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Autore: Najara    26/05/2008    2 recensioni
(Cold Case) Lilly trova una piccola sorpresa in ufficio, è l'inizio di un nuovo caso irrisolto e forse di un nuovo amore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo

Capitolo primo

 

Il capo entrò in quel momento in ufficio insieme a Jeffries e Vera “Ciao Lilly, tutto…” non finì la frase e guardò con sorpresa la bambina Vera non diede il tempo a Lilly di spiegare “Lilly non sapevo che ti fossi fatta fare un piccolo clone!”, lei lo guardò stupita poi voltandosi verso Ann capì, in effetti era la sua copia sputata, esile e bionda, ma aveva gli occhi verdi non azzurri come i suoi, non rispose alla battuta e si rivolse a Stillman “Possiamo parlare nel suo ufficio?”, la bambina vedendola andare via si agitò “Lilly…”, la detective le sorrise “Devo parlare un attimo con questo signore, torno subito, guarda, potrai vedermi, sarò in quella stanza, questi sono Will e Nick, poi si avvicinò e le sussurrò all’orecchio in modo che tutti sentissero “Nick sembra solo brutto e cattivo, in realtà sa essere molto gentile, se vuole…” poi seguì il capo in ufficio godendosi la faccia di Vera. In ufficio spiegò la situazione a Stillman che concordò con lei, dovevano assolutamente capire dove stava andando Peter per fermarlo e l’unico modo era sperare che qualcuno fosse a conoscenza dei suoi piani e li rivelasse a loro oppure anticiparlo trovando prima di lui il colpevole. Lilly uscì dall’ufficio, Kat era appena arrivata e stava facendo conoscenza con Ann, andò dai colleghi e li mandò da Stillman, non poteva dir loro niente davanti alla bambina. Si sedette alla scrivania e cercò i parenti della famiglia, il primo punto da cui partire, Ann continuava a disegnare seduta dall’altro lato del tavolo.

Scotty era in ritardo, come al solito, in più non aveva dormito affatto bene, aveva fatto un sogno stranissimo, non brutto di per sé, ma che l’aveva lasciato stupefatto. Aveva sognato di giocare con una bimba bionda dagli occhi azzurri identici a quelli di Lilly, anzi ad essere sinceri erano quelli di Lilly, la piccola con cui giocava l’aveva chiamato papà, si era svegliato e non era più stato capace di riaddormentarsi fino al mattino, così poi non aveva sentito la sveglia. Non riusciva a capire il suo sogno, o forse non voleva ammettere quello che il suo subconscio aveva già ben chiaro. Era passato a prendere dei caffé per farsi perdonare, ma quando entrò in ufficio per poco non li lasciò cadere, davanti ai suoi occhi c’era la copia della bambina del suo sogno ed era alla scrivania di Lilly, proprio in quel momento lei la guardò e fece una domanda alla bambina che le rispose ridendo. Scotty non credeva hai suoi occhi, possibile che…

Per tutto quel tempo era rimasto imbambolato davanti alla porta senza accorgersene, ma Vera, che era uscito dall’ufficio del tenente da poco, se ne accorse e ne approfittò “Cosa c’è Valens, hai visto un fantasma?” Scotty si riscosse, entrò, “No, certo che no…” Ann si voltò verso di lui per guardarlo e lui vide due bei occhi verdi. Senza essersene reso conto aveva trattenuto il respiro, ora lo rilasciò. Vera gli spiegò la situazione lontano dalle orecchie della bambina e lui si sentì tremendamente stupido.

Vera e Jeffries scesero in archivio per recuperare il cartone della madre di Ann. Scotty, che aveva distribuito i caffé, portò a Lilly il suo le sorrise e chiese “Mi presenti la tua amica?” Ann sentendosi presa in causa intervenne subito “Mi chiamo Ann, e tu?” “Io mi chiamo Scotty, cosa stai disegnando di bello?” “Un treno, il mio papà me ne a fatto vedere uno questa mattina”, Lilly che era intenta nel suo lavoro si voltò verso la piccola “L’hai visto prima di venire qui?” “Sì, il mio papà doveva comprare un biglietto”. Lilly e Scotty si guardarono, questo non era un dettaglio trascurabile. “Ti dispiace se parlo un attimo con Scotty?” Ann scosse la testa. I due detective entrarono nell’ufficio di Stillman, che vedendoli entrare chiese “Novità?” “Forse capo” iniziò Scotty “Ann ci ha appena detto che Peter ha comprato un biglietto del treno questa mattina, probabilmente sta andando lontano da Philadelphia, abbiamo più tempo di quello che potevamo immaginare!”, “Bene, Lilly, scoperto qualcosa sui famigliari?” “Marie aveva già perso i genitori, le rimane soltanto una zia, Peter invece ha ancora il padre, con fedina penale sporca, è stato in carcere per una rissa in un bar, aveva picchiato quasi a morte un altro uomo, risulta poi una denuncia della moglie, poi ritirata, per violenza” “Allora, tu e Scotty andate dalla zia mentre Kat e Vera vanno dal padre, io e Will ci occupiamo del vecchio caso”. Scotty uscì, Lilly stava per seguirlo quando si voltò “E Ann?” Stillman sospirò, “Non so ancora… se chiamiamo i servizi sociali, quando ritroviamo Peter sarà difficile per lui riprenderla… sperando di trovarlo prima che commetta una sciocchezza!” “Potremmo tenerla qui per un po’, se siamo fortunati Peter tornerà indietro rendendosi conto di fare una stupidaggine!” suggerì Scotty, che era rientrato per ascoltare “Potrebbe essere un’idea capo, la piccola non disturba affatto!” lo appoggiò Lilly, Stillman scosse la testa pensieroso “Va bene, però se entro questa sera non è cambiata la situazione chiamo i servizi sociali, non posso fare di più” “Grazie capo”. I detective uscirono e diedero le consegne agli altri che intanto erano ritornati con la scatola. Tutti facevano ben attenzione a parlare in modo da non pronunciare mai i nomi, di modo che Ann non capisse che stavano parlando di persone che lei conosceva. La bambina non si curò di loro, ma continuò tranquillamente a disegnare fino a quando Lilly non indossò il capotto per uscire, allora la guardò preoccupata, scese dalla sedia e le si avvicinò “Posso venire con te?”, Lilly che presa dal lavoro non aveva pensato che la piccola sarebbe rimasta da sola non seppe cosa dire, ovviamente non poteva portarla con sé! “Ann, io devo andare via, non puoi accompagnarmi, ma tornerò presto non ci metterò molto…”, la piccola aveva le lacrime agli occhi, Lilly non sapeva proprio cosa fare, Stillman che aveva seguito la scena intervenne “Ann, ti dispiace venire qui con me, avrei proprio bisogno del tuo aiuto” la bambina lo guardò con interesse allora lui continuò “Lilly tornerà tra poco e allora andrete a mangiare insieme, va bene? Ma ora lei deve fare un lavoro per me e tu mi devi proprio aiutare” mentre Stillman parlava la piccola si era avvicinata a lui, ora che la guardava con sguardo interrogativo fece di sì con la testa, si voltò verso Lilly la salutò con la manina e le sorrise “Ci vediamo dopo Lilly, ciao Scotty”. Scotty e Lilly ricambiarono il saluto e partirono per la casa di Betty Suss. Appena saliti in macchina Scotty chiese sorridendo a Lilly “Come hai fatto a conquistarla in così poco tempo, dimmi il tuo segreto, se funziona anche con le donne è meglio del Graal!” Lilly lo guardò di traverso, poi disse seria “Il sacro potere della cioccolata!”, entrambi risero di gusto.

Arrivati alla casa scesero dall’auto e bussarono alla porta, venne ad aprire un donna sulla cinquantina.

Betty Suss: Cosa desiderate?

Lilly: Siamo della omicidi, detective Rush e Valens, possiamo entrare?

Betty Suss: Non so proprio niente io! Comunque, accomodatevi.

Scotty: Vorremmo sapere quando a visto per l’ultima volta Peter

Betty Suss: Chi? Non so di chi sta parlando…

Lilly: Di Peter Tods il marito di sua nipote Marie, il padre di Ann!

Betty Suss: Non lo dica come se fosse ovvio, non conoscevo quasi per nulla mia nipote e Peter l’ho conosciuto al funerale di Marie, io e suo padre non siamo mai andati d’accordo, e quindi non ho quasi avuto dei rapporti con la figlia.

Scotty: Quindi dal funerale non ha più visto Peter?

Betty Suss: No, in realtà è passato ieri sera con la bambina.

Lilly: E?

Betty Suss: Niente, pensate che ha avuto la faccia tosta di chiedermi di tenere la bambina per un po’! Pensate, tenere una mocciosa di quattro anni!

Lilly la guardò in malo modo pronta a rispondere per le rime ma Scotty l’anticipò

Scotty: Sa dirci perché voleva lasciarle la bambina? Le ha detto qualcosa al riguardo?

Betty Suss: No niente, solo che aveva già chiesto ad un collega che aveva detto di no, comprensibile!

Lilly: Niente altro?

Betty Suss: No… oh si… mi ha chiesto di farlo per Marie…

Lilly: E lei a continuato a rifiutare?

Betty Suss: Lei ha figli detective? No direi di no! Io ho lavorato per una famiglia ricca con tre figli, niente di più rumoroso, fastidioso e terribile dei bambini, allora ho giurato che non ne avrei mai avuto e sicuramente non mi prendo quelli degli altri!

Scotty: Va bene, arrivederci.

Lasciarono la casa, il buon umore di Lilly era evaporato “Come si può essere così insensibili! A quella donna non importa di niente!” Scotty non le rispose, aveva ragione certo, ma non poteva rispondergli che non tutti erano gentili e altruisti come lei.

Kat e Vera erano usciti un attimo prima di Lilly e Scotty, avevano raggiunto la casa del padre di Peter, Jeff Tods. Lo trovarono nel giardino, intento a bere birra.

Vera: Lei è Jeff Tods?

Jeff Tods: Sì perché?

Kat: Siamo detective della omicidi, vorremmo parlare di suo figlio.

Jeff Tods: Mio figlio?

Vera: Peter Tods! Forse avrebbe la mente più lucida se la smettesse di bere!

Jeff Tods: Vada a fare la morale a qualcun altro, non vedo mio figlio dalla morte di mia moglie, aveva diciassette anni, sparito! Non l’ho mai più rivisto, se si è messo nei guai sono proprio contento!

Kat: Non sa nulla della moglie? E della figlia?

Jeff Tods: Ah è così? Si è sposato e ha prolificato! Non me ne può importare di meno! E ora lasciatemi in pace!

I due ispettori se ne andarono, non valeva la pena insistere, probabilmente diceva la verità, chiunque sarebbe scappato da un padre simile e si capiva anche perché Peter non aveva chiesto aiuto al padre, nessuna persona sana di mente avrebbe anche soltanto preso in considerazione l’idea di lasciare la propria figlia ad un simile energumeno!

 

  
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