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Autore: Leo    05/01/2014    1 recensioni
"Ti senti sempre stanco di giorno, è una fatica portare addosso una persona che non sei tu, il te stesso, quello della notte, è più leggero. Ma chi lavora ha sempre ragione, e di notte non si lavora, si riflette, e chi riflette non sta facendo niente in realtà…lo specchio riflette…"
Tutti gli uomini che facciamo aspettare a lungo nell'anticamera del nostro favore vanno in fermentazione o divengono acidi. [Umano, troppo umano] In entrambi i casi, secondo me, divengono pericolosi
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei andato a letto ridendo. La risata è tutto ciò che ti è rimasto, e anche quando senti le lacrime premere sul retro del bulbo oculare, gonfiandolo e costringendolo a uno sforzo immane, tanto che il sangue ingrossa le venature tingendo il bianco di quelle due perle – anche allora ridi. Ridi di gusto, mica ti sforzi, non senti altro che il diaframma contrarsi e ridi, anche se senti acido che dallo stomaco cerca di risalire con quella risata. Ma tu lo ricacci dentro e continui a ridere tra le lenzuola, al buio, con la faccia nel cuscino, ridi, soffocando ciò che rimane di quel tenue pianto nella stoffa ingiallita.

E quando finalmente il sangue è tornato a defluire, e il respiro ha ripreso regolarità, ecco girarti supino, guardando oltre il soffitto crepato, mentre assecondando lo sforzo del tuo cervello, guardi un’immagine sfocata che prende forma e vita, mentre ricompare di nuovo davanti a te, che ti sorride – che ti accoltella! Lasci che accada, forse ne hai bisogno. Hai mai vissuto un’esperienza di morte? Che domande, certo! La senti quella lama, senti affondarla, e senti quel formicolio diramarsi lungo le gambe, intorpidire i tuoi piedi, e allo stesso modo le mani che non possono più nulla, che giacciono abbandonate. Ma è morte apparente, è morte di quella morte che ti uccide tante volte nella vita, che non dona pace, ma ansia, angoscia, non è fine, ma Attesa.

Guardi l’orario: 02.37 … sorridi di nuovo, ma stavolta ti contieni. C’è imbarazzo, timore reverenziale – e chi non ne avrebbe, sei davanti a te stesso! e davanti a se stessi non si mente più.

“C’è un varco aperto”

“Sì, sono stato io”

“Mi hai chiesto tante armi per tenere lontani gli assalitori: Tutt’attorno ci sono mura da cui fuoriescono spuntoni arroventati intrisi di veleno liquido volatile, ma in questo punto c’è un varco aperto, delle dimensioni giuste per far passare una persona”

“Una e una sola”

“Perché?!”

Ma è a questo punto che taci. Non puoi mentire, è vero, ma nessuno ti obbliga a dire la verità! E poi cos’è la verità, se non una storia che ne rovina una molto più bella che era la bugia?!

“Una volta dentro combatterete ad armi pari!”

“Vero. Ed è una battaglia che m’inebria, mi sta eccitando, mi rende euforico. Più del vino – mi rende vivo, la aspetto con gioia!”

“Ma è già da un po’ che quel varco è aperto, e nessuno si è ancora fatto vivo.”

Guardi l’orario: le 03.10. Senti le pareti scorrere liquide attorno a te. È il sonno che sopraggiunge? Come puoi dormire?! Non puoi, vero – è per questo che sei sempre stanco, e la morte può colpire ancora. Ne senti il peso sul torace, e i respiri si fanno più profondi, fai fatica a sollevare lo sterno ancora e ancora – ma tu non riposi, tu aspetti.

Quando riapri gli occhi è il grigio intorno a te. Anche il sole si è nascosto, ha vergogna anche lui a farsi vedere con un reietto, perciò manda avanti la pioggia, che di vergogna non ne ha – si abbatte su tutto senza pietà, e quando non riesce a entrare da una finestra aperta, si affida al vento suo complice. Il freddo ammazza, ma tu ne sei immune: fuori è sempre più caldo! Guardi la tua pelle provata, ruvida di freddo, e i peli sembrano spine in questo momento. Che spettacolo il corpo umano…

Senti anche un fastidio all’angolo della bocca. C’è una leggera crosta, è lì che vanno a finire sempre tutti i tuoi mali. E tu ti alzi vai allo specchio e li gratti via per vedere sotto di essa il virus che continua a mangiare la tua carne, a gonfiarla d’irritazione. Ne lecchi via il sangue, t’inebria il sapore di ferro nella bocca, non hai paura che il virus possa attaccare altre parti del tuo corpo, è lì che lo hai relegato. Non ha spazio, può mangiare solo qualche pezzetto di labbro, ché tanto non ti serve. La crosta che copriva i tuoi problemi non c’è più, ma il posto migliore per nascondere qualcosa è la luce del sole. Se quella crosta fosse rimasta lì, qualcuno si sarebbe insospettito – non si sarebbe avvicinato, comunque.

Guardi l’ora, su un orologio a muro nel posto dove sei. La guardi con un sorriso sornione sulle labbra, di sfuggita, fra una parola inutile e l’altra. Non riesci a capire bene, ma non vuoi farti scoprire a guardare un orologio. L’orologio serve a vedere il tempo che passa, e se ti scoprono in attesa qualcuno potrà fare domande, e tu non sei uno che mente. Ti nascondi, è vero – sei una cazzo di lucertola – ma non vorresti mai mentire. Così fai un secondo movimento più tardi, cogliendo il momento giusto, una battuta, una risata, uno sguardo meno fugace: se ridi non importa dove va il tuo sguardo.

15.31. Il giorno non è certo fatto per te. Ti senti sempre stanco di giorno, è una fatica portare addosso una persona che non sei tu, il te stesso, quello della notte, è più leggero. Ma chi lavora ha sempre ragione, e di notte non si lavora, si riflette, e chi riflette non sta facendo niente in realtà…lo specchio riflette…

La sera ha già un altro sapore, il tuo passeggero comincia ad alleggerirsi e il whisky ti rende più forte, ti ingrossa le vene, libera il tuo sangue oppresso durante le ore di luce. Ma fai attenzione, non puoi perdere lucidità: chi attende deve sempre essere vigile.

Le 23.42. Torni dal tuo amante. Riguardi le pagine che hai scritto, ti stupisci. Pensavi di esserti liberato del veleno trasformandolo in inchiostro come l’acqua col vino. Eppure tutto ciò che leggi è il diario di uno psicopatico:

“02.37: Aiuto!”

“03.10: Soffoco!”

“15.31: Fa male!”

“23.42: Ahahahahahahahahahahah”

La sua risata uccide

Ti ha colto alla sprovvista

Ahahahahah

Non può passare

Potevi essere libero

Attento

Sangue verde, giallo come pus

Il muro arrugginisce

Il virus che colpisce

Il veleno continua a evaporare

Nessuno si avvicina

Chi respira muore

Se respira muore

Il varco è ancora aperto!

 

  
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