Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Dhialya    05/01/2014    1 recensioni
Le scoppiò il cuore di felicità, sollievo, di una rinnovata emozione che le invase l'intero corpo, facendole tremare la voce e divenire gli occhi lucidi. Corse loro incontro, gli saltò addosso, assaporò i loro profumi da troppo tempo dimenticati.
Le sembrò di tornare a respirare dopo millenni.

Una creatura che ha atteso nell'ombra di una Narnia dimenticata per milletrecento anni il ritorno della speranza, di coloro che la strapparono alla Strega di Ghiaccio dandole una casa e l'affetto di una famiglia.
Il ritorno dei Pevensie, la guerra contro Miraz, la voglia di riprendersi la propria terra e la propria casa.
Un patto legato dal sangue ed inciso su pelle. Che supera il tempo, che si imprime nei cuori, che domina i ricordi.
-Dove ti sei fatta quella cicatrice?-
-Non è una cicatrice... -
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Caspian, Famiglia Pevensie, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Memorie di ricordi.


Percorrere il sentiero nella foresta al contrario, per tornare al rifugio e annunciare ufficialmente l'arrivo dei Re di un tempo, fu totalmente diverso rispetto all'andata.
La tensione rispetto all'alba sembrava essere scemata, alcuni Narniani parlottavano tra loro e la foresta poteva quasi sembrare non più così cupa e silenziosa come appariva, avvolta nel ricordo di tempi ormai passati.
Sembrava come quando iniziò a tornare la primavera, milletrecento anni prima, dopo che per duecento anni Jadis aveva regnato incontrastata spargendo ghiacci del terrore, e Narnia aveva iniziato a risvegliarsi ed organizzarsi per la grande battaglia.
Nonostante l'abbraccio iniziale ed il sollievo, tra Senelia ed i Pevensie era sceso come uno strato trasparente che li teneva ancora divisi.
La ragazza nonostante l'affetto che provava verso di loro era anche stata in balia di rancore, rabbia, frustrazione e tutta una serie di emozioni totalmente opposte le une dalle altre, negative e distruttive.
L'avevano abbandonata, facendo nascere nel suo cuore una ferita nostalgica che ricordando era capace di bruciare ancora, e lasciato Narnia, quella stessa terra che si erano impegnati a salvare e che li aveva visti formarsi, da sola in balia del pericolo; però secondo Philip, il cavallo di Edmund, e le altre poche notizie che circolavano sui loro ultimi momenti nel bosco portati dagli alberi, non era stato un evento voluto da loro.
Una forza invisibile li aveva trascinati oltre il lampione prima che se ne rendessero conto, e non vi avevano più fatto ritorno.







Quando comparvero davanti al rifugio di Aslan, in cui si erano disposti i centauri per dare il saluto ufficiale porgendo le spade e mostrare la devozione e la fiducia che davano per quella nuova lotta, a Senelia sembrò tanto di essere tornata indietro.
Osservando da dietro, mentre i quattro camminavano sotto le lame scintillanti di sole, la mente le soprappose davanti agli occhi l'incoronazione a cui aveva assistito a Cair Paravel.
Il cielo azzurro divenne una cupola di vetro da cui filtravano raggi che delicati baciavano le pareti e le creature all'interno, le spade tornarono ad essere gli stemmi che reggevano i centauri, le vesti da viaggio degli abiti pregiati ricamati di oro e argento.
E poi, la voce di Aslan roca e pacata le risuonava ancora nelle orecchie, mentre annunciava l'inizio di una nuova era.
Mai come prima seppe di aver fatto la scelta giusta a lasciarsi andare prendendo la propria strada. Jadis l'aveva sempre soggiogata, unica simile a lei che si era in qualche modo contorto interessata alla sua vita.
La possibile solitudine, la paura e l'inesperienza l'avevano spinta a passare dalla parte della strega che al suo passaggio faceva nevicare e che le mostrava delle bellissime statue talmente particolari da sembrare vere.
Fu quando crebbe che capì la verità che si celava dietro la bellezza eterea della donna che l'aveva allenata e cresciuta.




Si ricordava che nevicava.
La neve era abbastanza alta da impedire a lei, appena ragazzina, di camminare senza rischiare di fare più fatica del normale se invece si fosse trovava su una strada del suo villaggio.
Non ricordava come fosse finita in mezzo a quel deserto bianco.
Aveva solo un dolore alla testa e una stretta al cuore, come se avesse subito un dispiacere, ma davvero non riusciva a ricordare per quale motivo si ritrovasse così.
Il freddo che le azzannava le ossa e raffreddava la pelle l'aveva svegliata.
Si era ritrovata in un luogo che non conosceva e che non aveva mai visto, ma sapeva che da li doveva andare via.
Faceva troppo freddo per vivere e poi, perché non c'era nessuno intorno?
Incontrò Jadis al limitare del bosco, e seppe solo dopo che la strega l'aveva risparmiata perché in quella ragazzina quasi assiderata e piangente aveva visto una figura da crescere e rendere totalmente devota alla sua figura di Regina di Narnia.
Non aveva nessun altro, senza le sue cure sarebbe morta o poteva ucciderla lei stessa rendendola pietra. Ma non lo fece, perché nel suo sguardo di ghiaccio passò l'illuminazione di farla totalmente succube al suo controllo.
E la ragazzina divenne sua.




-Senelia?- La voce di Caspian la svegliò come da un sogno in cui si era lasciata andare in cui si alternavano immagini delle due vite più importanti e mai più così diverse che aveva vissuto, e la ragazza si guardò in giro, accorgendosi che i Narniani si erano dispersi ed i fratelli Pevensie all'interno del rifugio.
-Oh...- Si portò una mano alla bocca, guardando il Principe con occhi strabuzzati. Non se ne era minimamente accorta, di essersi persa e del tempo che passava.
Fece un gesto per indicare la piccola stradina ciottolata che conduceva all'entrata, in cui scorgeva gli altri aspettarli per avere informazioni riguardanti l'interno, e sorrise leggermente.
-Scusami. Andiamo-.







Rivedere la statua di Aslan e la tavola spezzata faceva sempre un effetto strano a chiunque conoscesse la storia.
Ancor di più a chi aveva assistito in prima persona all'evento illuminato dai fuochi notturni e terminato all'alba, con la rinascita del leone.
Lucy sfiorò la pietra, ricordando il dolore che avevano passato lei e Susan alla morte di Aslan, Peter osservò la figura incisa nella pietra illuminata dal fuoco, ed Edmund non poté impedirsi di provare una fitta di colpa al ricordo del sacrificio fatto per lui.
-Bisogna agire- Suggerì Peter, ignorando lo sguardo di Lucy, e Caspian, fino a quel momento tagliato fuori dai ricordi degli altri ragazzi, annuì.
Lo pensava anche lui, bisognava solo trovare una strategia adatta perché erano nettamente in svantaggio e conosceva la brutalità e Le risorse della sua gente.




Fu quando, tornando indietro, Lucy si fermò ad osservare il muro, che Senelia si accorse degli affreschi sulla solo storia – Tumnus, il lampione, Aslan con Susan e Lucy diretto al castello di Jadis...
Non si era mai soffermata ad osservare le mura di quella costruzione, e vedere cose che aveva vissuto da qualche altra parte oltre che nella sua testa la sorprese.
Chiunque avesse fatto le rappresentazioni doveva conoscere bene sia la fisionomia dei personaggi che la loro storia.
Nello sguardo di Lucy passò una fitta di nostalgia, e la ragazzina passò una mano sulla figura di lei e Tumnus che per la prima volta si incontravano nel bosco.
-Aslan arriverà, ne sono certa- le disse, incatenando con lo sguardo gli occhi di Senelia e lasciando perdere il muro.
Erano milletrecento anni che il leone non si faceva vedere...
Si lasciò sfuggire un mezzo sorriso di circostanza, addolcendo l'espressione.
Non ce la fece a ribattere alla Valorosa, a piantare dei coltelli di dolore nella speranza che ancora nutriva e che cercava di mantenere viva nonostante quello che le veniva detto.
-Lo spero-.













































NB: Immersione nei ricordi di Senelia, per cercare di capire il suo punto di vista e magari qualcuno intuisce un po' il suo ruolo, cosa che sto cercando di far capire man mano. ^^ Riguardo il suo passato, ha ricordi sfocati perché ha ricevuto un colpo in testa e poi è stata scaricata li. Per questo è di base un'umana, proveniente da oltre il mare, cresciuta poi da Jadis.


Scribacchiare le mie cavolatine che vogliono essere storie serie è sempre piacevole. Spero di avanzare tempo anche ora che ricomincerò a studiare e di non far diventare gli aggiornamenti troppo lenti. D:
Penso quasi con certezza che la storia non avrà più di dodici capitoli, quindi non è per niente una cosa infinita.
Ringrazio per l'attenzione e la lettura.
Love you,
Dhi.

   
 
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