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Autore: Peppe_97_Rinaldi    05/01/2014    3 recensioni
L’organizzazione paramilitare del Red Ribbon… e la sua distruzione ad opera di un misero ragazzino.
Quello fu l’inizio di tutto… Quello portò alla nascita di due efferati cyborg…
"Idiota": questo è quello che C-18 pensa di Crilin, inizialmente. Eppure arriveranno a sposarsi, e ad avere anche una famiglia. Come? Perchè? E C-17... cos'è lui per la bella C-18?
Il dottor Gelo li trasformò in cyborg, privandoli della loro umanità: perchè? Su 19 androidi, gli unici due ad avere base umana: qual è la ragione di ciò? In questo stato di robot, ha ancora senso la vita?
E cos'è la vita, l'amore? Dove sono nati? Avevano una famiglia come tutti?
“Dunque quella missiva è stata inviata dal Red Ribbon, o meglio… da uno dei sopravvissuti…”
Il ki… E’ un bene saper controllare questo potere?
Ma il dottor Gelo… fece tutto ciò solo per pura vendetta? Qual era il suo scopo?
“Se lo conoscevo, dici? Ovvio. Era il mio androide numero 13!”
“Mamma… papà… Mi mancate…”
Segreti da svelare, occultate verità, riscoperta dei valori, nuovi personaggi... e soprattutto uno strano ragazzo porteranno questi giovani a scoprire il loro presente, passato e futuro... quali misteri si celano nelle loro figure?
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 17, 18, Dr. Gelo, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chichi rimase per un po’ scioccata, a bocca aperta. Senza attendere oltre, C – 18 si fece largo nella casa, rivolgendo poi di nuovo il suo sguardo alla donna. Erano solo loro. Due donne che necessitavano urgentemente di risposte, che avevano perso ormai tutto. No, non tutto.
<< Sì esatto >> disse C -18, prevenendo l’altra << uno di quei maledetti cyborg che hanno cercato tuo marito per ucciderlo: sì, sono io. Ascolta, dobbiamo parlare >> .
Prese con garbo il suo posto su una delle sedie intorno al tavolo, e Chichi si affrettò a sedersi davanti, con lo sguardo colmo d’ira.
Furente, attaccò : << Cos’è venuto a fare qui un essere come te? Che vuoi? Mio marito è morto, non sei già soddisfatta così, eh? >>
C – 18 sembrò ferita. Incrociò lo sguardo della sua interlocutrice e mormorò con un filo di voce: << E’ appunto per questo che sono venuta qui. Volevo chiederti scusa >> .
Un lungo silenzio cadde nella stanza. Chichi era stupita, e osservava incredula la biondina che teneva addolorata lo sguardo fisso nel vuoto. Per attimi che parvero interminabili, l’unico rumore percepibile fu il canto delle cavallette… quando il cyborg riprese, volendole riferire ciò che probabilmente le aveva già detto Gohan: << Tuo marito è stato un vero eroe. Non so come sia successo, ma… deve aver protetto la Terra da Cell. Quindi, se ora sono qui, è anche per merito suo >> .
Gli avrebbe volentieri mostrato la sua gratitudine, ma ora non poteva più… Le uniche persone legate a quel Goku erano il figlio e la moglie. Quest’ultima, poi, era dunque nella triste condizione di vedova. Ciò a causa di quel Cell, divenuto così potente perché lei, C – 18, si era lasciata assorbire, non era stata in grado di proteggere chi la proteggeva, quelli sconosciuti che, nonostante tali, tentavano di difenderla… Una serie di spiacevoli casi che avevano portato Chichi a perdere il marito, e C – 18 le sue certezze.
Due dolori, due donne. Due umane, due vite…
“E’ proprio vero, il dolore sprona alla comprensione… Possibile che per capirlo ci abbia messo così tanto?” constatò la biondina. << Senti, so che ora vorrai che esca immediatamente da casa tua, però… io ci tenevo a dirtelo. Non me lo merito, ma… perdonami Chichi >> .
La donna la scrutò, dubbiosa, ma poi finalmente sospirò, affranta. Con stupore della giovane, le elargì un debole, stanco, ma bellissimo sorriso: era troppo spossata per continuare a replicare. << Capisco. E va bene… dimentichiamoci il passato >> sussurrò con un sospiro quella che era più una proposta che un’affermazione. << Ti perdono >> .
E prima che C – 18 potesse esprimerle la sua gratitudine, disse in tono stanco: << A quanto pare Crilin ti ha veramente cambiata! >>
No, questo proprio non se l’aspettava. Cominciò ad agitarsi sulla sedia, gettando rapidamente lo sguardo dapprima sulle sue unghie, poi sui vari mobili: insomma, tutto fuorché la donna, almeno fino a quando non se la dovette ritrovare di nuovo davanti. << E tu come…? Crilin, io… non… insomma, cosa…? >> 
<< Me l’ha detto Gohan. Bè, lo sai… lui ti ama! >>  
C – 18 parve notevolmente imbarazzata. Sì, ecco, forse… insomma, lei lo sapeva, ma Chichi con femminile destrezza aveva saputo scegliere il termine giusto per colpire nel segno. Amore… se l’era già domandato: che cosa significava? Comunque, Crilin provava quello strano sentimento per lei. Da parte sua, invece? C’era qualcosa? Effettivamente quel giovane era speciale, ma… Era forse  questo l’amore? Una stana sensazione… oh no! Era… arrossita! Perché?               
<< Ah, sei rossa come un pomodoro! >> C – 18 la guardò con imbarazzo.
<< Ecco, io… non so se è il caso, ma… >> Non sapeva come dirlo. Era la prima volta che si trovava in una tale situazione, ma appunto perché era la prima volta aveva bisogno del supporto di qualcuno. Così, prese un respiro cercando di calmarsi, e, ovviamente anche non riuscendovi, disse: << Ho bisogno del tuo aiuto. Mi potresti, ecco, dare consigli su come… comportarmi con Crilin? >>
Bè sì, può sembrare strano, ma era anche per questo che il cyborg si era recata lì. Voleva incontrare Crilin, parlargli, ma voleva che succedesse in un momento speciale. Dopo una profonda riflessione, aveva dovuto constatare che non sapeva come comportarsi.
Insomma, era solamente un cyborg, ma ciononostante quel ragazzo si era innamorato di lei. Gli era grata, voleva ricambiare forse con quello stesso affetto, ma non avrebbe saputo cosa fare in un loro ipotetico incontro.
Chichi era una donna. Come lei aveva sicuramente passato un tale periodo con Goku.
E in più, C – 18 voleva scusarsi con lei, voleva farla divertire, distrarre, non voleva che ricordasse il marito con dolore. Vedova, poteva sentirsi sola al mondo, proprio come lei, con necessario bisogno di un punto di riferimento. Ma Chichi non aveva perso tutto: no, c’era Gohan, il più bel dono che Goku avrebbe potuto darle.
Parallelamente, neanche C – 18 aveva perso tutto: poteva acquisire nuove certezze, ricostruirsi una vita, e l’avrebbe fatto insieme a Crilin.
Ecco perché era venuta a chiedere aiuto proprio a Chichi. Lei necessitava di aiuto. L’altra donna anche. La cosa migliore per entrambe, in sostanza, sarebbe stato che Chichi avrebbe sostenuto C – 18 nella scoperta dei suoi nuovi fondamenti.
In questo modo si sarebbe aiutata anche da sola, sempre per lo stesso motivo, magari inconsapevolmente.
Poteva essere egoistico, da parte della biondina, farsi aiutare pur di coadiuvare: anche per questo prima aveva chiesto perdono.
E Chichi, donna intelligente, decise di accettare. Presero accordo per il giorno dopo, in cui la donna avrebbe fornito C – 18 dei suoi preziosissimi consigli in materia d’amore.
<< Resta a dormire qui, per un po’! >> annunciò. Squadrando il cyborg, si era resa conto che probabilmente non aveva un posto dove dormire, e con quell’invito sorprese non poco C – 18.
<< Ma io… non so se… >>
<< Ehi, ora che ci penso… quelli sono i miei vestiti! >>
Fu un grande imbarazzo.
“E’ vero!” << Emh… ah, già. Ecco, li avevo… presi quando ero venuta qui a cercare tuo marito, ovviamente ora… sono di nuovo tuoi >>
Chichi sembrò pensierosa. “Ecco perché non li trovavo!” << Deve essere da un po’ che li indossi. Senti, ora tu vai a farti una bella doccia, e ti presterò un mio pigiama e degli abiti per domani! Ok? >>

Quand’ecco che la porta di casa si spalancò.
<< Mamma, sono a casa! >> Gohan entrò con le buste delle spesa in mano, cominciando a sfilarsi la felpa, ma rimase un attimo impietrito nel vedere il cyborg seduta tranquillamente dinanzi alla madre, come due normalissime amiche. << T-tu sei… C – 18! >> esclamò esterrefatto.
Questa si alzò di scatto cercando le parole giuste, ma Chichi si voltò sorridente e, come se niente fosse disse solo: << Oh tesoro, sei già qui! Le buste appoggiale pure sul tavolo >> .
Ma il ragazzo si slanciò al fianco della madre, serrando i pugni e pronto a difenderla.<< Che cosa ci fai qui? Cosa vuoi da mia… >> ma Chichi lo interruppe, chiudendogli dolcemente il pugno nella mano, e questo bastò a rassicurarlo.
Calò una pacifica quiete, e il ragazzo per la prima volta notò il viso di C – 18: non quello di un cyborg pericoloso, inquietante, ma di una giovane docile, innocua, e spaventata verso un futuro incerto.
Chichi spiegò tutto al figlio. Il ragazzo rimase letteralmente a bocca aperta, rimanendo qualche attimo interdetto. Però si ridestò subito, e sorrise allegramente: << Sono veramente felice, allora! E, emh… scusa per come ti ho accolta >> .
La biondina sorrise. << Grazie per la comprensione… >>
<< Ah, e… >> Il giovane non ce la fece più a trattenersi, e portandosi le mani dietro la nuca, esclamò vivacemente: << Ho notato il tuo sguardo quando hai salutato Criliin e gli hai detto “ci vediamo” … Eri così dolce! >>
C – 18 sembrò imbarazzata, e voleva seriamente mollargli un pugno in faccia, ma le parve appena in tempo che forse non era proprio il caso. Oh bè, poteva anche essere più innocua adesso, ma il carattere era sempre quello.
<< Quindi… starai con noi stanotte? >> intervenne Chichi.
<< Io, ecco… >> esitò, ma poi finalmente si risolvette: fuori era quasi buio, e non aveva un posto dove dormire. << Sarebbe veramente bellissimo, grazie! >>
E fu così che la serata passò piuttosto piacevolmente. Non vi erano molte stanze in casa, così Chichi disse alla biondina di dormire nella camera di Gohan, mentre il ragazzo avrebbe dormito sul divano. Il cyborg cercò di desistere, ma inutilmente, poiché Chichi fu più guerresca di lei.

Presto sopraggiunse la sera, e la cena venne servita in tavola.
Finalmente, C - 18 si sentiva fresca e riposata. Mentre addentava il suo pezzo di carne, si fermò qualche istante, osservando quei suoi due compagni di serata. Si commosse, e dovette strizzare gli occhi per impedire a una debole lacrima di scendere giù. Si rese conto che era da tantissimo tempo che non mangiava così, seduta intorno a un tavolo, con persone affianco che non la temessero, anzi, che la considerassero una di loro. Forse, in quella vita da cyborg, era la prima volta…
<< Che cosa c’è, C – 18? >> chiese Gohan, notando la sua aria pensierosa.
Quella sorrise. << Non è niente piccolo >> . E rivolgendosi ad entrambi, disse: << Grazie. Quello che state facendo è molto importante per me >> .
<< Oh, non ti preoccupare! >> esclamò Chichi. << E ora mangia, che si raffredda >> .
C – 18 era molto grata a loro due, e dunque pensava intanto a come poterli ripagare. Poco dopo, ne ebbe l’occasione...
Terminata la cena, la padrona di casa si apprestò a lavare i piatti. Tuttavia, improvvisamente Gohan e C – 18 udirono l’infrangersi di un bicchiere nel lavabo, e videro Chichi che barcollava.
Il cyborg accorse. << Come ti senti? >> chiese, mantenendola con cura.
La donna sembrava stanca. << Non è nulla. E’ stato solo… come un giramento di testa. Sto bene >> .
Ma visibilmente non era così. Era ancora pallida. Presto, quindi, C – 18 si propose per continuare lei al posto di Chichi, e stavolta fu lei a vincere.

Circa un’ora dopo, anche C – 18 era pronta per andare a dormire. Aveva terminato i servizi da un po’, mentre Chichi era stata costretta a coricarsi presto.
<< C – 18 >> Gohan le si avvicinò, davanti la porta della sua camera. Camminava scalzo, con il suo caldo pigiama blu. << Ti voglio ringraziare. Apprezzo molto quello che stai facendo per mia madre >> .
Aveva capito perfettamente i suoi sentimenti: aveva bisogno di essere spronata per fissare nuovi principi, nuove certezze, e voleva che a supportarla fosse proprio chi necessitava del medesimo aiuto. Si sarebbero così appoggiate a vicenda.
La biondina sorrise, e stava per rispondere qualcosa di affettuoso, ma Gohan continuò divertito: << Non pensavo che Crilin ti avrebbe cambiata tanto. Siete proprio una coppia adorabile! >>
Bè, la madre non era in giro, quindi che male c’era per un delicato colpetto, no? C – 18 strinse forte il pugno, e il ragazzo, captando le sue negative intenzioni (chissà, magari dalle contrazioni isteriche del volto?) si allontanò di fretta, augurandole con allegria una buona notte.
<< Pestifero marmocchio… >> brontolò, ma con un affettuoso sorriso stampato in faccia. << Buona notte >> disse, e finalmente si chiuse in camera.

Ma ora facciamo un attimo un salto indietro, caro lettore. Abbiamo lasciato C – 17 che volava in compagnia di C – 16 verso un nuovo futuro. Mentre C – 18 si era recata sul Monte Paoz, e vi aveva trascorso anche la serata, i due avevano raggiunto la loro meta.
Nel bel mezzo di una foresta, illuminata dalla tenera luce del tramonto, come a controllare dall’alto l’intera distesa si ergeva quella che una volta era una collina. Ora si interrompeva bruscamente, dopo quell’esplosione mirata, tra l’altro, ad eliminare proprio loro.
Con grazia, si calarono giù e, con estrema facilità, entrarono dentro.
C – 16 si guardò intorno, stupito. Era tutto completamente devastato, come se fosse venuto qualcuno appositamente per distruggere tutto.
<< Ci siamo >> esclamò C – 17, con tono forte e deciso. << Eccoci finalmente nel laboratorio del dottor Gelo! >>


La meta è stata finalmente raggiunta! Qual è lo scopo dei due ragazzi? Appuntamento al prossimo capitolo: "Il laboratorio del dottor Gelo" !
Ciao a tutti!!! Spero che il capitolo non vi abbia annoiato ^^ E ho deciso un'altra cosa... non dirò più cose tipo: "questo sarà forse il capitolo più lungo", perchè questo, ad esempio, sistemandolo è venuto più lungo di quanto immaginassi xD
Di nuovo tanti saluti ^^  Alla prossima!!!! :D :D :D
   
 
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