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Autore: GEK    19/11/2004    7 recensioni
Questa fic è stata scritta da Ghirlanda, DarkElectra e Klaretta (da cui GEK)... (Ghirlanda) Neve d'inverno, vento in primavera, sole d'estate, pioggia d'autunno... sono una come tante... [clara] Io sono le tenebre che agoniano la luce... attratta dal male ma aspirante al bene... la luce oscurata... il demone angelico... l'infernale purezza... io sono solo io. [Electra]Osi chiedermi chi sono... Sono la visione di un sogno mortale... non solo questo. Sono la verità di un bugiardo, la lacrima di un buffone, la compagna di un eremita, la voce di un muto, lo sguardo di un cieco. Io sono ciò che voglio essere... ndE: probabilmente clara e ghirli mi ammazzeranno, perchè ho cambiato il commento senza dirgli nulla... ma la nostra firma vale la pena di essere letta, vero? Cmq, la storia è ambientata ai tempi dei mitici Marauders, dal loro terzo anno in poi... abbiamo aggiunto due nuovi personaggi e io credo che valga davvero la pena di leggerla... e di COMMENTARLA. Piccolo appunto personale sul titolo: "Once upon a tale" è il corrispondente del nostro "c'era una volta", e lo abbiamo scelto perchè ci faceva pensare ad un amicizia che il tempo ha violentato e distrutto, ma della quale i protagonisti conservano la memoria... e poi io sentivo la musichina nelle orecchie quando lo dicevo... Che altro dirvi?? buona lettura ragazzi... Le Tre Malandrine di EFP vi ringraziano e vi salutono... ma RECENSITE!!!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Nuovo personaggio, Severus Piton, I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ONCE UPON A TALE

ONCE UPON A TALE

 

DarkElectra: Ciao Giovini!!! Come ci sono finita qui?! Bhè… considerando che lo scritta anche io sta cosa… sì… GEK significa Ghirlanda Electra Klaretta… E questo è il primo prototipo di una storia nata scritta e corretta tramite e-mail! Ma lascio la parola alle mie due illustri colleghe, soltanto spero che vi piaccia e ovviamente RECENSITE!!!!!!!

 Klaretta: ebbene si.....alla fine anche noi ci siamo organizzate ed ecco il risultato...a mio parere è ottima e mi ha anche fatto conoscere due persone stupende quindi ha per me un valore affettivo speciale. Fateci sapere che ne pensate mi raccomando !!!!!

Ghirlanda: Ok, ok… non mi perderò in lunghi discorsi di benvenuto… sappiate solo che ho dovuto riscrivere il capitolo ben tre volte, per esigenze di trama… e mie varie seghe mentali…

 

Piccola nota: nei titoli dei capitoli verrà sempre specificato chi di noi tre lo ha scritto (es: G sta per Ghirlanda… ecc… ormai credo abbiate capito a che iniziale corrisponde chi…)

 

Ma veniamo al dunque… Buona lettura!

 

Capitolo 1

(Ghirlanda)

 

-Arrivederci signori Mason…- Disse mielosa la madre di Severus.

-Auguri un buon anno scolastico a suo figlio! Peccato non sia potuto venire, stasera.- Continuò per lei, suo marito. Evidentemente aveva dimenticato una parte del discorso… e non era la prima volta, quella sera.

“Guai in vista…” Pensò la più piccola di casa, continuando a sorridere come un ebete alla famiglia del collega di suo padre.

-Parola mia, Piton… mai vista una famiglia così allegra ed unita come la vostra. Voi quattro siete proprio un bel quadretto. Ci vediamo domattina in ufficio!-

-Certamente. Andrà mia moglie ad accompagnare i ragazzi al treno…-

-Arrivederci, signora. Ciao ragazzi!- Si congedò il signor Mason.

-Arrivederci!- Replicarono tutti e quattro, sorridendo. Chiusero la porta.

-Ragazzi… andate a letto. Domattina avete un importante appuntamento… buonanotte.- Disse il capofamiglia.

-Buonanotte.- Rispose in fretta Severus, cominciando a salire le scale. Poi si fermò, voltandosi verso Fera. –Andiamo, sorella?-

-Arrivo… buonanotte padre, buonanotte madre.-

-Notte, piccoli miei.- Li salutò la madre, fingendosi tranquilla e serena. Era una pessima attrice.

Arrivati a metà corridoio Fera scattò con rabbia contro il fratello.

-Possibile che non t’importi niente di lei? Lo sai cosa succederà adesso fra di loro, vero?-

-Taci e vattene a dormire, Fera. Non voglio guai prima della partenza!-

-Beh… un occhio nero non sarebbe male… magari qualcuno si renderebbe conto di quello che succede qui dentro…- Severus scattò, spingendola contro il muro, tenendola ferma per la gola.

-Senti, sorellina…- Le intimò, scandendo piuttosto con cattiveria quell’ultima parola. -… non fare tanto la furba. Lui è troppo persino per te e per me. Fa come me: diventa una Serpeverde e sfogati su quelli delle altre case…-

-Oh, certo…- Disse lei alzando gli occhi al cielo. -…bel modo di pensare! Ma dov’è finito il Severus di una vota che tentava di aiutare me e la mamma, quando papà aveva quegli scatti d’ira…?-

-Se n’è andato quella sera che tu dovresti ben ricordare. Ed ora scusami… se vuoi salvare chi so io, mi ritiro nella mia stanza. Ne ho abbastanza di spargimenti di sangue. Buonanotte.- Severus si chiuse la porta alle spalle.

-Codardo!- Gli urlò Fera, scendendo le scale. Entrò nel salotto, trovandosi di fronte ad un’altra di quelle scene…

-Pap… p-papà…- Tentò. Lui distolse lo sguardo da sua moglie, sanguinante in un angolo del salotto.

-Che ci fai qui, Fera? Non ti avevo forse detto di andare a dormire?-

-P-papà… t-ti prego… n-non… la-lasciala…-

-Zitta!- Le intimò, schiaffeggiandola. Lei cadde pesantemente su una poltrona, toccandosi la guancia in fiamme.

-Che ne pensi, uhm…?- Le chiese lui, avvicinando il suo viso a quello di Fera. –Sei ancora convinta di voler rimanere a proteggere… quella?- Chiese, quasi divertito, sottolineando con disgusto l’ultima parola ed indicandole con un dito sua madre.

Fera voleva, voleva aiutarla… ma se poi le avesse fatto quello che aveva fatto a Severus? Aveva paura…

-Vai a dormire, piccola…- Disse sua madre, tentando di sorriderle, mentre abbondante sangue le usciva dal naso. –Vai…-

Fera non se lo fece ripetere.

-V-va bene… b-buonanotte.- Corse via, verso la sua stanza… quella stanza così spoglia e fredda… un armadio, un letto, una scrivania… niente altro. Ma almeno lì dentro lui non poteva entrare. Eh, no… “ogni stanza a chi ci vive”, diceva sempre così… infatti tutti pulivano la propria stanza da soli…

Lui aveva violato quella legge solo una volta, tre anni prima… ed era entrato nella stanza di Severus… e li aveva sentiti urlare, tutti e due… e gemere… e Severus aveva pianto tanto… ma lei aveva solo otto anni… non aveva capito bene cos’era successo, non come l’aveva capito adesso, almeno.

Era sicura di una cosa sola: se suo padre fosse mai entrato in camera sua, l’avrebbe di sicuro violentata.

 

-Mamma… ci sentiremo via gufo, vero?- La baciò sulla guancia.

-Certo tesoro… ma ora segui tuo fratello… sarà lui a guidarti fino al treno… ciao…-

-Ciao…- I finestrini dell’auto si alzarono, impedendole di vedere l’occhio nero ed il naso evidentemente rotto di sua madre. Probabilmente suo padre non le avrebbe dato quell’intruglio ripara ossa fino al fine settimana ed alla cena con gli Stenkin.

-Muoviti… di qua…- Borbottò lui, guidandola fino al binario nove e tre quarti. Lei non si sorprese tanto nell’osservare il treno (lo aveva già visto raffigurato su alcune riviste) quanto nel notare la presenza di così numerose persone…

-Vieni… papà mi ha detto che ti devi sedere nello scompartimento con me. Non vuole che ti mescoli a… gentaglia, tipo Corvonero o peggio ancora… Tassorosso.- Concluse con disgusto.

Scorsero alcuni vagoni, prima di trovare gli amici di Severus.

-Piton, che piacere rivederti! Ma…chi c’è lì con te? È la tua ragazza?- Chiese un ragazzo, oscurandosi.

-È mia sorella…- grugnì Severus. Il ragazzo parve stupirsi:

-Non sapevo avessi una sorella minore… piacere.- Le tese la mano, guantata. –Lucius Malfoy.- Fera sgranò gli occhi. Conosceva Lucius Malfoy. Era nell’elenco dei suoi possibili futuri mariti composto per lei pochi giorni prima da suo padre. In ogni modo pensò lo stesso:

“Begli amici… non sapevano nemmeno che avesse una sorella?” Ma non si scompose e replicò con un leggero inchino:

-Fera Loudra Piton.- Porgendogli la mano che lui baciò.

“Sembra una scenetta tratta da un romanzo dell’ottocento o giù di lì…” Pensò lei.

-Siediti pure, Fera.- La invitò lui gentilmente.

“La falsità fatta persona…” Constatò lei.

-Ti presento Tiger e Goyle… sono utili… capisci cosa intendo, vero?-

“Eccone un altro con manie di grandezza… ma tutti a me?”

-Certo…- Replicò, cercando di sembrare normale. Ma una luce nei suoi occhi tradì la sua voce.

-Qualcosa non va?- Chiese Lucius.

-Nulla. Scusatemi… vado un momento…-

-Vuoi che ti accompagni?- Si propose un ragazzo che era lì nello scompartimento.

-Che maleducazione… eh, sì… non nascono più i signori di una volta…- Sospirò Lucius. L’altro lo squadrò, chiedendogli con lo sguardo cosa avesse sbagliato.

-Il nome! Non ti sei nemmeno presentato! Vergognati!- Lo redarguì.

-Evan Rosier… piacere. Ora… posso accompagnarti…?-

-No, grazie. Io dovrei… ecco… andare in bagno.- Rosier arrossì.

-Oh, scusa, certo… fai pure.-

-Grazie. Con permesso…- Fera andò diretta verso i bagni, bussando alla porta. Ne uscì una ragazza con i capelli rossi e grandi occhi verdi.

-Prego, è libero…- Le disse sorridendole. Uno dei primi sorrisi veri che le veniva rivolto in vita sua.

-G-grazie…- Entrò e si chiuse dentro. Passò le prime tre ore chiusa in quel bagno, dicendo “occupato” circa tre volte. Alla quarta volta che qualcuno bussò uscì, scocciata. Sperava di riuscire a passare lì dentro tutto il viaggio.

-Vai pure, è lib…- Alzò gli occhi.

-Pensavamo tu fossi scappata… vieni.- Le disse Malfoy, prendendola per un polso. Lei si separò dalla sua presa in malo modo.

-Ricordo la strada, Malfoy. Grazie, comunque.- E raggiunse il suo scompartimento, sedendosi tra suo fratello ed Evan Rosier.

Non si ricordava di aver mai fatto un viaggio così squallido.

  
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