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Autore: Hanai    05/01/2014    2 recensioni
[Saru centric] [Chi non ha concluso la serie Inazuma Eleven Go Chrono Stone! è pregato di non leggere questa fic. Auguro comunque ad altri una buona lettura!]
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Aveva paura di dimenticare tutto questo e non desiderava accadesse. Pensava, addirittura, di essere in dovere di ricordare a causa del rispetto che portava alla sua magnifica costruzione.
Però ogni volta era come se fosse sempre stata la prima facente parte di un interminabile ciclo, dove il ragazzo scomponeva il termine deciso da lui stesso come tributo ai suoi compagni
e in quell'unione di lettere riusciva a trovare la ragione della sua passata ed attuale invincibile inquietudine.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Saryuu Evan - Saru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Now or never.

 

« Trovato. »
La sua voce pareva secca come il letto di un fiume senza la dolce acqua che rendeva esso invitante. Si ha forse presente il momento in cui gli esseri umani scorgono un fiume o un ruscello? L'acqua è per loro un peccato di gola. E' estremamente succulenta.
L'uomo sente i liquidi mancanti in corpo e quindi beve fino a saziarsi di qualcosa di materiale ma al tempo stesso essenziale.
La sua voce era deliziosa e provocante, degna di un imperatore: chi aveva la fortuna di aver parola rivolta da egli poteva gustare nel proprio orecchio quell'insolito ma attraente suono.
Era consapevole del potenziale avente nel suo caldo  timbro vocale e senza alcuna nota di esitazione. L'identica melodia veniva dettata nella sua mente: pensava, si riprometteva, rimproverava con quella voce.
Non era un ragazzo in sè vanitoso: aveva chi amare e desiderare e certamente quella persona non portava il suo nome.
L'esame della coscienza lo immerse nei ricordi. Si concentrò su un frammento di quest'ultimi e ripensava al fatto che egli non aveva mai illuminato gli occhi al grande Evan: non era certo nel suo modo di comportarsi.

Deliziava, soddisfaceva, allettava le sue giornate: gli era sempre stato accanto, con imbracciata l'arma a laser, il volto leggermente sporcato dalle polveri e dalle ceneri, fissante i suoi occhi languidi.
Erano languidi, ai tempi in cui la presenza del ragazzino dava solo un sollievo al respiro affannato di Saryuu.
Il suo sporco lavoro di conducente gli portava un peso da vero muratore e ancora tuttora, nonostante gli innumerevoli sacrifici, non aveva ancora intravisto alcun risultato. 
« Feida, questo è forse il tuo nome? »
Si riprometteva di replicare quel soprannome almeno una volta al giorno per lasciar riaffiorare alla mente il motivo per cui non potesse vedere quel viso amante.
Aveva paura di dimenticare tutto questo e non desiderava accadesse. Pensava, addirittura, di essere in dovere di ricordare a causa del rispetto che portava alla sua magnifica costruzione.
Però ogni volta era come se fosse sempre stata la prima facente parte di un interminabile ciclo, dove il ragazzo scomponeva il termine deciso da lui stesso come tributo ai suoi compagni
e in quell'unione di lettere riusciva a trovare la ragione della sua passata ed attuale invincibile inquietudine. In tutta franchezza ... il fatto che era in grado di vedere la motivazione non gli rendeva orgoglio.
Rise inconsciamente per un solo minuto: a lui quel breve lasso di tempo sembrò durare una intera mezz'ora.

« Ah, no. »
Sorrise in modo piuttosto naturale, rendendo l'idea di una bramata soddisfazione.
Puntò improvvisamente gli occhi sulla targa riposta sulla parete della porta in legno
dalle tonalità dorate come il materiale di costruzione, decorata con una piccola incisione
riguardante i ragazzi che avevano affiancato Evan fino a quel momento.

”Fei-da, Fei-da ...“ e quei suoi pensieri lo fecero deglutire a forza, annullando ogni tentativo di reperire il dolore con una piccola dose d'orgoglio
esattamente come quella porzione di fiala di cui aveva bisogno in corpo.
Impose alla sua mente di agire sotto un determinato protocollo ogni qualvolta si fossero presentate situazioni
di dolore e debolezza interiore, ma in quel momento era stato messo con le spalle al muro dinnanzi al nome di lui. 
« Fey Rune. »

Era il suo: nasconderlo e reprimerlo dalla mente non avrebbe riportato Saru alla lucidità.
Allora riprese lentamente coscienza per accettare il motivo che aveva spinto l'imperatore a separarsi dal giovane ragazzo.
« Ah, giusto, giusto ... per il bene dei Ragazzi di Seconda generazione. »
Tentava nel fuggente istante di convincersi che quella che avesse deciso di intraprendere fosse la strada che avrebbe portato alla vittoria. 
Il protocollo menzionato era una serie infinita di piani composti da frasi e parole che dovevano dare un senso alla sua vita senza il suo viso amante vicino.
Racchiudevano menzogne a cui l'imperatore voleva ugualmente credere per poter avere la forza di salvare le gesta precedenti e future calcolate nel suo progetto di conquista.
Poteva sopportare la verità: viveva semplicemente in un'illusione da lui ingegnata, provocandosi del dolore con le sue stesse idee.
Era disposto a sottostare ad una simile penitenza convinto che avrebbe riavuto quel corpo a poca distanza dal suo.
Ma era in ugual modo titubante al pensiero che la storia del vasto impero non sarebbe finita secondo le sue aspettative.
”Se non lo rivedrò più?“
”Se a me non rivolgesse in futuro i suoi rari sorrisi?“
”Affronterò la morte senza di lui?“
”Avrò il viso sporcato dalle ceneri della sconfitta in sua assenza?“ 

”Se avessi sottoposto un altro membro a quel ruolo tempo addietro?“ 
Il suo ultimo enunciato passato come un avviso a led rossi su un display a strisce cubitali nella sua mente
lo costrinsero ad inginocchiarsi con le mani poste sulla  fronte.
Tentò un'ultima volta di convincersi che il bambino era stata la scelta giusta, ma non aveva effettive prove per
ammetterlo dentro di sè.
Il cuore iniziò lentamente a scaldarsi all'interno del suo corpo, riempendo i secondi di Saru con piccoli e veloci battiti
che aumentavano al tichettare delle lancette dell'orologio segnanti i secondi trascorsi inesorabilmente.
La sua colpa si stava ripercuotendo sulla sua persona frustata ed ormai rassegnata ad aver commesso un errore che
gli sarebbe costato parecchie lacrime che non possedevano un rumore.
La vista gli si offuscò dopo pochi secondi e comprese che in quell'istante stava piangendo nel suono
del suo silenzio senza lamenti o voci strozzate e stridule di un bimbo appena nato.
Non fu capace a chiudere gli occhi, sbattendo le palpebre.
Si ritrovò bloccato sulle ginocchia che stavano sostenendo il peso della sua intera figura
inchinata alla disperazione ed alla colpa che egli si era assunto.
Prese un lungo respiro nel tentativo di riafferare dentro di sè la calma e la ragione.
Non avrebbe mai dovuto pensare all'organizzazione Feida come un elemento
che gli avrebbe riportato i ricordi del tempo trascorso con Rune.

Non dovrebbe pensare alla maledetta figura del ragazzo dai capelli color celadon.
Alle sue iridi acquamarina che più volte si erano posate sulla persona di Saryuu.
Al suo corpo minuto ma allo stesso tempo avente una grande forza, anche se minore della sua.
Un secondo per deglutire ingerendo ogni dolore e il ragazzo fu in grado di chiudere le palpebre.
« Ora o mai più. »
Non avrebbe più dovuto trovar rimorsi di coscienza o aggrapparsi a frasi che non gli appartenevano,
dettate su un protocollo di pura invenzione.
Preoccuparsi alla sola vittoria della guerra in atto doveva essere la soluzione al suo malessere e
prendere finalmente le redini delle squadre alleate possedute riuscendo a sovrastare l'intero pianeta
rappresentava la sua ragione esistenziale.
Era lui l'imperatore del suo mondo
che presto avrebbe assunto il nome di Terra.

La sua vita relativamente breve si stava giorno per giorno consumando.




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Note dell'autore:
Penso che il mio cervello mi stia lentamente donando un'eccessiva quantità di idee. Sarà a causa del mio precedente blocco?
Tra due giorni ricominciano gli studi e avrò meno tempo da dedicare a questa stupenda passione ... la cosa mi rattrista molto. Forse è questo il vero movente.
Comunque, riguardo la shot: ho sofferto molto con Saryuu durante l'ultimo arco di Chrono Stone. Lo trovo un personaggio stupendo,
è sicuramente uno dei miei preferiti e ha saputo lasciarmi un ricordo indelebile a livello personale. 
Questa è una sua centric: il giocatore si immerge quasi involontariamente nei suoi sentimenti che però non vuole ancora attraversare
a causa della distanza che lo separa da Fey.
Ciò che prova in questi minuti è una grande mutazione voluta dalla sua persona per cercare di salvarsi e non commettere errori futuri.
La trovo una scena molto dolce quanto malinconica, soprattutto per il rapporto fra i due bambini.
Per molti in questa fic sarà soggetto ad una piccola dose di OOC a causa degli eccessivi pensieri rivolti a Rune, ma penso che anche nell'opera originale si 
renda abbastanza evidente il bisogno che ha Saru del piccolo ragazzo.
Spero tanto vi piaccia ...
Inizialmente ho ascoltato una canzone che mi ricordava troppo il protagonista del mio testo e ho avuto
un'enorme tentazione di scrivere, così in pochi minuti mi sono trovata il foglio davanti.
Buona lettura! (Vi prego di segnalarmi l'eventuale presenza di qualche errore di battitura!)

Hanai





 

 

 




 

  
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