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Autore: swagatore    05/01/2014    1 recensioni
Acacia è una ragazza come tante, si è appena trasferita nella nuova città. Brooklyn. Il suo problema è che non è molto brava a farsi degli amici, perciò si ritrova come unico amico lo sfigato della scuola, Peter Clark. Justin Bieber è tutto il contrario, popolare, bello e misterioso. I due si conosceranno per la prima volta, proprio quando Justin maltratterà Peter. La ragazza capisce che deve stare il più possibile lontana da Justin, ma per lui prova anche una grande attrazione. Il destino, però, sarà molto crudele con loro; può l'amore superare persino gli ostacoli più difficili?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ice cream? In December?
 


   

                                                                                                                             Acacia:
 



"Come mi hai chiamato? Stronzo?" disse alzando un sopracciglio, ok, poteva essere stronzo quanto voleva ma era veramente sexy.
"Si, hai sentito bene." risposi e mi stupii per il modo acido e stronzo che avevo usato per rispondergli. Non avevo risposto così
mai a nessuno. "Ok, senti prima di darmi dello stronzo forse dovresti conoscermi." mi sorrise e posò la sua mano sulla mia spalla.

Non poteva andare così. "Senti io..." ma non mi lasciò neanche il tempo di finire la frase che già aveva la parola.
"Io.Te.Uscita.Stasera?" disse leccandosi le labbra a forma di cuore...'cazzo,cazzo,cazzo non devo guardarle!' Mantenni la calma,
sentivo il punto in cui la sua mano mi toccava che bruciava, e stavo iniziando a sudare! Chi diavolo era questo ragazzo? Perchè mi
sentivo così strana?

 La vocina nella mia testa mi ricordò come questo ragazzo aveva appena trattato Peter, e così con uno scatto
levai la sua mano e alzai gli occhi al cielo dicendo "Nemmeno.Se.Mi paghi.Spiacente, ma non sono interessata."
mi girai, presi per mano Peter e iniziai a camminare il più veloce possibile.

Solo quando girammo l'angolo, 
Peter disse "Ma lo sai quello chi è?" scossi la testa, "Non mi importa chi è, è quello che ha fatto che è stato bruttissimo. Peter, devi
imparare a difenderti. La prossima volta che quello lì, o uno dei suoi amichetti ti dà fastidio, io non ci sarò e non voglio
che ti facciano del male, o che si approfittano di te." dissi guardandolo negli occhi,
anche se, a dire la verità un pò mi importava di scoprire chi fosse il ragazzo biondo cenere con gli occhi
caldi come il miele...'basta così Acacia.'

Io e Peter ci conoscevamo da solo cinque giorni, ma era stato il primo a darmi il benvenuto in questa scuola, e in questa città. Brooklyn. Si,
perchè prima vivevo con mia madre e mio padre (che si sono sposati da poco, per giunta) nel Queens, vicino Brooklyn. Era stato duro per me traslocare, perchè ormai nel Queens avevo tutte le mie amiche e i miei amici, ed ora ero sola. Non ero per niente brava a farmi
degli amici, avevo un caratteraccio.

L'unica fortuna era che tra meno di tre giorni iniziavano le vacanze di Natale ed avevo del tempo per ambientarmi meglio.
Città più grande, palazzi più alti, molta gente per i marciapiedi e ragazzi più carini...tipo il biondo.'Basta pensare a lui, è uno stronzo!'

Già, dovevo smettere di pensarci.

"Daccordo A, cercherò di reagire la prossima volta, ma fammi un favore, stai lontana da Justin Bieber, sai quante ragazze ho visto
che piangevano perchè lui gli aveva spezzato il cuore? Troppe. E non voglio che te sia la prossima." disse dandomi un buffetto sulla testa.
E così il ragazzo sexy si chiama Justin...niente male.

"Tranquillo Peter, questa a cui hai assistito è e sarà l'unica conversazione che avrò con
lui." dissi, poi il suono della campanella ci costrinse a smettere di parlare e, dato che avevo già saltato la prima ora per
andare a prendere Peter, mi affrettai ad entrare nell'aula di Arte.

Dopo le otto ore passate ad ascoltare le professoresse e i professori che parlavano, e dopo aver preso abbastanza
appunti da compilare mezzo quaderno, finalmente uscivo dalla Seven.

'Grazie a Dio' pensai non appena aprii lo sportello del mio SUV bianco, nuovo di zecca. Ringraziai mentalmente mia madre e mio padre.
Dato che ero stufa di dover chiedere sempre a mio padre di accompagnarmi, finalmente si erano decisi a comprarmi una macchina. Questa era la quarta volta che la guidavo, perchè si sà, almeno che non eravate amanti del traffico, a New York avere una macchina
era stressante se si doveva stare ore immersi nel traffico e nello smog. Come previsto, nel tragitto per tornare a casa
rimasi bloccata, il cielo si stava oscurando dalle nuvole e l'aria si stava facendo umida. Odiavo questo posto,
dove pioveva quasi sempre e anche d'estate era così.

Perchè non poteva essere come la California? Sole e mare.

Invece no, pioggia, temporali e neve. La sfiga. Mentre bestemmiavo mentalmente per colpa del traffico, una cosa, o meglio, una felpa attirò la mia attenzione.

I negozi qui erano veramente fighi.Volevo avere quella felpa, primo: perchè ero sicura che il traffico non si sarebbe mosso se avrei tardato dieci minuti, secondo: ero viziata, e lo riconoscevo. Parcheggiai nel primo posto ai lati della strada che trovai libero e scesi, incamminandomi
in mezzo alla gente, cercai di raggiungere quel negozio che si chiamava 'American Apparel'.

Quando entrai, alla fine non comprai solo la felpa, ma anche dei jeans attillati con i ginocchi strappati dei quali mi innamorai subito.

"Grazie, arrivederci!" dissi alla commessa,ero veramente soddisfatta per la prima volta in quella giornata, ma non appena uscii dal negozio (grazie alla mia goffagine) andai a sbattere contro un ragazzo.
"Dio mio, scusami tanto." dissi automaticamente, ma non appena mi accorsi di chi era effettivatamente
QUEL ragazzo, rimasi scioccata.

Justin Bieber ammiccava un sorriso e mi aiutava a raccogliere le buste che mi erano cadute durante lo scontro.
"Non devi scusarti, capita a volte di intruppare contro qualcuno." uh, ma che carino.

'No, Acacia, lui non è carino, lui è sexy da morire.


Okay, basta.' "Ti hanno mangiato la lingua?" mi chiese sorridendo, e che sorriso. "No, è solo che..." dissi a bassa voce, era diverso da stammattina.

"Solo cosa?" chiese avvicinandosi TROPPO al mio viso. "Niente, che ci fai qui?" chiesi cercando di restare calma, dato che avevo
un ragazzo così cari... sexy, daventi a me. Si allontanò dal mio viso dandomi la possibilità di riprendere fiato, per fortuna.
"Tranquilla, non ti sto seguendo. Ho cose più importanti da fare" disse facendomi l'occhiolino. 'Non. Farlo. Mai più. Justin.'

Alzai gli occhi al cielo, quant'era presuntuoso?

 
"Non ho mai pensato che mi stessi seguendo! Sentiamo, che hai da fare di meglio? Ti avverto, seguirmi è molto divertente." dissi mentre
mi lasciai scappare una risata. Justin anche rise e disse "Stavo andando da Burger King, ti va di farmi compagnia?"
Non sapevo per quale motivo me lo stava chiedendo, ma stranamente annuii e insieme ci incamminammo verso il fast food
con la scritta blu e gialla dall'altra parte della strada.

Entrammo e dato che non ero mai stata in uno di questi posti prima d'ora, non sapevo proprio cosa ordinare.

Eravamo in fila dietro la cassa, quando mi feci coraggio per chiamare Justin. "Justin?" lui si girò quasi subito. "Dimmi, hai già scelto cosa ordinare?" mi sorrise teneramente, oddio santo.
 
"Ecco, vedi...non sono mai stata qui. Non so cosa ordinare." dissi sapendo già che probabilmente sarebbe scoppiato a ridere da un momento all'altro. Ma non lo fece. "Allora, vediamo...cosa ti piace?" mi chiese indicandomi il menù, che si trovava sopra la cassa.
C'erano molti tipi di panini, le patatine e...i gelati! "Voglio il gelato, quello con gli oreo" dissi desiderando di averlo già tra le mani.

"Il gelato? A Dicembre?" chiese ridendo. "Che c'è di strano?" lui alzò le spalle e si girò mimando con la bocca un 'Okay'.

Probabilmente il ragazzo si sta rendendo conto di non avere a che fare con una ragazza normale.

Justin ordinò le patatine e il mio gelato, che poi scoprì avesse un nome tutto suo 'X-Cream Sundae OREO' wow, pensai,
ci si impegnavano anche a dargli un nome.

Quando stavo per tirare fuori i soldi per pagare il mio gelato, Justin mi fermò, io sbuffai cercando di convincerlo
che avrei pagato io, ma niente, alla fine era lui quello a vincere.
Ci sedemmo su un tavolo vicino alla finestra, mentre lui iniziava a mangiare le patatine formulai una
frase decente per dirgli grazie per aver pagato il conto. "Grazie Justin, sei stato davvero carino a pagare te" merda, l'avevo detto e non pensato!

Justin alzò lo sguardo su di me e pronunciò  "Carino?" con una smorfia. Ok, non voleva essere chiamato così. "Gentile? Sexy? Figo?" doppia merda, stavo elencando i suoi aggettivi ad alta voce davanti a lui che per poco non si strozza con una patata.

Oddio. Portai le mani al viso e cercai di nascondere il mio rossore.

Justin intanto lo sentivo ridere. "Ma grazie..." disse allungando una mano verso il mio viso e levando le mie mani dalla mia faccia.
Trasformazione in 'Pomodoro con il ciclo' mode ON. "Anch'io ti trovo sexy" disse facendo di nuovo l'occhiolino. Intanto il mio viso aveva preso a fuoco.

"Okay...cioè grazie...cioè è meglio che vada." dissi entrando nel panico. 'Aiutatemi perfavore' "Ma se non hai nemmeno iniziato il gelato, guarda che mi offendo facilmente io!" Justin fece la faccia da cucciolo e io sorrisi. "Vabene, ma dimentica le figure di merda, ok?" dissi cominciando a mangiare il gelato.

"Come ti chiami?" mi chiese Justin, e solo allora ricordai che non sapeva ancora il mio nome. "Acacia." dissi, odiavo il mio nome. Era strano, nessuno lo aveva e per questo tutti mi chiamavano 'A' "Acacia...bel nome" sorrise sinceramente, il mio nome sulle sue labbra però mi piaceva.

"Anche Justin è un bel nome, quanti anni hai?" chiesi portando alla bocca un cucchiaino di quel delizioso gelato. "18, 19 a Marzo. Te invece?" addentò una patatina. "17, 18 il 24 Dicembre" dissi e lui sorrise e disse "Mi inviterai alla tua festa vero?" scossi la testa, non avevo intenzione di fare nessuna festa.

Non conoscevo nessuno apparte Peter.
 
"No, non farò una vera e propria festa, forse qualcosa con i miei genitori." dissi finendo il gelato. "Peccato, si hanno 18 anni solo una volta nella vita,
ti meriti una super festa..." alzai le spalle "Non conosco nessuno, apparte Peter." dissi facendomi passare dalla parte degli sfigati, wow che genio che sono.
"Tu conosci me." disse malizioso "Ti organizzerò una festa bellissima" dio, quanto era dolce? "Lo faresti?" chiesi perdendomi nel colore caldo dei suoi occhi.

"Certo che si." rispose, poi come se avesse sentito un suono familiare si girò verso un tavolo dove erano seduti quattro ragazzi. Due ragazze, e due ragazzi. Li avevo già visti alla Seven. Una mora stava pomiciando con un ragazzo con le treccine e l'altra parlava e
scherzava con un ragazzo riccio, davvero carino.

Mi rigirai verso Justin, il quale era diventato rosso. "Io lo ammazzo" disse arrabiato e fece per alzarsi, ma io lo presi per il braccio e immergendomi di nuovo nei suoi occhi, gli dissi "Justin non fare scenate, siamo in un posto pubblico! Ci sono dei bambini, quando vi troverete da soli risolverai le cose." Era strano che succedesse, intendo dire che per la prima volta avevo calmato qualcuno. Justin rilassò i nervi e si sedette.

Dopo qualche minuto i quattro ragazzi si alzarono e uscirono dal fast food ridendo e scherzando. "Era la tua ragazza?" chiesi sperando che non mi urlasse contro. "No, era solo una troia, quei due erano i miei migliori amici." disse infine, sospirando. "Quindi non hai la ragazza?" chiesi scioccata, come poteva un angelo come quello essere ancora single?
 
"Non mi piace impegnarmi nelle storie." disse facendo spallucce. "Alzi tutti i giorni le spalle?" chiesi notando che lo faceva spesso. "Nah, di solito alzo un'altra cosa..." disse lasciandomi un sorriso malizioso. Che schifo! Feci una faccia disgustata e lui scoppiò a ridere. La sua risata era così bella, e contagiosa che dopo poco mi ritrovai a ridere anch'io. Passammo il tempo dentro Burger King a parlare del più e del meno. Avevo scoperto che anche i suoi genitori si erano separati quando lui era davvero piccolo, stessa cosa che era successa a me. Il suo colore preferito era il
blu, e mentre me lo diceva fissava i miei occhi. Se ne era uscito con "Mi piace il blu dei tuoi occhi" , io l'avevo ringraziato sorridendo, ma dentro di me sentivo una strana sensazione.
 
Quando controllai l'orologio erano le sei. "Cazzo, sono le sei!" quasi urlai per la sorpresa. "Andiamo?" mi chiese e io annuì seguendolo fuori dal
ristorante. Mi accompagnò alla macchina e una volta che io ero dentro e lui fuori, abbassai il finestrino. "Grazie di tutto, a domani Justin"
dissi sorridendogli
teneramente, lui si avvicino al mio viso e mi lasciò un bacio sulla guancia. "A domani, Acacia" disse e così si incamminò
per la sua strada fino alla porsche nera.
Mentre tornavo a casa mi ritrovai a pensare al suo sorriso, ai suoi occhi, al modo in cui alzava le spalle e soprattutto nel modo in cui mi aveva lasciata, con quel bacio sulla guancia che mi aveva fatto battere il cuore.

 

Spazio Autrice:
 

Ciao ragazzi, questo è il secondo capitolo della storia, spero vi piaccia. Nei prossimi capitoli ci saranno delle novità e un nuovo personaggio si inserirà nel racconto già dal prossimo capitolo. Sarei molto felice se RECENSISTE  e se metteste la storia tra le seguite e le preferite. Potete contattarmi su twitter, sono @swagat0re (la lettera 'o' è uno zero, se non si capisse).
Detto questo, vi auguro una Buona Epifania! Ciao belli!
  


 

 

  
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