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Autore: MikWrong    05/01/2014    0 recensioni
"Avevo scritto un centinaio di testi e li avevo accompagnati tutti, ma nessuno si degnava di ascoltarli tranne Katlin, le volevo un bene dell’ anima lei c’era sempre per me, ma io no…"
"Era la mia migliore amica e con lei mi sentivo vivo..."
"Le feste non mi piacevano molto ci andavo solo per bere e per non pensare a niente, nei miei diciassette anni di vita ne avevo passate tante,le botte di mio padre la dipendenza dall’alcol di mia madre e le sue urla ad ogni ora del giorno e della notte i miei amici di infanzia che mi menarono e voltarono le spalle; non pensare era l’unica soluzione per stare “Bene”…"
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Driiiing Driiiiing
Ero straiato sul letto, nella stanza entrava un filo di luce, allungai il braccio per spegnere la sveglia  segnava le undici, stava squillando dalle nove… La testa mi faceva malissimo avevo bevuto troppo la sera prima…
Scesi in salotto i miei non c’erano, andai in camera loro, neanche, quando entrai in cucina vidi sul frigo un biglietto lo presi:
“Tesoro, siamo partiti questa mattina per LA non so se ti ricordi, la cena di beneficenza, torneremo questa notte. Non fare danni, un bacio”
“E andiamo!” Urlai
I miei vanno sempre alle cene e aste di beneficenza pensano che cosi tutti credano che hanno un cuore, stronzate! Qualche migliaio di dollari in meno cosa li cambia…
Salii in camera presi i primi vestiti che avevo sotto mano e uscii. C’era un sole accecante e faceva caldo, anche troppo.. Misi la mano nei pantaloni e  tirai fuori il pacchetto di sigarette ne presi una e l’accesi. Continuavo a camminare senza meta sotto il caldo sole di Santa Barbara finche il telefono inizio a squillare, lo presi e risposi:
“Josh!”
“Ehy, Katlin, come stai?”
“Bene bene tu? Che fai di bello sta sera? Ci vediamo?”
“Un cazzo! Si certo vengo a prenderti io?”
“Va bene, a sta sera!”
Ataccai. Katlin era la mia migliore amica ci conoscevamo da non so quanti anni abbiamo condiviso tantissime cose da quelle più felici alle più tristi soprattutto quelle tristi..
Per strada c’era gente che gridava urlata c’erano esaltati per una nuova festa in spiaggia, li guardavo uno ad uno e pensavo “Cosa hanno loro che io non ho?Sono  un normalissimo ragazzo di diciassette anni!Cazzo!”
Da quando avevo iniziato il college ero sempre stato messo in disparte da tutti, e non capivo il perché  ero normale ai miei occhi e a quelli di Katlin che e l’unica persona con cui riesco a parlare e con cui esco.. Nel mio girare a vuoto ero tornato a casa mia aprii il cancello i percorsi il vialetto di ciottoli
“Bentornato alla casa bianca!” dissi tra me e me in modo sarcastico
Casa mia era enorme e ai miei genitori i soldi sbucavano anche dal culo, odiavo tutta quella ricchezza e falsità che c’era in quella casa.
Entrai in casa nella mia assenza doveva essere passata la donna delle pulizie, quella stronza mi aveva rotto due chitarre mentre puliva, perché le scarpe davanti all’ingresso erano sparite e anche la sabbia sparsa. Non sapevo quanto tempo ero stato fuori ma non mi interessava molto. Sali le scale entrai in camera mia e presi la mia chitarra, quando suonavo raggiungevo la felicita… Presi un foglio e cominciai a scrivere dei accordi e li provavo, quanto mi sarebbe piaciuto fare un concerto… Avevo scritto un centinaio di testi e li avevo accompagnati tutti, ma nessuno si degnava di ascoltarli tranne Katlin, le volevo un bene dell’ anima lei c’era sempre per me, ma io no…
Avevo suonato per due ore, decisi di uscire e avviarmi per casa di Katlin che non distava molto, decisi di passare per la spiaggia per vedere se c’era qualche desta, che domande?! Ovvio che c’era! Erano gia tutti pronti, barili di birra,casse era tutto pronto.
Quando arrivai davanti casa di Katlin citofonai
“Si chi e? Era la madre, Nina, santa donna!
“Sono Josh”
“Oh caro, Sali”
“No,grazie aspetto che scenda Katlin”
“Arriva!”
Mi sedei sulla staccionata che divideva la spiaggia dal viale, che belle case che c’erano li, non enormi come la mia discrete e stupende. Presi una sigaretta, l’ultima, e continuai ad aspettare. Erano passati quindici minuti e ancora non si vedeva mi alzai per andare a risuonare ma sentii la porta aprirsi.
“Alla buon ora!” Dissi.
“Babe! scusa stavo finendo una cosa!” E mi abbraccio
“Scuse accettate!” La presi in braccio.
“Che si fa sta sera, feste dove imbucarsi?” Mi domando lei.
“Ne ho vista una in costruzione vicino al molo” Risposi e ci mettemmo a ridere
Era la mia migliore amica e con lei mi sentivo vivo..
Ci avviammo per il molo la luce del giorno cominciava ad andarsene i lampioni  sul lungo mare si illuminavano. Arrivammo alla festa la musica era gia alta un falò era già stato acceso.
“Ci imbuchiamo?” Mi domando lei.
“Certo che domande!” Risposi. Le feste non mi piacevano molto ci andavo solo per bere e per non pensare a niente, nei miei diciassette anni di vita ne avevo passate tante,le botte di mio padre la dipendenza dall’alcol di mia madre e le sue urla ad ogni ora del giorno e della notte i miei amici di infanzia che mi menarono e voltarono le spalle; non pensare era l’unica soluzione per stare “Bene”…
Eravamo già dentro la festa, birra a fiumi musica a palla, presi una birra mi buttai nella gente persi di vista Katlin…Presi un’altra birra e un'altra ancora comincia ad andare addosso alla gente a spingerli a darli gomitate a buttarli birra sui vestiti.
“Imbranato cazzo fai?”
“Ma vattene!”
“Mi hai fatto la doccia coglione!”
Vidi due tizzi un po’ distanti da me, erano enormi, sicuramente giocatori di palla a nuoto riusci a sentire quello che si dicevano:
“Ma tu quello lo conosci?”
“Mai visto! Spacchiamoli la faccia!”
Non avevo realizzato ciò che stavano per fare, li vidi da un momento all’altro davanti a me, mi presero di forza e mi portarono sotto il molo lontano dalla festa.
“E tu chi cazzo sei, ti sei inbucato?!”
Non risposi ansimavo
“Che fai non rispondi?!” Disse l’altro.
Cominciarono a darmi calci sullo stomaco, non riuscivo a muovermi. Sentii una voce:
“Fermi!Che cazzo fate?!”
Non riuscivo a capire da dove veniva, mi sforzai, vidi una figura in lontananza prima del molo che si avvicinava velocemente, uno dei due tizzi si girò.
“E tu che diamine vuoi?!” La sua voce non era sorpresa…
“Mike lascialo stare!”
“Ma fatti i cazzi tuoi,Robert!”
Dopo questa risposta Robert parti scaravento Mike a terra, io mi ero allontanato e mi ero appoggiato ad una colonna del molo e osservavo sorpreso Robert era decisamente più piccolo di Mike e del suo amico ma stava avendo la meglio. L’amico di Mike lo prese alle spalle e l’altro comincio a darli una raffica di pugni nello stomaco, Robert si accascio a terra i due stavano per venire verso di me,Robert si rialzo e butto a terra Mike e subito dopo l’amico, Robert diede un calcio in bocca a Mike e disse:
“Avete finito di rompere le palle?!”
I due si rialzarono doloranti mi diedero un occhiata come una minaccia, si girarono e se ne andarono, sconfitti…
“Ehy tutto bene fratello?”
Robert si era avvicinato a me e mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi, ero dolorante non mi reggevo in piedi con le ultime forze che avevo dissi:
“Grazie…”

CONTINUA...
  
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