscì a pronunciare, ma nonostante tutto lei continuava a sorridere, facendo battere il mi cuore all'impazzata.
Una piccola lacrima le rigò una guancia, facendone presagire l'arrivo di altre. Si avvicinò a me e poggiandomi la testa sul petto chiuse gli occhi. Mi sentii smarrito, non seppi cosa fare, non seppi cosa dire. Mi tolse ogni singola attività cognitiva con quel gesto.
Inspirò lentamente per poi lasciar uscire quel macigno che aveva sul petto.
E io vorrei che tu non avessi mai detto queste parole, perché così facendo ti affezionerai a me e quando morirò tu soffrirai. E io non voglio che tu soffra.
A quelle parole le circondai le spalle con le mia braccia, per tenerla più stretta a me. Non volevo che si accorgesse dei miei occhi rossi e delle lacrime che stavano per uscirne fuori. Tutto quello non poteva essere vero, stava solo accadendo nella mia insulsa mente.
Ma sono egoista.” continuò interrompendo i miei pensieri. “E voglio che tu ne faccia parte.
Erano le ultime parole che mi sarei mai aspettato uscissero dalla sua bocca, eppure le disse.
Lei mi voleva nella sua vita. Voleva che riempissi le sue giornate come faceva lei con le mie, anche solo sorridendo.

 “Fu come rinascere dalle proprie ceneri.
Il mio mondo si trovava tra le mie braccia
ed io ne ero consapevole. 

-Harry.”

 Tornammo dentro, Tracy cominciava a sentire freddo.
Vado a stendermi un po' di sopra.” ci informò. Mi sporsi nell'immediato per aiutarla a salire le scale ma Troy mi bloccò per un braccio.
Una volta soli andammo a sederci sul divano in salotto, il suo volto era evidentemente turbato da tutta quella situazione.
Ti ho fermato perché voglio che rimanga autonoma finché può.” motivò le sue azioni. Fui pienamente d'accordo.
Harry le hanno dato non più di tre mesi di vita.” sussurrò.
Il cuore nel petto mi si fermò. Solo tre mesi. Avevo solo tre mesi per starle il più vicino possibile, dedicarmi a lei, vederla sorridere e sentire il suono melodioso della sua meravigliosa voce, ma soprattutto per dirle ti amo.
Dobbiamo cercare di starle il più vicino possibile.” Continuò. “..Non voglio perderla, Harry.” Alla fine cedette e scoppiò in lacrime. Cercai di confortarlo abbracciandolo, ma dopo poco mi unii al suo pianto. Immaginare che in poco tempo l’avremmo persa fu come immaginare di perdere una parte di noi stessi.

 Del tempo dopo salii in camera sua, volevo farle compagnia. Aprii leggermente la porta per vedere cosa stesse facendo, e mi accorsi che stava frugando nel suo armadio. Imprecava perché non riusciva a trovare ciò che stava cercando in esso; mi scappò una risata, era così tenera. Pian piano mi avvicinai a lei, andandomi a sedere sul suo letto nell’attesa che si accorgesse della mia presenza.
Ma dove l’ho messo..” era sempre più concentrata nella sua ricerca. “Ah eccolo!” esclamò contenta. Si voltò indietro e mi ritrovò davanti a lei, quasi si spaventò.
Scusa, i-io non volevo..
Oh no, tranquillo, mi fa piacere che tu sia qui.” Sorrisi. 
Sentirla parlare mi faceva dimenticare di tutto.

 “Così piccola e indifesa,
cercava la libertà.
Cercava la libertà che le era stata negata senza alcun apparente motivo.
Occhi speranzosi di un domani felice la cercavano,
mani alla ricerca del calore la cercavano,
un cuore volenteroso di donare amore la cercava. 

-Harry.”

 Si sedette accanto a me voltandomi le spalle e scostandosi i capelli su una spalla, poi mi porse una mano aprendola delicatamente.
Mi aiuteresti a chiuderla?
Sussurrai un certo, in imbarazzo più che mai. Mi avvicinai per allacciarle la collana e inspirai il suo profumo. Sapeva di lavanda; mi ricordai che Troy del tempo prima, mi disse che il profumo di lavanda era il suo preferito, così ogni giorno a scuola le lasciavo delle poesie nell’armadietto, i fogli odoravano di lavanda. Mi posizionavo in un punto dove avrei potuto vedere la sua reazione, e tutte le volte ripeteva sempre le stesse azioni: la apriva, ne leggeva il contenuto, inalava la fragranza e chiudeva gli occhi sorridendo e 
portando il foglio al petto. Avevo sempre pensato che lei attribuisse tutte quelle lettere a Kurt.
Grazie.” Esclamò una volta che io ebbi terminato. “E’ un regalo di mia madre.
E’ bellissima.” Le risposi. Con quelle parole speravo tanto che capisse cosa stessi provando in quel momento. L’improvviso lieve rossore che colorò le sue guance pallide me ne diede la conferma. Quella visione fu la più bella che potessi ‘avere’. La sua timidezza, la sua fragilità. Andiamo, chi non si sarebbe innamorato di una persona così?
Mandai al diavolo me stesso, la forza che mi frenava dal confessarle tutto e la baciai.
Si, la baciai.
Le mie mani si poggiarono delicatamente sulle sue guance calde e la portai a me. Le infransi un bacio su quelle dolci labbra. Da quanto tempo sognavo di farlo! Fu la decisione migliore della mia vita. Contro voglia mi staccai da lei e la osservai mentre teneva ancora gli occhi chiusi. La presi per mano, lei fece lo stesso.
Non innamorarti di me, Harry.
Troppo tardi, è già successo molto tempo fa.
L’attimo dopo aver pronunciato quelle parole fu lei a baciarmi. Spostò le sue piccole braccia intorno al mio collo, avvicinandosi. Fu il momento migliore di tutta la mia vita, riuscii a strapparle un sorriso! Mi sentii la persona più felice della terra.
Sai che quando non ci sarò pi..
Non lo dire.” Lamentai. Non volevo sentirlo. Avevo intenzione di vivere ogni istante al meglio. “Sono cosciente di questo ma Tracy, per un attimo prova a non pensarci.
Abbassò leggermente il viso, spostando nuovamente lo sguardo sulle nostre mani che erano ancora intrecciate. Sapevo che le stavo chiedendo troppo, ma volevo che si sentisse bene con se stessa e con gli altri, volevo che non si buttasse giù prima del dovuto. Ero consapevole che prima o poi quei tre mesi sarebbero terminati e insieme ad essi se ne sarebbe andata una parte del mio cuore, ma prima di allora volevo che lei si sentisse come non si era mai sentita in vita sua: amata. Kurt non faceva altro che trattarla male, gli serviva solo come riserva quando era giù di morale, adorava scaricare le sue tensioni portandosela a letto. Lei ci credeva. Lei lo amava. Ma non era abbastanza per lui che la voleva solamente usare. Tracy e Kurt erano i ragazzi più popolari della scuola, e per questo erano visti come celebrità da tutti i ragazzi; io mi distinguevo dalla massa, sapevo chi realmente fossero entrambi. Lui, un sudicio bestione che ragionava solamente con la seconda testa. Lei.. beh lei era la ragazza più dolce in assoluto sulla faccia della terra. Tutti erano suoi amici, tutti le volevano bene, non aveva nessun nemico, eccetto Kurt che la picchiava spesso, ma lei era accecata dall’amore e le era impossibile vedere la verità.
So che ti sarà difficile ma..
No voglio provarci.” Disse decisa annuendo. Mi sentii al massimo della felicità. Si stava facendo aiutare da me.
Spostò le sue piccole mani sulle mie guance e si avvicinò per lasciare un leggero bacio a stampo sulle mie labbra. A quella magnifica sensazione chiusi gli occhi, volevo gustare ogni singolo istante, perché con lei niente doveva andare perduto.
..Ti dispiace se adesso riposo un po’? domandò esitante.
Assolutamente no.
Ci alzammo dalla punta del letto; lei si distese e io le rimboccai le coperte, faceva freddo quella sera. Lasciandole un bacio sulla fronte mi congedai uscendo dalla porta.

 “Quel sorriso,
il suo sorriso mi mandava in estasi.
Era il sorriso più bello che avessi mai visto.
Era il sorriso di chi ha voglia di vivere, e di amare,
di dare tutto l’amore possibile.
Era il suo sorriso. 

-Harry.”

 Non appena mi voltai mi ritrovai Troy davanti, con un sorriso sul volto. Scendemmo al piano di sotto, rientrando in cucina. Troy mi offrì qualcosa da bere e accettai volentieri del tè freddo. Lo sorseggiavo nervoso nell’attesa che dicesse qualcosa.
Grazie Harry.” Furono le uniche parole che riuscì a dire.
Scossi la testa per fargli capire che non lo facevo perché dovevo, ma perché volevo. Volevo che lei sapesse quanto fosse importante per me, che non doveva lasciarsi andare, no. Lei doveva lottare. Io ne ero convinto, sapevo che ci sarebbero state delle speranze.
Non devi ringraziarmi.
E invece si, tu sei stato l’unico che fin ora è riuscito a farla reagire.
Mi sentii bene a quelle parole, che sapevo avessero un significato ben preciso. L’amavo ed era il minimo che potessi fare per lei.
Le ho detto che sono innamorato di lei.” Dissi abbassando lo sguardo, continuando poi a sorseggiare la bevanda.
Ho sentito amico.” Sorrise di rimando. Era ovvio che avesse sentito, stava origliando!
E poi mi ha baciato.” Alzai lo sguardo per osservare la sua espressione, che era a metà tra la felicità e tra la sfuriata; insomma era sua sorella gemella. “Ma prima l’ho baciata io.
E tutto questo coraggio da dove è saltato fuori?” mi fece una domanda molto ironica ma con un po’ di disappunto.
Beh eravamo da soli, e sentivo che quello era il momento giusto.
Sono contento, però ehi, è mia sorella!” fece la parte del finto offeso, ma in realtà sapevamo entrambi che in fondo lo voleva anche lui.

 Più tardi in serata, andai via, Tracy ancora dormiva e non volevo creare disturbo. Di ritorno a casa mi diressi senza pensarci due volte in camera mia, non salutando nemmeno i miei genitori che mi stavano aspettando per la cena.
Harry?” mi chiamò mia madre bussando alla porta. “Posso?
Si.” Non dissi nient’altro.
Negli ultimi giorni non stavo a casa molto spesso, il mio umore non era più lo stesso, io non ero più me stesso. E tutti se n’erano accorti.
Stai bene tesoro?” mi chiese cautamente entrando. La mia camera era totalmente in disordine, restò scioccata nel vedere quel mezzo casino, ma comunque non disse nulla.
Io annuii senza proferire parola, ero seduto alla scrivania.
Tra un po’ sarà pronta la cena.” Continuò.
Non ho fame.” In realtà ne avevo, ma dovevo fare qualcosa di più importante che cenare. Se le avessi detto che sarei andato, poi avrei mangiato tutto in fretta e in furia e avrei dovuto darle delle spiegazioni, e non ne avevo voglia.
D’accordo. Io comunque ti lascio qualcosa in caldo, se più tardi dovesse venirti fame.
La congedai con un sorriso.

 Volevo fare una sorpresa a Tracy, volevo dimostrarle quanto io tenessi a lei, e per farlo avevo bisogno di qualcosa di veramente speciale. Sapevo quanto lei amasse il teatro –inteso come struttura- e perciò decisi che la mia sorpresa avrebbe avuto a che fare con esso. Feci un paio di telefonate, a diversi teatri ma nessuno di questi mi avrebbe concesso ciò che chiedevo. Alla fine riposi tutte le mie speranze nell’ultimo teatro sull’elenco; parlando con la ragazza al call center scoprii che loro erano in un certo senso specializzati nel fare ciò che volevo. Le chiesi più informazioni su quello che i loro servizi potevano offrirmi ma non prenotai nulla, la situazione era piuttosto instabile al momento.

 Giorni dopo, alla fine delle lezioni mi sedetti sul muretto di fronte ai parcheggi con un libro in mano. Parlava di tutti i casi possibili del cancro, di tutti i sintomi e dell’alto rischio di morte. Avevo bisogno di sapere se in qualche modo lei sarebbe potuta guarire. Immerso nella lettura non mi accorsi della figura imponente che si era posizionata di fronte a me. Tolsi le cuffie dalle orecchie per sentire cosa volesse.
Senti.. ho bisogno di sapere dov’è Tracy.” Ma che grandissima faccia tosta, con quale coraggio mi chiedeva una cosa del genere? Lui che le aveva procurato tanta sofferenza. “Allora?” continuò a chiedere insistentemente.
Ho un nome, sai?” feci il suo stesso gioco. Tirai fuori le palle, non le avrebbe più fatto alcun male.
Parla stronzetto, o ti gonfio.” Disse. La mia espressione lo incitava a sferrare un pugno, ma stranamente non lo fece. Lasciò il colletto della mia camicia e si allontanò di poco, chinando poi la testa verso il basso. Quel comportamento mi sorprese.
Harry.. per favore.” Fui meravigliato. Kurt mi chiamò per nome per la prima volta.
Feci per andarmene, ma subito dissi: “..E’ a casa.” A quel punto andai via.

 -Era una bella giornata, il sole splendeva come non mai e il clima mite permetteva a Tracy di sostare a lungo sul terrazzo. Si sentiva strana, felice, come non le capitava da tempo ormai. Sentì suonare il campanello e il suo gemello andare ad aprire. Non riusciva molto a distinguere le voci poiché parlavano con un tono molto basso, ma era certa fosse una voce maschile. Si voltò sorridendo pensando fosse Harry ma non appena vide Kurt quel sorriso sulle sue labbra svanì di colpo, ed arretrò.
..Tracy.
Che ci fai qui.” Gli domandò secca. Non si sarebbe mai aspettata la sua visita, non dopo le parole che le aveva detto. Già da tempo Tracy non provava gli stessi sentimenti di una volta per Kurt, ma nel momento in cui gli confessò di essere malata lui le diede contro, facendola sentire inadeguata e un’inutile peso per chiunque, capì che con lui avrebbe dovuto chiudere. Per sempre.
Perdonami ti prego.” Disse il ragazzo avvicinandosi a lei. Tracy fu impassibile, non mosse un muscolo, tenendo fisso lo sguardo nei suoi occhi ghiaccio. “Ho detto quelle parole solo perché..
Perché sei un’insensibile.” Rispose. Era stanca di dover sopportare i suoi continui sbalzi d’umore.
No, perché ti amo e non voglio perderti.
Erano tutte scuse secondo Tracy, ma Kurt le pensava davvero quelle parole. In quel momento. Il ragazzo aveva capito la gravità del suo comportamento e stupidamente pensò di poter sistemare tutto con qualche scusa, ma Tracy era ferma sulle sue decisioni. Notando la sua impassibilità, Kurt si mise inginocchio cingendole le gambe con le braccia. Tracy perse per qualche istante l’equilibrio, ma ritornò in pochi secondi in posizione eretta. Sentiva il respiro di Kurt farsi sempre più pesante, e anche se silenzioso iniziò a piangere. In quale momento Tracy provò compassione per lui.
Alzati Kurt.” Stava per cedere anche lei. “Per favore.
Ti prego Tracy, perdonami. Io ti amo.
Lei chiuse gli occhi e lasciò uscire delle lacrime senza sapore. Tutto quello che provava per lui era svanito.
D’accordo. Ti perdono.” Affermò la ragazza.
Kurt alzò lo sguardo pieno di gioia, ritornando di nuovo in piedi fece per abbracciarla ma lei si ritrasse. Restò perplesso da quel comportamento. “Ma questo non vuol dire che torneremo insieme.” Lo guardò inespressiva. Il ragazzo fece un passo indietro, ancora una volta con gli occhi inondati di lacrime. Annuì impercettibilmente, raccolse il suo zaino poco distante da loro e con un breve e veloce cenno di mano se ne andò più che convinto che quella sarebbe stata la loro ultima conversazione. Tracy tirò un sospiro di sollievo. Non fu contenta di averlo visto in quelle condizioni, in fondo era stato la sua prima cotta. Ripensando a quello la ragazza rifletté e capì che il suo primo vero amore, la persona che le aveva rubato il cuore si trovava da tutt’altra parte, e di certo non era appena uscita da quell’appartamento. Sentendo il campanello suonare nuovamente Tracy sussultò, pensando che fosse Kurt ritornato alla carica con le sue suppliche, ma una piacevole sorpresa la fece ricredere.-

 Attraversai il corridoio che portava dall’ingresso alla veranda, dove Troy mia aveva detto che Tracy si trovava. Ero in ansia, emozionato e allo stesso tempo agitato, stavo per chiederle di uscire con me! Mi fermai sulla soglia della porta finestra e bussai riportando poi nell’immediato la mano nella tasca. Si girò e non appena mi vide sulle sue labbra si allargò un sorriso smagliante. Era da tanto che non la vedevo così.. spensierata. Mi venne incontro sicura di se portando le mani nascoste nelle maniche della felpa sulla mia nuca, facendomi flettere sulla sua bassa figura per ricambiare il bacio che stava per regalarmi. Mi sentii vivo in quell’istante. Le labbra di Tracy erano il posto migliore del mondo. Come sarei riuscito a staccarmene? La guardai negli occhi, ancora incredulo del nostro bacio.
Ciao.” Sussurrò guardandomi prima negli occhi, e spostando poi lo sguardo sulle mie labbra. Ricambiai il suo saluto con un semplice e banale sorriso, incapace di proferire parola. Quella ragazza mi mandava le corde vocali in fiamme il più delle volte.
Ho una notizia da darti.” Disse ancora sorridente. Dedussi che fosse buona. “Però prima sediamoci.” Mi prese per mano, conducendomi sul divanetto alla mia sinistra. Ero teso, non sapevo cosa aspettarmi. Speravo fosse una buona notizia e tutto me ne dava la conferma, ma la paura prese il sopravvento, facendomi rabbuiare pensando che potesse essere una notizia terribile e devastante. Abbassai il volto osservando le nostre mani ancora incrociate. Con la sua piccola e candida mano mi sollevò il mento, in modo che il mio sguardo fosse dritto nel suo. “Dimmi che è una buona notizia.” Le chiesi disperato. Lei annuì semplicemente e mi rincuorò.
Stamattina i miei sono andati a ritirare le analisi” lasciò per un momento il discorso appeso ad un filo immaginario.
E?” le chiesi in ansia.
Ed è tutto a posto, le mie condizioni sono migliorate!” esclamò felice. Il mio cuore si riempì di gioia e in un attimo di completa felicità scoppiai in un pianto liberatorio. Ero contento come non mai. Tutte le mie paure svanirono e finalmente ricominciai a sperare in un futuro con la ragazza che amavo. Tracy prese il mio viso tra le mani e poggiò la sua fronte sulla mia chiudendo gli occhi al contatto e sorridendo. Dio quanto l’amavo!
So come festeggiare.” Sussurrai mentre mi asciugava le lacrime. “Sarà una sorpresa.” Continuai.
Adoro le sorprese. 


Verso le otto passai a prenderla. Mi ero vestito di tutto punto per l’occasione. Era unica come non mai. Suonai il campanello e venne ad aprirmi suo padre; fu un po’ imbarazzante come situazione, ma smorzò la tensione dandomi una pacca sulla spalla e facendomi entrare. “Tracy, il tuo cavaliere è arrivato.” Le disse.
Arrivo!” esclamò. Dal suo tono di voce intuii che stesse sorridendo. Poco dopo la vidi scendere. Indossava un vestito grigio a maniche corte, con una banda nera appena sotto il seno e ballerine nere: era bellissima. Appena in fondo le scale sua madre le cingeva le spalle sorridente, in segno di approvazione. L’aiutò a mettere il cappotto e quando si avvicinarono a me la presi sotto braccio e le diedi un bacio sulla guancia.
Pronta?
Con te sempre.” Quelle parole mi scaldarono il cuore.
Sii prudente Harry.” Mi raccomandò suo padre.
Certo signore.” Annuii serio, facendo ridacchiare Tracy.
Vai Styles!” sentenziò in modo animalesco Troy.
Scossi la testa e finalmente varcammo la soglia di casa. L’aiutare a salire in macchina e subito dopo le sistemai la cintura facendola sospirare. Salii e misi in moto. Sentivo il cuore in gola: e se la mia sorpresa non le fosse piaciuta? Cos’avrei potuto fare? Di sicuro ne sarebbe rimasta delusa. Quel pensiero mi fece irrigidire.
Tutto bene?” mi chiese pacata. Io annuii mimandole un sorriso. Il solo pensiero di deluderla mi fece star male. Si può sapere dove mi stai portando?” mi chiese in tono compiaciuto, facendomi rilassare. Che strano potere aveva su di me.
Scossi la testa per farle capire di no e lei si strinse nelle spalle aspettando pazientemente di conoscere la meta tanto attesa.

Una volta di fronte al teatro parcheggiai nel posto riservato a noi e l’aiutai a scendere. Rimase a bocca aperta, letteralmente sconvolta. Ne ero sicuro. Mi hai portata a teatro?” mi chiese incredula, abbracciandomi poi.
Aspetta, non è come credi…” la presi per mano e ci dirigemmo verso la biglietteria. Diedi al ragazzo il mio nominativo e ci lasciò passare. Prima di aprire le porte della sala le chiesi di chiudere gli occhi di riaprirli solo alle mie parole. Cautamente la feci avanzare, aiutandola poi a salire gli scalini del palco. “Ora.” Dissi. Li riaprì e rimase a bocca aperta. Proprio così, un’intera sala di teatro a nostra disposizione. Nessuno spettacolo, nessun attore e nessuno spettatore. Solo noi e una meravigliosa cena a lume di candele. Portò le mani alla bocca e voltandosi verso di me mi mostrò gli occhi lucidi e felici.
Harry, nessuno aveva mai fatto questo per me. Grazie.” Mi abbracciò nuovamente. Il mio mondo si trovava tra le mie braccia. Di nuovo. E sarebbe stato così per molte altre volte ancora.

 Era silenziosa mentre degustava la cena, ma perennemente con un sorriso sulle labbra. Amavo osservarla, in tutto quello che faceva. Ma i miei momenti preferiti erano i suoi sorrisi causati inconsciamente nei sogni e quelli che precedevano delle risate, nel pieno delle sue giornate. L’amavo. Tanto. Forse troppo per essere un ragazzino di diciotto anni ma sì, l’amavo. Più di me stesso. E finalmente potevo avere l’occasione di dimostrarglielo, in tutti i modi. “La cena era deliziosa Harry, grazie ancora.” Prese il tovagliolo e lo portò alla bocca. Poco dopo si alzò dalla sedia e aggirando il tavolo venne da me, mettendosi a sedere sulle mie gambe e avvolgendomi un braccio dietro la nuca. Quel gesto mi spiazzò. L’asciò un bacio all’angolo della mia bocca, e poi, con la sua dolce e esile mano mi spostò verso le sue labbra. Tenevo una mano dietro la sua schiena per non farla cadere e un’altra, esitante sulla sua coscia sinistra. Sorrise dopo essersi staccata dalle mie labbra. Si alzò e mi prese per mano. Ancora non capivo cos’avesse in mente di fare. Mi portò dietro il sipario, e lasciandomi si diresse a chiuderlo. La guardai con aria curiosa.
Harry Styles, tu sei tanto importante per me” disse avvicinandosi lentamente, tenendo le mani dietro la schiena, e sfoggiandomi uno dei suoi più bei sorrisi. “Dio solo sa quanto.” Le sue parole divennero poi un sussurro sulla mia bocca. Piano mi sfilò la giacca, lasciandola cadere in terra. Si alzò sulle punte cominciando a lasciare una scia di baci che partiva dalla mascella e arrivava alla base del mio collo. “E voglio affidarmi a te, in ogni modo a me possibile.” Capii ogni cosa. E ciò mi spaventava. A morte. Deglutii lasciandola fare. Lentamente cominciò a sciogliere il nodo della cravatta, passando ai bottoni della camicia, lasciando dei teneri baci là dove ogni bottone si apriva. Si voltò scostando i capelli su una spalla, lasciando scoperta la cerniera del vestito, permettendomi di abbassarla. Le mie mani tremavano e Tracy se ne accorse. Feci scivolare il vestito da lei e infine le porsi una mano per uscirne. Era rimasta solamente in intimo e con le calze. Bellissima. Mi sfilò i pantaloni e io le tolsi le calze. L’attrassi a me e la baciai, facendo entrare in connessione i nostri corpi caldi. Il resto del mondo scomparve. La mia piccola Tracy. Esistevamo solo noi. Io e la mia Tracy che aveva deciso di concedersi a me.

Il teatro, le luci, l’atmosfera, persino la coperta che aveva steso per terra rendeva tutto meraviglioso. Finii per darle un ultimo bacio alla base del collo prima di alzare lo sguardo e ritrovare i suoi occhi castano chiaro. “Stai tremando.” Disse allarmata.
Non per il freddo.” Mi accarezzò il viso e le lasciai un bacio sul palmo della mano.
E’ la tua prima volta…” sussurrò.
Ti stavo aspettando.” I suoi lineamenti si mossero in un sorriso e si sporse per darmi un bacio. “Ti amo.” Ebbi finalmente il coraggio di dirglielo. Non mi aspettavo una risposta, sapevo che non era lo stesso per lei, ma in quel momento qualcosa mi fece dubitare del mio stesso pensiero. Mi strinse forte a sè aggrappandosi alle mie spalle. Amavo ogni cosa di lei. I suoi occhi, la sua bocca, le sue mani, la sua pelle. Le percorsi più volte il collo lasciando svariati baci, che le provocarono ripetuti brividi. La stavo amando con tutto me stesso. Spostò poi le mani lungo la mia schiena, arrivando ai fianchi. Il piacere del suo tocco mi fece chiudere gli occhi. Un lieve e dolce gemito uscì dalle nostre labbra nello stesso istante. Dovetti aspettare a lungo per poterle stare vicino. Ma ne era valsa la pena, avrei aspettato dell’altro tempo se solo fosse stato necessario. Niente era paragonabile alla sensazione di essere suo in quel momento. Sentivo il calore del suo tocco lungo tutto il mio corpo,  le sue guance arrossire e la sua fronte imperlarsi di sudore. “Non sai quanto anch’io ti ho aspettato.” Disse sulle mie labbra. La baciai ripetutamente più volte, facendola ridere. Il mio cuore era colmo di felicità. Niente e nessuno poteva rovinare quel momento. Quella notte io e Tracy ci eravamo appartenuti fino in fondo.

 L’aiutai a scendere dall’auto e le porsi il mio braccio. Una volta di fronte alla porta di casa, prima di entrare si trattenne con me per qualche istante; le accarezzai una guancia e  si lasciò trasportare mio tocco. “Grazie per la bella serata.” Sussurrò.
La smetterai mai di ringraziarmi?” le chiesi divertito.
Come posso, mi hai insegnato a vivere.” Cominciavano a pizzicarmi gli occhi. Spostò la mia mano dal suo viso e la riempì di teneri baci. “Sei la mia ancora, Harry.” Non mi trattenni più, la baciai. In quel momento suo padre aprì la porta di casa e velocemente mi scostai da lei, che non riuscì a nascondere un velo di divertimento, poi entrò in casa congedandosi da me con un cenno di mano.
E’ andato tutto bene?
Si signore.
Bene. …Sei un bravo ragazzo, Harry.” Sorridendo mi salutò e quando mi voltai chiuse la porta.
Quella fu la serata più bella della mia vita.

 -Felice e spensierata. Era così che Tracy si sentiva. Aveva appena fatto l’amore con il ragazzo che amava da tempo, eppure il cancro non si era arrestato. I dottori avevano dato dei giudizi affrettati. Tracy non stava guarendo, tutt’altro: la sua situazione si era aggravata notevolmente. Non appena varcata la soglia della sua stanza, la ragazza cadde in terra con tutto il suo peso, causando un tonfo sordo che non passò inosservato all’udito dei familiari. Accortisi dell’accaduto chiamarono nell’immediato un’ambulanza, che fortunatamente non tardò ad arrivare. Tracy era attaccata ad un respiratore, l’unico capace di mantenerla ancora in vita. Ormai da diverse ore la sua famiglia stava attendendo notizie, fin quando il Dr. Lee non uscì dalla sua stanza. Esitò. “La ragazza è in gravi condizioni” si fermò, prendendo un respiro profondo. “Potrà resistere al massimo una, o due settimane. Non di più.” Sentenziò. Non c’era più nulla da fare per lei. Ormai il suo destino era segnato. I suoi progetti e quelli del giovane Harry sfortunatamente erano stati campati in aria. Cominciavano già a svanire, diventando un ricordo nella mente di Tracy, la quale stava lottando con tutta sé stessa per non mollare la corda prima del previsto. “Si sveglierà?” chiese la madre con la voce rotta dal pianto.
E’ possibile, ora questo spetta a lei.” La donna annuì, chiedendo –ormai in lacrime- al dottore se potesse entrare nella sua stanza. Le fu concesso e raggiunse sua figlia. Suppliche e preghiere mute venivano invocate verso l’alto. Prendi me, non lei. E’ ancora giovane, ha un’intera vita davanti a sé. Ti prego, ti prego, prendi me. Pregava. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di salvare sua figlia, avrebbe dato persino la vita in cambio di quella di Tracy. Così come avrebbe fatto Harry se solo lo avesse saputo. La decisione della ragazza –ormai sveglia da un paio di giorni- fu quella di non fargli sapere nulla. Harry non doveva vederla in quello stato, non avrebbe dovuto soffrire più a lungo di quanto già non gli spettasse. Ma il ragazzo era preoccupato, non si dava pace. Nessuno rispondeva alle sue chiamate o ai suoi messaggi. E nessuno apriva alla porta di casa Miller. Stava per andare su tutte le furie, quando dopo una settimana si recò per l’ennesima volta a bussare a casa della ragazza. Fu Troy ad aprire la porta.-

 Cosa cazzo è successo? Dov’è Tracy? Perché non c’è nessuno…
Harry!” urlò mettendomi violentemente le mani sulle spalle per farmi calmare. “E’ morta. Tracy non c’è più.” Quelle parole mi stordirono. Cosa? No, non era vero. Era tutta una balla per spiegarmi perché era via.
No…” risi istericamente. Corsi su per le scale in camera sua. Aprii la porta. Il letto era intatto, tutto era al suo posto, persino il suo profumo aleggiava in quella stanza.
Si Harry.” Singhiozzò.
Mi lasciai andare sul letto ormai inerme. Quelle parole non potevano essere vere.
Ha lasciato questa per te.” Sussurrò passandomi una busta.

 

 

 Per Harry.

 

 Strano che io mi ritrovi a scriverti una lettera.
Proprio io che non sono mai stata brava con le parole.
Eppure ora escono fuori dalla mia mente in modo così fluido.. so il perché. 
È perché la sto scrivendo per te.
Con le tue lettere “segrete” mi hai insegnato ad amarti.
Si Harry, non essere sorpreso, sono innamorata di te, da parecchio tempo ormai.
Credevi che non me ne fossi accorta? Solo tu mi conoscevi così a fondo da sapere che il mio profumo preferito fosse quello alla lavanda, e che la musica classica è quella che apprezzo di più.
Sei stato una ventata di vita.
Hai alleggerito le mie sofferenze portando in me la tua gioia e la tua spensieratezza. L’altra notte è stata la migliore di tutta la mia esistenza.
…Adesso non piangere.
Non sprecare così le tue preziose lacrime.
Sii felice per ogni momento che abbiamo trascorso insieme e non dimenticare che ogni tuo sorriso è oro; erano loro a farmi addormentare la sera.
E anche ora, sto andando via con il tuo sorriso impresso nella mente.
Mio dolce Harry, Ti Amo.

 

 

 Tua per sempre
Tracy x

 

 

Non riuscivo a credere a quelle parole. Non poteva essere vero. Lei non era morta, no.
Rilessi quelle parole più volte per accertarmi del loro significato.
Era tutto vero. Il mio angelo era volato in cielo, lasciandomi solo con il ricordo del suo viso sorridente. Mi alzai dal letto e mi trascinai giù per le scale, ormai in lacrime. Aprii la porta e notai che aveva iniziato a piovere. Anche il tempo rispecchiava il mio umore. Tracy non c’era più, e io non potei nemmeno abbracciarla un’ultima volta e dirle quanto l’amavo. Camminai lungo il vialetto, arrestandomi dopo qualche passo e cadendo inginocchio. Alzai il volto al cielo, le gocce di pioggia mi impedivano di tenere gli occhi aperti.
TRACY TI AMO.” Urlai per far arrivare la mia voce fino in cielo. Fino a lei, il mio angelo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FINE

 

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Salve! 
Avete appena letto la pia prima OS, yeeeeeh 
Era da mesi che ci lavoravo, volevo finirla il prima possibile ma tra una cosa e l'altra, e spesso la mancanza di idee, non sono riuscita a comprelarla prima di ieri sera.
Ma finalmente eccola c: 
E' triste, strappalacrime e ho pianto anch'io (nel caso fosse successo anche a voi) nello scriverla, specialmente l'ultima parte. 
Allora, cosa ve n'è sembrato? Vi ha fatto schifo? Vi è piaciuta? 
Fatemelo sapere con una recensione, accetto qualsiasi tipo di critica. 
Adesso mi dileguo.
A presto, baci x

 

 
  
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