Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: _Syn    05/01/2014    4 recensioni
Kagami/Kuroko
[...]Gelosia. Kuroko gli sta dicendo di voler tenere tutta per sé quella parte di lui, come se condividerla significasse perderla.[...]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Exclusive


Alex gli ha insegnato tutto ciò che sa sul basket e, Taiga le è davvero grato, come fare uno shampoo perfetto. Essendo Alex la persona meno discreta che conosca, un giorno è semplicemente piombata in bagno, mentre lui faceva la doccia e, dopo aver notato la sua scarsa tecnica in fatto di shampoo, ha deciso di sottoporlo a un corso accelerato. Taiga non aveva idea che le mani potessero essere usate in quel modo né che lavare i capelli potesse richiedere così tanta dedizione. In effetti, dopo la letterale lavata di capo da parte di Alex, il ragazzo era crollato in uno stato di relax così profondo che aveva cenato con mezz'ora di ritardo.

Non pensava che avrebbe messo in pratica quegli insegnamenti su un'altra persona, per questo la gratitudine di Taiga si trasforma in compiacimento verso se stesso mentre massaggia delicatamente la testa di Kuroko e quest'ultimo sospira soddisfatto o si lascia scappare i gemiti più silenziosi di tanto in tanto. Sono entrambi nella vasca da bagno, Kuroko seduto tra le gambe di Kagami, la testa leggermente piegata all'indietro per consentire all'altro di lavorare più agevolmente, e ha gli occhi chiusi. Le braccia sono abbandonate nell'acqua, rilassate.

“Non ti addormenti, vero?” chiede Taiga, sospettando qualcosa del genere visto che Kuroko non apre gli occhi da cinque minuti.

Scuotendo piano il capo, “Tranquillo, Kagami-kun”, gli risponde. Rassicurato e sempre più orgoglioso di se stesso, Taiga continua. Fa scorrere le dita tra le ciocche azzurre, scende ad accarezzare la pelle delicata dietro le orecchie e da lì risale, senza essere brusco. Non sa se sia bravo quanto Alex, ma lei è capace di trasformare le dita in qualcosa di talmente soffice da rendere un semplice shampoo un'esperienza indescrivibile.

“Come ti senti?” non riesce a trattenersi dal chiedere. Lo vede da sé, in verità: Kuroko è letteralmente alla sua mercé, così rilassato, in uno stato di totale languore che lo fa anche arrossire.

Non è neanche la prima volta che fanno il bagno insieme – come amici o come amanti o come qualunque cosa siano – ma l'intimità di quel momento è enfatizzata da un senso di fiducia che non si manifesta come al solito. L'atmosfera è familiare ed estranea al tempo stesso, quotidiana, nuova, e in un certo senso non fa che legarli ancor di più l'uno all'altro.

Kuroko si prende il suo tempo per rispondere, ma alla fine, con un movimento di cui Kagami a malapena si accorge, si volta, le ginocchia piegate sopra le cosce dell'altro. Le mani di Taiga sono improvvisamente vuote, ricoperte di schiuma candida.

“K-Kuroko?”

È assurda che riesca quasi a svanire in qualsiasi momento. Non fa in tempo a domandarsi se l'acqua si sia almeno mossa che la risposta di Kuroko lo colpisce come uno di quei baci che ti lasciano senza respiro.

“Puoi farlo tutte le volte che vuoi, Kagami-kun”.

Kagami deglutisce, improvvisamente accaldato. Kuroko ha la capacità di mandarlo nel pallone in modo così semplice, senza scomporsi e lui davvero non sa cosa rispondere senza suonare un totale cretino, perciò si limita a riportare le mani sulla testa dell'altro. Ma continua a guardarlo, solo per un po', per ritrovare il ritmo giusto nel movimento che le sue mani devono compiere, per tornare a respirare regolarmente. Potrà anche togliergli il fiato e fargli perdere l'equilibrio più di chiunque altro, ma Kuroko è anche la persona che àncora ogni sua emozione su un fondo di tranquillità e forza.

“Dovrei insegnarlo anche agli altri, così si rilassano prima di una partita,” suggerisce, più a se stesso che a Kuroko. Che, evidentemente, non è d'accordo, perché poggia una mano su quelle di Kagami, ancora tra i suoi capelli. Non parla immediatamente. È come se egli stesso fosse sorpreso dal movimento appena fatto e stesse cercando le parole per descrivere quello che è successo. Poi le trova.

“Preferirei che lo facessi solo a me,” dice, attento ad assaporare ogni sillaba, per testarne il significato sulla lingua. Sembra ancora confuso, ma più dalla reazione che da quello che effettivamente ha voluto comunicargli.

Due occhi azzurri fissano Kagami dal basso, intensamente, con una serietà che gli dà i brividi. Ha quello sguardo solo quando gioca una partita: il nero delle pupille si fa spazio tra l'azzurro, i lineamenti si induriscono, il respiro è appena più accelerato. A guardarlo meglio, però, non somiglia per niente al Kuroko che gioca una partita.

Gelosia. Kuroko gli sta dicendo di voler tenere tutta per sé quella parte di lui, come se condividerla significasse perderla.

Un Kuroko geloso e possessivo è una novità, probabilmente perché nelle conversazioni che hanno in quei momenti non c'è modo di inserire i loro compagni di squadra, almeno non in quel senso. La novità, comunque, è stranamente eccitante. Sa bene che Kuroko non si comporterebbe mai in modo da sfavorire in qualche modo il resto della squadra; in quel caso, la faccenda riguarda esclusivamente loro due, perciò Taiga non perde neanche tempo a discuterne e stringe le dita tra i capelli di Kuroko, all'altezza della nuca, per attirarlo bruscamente a sé e baciarlo. Kuroko è già a metà strada, sulle ginocchia, chinato in avanti, le braccia intorno al suo collo. Dell'acqua straborda dalla vasca, ma nessuno dei due se ne cura.

Nasconde il suo assenso in quel bacio, nel modo in cui stringe Kuroko a sé, nel tocco delle mani, che esplorano avide la sua schiena dalla muscolatura appena appena accennata; Kuroko ribadisce il concetto afferrando ciocche di capelli rossi tra le dita e tirando piano, senza fargli male.

“Ahi...”

“Ti ho fatto male?” esclama Kagami, preoccupato, quando Kuroko si allontana un po' da lui e si porta le mani agli occhi. Poi si rende conto del problema: shampoo negli occhi. Se n'era completamente dimenticato.

“Brucia,” mormora Kuroko, strofinandosi gli occhi.

“Certo che brucia. E non strofinare, è peggio! Tieni gli occhi chiusi, te lo sciacquo via”.

Kuroko si abbandona di nuovo a lui, forse un po' meno rilassato a causa dello shampoo che continua a bruciare – o per quello che stavano facendo pochi secondi prima, si corregge Kagami, scoprendo di non voler fare altro che tornare a baciarlo e stringerlo e toccarlo.

“Meglio?” chiede, quando lo shampoo scompare del tutto e dopo essersi assicurato di indirizzare il getto dell'acqua verso gli occhi, non troppo da vicino. Kuroko apre gli occhi cautamente, sbattendo le palpebre un paio di volte. Annuisce. Kagami annuisce a sua volta, sollevato. Per qualche secondo regna il silenzio ed entrambi restano nel loro piccolo spazio, nell'acqua ormai tiepida e opaca per via dello shampoo. È Kuroko a spezzarlo:

“Posso baciarti di nuovo, Kagami-kun?”

Non deve ripeterlo due volte.


Molto più tardi, Kagami pensa che dovrà ringraziare Alex.


  
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