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Autore: HonoSamurai    04/01/2014    2 recensioni
A volte per poter vedere, bisogna prima accettare.
Modi diversi di affrontare la Festa della Mamma, Naruto aiuterà Sasuke a capire l'importanza di non dimenticare.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
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Fanfiction scritta al fronte della sfida sulla coppia “Naru-Sasu” , con il prompt “Festa della Mamma”
Se qualcuno vuole un sottofondo per leggere la fic consiglio “Winter” di Joshua Radin

Winter

La Festa della Mamma era una data molto importante a Konoha perché tutti i ragazzi e le ragazze avevano la possibilità di passare una giornata con le madri, il lavoro veniva per un giorno abbandonato per poter stare con colei a cui si doveva la vita.

Una data importante per molti ragazzi..tranne uno.

Sasuke Uchiha, dopo la fine della Grande Guerra, si era ripromesso che mai e poi mai sarebbe andato sulla tomba di un suo familiare, in fondo erano morti e non sarebbero tornati.

Non potevano né udirlo né tantomeno rispondergli.

Avevano cessato di esistere e piangere sulla loro tomba non avrebbe cambiato le cose.

Non erano passati che pochi mesi dalla morte di Madara, eppure a lui sembrava passata una vita.

Il villaggio sembrava averlo riaccolto come se nulla fosse, eppure malgrado tutto fosse ancora uguale a come l’aveva lasciato,

a lui,

tutto appariva diverso.

Quando quella mattina il sole sorse, Sasuke si alzò per andare ad allenarsi nei boschi fuori Konoha e,indossata l’uniforme da iniziò la camminata che l’avrebber portato alla sua mèta; adorava passeggiare per il villaggio ancora addormentato.

Gli sembrava quasi che il villaggio si svegliasse con lui, i primi negozianti aprivano i negozi chi per cucinare il pane, chi i taglioni che sarebbero serviti per il ramen.

Prima di arrivare alla porte di Konoha si ritrovò a passare di fianco al cimitero, accellerò il passo per non dover pensare ai suoi familiari che erano stati sepolti lì, ma si ritrovò a rallentare l’incedere quando udì una voce conosciuta a poca distanza, probabilmente proprio dall’interno di quel luogo:

-…mi sono svegliato presto, hai visto mamma?-

Naruto era seduto a gambe incrociate di fronte ad una lapide bianca con inciso sopra il simbolo del Clan Uzumaki, sotto il nome Kushina, davanti a quel sasso erano stati posati numerosi mazzetti di fiori rossi e bianchi, il biondo non sembrava essersi reso conto di essere osservato, indossava la sua uniforme da Eremita, la stessa giacca che era stata del madre sopra alla sua tuta arancione:

-Non avrei mai voluto fare tardi, oggi è il tuo giorno!-

Esclamò sorridendo allegramente,:

-Sai, non sapevo cosa fare ed ho pensato di fare colazione insieme a te, così avrei potuto raccontarti quello che è accaduto dopo che siamo riusciti a sconfiggere Madara, di sicuro papà di avrà raccontato quello che è accaduto, ma ci sono cose che voglio condividere con te, non so..se lui capirebbe..-

Naruto chinò il capo distogliendo lo sguardo dalla foto della madre, un lieve rossore né coloro gli zigomi:

-Ora avrei proprio bisogno dei tuoi consigli, mi..-

Si bloccò scuotendo il capo:

-No, no, non devo rattristarmi proprio nel tuo giorno!-

Aprì un sacchetto di tela marrone posato sul suo fianco destro e dall’interno estrasse due contenitori di plastica bianca e due paia di bacchette:

-Ho portato il ramen, lo so che è mattina, ma a me piace tanto, mamma, e volevo fartelo assaggiare!-

Uzumaki aprì entrambi i contenitori mostrando il contenuto, i tagliolini galleggiavano in un brodo rosso fuoco, proprio come i capelli della madre:

-Li ho fatti apposta per te, sono al peperocino!Spero che ti possano piacere..volevo pensare a te..-

Il biondo sorrise fissando i tagliolini:

-..io non sono ancora molto bravo a cucinare, ma mi impegnerò! Un Hokage non può di sicuro essere un pessimo cuoco!-

Aprì un paio di bacchette prendendo qualche spaghetto, dopo averlo mangiato rise:

-Sai,spero di innamorarmi un giorno..proprio come te di papà..-

Alzò lo sguardo dal ramen riportandolo sulla foto:

-Sai…quando, quando vi ho visti..anche se..se non eravate in carne ed ossa sono stato felice di vedermi, di..poterti abbracciare,mamma, e sapere..quello che hai fatto..per me..-

Accennò una risata mangiando una nuovo boccone:

-Sai, mi piacerebbe farti conoscere i miei compagni di squadra, sono..entrambi molto forti e ti piacerebbero molto, Sakura ti somiglia..è forte come te, Sasuke è..molto ombroso, ma sono sicuro che ti piacerebbe anche lui!-

Sasuke non se ne rese subito conto, ma man mano che Naruto continuava a parlare, lui muoveva pericolosi passi verso di lui e, quando ormai fu troppo tardi, si riprese dalla trance in cui era caduto.

Naruto era a meno di due metri, ancora a gambe incrociate di fronte alla tomba, e lo fissava con quei grandi occhi azzurri dipinti di un’espressione stupita, ma anche allegra, scattò subito in piedi afferrandolo per un braccio:

-Ehi, mamma, lui è Sasuke Uchiha!-

Esclamò trasciandolo di fronte alla tomba come un uragano, Sasuke tentò di trattene l’impeto del compagno di squadra, ma i suoi sforzi, fin troppo esigui, furono del tutto vani di fronte all’irruenza del biondo:

-Baka! Cosa diavolo fai?! Lasciami!-

Soffiò stizzito facendosi subito lasciare da Uzumaki che assottigliò gli occhi ribattendo:

-Dobe, perché devi essere così acido anche davanti a mia madre!-

Il moro si allontanò di un passo da Naruto, rivolse lo sguardo prima sulla tomba indicata e poi sul biondo:

-Cosa vuoi che senta, tua madre è morta, ormai è polvere! E di sicuro non è qui ad ascoltare quello che diciamo!-

Ringhiò prima di dare le spalle al compagno di squadra e marciare fuori dal cimitero, malgrado la velocità con cui distolse lo sguardo da Naruto non potè evitarne lo sguardo ferito.

Quegli occhi azzurri lucidi e feriti si piantarono indelebili nella sua mente.

 

*************************************

           

Sasuke tornò dagli allenamenti nei boschi quando ormai il sole stava calando, aveva deciso di restare fuori dal villaggio per l’intera giornata non soltanto per poter riflettere su come rendersi utile a Konoha, ma anche per evitare Naruto.

Si era comportato male nei suoi confronti e con quella frase aveva esagerato, sapeva bene che l’aveva detta perché provava molta invidia verso il biondo.

Malgrado la madre fosse morta, lui rusciva a parlargli come se l’avesse davanti in carne ed ossa, probabilmente se lui avesse trovato il coraggio di perdonarla non sarebbe riuscito nemmeno a dire una parola.

Si sarebbe sentito uno stupido a parlare un sasso.

Doveva chiedergli scusa.

L’occasione propizia si presentò proprio mentre passava per la parte del bosco dove aveva affrontato Gaara durante l’esame Chunin, Naruto era seduto su un albero di quella radura e, Sasuke lo riconobbe, era proprio l’albero dove era stata imprigionata Sakura durante lo scontro.

Si bloccò ad osservarne l’espressione cupa dipinta sul viso solitamente sempre colorato di un’espressione solare, gli occhi erano lucidi e leggermente arrossati.

L’Uchiha rimase bloccato a fissarlo:

-Dobe,vattene!-

La voce di Naruto lo raggiunge bassa e triste, sobbalzò, pensando di essere ben nascosto.

Il corvino, ormai scoperto, salì sul ramo su cui era seduto Uzumaki in pochi salti, ma la forza portate non sembrava intenzionata ad aspettarlo, dato che si era già alzata in piedi per allontanarsi, ma Sasuke riuscì ad afferrarla in tempo per un polso bloccandola:

-Aspetta, Naruto, volevo..volevo chiederti scusa!-

Il biondo, che stava già iniziando a tirare per farsi lasciare il braccio, si bloccò nel sentire quelle ultime tre parole, così strane sulla bocca dell’Uchiha che continuò:

-Io..io credo..di essere invidioso..di..di come riesci a parlare con tua madre..anche..anche se è lontana..-

L’espressione, già stupita, dipinta sul viso di Naruto divenne ancora più stupita alla successiva frse che udì, spalancò la bocca non trovando, forse per la prima volta nella sua vita, qualcosa da dire per ribattere; si concesse qualche istante per riprendersi da quelle parole appena udite e sul viso si disegnò  un sorriso dolce:

-Se vuoi, posso aiutarti..-

Fu la volta di Sasuke di rimanere stupito:

-L..Lo faresti?-

Naruto annuì, alzò una mano per stringerne una di Sasuke:

-Andiamo..-

 

*************

           

Poche ore dopo, quando ormai il sole si trovava sull’orizzonte, Sasuke si ritrovò al cimitero insieme a Naruto, tra le mani stringeva un mazzo di rose bianche, non sapeva bene quali fiori piacessero alla madre.

Sperava almeno che quelli fossero almeno sufficienti allo scopo.

Appena Sasuke arrivò all’entrata del cimitero si ritrovò di fronte quasi tutti i suoi compagni di classe: Shikamaru, Choji e Ino avevano addosso le loro uniformi da Jonin e tra le mani stringevano tutti dei mazzi di fiori azzurri, poco lontano c’erano Kiba, Hinata e Ten Ten, insieme a Lee, Shino e Sai, anche loro avevano delle espressioni cupe e tenevano in mano dei mazzi di fiori che variavano dall’arancione al rosso, una voce che giunse alle sue spalle lo fece sobbalzare:

-Sasuke! Sei venuto anche tu, sono sicura che ne sarà felice!-

Sakura era alle sue spalle, tra le mani teneva anche lei dei fiori, nel suo caso, rossi:

-Cosa..cosa..chi ne sarà felice?.

Sasuke fissò confuso la compagna di squadra che chinò il capo sospirando:

-Ah..scusami, credevo che quei fiori fossero per..-

Il corvino si voltò verso Naruto:

-Di cosa stanno parlan..-

Si bloccò, il biondo era sparito, probabilmente l’aveva preceduto all’interno del cimitero per obbligarlo a seguirlo, sospirò, Kakashi vedendolo confuso gli si avvicinò:

-Sasuke, sei sicuro di sentirti bene?-

Lee alzò le spalle:

-Sappiamo che tu non dai importanza a queste cose, quindi se non vuoi venire fa niente, non andiamo a salutarlo!-

Shikamaru fece un cenno al gruppetto che si era formato:

-Su, dobbiamo farlo prima che il sole cali, muoviamoci-

Portò la mano appena alzata in tasca dirigendosi verso il centro del cimitero seguito a ruota da tutto il gruppo, Hatake chiuse il piccolo corteo che si era formato:

-Maestro, dove stanno andando tutti?-

Domandò sempre più confuso Sasuke, Kakashi si fermò voltandosi verso l’ex-allievo:

-Stiamo andando a salutare un amico e, prima o poi, dovresti farlo anche tu–

Accennò un sorriso triste sotto alla maschera, il corvino ancora una volta non capì.

Il Jonin non aggiunse altro dirigendosi anche lui verso il punto in cui tutti i suoi compagni stavano convergendo.

Sasuke entrò nel cimitero, pensava di trovare Naruto alla tomba della madre, ma quando arrivò la trovo piena di rampicanti e sporca per le incurie del tempo, sospirò sentendo una stretta al cuore nel vedere così rovinato il luogo in cui era seppellita sua mamma:

-Mi dispiace..-

Sussurrò, posò i fiori di fronte alla lapide in cui era scolpito il nome, ormai sbiadito, di Mikoto Uchiha.

Strappò un pezzo della manica destra della sua uniforme per poter così pulire il vetro dietro cui si trovava la foto della madre, era passato così tanto tempo dalla sua morte che ne aveva dimenticato l’odore e la voce, quasi l’aspetto.

Vederla dopo tanto tempo, riportò in superficie i ricordi che aveva di lei, fu come se quei dati ricordi riaquistare vigore e colore.

Fu molto strano, dentro di lui si alternarono sensazioni completamente opposte: provava tristezza, ma anche calma e felicità.

-Sarei dovuto venire prima, perdonami mamma..io verrò più spesso..-

Sorrise accucciandosi davanti alla lapide:

-Mi..mi mancano le tue parole di incoraggiamento, mi..mancano i tuoi abbracci..-

Alzò una mano per asciugare alcune lacrime che, traditrici, scesero dai suoi occhi:

-..io non so se diventerò l’uomo che avresti voluto, ma spero di riuscire a rendere almeno un po’ di onore al nostro Clan, mi impegnerò, mamma..lo prometto…-

Si alzò in piedi:

-..ci…ci vediamo…mamma..-

Si voltò per allontanarsi e si stupì nel sentirsi incredibilmente leggero, fino a poche ore prima avrebbe detto che fare una cosa del genere sarebbe impossibile per lui

Eppure ora sapeva che avrebbe ripetuto diverse volte quel rito.

Doveva ringraziare Naruto che l’aveva spinto a compiere quel gesto!

Ritornò in uno dei vialetto che conducevano all’uscita del cimitero, voltando lo sguardo verso il centro del Capo Santo, notò che Naruto si trova proprio lì insieme a tutti i suoi compagni, allungò il passo dirigendosi verso quel punto:

-Naruto…grazie-

Gli disse non appena gli fu di fronte, il biondo sorrise solare:

-Con chi stai parlando?-

Domandò Sakura avvicinandosi al compagno di squadra, Sasuke la fissò sospreso voltandosi verso Uzumaki, ma ancora una volta i suoi occhi incontrarono il vuoto:

-Io..-

Tornò a guardare la ragazza che divise il mazzo di fiori che teneva tra le mani porgendogliene una parte:

-Tieni..-

Sussurrò sorridendo triste,l’Uchiha scosse il capo:

-No, a cosa mi dovrebbero servire?-

Fu allora che guardò veramente, per la prima volta, la tomba che si trovava di fronte a lui e che, quel giorno, avrebbe dovuto vedere quando aveva incontrato la forza portante vicino alla tomba di Kushina Uzumaki.

 

Naruto Uzumaki

“La Fiammella che ha permesso alla Pace di divampare”

Rimase a lungo di fronte a quella lapide, lentamente tutti i suoi compagni se ne andarono lasciando il proprio pegno di amicizia di fronte a quel freddo sasso.

Sasuke non si mosse, sentì Sakura dirgli qualcosa, Kakashi lo salutò posandogli una mano sulla spalla in un gesto consolatorio.

Sasuke non sentiva nulla, i suoi occhi fino a quel momento non avevano voluto vedere.

Naruto non c’era più.

Eppure gli era sembrato così reale.

Così..vivo.

Eppure davanti a lui c’era la prova che il suo compagno di squadra non c’era più.

La sua mente per ben tre mesi gli aveva mentito, non permettendogli di ricordare la morte di Naruto, ed ora..tutti quei ricordi spiacevoli si stavano riversando nel suo conscio come un terribile macigno ed il biondo non c’era ad aiutarlo a non sprofondare nelle tenebre:

-Perché!-

Urlò rompendo il silenzio del cimitero, fissò la foto della lapide: Naruto sorrideva salutando il fotografo con una mano, perfino da morto trasmetteva allegria:

-Hai dovuto fare l’eroe fino alla fine! Non potevi lasciare che gli altri si salvassero da soli! Hai..hai dovuto dimostrare fino all’ultimo il tuo credo! Ed ora..hai visto?! Ora sei morto!-

Gridò sfogando tutto quello che dentro di lui stava crescendo, sentiva perfettamente le lacrime pungergli gli occhi:

-Ora da morto come difenderai il tuo credo?! Da morto non puoi aiutare nessuno!-

Sollevò un braccio per asciugarsi le lacrime con la manica:

-Ora..come mi aiuterai..a stare fuori dalle tenebre?-

Sussurrò cadendo in ginocchio davanti alla lapide, posando una mano sula foto ad accarezzarla.

Orochimaru aveva ragione.

Lui non poteva proprio essere indifferente a Naruto, perché Naruto era stato la sua primavera.

Ed ora che non c’era più, per lui era calato il freddo inverno.

-..ai..ai..shiteru…Naruto..-

Mormorò scuotendo il capo:

-..anche se ormai è tardi..per dirtelo…-

-Grazie-

La voce del biondo, Sasuke alzò lo sguardo e si ritrovò a fissarlo dritto negli occhi, era accovacciato davanti a lui e gli stava tenendo il viso tra le mani:

-Sasuke, anche se ora sono lontano, finchè tu mi terrai nel tuo cuore, mi avrai sempre vicino, non sono bravo con le spiegazioni, lo sai, ma lo sai che dico le cose come stanno..-

Il corvino fissò incredulo Uzumaki che sorrise solare:

-..sono felice di averti visto tornare al villaggio prima di morire, grazie..-

Colmò la distanza tra i loro visi depositando un bacio delicato sulle labbra del corvino:

-..grazie di essere venuto, ai..shiteru, Dobe..-

Un battito di ciglia, questo bastò e Sasuke si ritrovò a fissare il vuoto di fronte a sé, dove, poco prima, c’era Naruto.

Sentiva ancora le lacrime pungergli gli occhi e quell’insistente sensazione di tristezza stringergli cuore, ma quando ritornò a guardare la foto di Naruto, sorrise.

-Grazie-

Sussurrò.

Sapeva che l’avrebbe sentito.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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