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Autore: Birra fredda    05/01/2014    1 recensioni
“Dimmi Matt” disse.
“Brian Val... Val... oddio...”
Brian si mise a sedere. Matt era emozionato, quindi o Valary gli aveva detto di sì per il matrimonio o era uscita la nuova versione di Call Of Duty.
“Matthew, respira. Calmati, rimetti in ordine le idee, costruisci un discorso sensato nella testa e poi parla” continuò Brian mettendo il vivavoce per far sentire la conversazione anche agli altri che si erano raccolti attorno a lui, curiosi più che mai.
“Avanti Matt non tenerci sulle spine” lo esortò Jimmy. “Cos’è successo?”
“Valary è incinta.”
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You will always be my heart.'
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Il freddo di gennaio pungeva contro il viso dell’uomo che fumava tranquillamente la sua sigaretta appoggiato alla ringhiera del balcone della sua camera da letto. Sua moglie e sua figlia erano uscite a fare shopping e lui aveva deciso di rilassarsi un po’.
Stava pensando a suo figlio Brian che non risentiva da un paio di giorni. Da quando erano nati i due gemelli sembrava essersi calato ancora di più nella parte di genitore modello e restava molto più tempo a casa con Michelle e i bambini.
Papa Gates aveva voglia di vedere i suoi nipotini, in quel momento, a dirla tutta, piuttosto che suo figlio.
Sorrise per qualche istante ripensando alla vocina di Jimmy che lo chiamava nonno, quando il suono del campanello lo richiamò alla realtà.
Spense la sigaretta e si diresse alla porta leggermente irritato da quell’interruzione del relax totale che si era programmato per quel pomeriggio, aprì e si ritrovò davanti suo figlio.
“Brian ma che cazzo...?” fece per chiedere, vedendolo con i capelli arruffati, le ciabatte ai piedi e le guance bagnate, ma la sua voce venne smorzata dall’abbraccio improvviso e soffocante di Syn.
Brian sr. rimase immobile per un momento, non capendo che diavolo avesse suo figlio, ma poi lo strinse dolcemente a sé e lo lasciò singhiozzare per un po’ sulla sua spalla prima di trascinarlo in casa.
“Posso sapere che succede?” chiese facendo sedere il ragazzo al tavolo della cucina.
“Zack...” mormorò in risposta Brian jr.
“Zack cosa?”
Synyster trattenne il respiro e chinò lo sguardo, deciso a non rispondere, come se il parlare potesse rendere tutto più reale di quanto non fosse.
“Bri...”
Una nuova lacrima solcò il volto del più giovane, che si affrettò ad asciugarsela con una mano.
“Brian che cazzo è successo?” insistette Papa Gates con una punta di nervosismo nella voce.
Insomma, quell’idiota non poteva presentarsi lì in quelle condizioni e pretendere di non dare neanche una fottuta spiegazione.
“Zack ne ha combinate una delle sue?” domandò nuovamente Brian sn. cercando di moderare il tono di voce.
“Si sposa” borbottò finalmente il più piccolo. “Quel fottuto coglione si sposa.”
Papa Gates dovette compiere un grandissimo sforzo per non mandarlo a fanculo e per non scoppiare a ridere.
“E posso sapere quale sarebbe il problema?”
Brian jr. fulminò il padre con un’occhiataccia. “Si sposa con quell’idiota di Gena. Zack, il mio Zack, si sposerà con una troietta bionda e non con me.”
“Ma anche tu sei sposato con una donna che non è lui!” replicò, logicamente, il padre, alzando gli occhi al cielo. “Pensavo che avessimo superato questo problema, Brian. Pensavo che ormai fosse chiaro che la vostra relazione resterà per sempre clandestina e, soprattutto, pensavo che tu te ne fossi fatto una ragione.”
“È ingiusto!” si incazzò il più piccolo, scattando in piedi come una molla. “Io non amo Michelle e lui non ama Gena, allora perché cazzo stiamo andando avanti con loro due?! Perché cazzo Zack non viene da me, non prende il coraggio a due mani e, perlomeno, non mi dice di persona che sposerà...”
“Zack non te l’ha detto di persona?” lo interruppe il più grande.
Syn boccheggiò e scosse la testa.
“E come...?”
“Me lo ha detto Michelle” rispose velocemente. “Prima stava allattando Connor e mi ha detto che le serviva un vestito per il matrimonio di Zack e Gena.”
Allora il più grande capì. Il problema di fondo non stava nel matrimonio in sé, ma nel fatto che Zack avesse agito senza prima parlarne con Brian.
“Vogliamo andare a suonare qualcosa?” propose l’uomo con un sospiro.
Il figlio annuì con la testa e seguì il padre su per le scale fino alla sala prove insonorizzata che tanto aveva utilizzato da ragazzo. Se ripensava a tutti i bei momenti passati lì dentro in compagni di Zack e dei suoi amici gli si riempiva il cuore.
Rivide su quella moquette se stesso diciottenne e beffardo, Zack così indifeso e paffuto rannicchiato addosso a lui, il Rev col solito sorriso strafottente stampato in faccia seduto in un angolo a rollarsi una canna, Matt abbandonato sulla poltrona con una matita in bocca e lo sguardo perso nel vuoto.
In quella stanza lui e Zack avevano fatto talmente tante volte l’amore che se Papa Gates l’avesse saputo non ci avrebbe messo più piede se non dopo averla fatta disinfestare.
In quella stanza Synyster aveva passato la maggior parte della sua adolescenza. Chiuso lì dentro aveva suonato la chitarra per pomeriggi interi, dimenticandosi del mondo circostante, aveva affinato la tecnica e aveva scritto i suoi primi assoli.
In quella stanza era nata I Won’t See You Tonight. Sebbene nel periodo di registrazione di Waking The Fallen gli Avenged Sevenfold vivessero tutti sotto lo stesso tetto, quel giorno erano stati a pranzo dalla famiglia di Brian sotto esplicita minaccia di Suzy che aveva scoperto che i ragazzi erano settimane che non si concedevano un pasto degno di essere chiamato tale. Appena finito di mangiare Papa Gates aveva proposto ai ragazzi di suonare qualcosa, e così si erano trovati a scherzare e cazzeggiare in quella sala prove disordinata fino a che Jimmy non si era messo dietro la pianola e aveva cominciato a suonare a caso. Dopo un po’ tutti si erano zittiti: Jimmy aveva avuto l’idea e Matt, come folgorato, era scattato in piedi e aveva afferrato un foglio scrivendoci sopra di getto.
Erano rimasti chiusi in quella stanza per sette ore consecutive senza rendersene conto e senza accorgersi neanche di Papa Gates che li avvisava che sarebbe uscito.
Erano rimasti lì dentro radunati a cerchio e mentre Brian aveva provato e riprovato la parte di chitarra, Matt aveva scritto di continuo.
Alla fine si erano guardati negli occhi e si erano detti ci siamo, questa è giusta, questa spacca i culi, e nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare che anni e anni dopo i loro figli avrebbero sentito il cuore scoppiare ascoltando I Won’t See You Tonight Part I.
“A che pensi?”
Brian si riscosse con un sussulto. Era rimasto immobile al centro della stanza chissà per quanto tempo e suo padre, ovviamente, dopo un po’ si era insospettito.
“Mi sono ricordato di quando abbiamo scritto I Won’t See You Tonight” rispose il più giovane dirigendosi verso il divanetto.
“Strana giornata, quella” commentò il padre con un sorriso. “Mi ricordo che Jimmy suonava, all’inizio, e noi continuavamo a parlare tra noi, ma poi ha cominciato a suonare in modo diverso e noi ci siamo girati tutti verso di lui e...” Papa Gates socchiuse gli occhi, riportando alla mente quel ricordo ormai lontano. “Lui era dentro la musica, lui era già in quella canzone, la conosceva sebbene non ancora fosse stata scritta. Non ho mai visto nessuno fare una cosa del genere.”
Synyster si strinse nelle spalle. Da quando Jimmy era morto non erano più riusciti a scrivere una canzone spontaneamente, come se lei fosse lì per loro solo in attesa di essere suonata. Da quando Jimmy non c’era più era stato tutto più difficile dal punto di vista musicale.
“Con A Little Piece Of Heaven è successa la stessa cosa” disse. “Ci eravamo presi dieci minuti di pausa e poi lui si è seduto al pianoforte e ha cominciato a suonare. Era già tutto dentro di lui, quella musica inquietante veniva fuori come se già la conoscesse, e poi ha scritto una bozza di testo e ci ha detto che aveva trovato una nuova canzone per il disco.”
“Dio...”
“Se adesso Jimbo fosse qui mi direbbe che sono il solito orgoglioso del cazzo” borbottò dopo un po’ il giovane. “E avrebbe ragione.”
“Come sempre” disse il padre sedendogli accanto.
“Già.”
Prima di potersi dare un contegno, nuove lacrime solcarono il viso di Syn, che riprese a piangere come quando era arrivato a casa del padre. Era un orgoglioso del cazzo, va bene, però era anche vero che Zack non gliene aveva parlato. Non doveva chiedergli il permesso per sposare quella che era la sua fidanzata ufficiale da anni e la madre di sua figlia, questo no, neanche lui lo aveva fatto, ma avrebbe dovuto almeno avvisarlo.
Papa Gates avvolse suo figlio tra le braccia e lasciò che gli inzuppasse la maglietta di lacrime.
Non era di certo la prima volta che lo vedeva soffrire per Zack, una volta si era addirittura ritrovato in mezzo a una loro discussione e aveva assistito alla scena di Matt che andava a trascinare via il chitarrista ritmico per impedirgli di dare un pugno contro il muro.
Qualche anno addietro Zacky passava in quella casa talmente tanto di quel tempo che sembrava essere un altro figlio e di notte si sentivano i suoi gemiti soffocati mentre faceva l’amore con Brian, in quel momento, però, Papa Gates si rese conto che stava consolando suo figlio per via di una sofferenza diversa da quella a cui aveva assistito in quegli anni.
Suo figlio era maturato e così anche Zack, ed entrambi avevano deciso di prendere strade diverse, formando due famiglie per contro proprio, pur restando uniti. E quella unione costava, non era di certo un’unione semplice da portare avanti, era forse un qualcosa di troppo grande per poter essere sorretto solo da loro due. E Brian, per quanto si mostrasse forte e incrollabile, era fragile, dentro, e suo padre lo sapeva bene.
E Brian non stava più soffrendo per amore di Zack, quell’amore che ormai era chiaro che sarebbe rimasto tale per sempre. No, Brian soffriva per la relazione con Zack che andava man mano complicandosi.
“Hey, guarda che tu e Zacky potete incontrarvi clandestinamente qui quando volete” sussurrò l’uomo all’orecchio del figlio dopo qualche minuto di silenzio. “Lo so che adesso lui ti sembra lontanissimo, ma sappi che ti ama e che vorrebbe passare il resto della tua vita con te tanto quanto tu voglia passarla con lui.”
Brian avrebbe voluto rispondergli che non era vero, che Zack gli aveva taciuto del matrimonio per fargli capire che tra loro non poteva più andare avanti, che quell’amore clandestino forse era troppo difficile per loro, ma rimase in silenzio. Rivide davanti a sé il sorriso di Zacky di due giorni addietro, quando aveva cominciato a strimpellare Warmness On The Soul, e tacque.
Quel sorriso non poteva non essere di un innamorato. Non poteva.
















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Scusatemi per il ritardo ma in questi giorni sono stata impegnatissima, per farmi perdonare ho scritto un capitolo un po' più lungo del solito :')
Spero vi piaccia, imploro vostre recensioni LOL

Echelon_Sun

 
  
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