Fanfiction scritta al fronte della sfida sulla
coppia “Naru-Sasu” , con il prompt “Festa della Mamma”
Se qualcuno vuole un sottofondo per leggere la fic consiglio “Winter” di Joshua
Radin
Winter
La
Festa della Mamma era una data molto importante a Konoha perché tutti i ragazzi
e le ragazze avevano la possibilità di passare una giornata con le madri, il
lavoro veniva per un giorno abbandonato per poter stare con colei a cui si
doveva la vita.
Una
data importante per molti ragazzi..tranne uno.
Sasuke
Uchiha, dopo la fine della Grande Guerra, si era ripromesso che mai e poi mai
sarebbe andato sulla tomba di un suo familiare, in fondo erano morti e non
sarebbero tornati.
Non
potevano né udirlo né tantomeno rispondergli.
Avevano
cessato di esistere e piangere sulla loro tomba non avrebbe cambiato le cose.
Non
erano passati che pochi mesi dalla morte di Madara, eppure a lui sembrava
passata una vita.
Il
villaggio sembrava averlo riaccolto come se nulla fosse, eppure malgrado tutto
fosse ancora uguale a come l’aveva lasciato,
a
lui,
tutto
appariva diverso.
Quando
quella mattina il sole sorse, Sasuke si alzò per andare ad allenarsi nei boschi
fuori Konoha e,indossata l’uniforme da iniziò la camminata che l’avrebber portato
alla sua mèta; adorava passeggiare per il villaggio ancora addormentato.
Gli
sembrava quasi che il villaggio si svegliasse con lui, i primi negozianti
aprivano i negozi chi per cucinare il pane, chi i taglioni che sarebbero
serviti per il ramen.
Prima
di arrivare alla porte di Konoha si ritrovò a passare di fianco al cimitero,
accellerò il passo per non dover pensare ai suoi familiari che erano stati
sepolti lì, ma si ritrovò a rallentare l’incedere quando udì una voce
conosciuta a poca distanza, probabilmente proprio dall’interno di quel luogo:
-…mi
sono svegliato presto, hai visto mamma?-
Naruto
era seduto a gambe incrociate di fronte ad una lapide bianca con inciso sopra
il simbolo del Clan Uzumaki, sotto il nome Kushina, davanti a quel sasso erano
stati posati numerosi mazzetti di fiori rossi e bianchi, il biondo non sembrava
essersi reso conto di essere osservato, indossava la sua uniforme da Eremita,
la stessa giacca che era stata del madre sopra alla sua tuta arancione:
-Non
avrei mai voluto fare tardi, oggi è il tuo giorno!-
Esclamò
sorridendo allegramente,:
-Sai,
non sapevo cosa fare ed ho pensato di fare colazione insieme a te, così avrei
potuto raccontarti quello che è accaduto dopo che siamo riusciti a sconfiggere
Madara, di sicuro papà di avrà raccontato quello che è accaduto, ma ci sono
cose che voglio condividere con te, non so..se lui capirebbe..-
Naruto
chinò il capo distogliendo lo sguardo dalla foto della madre, un lieve rossore
né coloro gli zigomi:
-Ora
avrei proprio bisogno dei tuoi consigli, mi..-
Si
bloccò scuotendo il capo:
-No,
no, non devo rattristarmi proprio nel tuo giorno!-
Aprì
un sacchetto di tela marrone posato sul suo fianco destro e dall’interno
estrasse due contenitori di plastica bianca e due paia di bacchette:
-Ho
portato il ramen, lo so che è mattina, ma a me piace tanto, mamma, e volevo
fartelo assaggiare!-
Uzumaki
aprì entrambi i contenitori mostrando il contenuto, i tagliolini galleggiavano
in un brodo rosso fuoco, proprio come i capelli della madre:
-Li
ho fatti apposta per te, sono al peperocino!Spero che ti possano
piacere..volevo pensare a te..-
Il
biondo sorrise fissando i tagliolini:
-..io
non sono ancora molto bravo a cucinare, ma mi impegnerò! Un Hokage non può di
sicuro essere un pessimo cuoco!-
Aprì
un paio di bacchette prendendo qualche spaghetto, dopo averlo mangiato rise:
-Sai,spero
di innamorarmi un giorno..proprio come te di papà..-
Alzò
lo sguardo dal ramen riportandolo sulla foto:
-Sai…quando,
quando vi ho visti..anche se..se non eravate in carne ed ossa sono stato felice
di vedermi, di..poterti abbracciare,mamma, e sapere..quello che hai fatto..per
me..-
Accennò
una risata mangiando una nuovo boccone:
-Sai,
mi piacerebbe farti conoscere i miei compagni di squadra, sono..entrambi molto
forti e ti piacerebbero molto, Sakura ti somiglia..è forte come te, Sasuke
è..molto ombroso, ma sono sicuro che ti piacerebbe anche lui!-
Sasuke
non se ne rese subito conto, ma man mano che Naruto continuava a parlare, lui
muoveva pericolosi passi verso di lui e, quando ormai fu troppo tardi, si
riprese dalla trance in cui era caduto.
Naruto
era a meno di due metri, ancora a gambe incrociate di fronte alla tomba, e lo
fissava con quei grandi occhi azzurri dipinti di un’espressione stupita, ma
anche allegra, scattò subito in piedi afferrandolo per un braccio:
-Ehi,
mamma, lui è Sasuke Uchiha!-
Esclamò
trasciandolo di fronte alla tomba come un uragano, Sasuke tentò di trattene
l’impeto del compagno di squadra, ma i suoi sforzi, fin troppo esigui, furono
del tutto vani di fronte all’irruenza del biondo:
-Baka!
Cosa diavolo fai?! Lasciami!-
Soffiò
stizzito facendosi subito lasciare da Uzumaki che assottigliò gli occhi
ribattendo:
-Dobe,
perché devi essere così acido anche davanti a mia madre!-
Il
moro si allontanò di un passo da Naruto, rivolse lo sguardo prima sulla tomba
indicata e poi sul biondo:
-Cosa
vuoi che senta, tua madre è morta, ormai è polvere! E di sicuro non è qui ad
ascoltare quello che diciamo!-
Ringhiò
prima di dare le spalle al compagno di squadra e marciare fuori dal cimitero,
malgrado la velocità con cui distolse lo sguardo da Naruto non potè evitarne lo
sguardo ferito.
Quegli
occhi azzurri lucidi e feriti si piantarono indelebili nella sua mente.
*************************************
Sasuke
tornò dagli allenamenti nei boschi quando ormai il sole stava calando, aveva
deciso di restare fuori dal villaggio per l’intera giornata non soltanto per
poter riflettere su come rendersi utile a Konoha, ma anche per evitare Naruto.
Si
era comportato male nei suoi confronti e con quella frase aveva esagerato,
sapeva bene che l’aveva detta perché provava molta invidia verso il biondo.
Malgrado
la madre fosse morta, lui rusciva a parlargli come se l’avesse davanti in carne
ed ossa, probabilmente se lui avesse trovato il coraggio di perdonarla non
sarebbe riuscito nemmeno a dire una parola.
Si
sarebbe sentito uno stupido a parlare un sasso.
Doveva
chiedergli scusa.
L’occasione
propizia si presentò proprio mentre passava per la parte del bosco dove aveva
affrontato Gaara durante l’esame Chunin, Naruto era seduto su un albero di
quella radura e, Sasuke lo riconobbe, era proprio l’albero dove era stata
imprigionata Sakura durante lo scontro.
Si
bloccò ad osservarne l’espressione cupa dipinta sul viso solitamente sempre
colorato di un’espressione solare, gli occhi erano lucidi e leggermente
arrossati.
L’Uchiha
rimase bloccato a fissarlo:
-Dobe,vattene!-
La
voce di Naruto lo raggiunge bassa e triste, sobbalzò, pensando di essere ben
nascosto.
Il
corvino, ormai scoperto, salì sul ramo su cui era seduto Uzumaki in pochi
salti, ma la forza portate non sembrava intenzionata ad aspettarlo, dato che si
era già alzata in piedi per allontanarsi, ma Sasuke riuscì ad afferrarla in
tempo per un polso bloccandola:
-Aspetta,
Naruto, volevo..volevo chiederti scusa!-
Il
biondo, che stava già iniziando a tirare per farsi lasciare il braccio, si
bloccò nel sentire quelle ultime tre parole, così strane sulla bocca
dell’Uchiha che continuò:
-Io..io
credo..di essere invidioso..di..di come riesci a parlare con tua
madre..anche..anche se è lontana..-
L’espressione,
già stupita, dipinta sul viso di Naruto divenne ancora più stupita alla
successiva frse che udì, spalancò la bocca non trovando, forse per la prima
volta nella sua vita, qualcosa da dire per ribattere; si concesse qualche
istante per riprendersi da quelle parole appena udite e sul viso si disegnò un sorriso dolce:
-Se
vuoi, posso aiutarti..-
Fu
la volta di Sasuke di rimanere stupito:
-L..Lo
faresti?-
Naruto
annuì, alzò una mano per stringerne una di Sasuke:
-Andiamo..-
*************
Poche
ore dopo, quando ormai il sole si trovava sull’orizzonte, Sasuke si ritrovò al
cimitero insieme a Naruto, tra le mani stringeva un mazzo di rose bianche, non
sapeva bene quali fiori piacessero alla madre.
Sperava
almeno che quelli fossero almeno sufficienti allo scopo.
Appena
Sasuke arrivò all’entrata del cimitero si ritrovò di fronte quasi tutti i suoi
compagni di classe: Shikamaru, Choji e Ino avevano addosso le loro uniformi da
Jonin e tra le mani stringevano tutti dei mazzi di fiori azzurri, poco lontano
c’erano Kiba, Hinata e Ten Ten, insieme a Lee, Shino e Sai, anche loro avevano
delle espressioni cupe e tenevano in mano dei mazzi di fiori che variavano
dall’arancione al rosso, una voce che giunse alle sue spalle lo fece
sobbalzare:
-Sasuke!
Sei venuto anche tu, sono sicura che ne sarà felice!-
Sakura
era alle sue spalle, tra le mani teneva anche lei dei fiori, nel suo caso,
rossi:
-Cosa..cosa..chi
ne sarà felice?.
Sasuke
fissò confuso la compagna di squadra che chinò il capo sospirando:
-Ah..scusami,
credevo che quei fiori fossero per..-
Il
corvino si voltò verso Naruto:
-Di
cosa stanno parlan..-
Si
bloccò, il biondo era sparito, probabilmente l’aveva preceduto all’interno del
cimitero per obbligarlo a seguirlo, sospirò, Kakashi vedendolo confuso gli si
avvicinò:
-Sasuke,
sei sicuro di sentirti bene?-
Lee
alzò le spalle:
-Sappiamo
che tu non dai importanza a queste cose, quindi se non vuoi venire fa niente,
non andiamo a salutarlo!-
Shikamaru
fece un cenno al gruppetto che si era formato:
-Su,
dobbiamo farlo prima che il sole cali, muoviamoci-
Portò
la mano appena alzata in tasca dirigendosi verso il centro del cimitero seguito
a ruota da tutto il gruppo, Hatake chiuse il piccolo corteo che si era formato:
-Maestro,
dove stanno andando tutti?-
Domandò
sempre più confuso Sasuke, Kakashi si fermò voltandosi verso l’ex-allievo:
-Stiamo
andando a salutare un amico e, prima o poi, dovresti farlo anche tu–
Accennò
un sorriso triste sotto alla maschera, il corvino ancora una volta non capì.
Il
Jonin non aggiunse altro dirigendosi anche lui verso il punto in cui tutti i
suoi compagni stavano convergendo.
Sasuke
entrò nel cimitero, pensava di trovare Naruto alla tomba della madre, ma quando
arrivò la trovo piena di rampicanti e sporca per le incurie del tempo, sospirò
sentendo una stretta al cuore nel vedere così rovinato il luogo in cui era
seppellita sua mamma:
-Mi
dispiace..-
Sussurrò,
posò i fiori di fronte alla lapide in cui era scolpito il nome, ormai sbiadito,
di Mikoto Uchiha.
Strappò
un pezzo della manica destra della sua uniforme per poter così pulire il vetro
dietro cui si trovava la foto della madre, era passato così tanto tempo dalla
sua morte che ne aveva dimenticato l’odore e la voce, quasi l’aspetto.
Vederla
dopo tanto tempo, riportò in superficie i ricordi che aveva di lei, fu come se
quei dati ricordi riaquistare vigore e colore.
Fu
molto strano, dentro di lui si alternarono sensazioni completamente opposte:
provava tristezza, ma anche calma e felicità.
-Sarei
dovuto venire prima, perdonami mamma..io verrò più spesso..-
Sorrise
accucciandosi davanti alla lapide:
-Mi..mi
mancano le tue parole di incoraggiamento, mi..mancano i tuoi abbracci..-
Alzò
una mano per asciugare alcune lacrime che, traditrici, scesero dai suoi occhi:
-..io
non so se diventerò l’uomo che avresti voluto, ma spero di riuscire a rendere
almeno un po’ di onore al nostro Clan, mi impegnerò, mamma..lo prometto…-
Si
alzò in piedi:
-..ci…ci
vediamo…mamma..-
Si
voltò per allontanarsi e si stupì nel sentirsi incredibilmente leggero, fino a
poche ore prima avrebbe detto che fare una cosa del genere sarebbe impossibile
per lui
Eppure
ora sapeva che avrebbe ripetuto diverse volte quel rito.
Doveva
ringraziare Naruto che l’aveva spinto a compiere quel gesto!
Ritornò
in uno dei vialetto che conducevano all’uscita del cimitero, voltando lo
sguardo verso il centro del Capo Santo, notò che Naruto si trova proprio lì
insieme a tutti i suoi compagni, allungò il passo dirigendosi verso quel punto:
-Naruto…grazie-
Gli
disse non appena gli fu di fronte, il biondo sorrise solare:
-Con
chi stai parlando?-
Domandò
Sakura avvicinandosi al compagno di squadra, Sasuke la fissò sospreso
voltandosi verso Uzumaki, ma ancora una volta i suoi occhi incontrarono il vuoto:
-Io..-
Tornò
a guardare la ragazza che divise il mazzo di fiori che teneva tra le mani
porgendogliene una parte:
-Tieni..-
Sussurrò
sorridendo triste,l’Uchiha scosse il capo:
-No,
a cosa mi dovrebbero servire?-
Fu
allora che guardò veramente, per la prima volta, la tomba che si trovava di
fronte a lui e che, quel giorno, avrebbe dovuto vedere quando aveva incontrato
la forza portante vicino alla tomba di Kushina Uzumaki.
Naruto Uzumaki
“La Fiammella che ha permesso alla Pace di divampare”
Rimase
a lungo di fronte a quella lapide, lentamente tutti i suoi compagni se ne
andarono lasciando il proprio pegno di amicizia di fronte a quel freddo sasso.
Sasuke
non si mosse, sentì Sakura dirgli qualcosa, Kakashi lo salutò posandogli una
mano sulla spalla in un gesto consolatorio.
Sasuke
non sentiva nulla, i suoi occhi fino a quel momento non avevano voluto vedere.
Naruto
non c’era più.
Eppure
gli era sembrato così reale.
Così..vivo.
Eppure
davanti a lui c’era la prova che il suo compagno di squadra non c’era più.
La
sua mente per ben tre mesi gli aveva mentito, non permettendogli di ricordare
la morte di Naruto, ed ora..tutti quei ricordi spiacevoli si stavano riversando
nel suo conscio come un terribile macigno ed il biondo non c’era ad aiutarlo a
non sprofondare nelle tenebre:
-Perché!-
Urlò
rompendo il silenzio del cimitero, fissò la foto della lapide: Naruto sorrideva
salutando il fotografo con una mano, perfino da morto trasmetteva allegria:
-Hai
dovuto fare l’eroe fino alla fine! Non potevi lasciare che gli altri si
salvassero da soli! Hai..hai dovuto dimostrare fino all’ultimo il tuo credo! Ed
ora..hai visto?! Ora sei morto!-
Gridò
sfogando tutto quello che dentro di lui stava crescendo, sentiva perfettamente
le lacrime pungergli gli occhi:
-Ora
da morto come difenderai il tuo credo?! Da morto non puoi aiutare nessuno!-
Sollevò
un braccio per asciugarsi le lacrime con la manica:
-Ora..come
mi aiuterai..a stare fuori dalle tenebre?-
Sussurrò
cadendo in ginocchio davanti alla lapide, posando una mano sula foto ad
accarezzarla.
Orochimaru
aveva ragione.
Lui
non poteva proprio essere indifferente a Naruto, perché Naruto era stato la sua
primavera.
Ed
ora che non c’era più, per lui era calato il freddo inverno.
-..ai..ai..shiteru…Naruto..-
Mormorò
scuotendo il capo:
-..anche
se ormai è tardi..per dirtelo…-
-Grazie-
La
voce del biondo, Sasuke alzò lo sguardo e si ritrovò a fissarlo dritto negli
occhi, era accovacciato davanti a lui e gli stava tenendo il viso tra le mani:
-Sasuke,
anche se ora sono lontano, finchè tu mi terrai nel tuo cuore, mi avrai sempre
vicino, non sono bravo con le spiegazioni, lo sai, ma lo sai che dico le cose
come stanno..-
Il
corvino fissò incredulo Uzumaki che sorrise solare:
-..sono
felice di averti visto tornare al villaggio prima di morire, grazie..-
Colmò
la distanza tra i loro visi depositando un bacio delicato sulle labbra del
corvino:
-..grazie
di essere venuto, ai..shiteru, Dobe..-
Un
battito di ciglia, questo bastò e Sasuke si ritrovò a fissare il vuoto di
fronte a sé, dove, poco prima, c’era Naruto.
Sentiva
ancora le lacrime pungergli gli occhi e quell’insistente sensazione di
tristezza stringergli cuore, ma quando ritornò a guardare la foto di Naruto,
sorrise.
-Grazie-
Sussurrò.
Sapeva
che l’avrebbe sentito.