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Autore: Verdeirlanda    05/01/2014    1 recensioni
**Beatrice ammirava il cielo con la bocca quasi spalancata,e sorrideva ad ogni stella che vedeva cadere.
A un certo punto prese la mano di Zoroastro: "Hai visto Zo? Le vedi? Sono bellissime!"
Il ragazzo si girò verso di lei che ancora fissava il cielo e sorrideva a quelle stelle cadenti, e sorrise anche lui: "Sì, sono davvero bellissime Bea."
Strinse forte la mano della ragazzina nella sua e tornò a guardare in alto, da dove piovevano le stelle.**
Tutto era iniziato così, in una notte d'estate.
Molti anni dopo Beatrice, suo fratello Leonardo e il loro più caro amico Zoroastro si troveranno ad affrontare eventi di cui non avrebbero mai potuto immaginare né l'arrivo nè l'entità.
Entreranno in contatto con antichi misteri e dovranno fare i conti con le trappole e gli intrighi orditi da Riario,
Leo dovrà lottare per giungere alla verità, Bea e Zo per aiutarlo rischieranno di perdere molto, ma non il sentimento celato che il lega da sempre, da quella notte.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoroastro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leonardo percepì un bussare leggero ma insistente. 
Distolse lo sguardo dalla mappa, era nella stanza che lui e Lucrezia avevano preso alla locanda dell'Oca bianca. 
Lucrezia accanto a lui mormorò: "Ma che succede?"
Sentirono una voce femminile al di là della porta: "Leo! Leo, siamo noi. Apri."
Leonardo riconobbe la sorella ed andò ad aprire: "Ma cosa ci fate qui?" chiese facendoli entrare.
Zoroastro e Beatrice avevano cavalcato tutto il giorno per essere lì il prima possibile.
Leo era confuso: "Il nostro piano non era chiaro? Dovevate..."
"Sì, sì, lo sappiamo. Ma purtroppo abbiamo dovuto modificare i nostri piani." Zoroastro raccontò cosa era successo quella notte. 
"Beh, lasciami dire sorellina che sei un genio tanto quanto il sottoscritto!" commentò Leonardo dopo aver ascoltato la vicenda.
"È stata molto coraggiosa!" Zo la baciò sulle labbra.
"Credi che Riario sia morto?" chiese Leonardo. 
"Non ho controllato...ho pensato fosse meglio andare subito a liberare Zo." rispose Beatrice.
"Spero che lo sia dopo quello che ha provato a farti." commentò Zoroastro.
Bea continuò: "Nel dubbio che sia ancora vivo dobbiamo andarcene. Purtroppo non gli ho potuto nascondere il fatto che ci saremmo incontrati a Siena, i suoi uomini controlleranno ogni locanda per trovarci."
Lucrezia a quel punto disse: "Allora meglio muoverci. E abbiamo già una meta da raggiungere."
"Quale meta?" chiese Bea.
Leonardo sorrise: "L'ho trovata, sono sicuro! Ho capito in quale catacomba dobbiamo cercare." 


"Si riprenderà dottore?"
Goffredo continuava a tormentare il crocifisso che portava al collo.
"Sì, grazie a Dio i colpi alla testa non gli sono stati fatali ma sono stati comunque inferti con molta forza. Ha ripreso conoscenza diverse volte, ed era lucido. Deve riposare per qualche settimana." rispose il medico.
Riario era steso nel letto, la testa fasciata, respirava in modo pesante, ma era fuori pericolo.
Il dottore uscì dalla stanza e Goffredo iniziò a scrivere una lettera destinata al Santo Padre, voleva informarlo delle condizioni del nipote.
Riario aprì gli occhi, si sentiva debole e la testa gli faceva male.
"Aveva ragione..." mormorò, e Goffredo gli si avvicinò "Mi aveva avvertito, ma non l'ho ascoltato..."
"Cosa dite mio signore? Chi aveva ragione?"
Ma Riario era di nuovo privo di sensi.
Ci vollero diversi giorni prima che Girolamo tornasse in forze, e Goffredo rimase al suo capezzale tutto il tempo, ascoltando i suoi deliri notturni.
In quei momenti di dormiveglia Riario aveva avuto modo di ripercorrere la storia dei suoi sentimenti per Beatrice. All'inizio era stato pervaso da un sentimento poetico, quasi cavalleresco, si era perfino preoccupato per lei, ma poi quelle sensazioni si erano trasformate in desiderio e passione. Aveva tanto decantato di voler proteggere l'anima di lei quando invece voleva solo possedere il suo corpo.
E ora, ferito e umiliato in quel letto, incolpava solo lei per tutto ciò che era successo. "Beatrice mi ha sedotto, mi ha distolto dalla mia fede. È riuscita ad ingannarmi!" scosse la testa mentre raccontava l'accaduto a Goffredo "Mercuri mi aveva avvisato. Aveva visto il demone che è in realtà quella donna...e io non gli ho dato credito! Ora so che avevate ragione, oh, perdonatemi Lupo per ciò che è successo! "
"La morte di Mercuri non è colpa Vostra mio signore..." commentò Goffredo.
"Sì invece! So di averVi detto che a ucciderlo era stato Donati ma..." Girolamo raccontò la verità, rivelò di essere lui l'assassino di Mercuri.
Goffredo lo ascoltò con attenzione, pensò che probabilmente questa rivelazione poteva volgere a suo vantaggio in futuro, ma per il momento si limitò ad assolvere moralmente il conte: "Certo Voi dovrete fare penitenza per questo terribile errore mio signore. Ma è anche vero che Satana cerca sempre di corrompere con ogni mezzo i più fedeli servitori di Cristo come Voi, e lo fa con i mezzi più subdoli. Quella fanciulla è certamente una potente strega."
"E come tale dovrà essere trattata." decise Riario "Mio fidato amico, ho bisogno di Voi, ora più che mai date le mie condizioni. Vedo una profonda lealtà nei Vostri occhi! Aiutatemi a trovare quei furfanti. E fateli portare da me, tutti e quattro, vivi."
Goffredo annuì: "La mia devozione e la mia forza sono con Voi mio signore. Cosa volete che faccia?"
"Sguinzagliate i Vostri uomini migliori, le spie più scaltre che conoscete. Promettete loro una ricompensa molto generosa per ogni informazione utile." 
"Certo, non sarà un problema reclutare avidi sicari. E poi mio signore, quali sono i Vostri piani?"
Riario fece uno dei suoi soliti inquietanti gelidi sorrisi: "Una volta trovati li porteremo a Roma.
Farò giustiziare Lucrezia per tradimento. 
Gli altri tre saranno miei ospiti a Castel Sant'Angelo.
Beatrice Da Vinci vedrà morire suo fratello e il suo amante tra i peggiori tormenti.
E una volta finito di torturare loro inizierò con lei." 


Erano passati dieci giorni dalla miracolosa fuga da Riario.
Leonardo aveva esposto agli altri le sue scoperte: aveva individuato con una quasi totale certezza le catacombe in cui cercare il Libro delle Lamine.
"A Chiusi? Non siamo molto lontani." aveva commentato Beatrice.
"Infatti. Le catacombe di Santa Caterina sono state scoperte tempo fa, ma in pochi vi ci sono addentrati, e non sono mai arrivati in tutte le stanze." aveva risposto suo fratello "Sarà una ricerca faticosa e probabilmente lunga, ma ce la faremo."
I quattro si erano così recati nella cittadina di Chiusi, anche se avevano deciso di alloggiare in una delle locande immerse nella campagne senesi, temevano che prendere una camera in città potesse essere più rischioso.
Avevano anche inventato uno stratagemma per depistare un'eventuale ricerca di Riario.
"Girolamo cerca quattro persone, due uomini e due donne. Possiamo ingannarlo." spiegò Beatrice "Leo e Lucrezia prenderanno una camera come coppia appena sposata, io e te Zo la prenderemo...come due fratelli in viaggio. E ovviamente faremo finta di non conoscerci."
Bea si era fatta tagliare i capelli, Lucrezia le aveva fatto un taglio alla paggio, e Leonardo le aveva assemblato una barbetta finta con i capelli tagliati e della resina.
Aveva indossato un paio di brache del fratello e avvolto il petto in una fasciatura per mascherare il seno.
"Non ci crederà nessuno!" rise Zoroastro vedendo la sua trasformazione "Non sei credibile come maschio!"
"Non è vero!" sbuffò Beatrice "Ci crederanno! Mi scambieranno per un uomo."
"Sì, se gli accechiamo prima." Zo rise più forte, poi la baciò "Sei ancora troppo bella per passare per un maschio. E fattelo dire, questo taglio di capelli ti rende molto più intrigante!"
Nonostante lo scetticismo di Zoroastro il loro piano funzionò, affittarono due camere sotto falso nome alla locanda del Gallo d'oro.
Le catacombe distavano circa un'ora di cammino dal loro alloggio.
L'entrata si trovava alla base di una collina, era un semplice foro nel terreno grande abbastanza da far passare un uomo alla volta.
"E noi dovremmo entrare lì?" chiese scettico Zoroastro.
"Sì." rispose Leonardo che nel frattempo aveva acceso delle candele e infilato la testa nel foro. Dopo una breve ispezione decretò: "È profonda, ma non troppo. Dobbiamo procurarci una scala di corda e delle torce, molte torce. La ispezioneremo di notte."
"E l'autopsia dell'ebreo di notte, e l'incontro con Riario di notte, e la fuga da Firenze di notte...mi spieghi perché queste cose vuoi farle sempre di notte?" chiese Zoroastro.
"Perché alimenta il mistero." rispose solenne Leonardo.
Beatrice intervenne: "E perché di notte daremo meno nell'occhio."
Leonardo alzò le spalle: "Esatto. Ma principalmente per il mistero."
Zoroastro rise e scosse la testa, era tipico di Leonardo: "D'accordo, sei tu il genio ed ingegnere eccetera... E come ci orienteremo lì sotto?"
"Le catacombe hanno una struttura specifica, ci baseremo su quella tenendo gli occhi ben aperti. Dobbiamo capire dove cercare per non perdere troppo tempo." spiegò Leo "Direi di perlustrare prima la cappella e l'area di sepoltura, se non troveremo nulla cercheremo nelle altre stanze."
Terminata l'ispezione tornarono alla locanda, non era sicuro farsi vedere troppo in giro.
Scesero solo all'ora di cena per mangiare.
Era strano doversi sedere a tavoli diversi e fingere di non conoscersi, non potersi scambiare nemmeno un sorriso, ma la sicurezza veniva prima di tutto.
Beatrice ogni tanto si grattava la pelle sotto la barba finta, la cosa divertiva molto Zoroastro: "Lo dico di nuovo, non so come possano averti tutti presa per un maschio."
"Potenza della suggestione immagino." sorrise lei.
Tornati in camera Bea si tolse il fastidioso travestimento: "Uff, non vedevo l'ora di toglierla!"
Zo la abbracciò da dietro e le baciò il collo: "Magari possiamo toglierti anche qualcos'altro..."
Lei si girò ridendo e lo baciò, lasciando che lui la spogliasse e le accarezzasse la pelle con le dita e con le labbra, regalandole dei brividi.
"Sei così bella principessa." le disse baciandola sulla bocca, sempre più appassionato, poi caddero insieme sul letto.
Dopo aver fatto l'amore rimasero abbracciati, uno di fronte all'altra.
"Ho avuto davvero paura sai?" disse lei accarezzandogli il petto "Temevo che Riario ti avrebbe ucciso."
Zo la baciò e la strinse: "Sei stata davvero astuta principessa. Hai avuto un bel sangue freddo! Vorrei strozzarlo con le mie mani per quello che voleva costringerti a fare!"
Lei gli sorrise: "Non merita che ti sporchi le mani con il suo sangue amore mio."
Per un po' nessuno disse nulla, poi Zo le chiese: "Sei sempre convinta di volerlo fare?"
"Ti riferisci alla profezia?" lui annuì "Non ho dubbi. Soprattutto dopo quello che abbiamo passato."
"Allora sei più coraggiosa di me."
"Tu hai delle remore Zo?"
L'uomo sospirò: "Ho sempre immaginato che saremmo invecchiati insieme in una piccola casetta circondati da figli e nipotini. È sdolcinato, lo so. Ma è quello che ho desiderato, e che desidero ancora per noi due. 
Quello che vorrei è baciarti ogni mattina al risveglio e ogni sera prima dormire, è crescere insieme i nostri bambini, diventare vecchi insieme e fare l'amore con te fino all'ultimo giorno della nostra vita. 
Questa profezia potrebbe impedirmi di vivere tutto questo.
Non voglio perderti Bea. Non voglio che ti capiti nulla di male, ti ho promesso che mi sarei preso cura di te e avrei impedito a chiunque di farti soffrire..."
"Io vorrei le stesse cose amore mio. Non potrei immaginare un futuro più bello di quello che hai descritto. E non lo trovo per niente sdolcinato." gli rispose lei.
Zo le sorrise  e la baciò: "Ad ogni modo, qualunque cosa accada, qualunque cosa tu decida, io sarò accanto a te nel bene e nel male. Per sempre."
Bea sentì inumidirsi gli occhi a queste parole, Zoroastro riusciva sempre a sorprenderla, lo baciò: "Nel bene e nel male Zo, per sempre."
Anche Leonardo e Lucrezia stavano affrontando lo stesso argomento.
Si erano amati con passione e ora lei riposava con la testa sulla sua spalla, lui le accarezzava i capelli.
"Dunque, cosa ne pensi? Ti senti sicura?" chiese Leonardo.
"Io e tua sorella ne abbiamo parlato sai...ci siamo fatte coraggio, abbiamo parlato delle nostre paure.... Lei è convinta che sia la cosa giusta da fare..."
"E tu? Nei sei convinta?"
Lucrezia si morse le labbra: "Credo di sì..."
"Sai, questa profezia mi sta lacerando Lucrezia. So che perderò una di voi...e non mi do pace per questo!" disse Leonardo.
Lei lo abbracciò forte: "Lo so."
"Ma se è quello che avete deciso io rispetterò la vostra scelta. Ti starò accanto Lu, lo prometto."
Lucrezia lo baciò, ed entrambi, abbracciati, si addormentarono. 
Il giorno seguente si procurarono torce e corde, attesero la notte per calarsi nelle catacombe.
La prima notte fu infruttuosa, perlustrarono la cappella e buona parte dei loculi, ma non trovarono nulla.
Poi dovettero aspettare alcuni giorni per colpa della pioggia, e l'attesa rendeva Leonardo e gli altri sempre più preoccupati.
Riario era sulle loro tracce? E se il nascondiglio del Libro fosse altrove?
Finalmente il brutto tempo cessò e una notte Leonardo e Zoroastro scesero nuovamente sotto terra.
"Ho finito, ho controllato tutti i loculi. Niente. Ispeziono le stanze qui accanto." disse Zo, poi vedendo l'espressione scoraggiata dell'amico aggiunse "Lo troveremo Leo..."
Entrò in una camera, illuminò lo spazio con il fuoco della torcia.
Non c'erano mobili, sulle pareti c'erano diversi affreschi ormai rovinati.
Un disegno catturò l'attenzione di Zoroastro.
Si avvicinò al muro, la osservò, spalancò la bocca per lo stupore, accarezzò i contorni della figura con le dita: "Non ci credo...LEO! LEO VIENI QUI!"
"Cosa hai trovato?"
"Guarda." disse Zoroastro illuminando bene il dipinto.
Anche Leonardo strabuzzò gli occhi: "Non può essere...ma come diavolo..."
L'affresco raffigurava quattro persone, due uomini e due donne immersi in un bellissimo paesaggio naturale.
C'era una foresta alle loro spalle, in lontananza si vedevano una casa e un fiume.
Le figure umane non avevano caratteri distintivi, di fisionomia erano molto simili.
Le due donne erano sedute su una roccia, vestite di bianco, gli uomini invece vestivano di blu ed erano in piedi dietro di loro.
Entrambe le donne avevano un bel pancione rotondo.
C'era un dettaglio che fece rabbrividire Zoroastro e Leonardo: una delle donne aveva una larga macchia rosso scuro sul petto.
"Solo una di voi sopravviverà..." aveva detto il Turco a Beatrice.
Leonardo scosse la testa, era incredibile. Il dipinto raffigurava la profezia nei minimi dettagli.
"Non è una catacomba cristiana, l'hanno mascherata come tale. Qui si riunivano i Figli di Mitra." constatò Leonardo "Quando erano perseguitati si rifugiavano in questo posto..."
Zoroastro annuì, non riusciva a staccare gli occhi dall'affresco.
Poi notò una cosa: "Leo, guarda le mani delle donne. Quelle che stringono la mano del proprio compagno. Il dito indice punta in alto...come per indicare qualcosa..." alzò e avvicinò la fiamma.
Qualche palmo sopra le teste degli uomini era stato disegnato un cielo azzurro scuro, tempestato di stelle dorate e astri d'argento.
"Non ci cr...è la Volta celeste Leo!" rise Zoroastro allungando la mano per toccare il muro.
Passò le dita sulla Volta, a un certo punto arrivò a sfiorare un astro a otto punte, e sentì che era diverso dal resto del dipinto.
"È in rilievo!" disse Zo emozionato "Potrebbe essere..." 
"Uno sportello! Guarda, c'è un foro sotto una delle punte!" Leonardo prese dalla sacca la chiave che aveva trovato nello stomaco dell'ebreo e la diede a Zo "A te l'onore amico mio."
Zoroastro infilò la chiave e la girò con una certa fatica, la serratura era piuttosto arrugginita.
Sentirono uno scatto metallico, e come per incanto l'astro d'argento si aprì come un tabernacolo.
I due uomini trattennero il respiro.
Eccolo lì, in una piccola nicchia nel muro, il Libro delle Lamine.
Leonardo e Zoroastro lo fissarono, ammutoliti ed emozionati.
"È come te lo eri immaginato?" chiese Zoroastro.
"No, è molto diverso da come me lo ero figurato." rispose Leonardo.
Il Libro delle Lamine era un piccolo tomo, grande quanto un palmo, la copertina era in pelle piuttosto rovinata.
"Pensavo fosse un libro più grande e più voluminoso...invece sembra un semplice breviario." commentò Zo, poi dopo qualche secondo di silenzio disse piegandosi di lato verso Leonardo "Uno di noi dovrebbe prenderlo, non credi?" 
L'amico gli sorrise e prese con delicatezza il Libro: "Uuuf...sono agitato, davvero...è emozionante. Questo è ciò per cui tutto ha avuto inizio, ciò per cui abbiamo tribolato e sofferto..." 
Guardò la copertina, c'era un incisione: "Ai figli della terra e del cielo stellato."
Leonardo accarezzò le lettere sbiadite con un dito.
"Già. Ed è ciò che potrà cambiare il mondo." Zo gli mise una mano sulla spalla "Aspettami qui, faccio scendere le ragazze per far loro vedere cosa abbiamo trovato."
Quando Beatrice e Lucrezia videro il dipinto rimasero a bocca aperta.
"La profezia veniva tramandata in questo modo dai Figli di Mitra." disse Beatrice "Ogni generazione ha potuto conoscerla e vigilare sul suo compimento."
Le due donne guardarono il Libro delle Lamine, il destino del mondo era in un libro così piccolo.
"Chissà cosa c'è scritto in queste pagine..." mormorò Lucrezia "Quali parole potranno ispirare tanto i nostri figli..." all'improvviso si incupì e uscì dalla stanza, singhiozzando.
"Vado io." disse Beatrice seguendola "Lu! Stai bene?"
"No, non sto bene!" disse piangendo e abbracciando l'amica "Abbiamo trovato il Libro, ora la profezia inizierà a compiersi. Ho detto a tuo fratello di essere sicura ma..." singhiozzò più forte.
Beatrice la strinse, comprendeva la sua paura: "Lu, non piangere, stai tranquilla, ..."
"Ma come faccio? Tu dici sempre che i nostri discendenti aiuteranno i deboli e i perseguitati, che solo per questo vale la pena rischiare la vita...anche Leo lo dice... Ma io a volte ho dei dubbi che mi tormentano..." 
"Ascolta Lu," le disse Bea con dolcezza "è vero, molte cose dipendono da noi, come è normale avere delle perplessità su cosa sia meglio fare. Se non te la senti Lucrezia nessuno ti giudicherà. Io non lo farò. Ma prima di una qualsiasi decisione prenditi qualche giorno per riflettere."
La Donati annuì e si asciugò le lacrime, e insieme tornarono nella stanza dove Zoroastro e Leonardo le attendevano preoccupati.
"Tutto bene?" le chiese Leo prendendole le mani tra le sue.
"Ora va meglio, grazie." Lucrezia gli sorrise.
"Meglio uscire di qui." propose Zoroastro "L'aria stantia non ci fa bene."
Lasciarono le catacombe e tornarono alla locanda.
Quella scoperta li pervase di emozioni contrastanti: da un lato erano felici di aver finalmente  trovato il Libro, ma dall'altro erano consapevoli che comportava l'inizio di un nuovo percorso, il quale non avrebbe avuto un vero e proprio lieto fine.
Giusto il tempo di appoggiare la testa sul cuscino e la stanchezza prese il sopravvento facendoli cadere in un sonno profondo.
Beatrice si svegliò qualche ora dopo, fece per girarsi dall'altra parte per tornare a dormire ma lo scricchiolare del pavimento fuori dalla stanza la attirò.
Si alzò silenziosa e sbirciò fuori dalla porta.
Uscì in corridoio stringendosi nella camiciola: "Lucrezia." bisbigliò.
La donna si voltò, indossava il mantello e a tracolla portava la sacca da viaggio. Se ne stava andando.
Guardò Beatrice con occhi colmi di vergogna e imbarazzo per la sua fuga: "Bea...Io...non ce la faccio..."
Bea cercò di parlarle: "Lu, pensaci bene, ti prego. Prenditi qualche giorno...tante cose dipendono da noi..."
"Ho deciso Beatrice."
"Lu, credimi, sono spaventata anch'io..."
"No! Non capisci? Io vorrei essere coraggiosa come lo è stato mio padre, come lo sei tu!  Tu accetti con tranquillità questa sorte ma io non credo di poter diventare una martire. Non voglio." sbottò Lucrezia.
Beatrice scosse la testa: "Credi che aneli il martirio? Credi che non abbia il terrore  di morire? Sappi che ho una paura fottuta di perdere tutto, la mia vita, le persone che amo! 
Ma penso a cosa c'è in gioco e a cosa abbiamo perso. È questo che mi spinge ad andare avanti, ad accettare il rischio di morire. Ti ho detto che puoi tirarti indietro, e davvero, se vuoi farlo non ti tratterrò né ti giudicherò in malo modo. Ma devi essere davvero sicura di volertene andare, di voler impedire che il Libro possa cambiare il mondo attraverso la nostra discendenza. Per favore, concediti ancora qualche giorno per riflettere. Non puoi prendere una simile decisione a caldo..."
Beatrice scrutò lo sguardo di Lucrezia e capì che qualsiasi cosa le avesse detto non l'avrebbe fermata. Ormai aveva deciso.
"Mi dispiace..." mormorò Lucrezia e scese le scale. Beatrice sentì i suoi passi allontanarsi.
Tornò nella sua stanza e si rannicchiò nel letto accanto a Zoroastro.
Si sentì avvolgere dalla tristezza, la rinuncia di Lucrezia era sconfortante. 
Come le aveva promesso non la giudicò, comprese che in fondo la paura che stringeva Lucrezia in una fredda morsa era la stessa che cercava di attanagliare anche lei.
Ripensò a una cosa che le aveva detto suo nonno Aronne quando lei gli aveva chiesto dei Vangeli: "Io non credo in Cristo ma ammiro molto sua madre. Vedi bambina, Maria di Nazareth, quando l'arcangelo Gabriele le ha annunciato che sarebbe potuta diventare la madre del figlio di Dio, fu chiamata a fare una scelta. Non era obbligata ad accettare quella maternità sai? Poteva declinare tale proposta. Ma lei sapeva che quel figlio destinato a morire avrebbe cambiato il mondo.
Sapeva che avrebbe patito per la sua perdita, che avrebbe sofferto per il martirio della sua stessa carne, ma non voleva che il suo egoismo impedisse al mondo di cambiare. Così accettò di portare in grembo Jeshua, Gesù, per il bene dell'umanità.
Le donne hanno così tanta forza Beatrice, possono sopportare ogni dolore personale per il bene di molti, sono capaci di sacrificarsi con una tale devozione che noi uomini nemmeno ci sogniamo. Dovremmo inchinarci a voi, bambina mia, per il coraggio che scalpita nel vostro cuore!"
Prima di addormentarsi Beatrice pregò che gli eventi non le togliessero mai quel coraggio. E chiese che quella stessa forza potesse conquistare anche il cuore di Lucrezia e farla tornare sui suoi passi.


  Angolo dell'autrice: 
Scusate il ritardo nella pubblicazione di questo capitolo! 
Spero che questo nuovo sviluppo vi piaccia!
Grazie a tutti voi per continuare a leggere la mia storia, è anche grazie a voi che ho sempre più voglia di continuare a scrivere :) 
Un bacio
VerdeIrlanda 






 



  
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