Fa girare la rotellina dell’accendino ancora una volta, ma la scintilla che prende vita è troppo flebile ed effimera per riuscire ad accendere la sigaretta, che è intrappolata tra le sue labbra come una mosca in una ragnatela.
Sbuffa irritato e lancia senza gentilezza l’accendino sul tavolo e l’osserva fare due capriole e poi cadere a terra con un tonfo acuto.
Takanori si guarda intorno e scava nelle sue tasche, ma non troverà nulla. Quello era l’ultimo, ora c’è solo una cosa che può fare e già disgusta il solo pensiero.
Imprecando contro l’intera umanità si abbassa sul piano di cottura e accende uno dei quattro fornelli, e storce il naso nel sentire l’odore disgustoso del gas metano. E’ uno degli odori più nauseanti che conosce, ma finalmente la sigaretta si accende e lui può godersela in pace.
A piedi nudi ritorna in salotto e si siede con poca grazia sul divano in pelle nera, poggia la testa sullo schienale dello stesso e i piedi si incrociano sul tavolino di vetro di fronte a lui.
L’orologio a muro che lo fissa sembra essere più rumoroso del solito, ogni battito di lancetta ha un suono più forte e definito del precedente.
Manca quanto ancora? 3 minuti? Per allora avrà terminato la sigaretta.
Tre minuti dopo, come previsto, la sigaretta spenta dorme tranquilla nel posacenere e gli occhi languidi di Takanori si posano sulla finestra aperta.
E’ in ritardo, non era mai capitato prima d’ora.
Si alza e cautamente si avvicina alle tende che si gonfiano e danzano con il venticello freddo che costringono il piccoletto a rabbrividire.
Arrivato quasi ad un metro e mezzo dalla finestra si ferma e chiude gli occhi.
Non sente più il vento e le tende sono ferme al loro posto.
Dita familiari gli accarezzano la guancia disegnando astrattamente sulla sua pelle poi, quei polpastrelli bramosi, riscoprono ancora le labbra dolci e rosse del più piccolo.
-Sei in ritardo.- gli fa presente Takanori.
-Per niente. Solo perché non mi hai visto, non vuol dire che non c’ero.-
-Da quanto..-
-..Sono qui?- conclude la voce a pochi centimetri dalla sua bocca. Passano solo pochi secondi e poi la figura in piedi davanti a Takanori ride seriamente divertito.
–Davvero domandi del tempo al Tempo?-
Takanori è irritato da quella domanda retorica e indietreggia di qualche passo, spalancando così anche le palpebre.
-Mi dispiace, Taka.- dice contrito Akira riazzerando le distanze, posando finalmente le labbra su quelle del più piccolo.
L’altro attua una piccola resistenza, ma alla fine cede e socchiude le labbra permettendogli di approfondire il bacio.
-Odio quando mi parli così. Odio quando.. diventi troppo reale.- pigola straziato Takanori tra un bacio e l’altro.
-Ma io sono reale.- protesta passionale Akira mordendogli poi un labbro.
I suoi gesti sono inconfondibili. Urgenza. Passione. Voglia. Akira lo desidera. Ma oggi è un giorno troppo speciale per entrambi.
Ricordandosene Akira si ferma e gli bacia la fronte.
-Che ti prende?- chiede con voce affannata Takanori che poggia le sue labbra sul collo dell’amante.
-Oggi è il nostro decimo anniversario.- risponde Akira con un sussurro, improvvisamente cauto.
-Ah.-
- Solo “ah”?.-
Takanori lo guarda e spiritato va a sedersi sul divano che l’aveva ospitato poco prima. Le dita si tormentano fra di loro e gli occhi diventano più lucidi del normale.
Akira china il capo di lato e gli si avvicina sedendosi accanto a lui, poggiandogli con grazia una mano sulla gamba.
-Tutto bene?-
-D…dieci anni. Sono passati già.. dieci anni?- la sua voce trema, le lacrime scendono sul suo viso e gli occhi sono troppo consapevoli.
-Quanti ancora ce ne saranno?- urla isterico allontanandosi da Akira che lo guarda impassibile.
-Avanti. RISPONDIMI!-
-Non posso dirtelo. Lo sai. Faceva parte del patto..-
-Quel maledetto patto.. scioglilo! Distruggilo! Ti prego ..! d..dieci anni..-
Akira non sa cosa fare e per una paura che sente estranea blocca il suo indietreggiare e lo accoglie nuovamente tra le sue braccia. Ignora il suo dibattersi che alla fine si placa e sfocia in singhiozzi mal contenuti.
-C’è un modo Taka..-
-C-Cosa?-
-C’è un modo per liberarti di me per sempre.-
10 anni prima.
Takanori continuava a
fissare determinato il tunnel buio che aveva davanti. Era stato così
difficile
trovarlo.. ma alla fine c’era riuscito, alla fine c’era una speranza.
-Quali sono le
condizioni del nostro patto allora, Kronos?-
Due occhi rossi lo
fissavano senza alcuna emozione. Due occhi rossi rompevano il
soffocante buio che
li circondava.
-Se vuoi salvare il
tuo amato Akira da me*..-
-Si è quello che
voglio..- lo interruppe incautamente il giovane. Il dio ringhiò
alterato da
quella mancanza di rispetto, ma Takanori cercò comunque di non
scomporsi
minimamente di fronte a quella terribile creatura.
Quando Kronos si fu
calmato, riprese: -se, giovane umano, è quello ciò che desideri..
allora dovrai
darmi i tuoi giorni.- quella voce senza forma, senza sesso, senza
umanità era
carica di malizia in quel momento, e a Takanori non sfuggì.
-Cosa?- Takanori
guardò perplesso davanti a sé senza però riuscire a vedere nient’altro
che i
due terribili occhi cremisi ancora puntati su di lui.
-I tuoi giorni. I tuoi
ricordi. Il tuo vissuto.. chiamali pure come vuoi. Li voglio tutti, me
li
prenderò uno ad uno da domani fino alla fine della tua vita. Ogni sera
un’ora
prima della mezzanotte, li consegnerai a me. –
-Consegnargli a te..
ma.. come.. co..-
-Sesso.-
-Sesso?-
-Si attraverso il
sesso.. è il modo più dolce. Se prendo in quel modo i tuoi giorni, tu
non
sentirai dolore.- strano che Kronos si preoccupasse del suo dolore.
Takanori
glielo fece notare e il dio rise. O almeno, Takanori interpretò il
suono che
arrivò alle sue orecchie come una risata.
-Credi che a me il
sesso non piaccia?!- domandò divertito Kronos aggiungendo nuovamente la
malizia
che aveva usato prima.
-Comunque sia, giovane
umano..-
-Takanori.- lo
interruppe di nuovo il giovane. Il dio questa volta non si spazientì,
iniziava
a trovare esilarante il coraggio e la sfacciataggine che quel ragazzino
usava
per rivolgersi a lui.
-Comunque Takanori.. le
condizioni non sono
ancora terminate.-
-Ah no? Cos’altro
vuoi? Ti sto consegnando tutta la mia vita e il mio corpo..-
-Calmati Takanori.
Quella che ti sto per dire, è una condizione che vige anche per me. Io
non
posso parlarti del tempo e delle sue funzioni. Non posso dirti cosa
accadrà, non posso svelarti cosa è
stato. E tu non dovrai chiederlo va bene?-
-Perché mai dovr..-
-Tu accetta e basta.-
-Va bene.- cedette l’umano
perplesso.
I loro occhi
danzarono gli uni con gli altri ancora
un po’. Volevano entrambi fare a pezzi quel muro che li divideva.
Volevano
sapere, conoscere l’anima dell’altro.
-Come potrò vivere non
sapendo nemmeno cosa ho fatto il giorno prima?- si decise infine a
chiedere.
-E’ un problema tuo.. appuntati
le tue giornate da qualche parte.. scrivi un diario o qualcosa del
genere. Il
tuo contratto inizierà da domani, ricorderai ogni parola di questa
nostra
conversazione così saprai sempre e comunque perché tu non ricordi.
Questo è il
massimo che ti posso concedere.-
Una fortissimo vento
iniziò a soffiare brutale dal tunnel in
direzione di Takanori.
-Aspetta! Quale forma
avrai!? Come farò a riconoscerti!?- urlò il più piccolo mettendosi le
braccia
davanti al volto come per farsi scudo.
All’improvviso tutto
si fermò. Il vento smise di infuriare e un piccolo fuoco si accese in
aria
accanto al viso di Takanori.
Piano lui abbassò le
braccia e i suoi occhi incontrarono nuovamente quelli rossi del demone,
questa
volta a pochi centimetri dai suoi.
Grazie alla luce che
probabilmente Kronos aveva acceso per farsi vedere, finalmente Takanori
riuscì
a rendersi conto della forma che il dio aveva assunto.
-A..Akira?-
Takanori è in piedi sul davanzale della finestra, affiancato da Kronos che gli stringe la mano.
-E’ così brutta?-
-La morte? Non lo so.. non l’ho mai provata in prima persona.- risponde il dio, guardando il ragazzo che fissa il vuoto con occhi assenti.
-Perché Kronos? Perché mi lasci andare così?.. sei stanco di me o..-
-No, certo che no. Ho amato ogni singola sensazione, ogni momento, ogni respiro che ti ho portato via. Odio il fatto di non poterne più avere. Ma odio di più la tua tristezza. E’ una cosa che mi ha sempre fatto soffrire: voi umani siete tristi troppo spesso.- sussurra dolcemente all’orecchio di Takanori prima di asciugargli una delle lacrime che vanno a bagnare un suo zigomo.
-Sei pronto?- domanda Kronos, stringendogli ancor più la mano.
-No, ma.. facciamol..-
-Takanori? Oh mio dio, che ci fai lì in piedi sulla finestra!? T..Ti prego.. non fare cose stupide.. scendi subito giù..- la famigliare voce di Akira, quello vero, gli arriva alle orecchie e si volta di scatto verso il salone dove, in piedi tutto assonnato c’è la persona per la quale Takanori ha sacrificato così tanto..
Kronos è scomparso. Ora ci sono solo i due fidanzati che si studiano.
Il più piccolo guarda prima la strada e poi di nuovo Akira che, in preda al panico, si è avvicinato a lui e lo fissa disperato.
-N..non.. Takanori ti prego parliamone!- cerca di farlo ragionare il più grande, ma c’è una strana determinazione nello sguardo ambrato del più piccolo che lo sta spaventando a morte.
-Akira, tu non capisci..-
-Spiegamelo! Cosa c’è che non va!? P..Perchè hai intenzione di buttarti giù!?- nella voce di Akira c’è la più acuta disperazione. Non può perdere la persona che ama.
Takanori sente quell’immenso turbamento, lo fa suo, gli avvelena il cuore. No, non può fare questo ad Akira. Non può dargli questo dolore. Non lo ha salvato dal cancro solo per fargli vedere la propria morte.
-I..Io.. va bene, aiutami a scendere- decide infine il piccoletto porgendo una mano al più grande. Quest’ultimo palesemente sollevato e con le lacrime agli occhi annulla il resto della distanza che gli divide avvicinandosi ancor più alla finestra , ma in quell’istante, una delle travi che sorregge il davanzale si spezza facendo perdere l’equilibrio all’aspirante suicida.
-TAKANORI!!!- è l’ultima cosa che sente prima di liberarsi del contratto.
*Kronos, nella
mitologia, mangiava i suoi figli (quindi gli umani (?) ) e perciò nella
mia
testa è raffigurato come “la morte”
Note dell’autrice:
Si lo so che dovrei
aggiornare “oltre te” ma questa storia… ahhh non potevo farne a meno!
L’idea mi
piaceva così tanto che non ho saputo resistere! Comunque, non mi piace
cosa ne
è uscito.. non era esattamente come me l’ero immaginata… ma vabbeh..
pace.
Spero che almeno un po’
vi piaccia.. perché.. perché ci ho speso tre pomeriggi della mia vita
u.u
In verità dovrei
anche rispondere alle vostre recensioni sulle mie altre ff, e mi scuso
per il
ritardo secolare, ma giuro vi risponderò prestissimo! Davvero nelle
vacanze ho
poco tempo per stare a casa preferisco uscire e divertirmi con gli
amici
fregandomene delle miliardi di cose che ho da fare. Spero mi
perdonerete!
Alla prossima!
Kuroi.