Only Human
di Badluna
La
carrozzeria nera lucida risplendette sotto il sole di
primavera, la gente della cittadina si voltava ad osservarla come se
stesse
percorrendo le strade in una sfilata.
L’auto
venne posteggiata al bordo della strada davanti ad un
motel dall’aria allegra e pulita, i due passeggeri scesero
dal mezzo sgranchendosi
i muscoli della schiena e delle gambe, raccogliendo la giacca
appoggiata allo
schienale del sedile l’uomo più alto si
incamminò verso l’entrata dello stabile
dirigendosi alla reception per poter affittare una camera.
L’altro
ragazzo l’osservò allontanarsi e con un gesto
fluido
si tolse anch’egli la giacca per poi appoggiarla sul
tettuccio dell’auto,
spostandosi sul retro della macchina accarezzò con la mano
le curve
dell’impala.
-Per
essere primavera fa veramente caldo!- disse voltando lo
sguardo verso il proprio fratello già di ritorno.
-Decisamente,
ma non me ne lamento, cacciare con la pioggia
e la neve fa davvero schifo!- gli rispose quest’ultimo.
Dean
rise alle parole del fratello, spostando all’indietro
la testa e beandosi dei raggi caldi che lo raggiungevano e che
scaldavano la
sua figura e la carrozzeria a cui era appoggiato.
-Trovo
questo posto estremamente calmo- osservò Sam
-Troppo
calmo- aggiunse il fratello, tendendo gli occhi
chiusi.
-Non
diresti che ci sia un demone in circolazione- osservò
il minore.
-Sempre
se si tratta di un demone, per ora ci sono state
solo due omicidi che potrebbero essere riconducibili anche ad un
fantasma.-
osservò Dean aprendo appena l’occhio destro per
osservare il fratello.
-Comunque
sia, ho una strana sensazione. Due cadaveri in
così poco tempo mettono paura e suppongo che la voce sia
girata, ma non vedo
nessuna traccia di nervosismo o di timore nella gente di qui. Sembra
quasi che
siano abituati a strane morti e cose non del tutto logicamente
spiegabili.- Una
smorfia solcò il visto di Sam.
-Forse
fingono, cercando di mantenere una parvenza di
normalità- buttò li Dean alzando le spalle.
Sam
fece per ribattere quando un forte suono di pneumatici
interruppe il loro discorso, entrambi portarono lo sguardo sulla strada
dove
una jeep azzurra stava percorrendo in modo davvero spericolato
l’incrocio alla
destra della strada doveva avevano posteggiato.
A
quella vista uno strano tipo con i capelli sparati in aria
corse verso l’incrocio fischiando come un pazzo dentro il
proprio fischietto da
allenatore, urlando poi in direzione della Jeep.
-Stilinski?-
ripetè Dean – che razza di parola sarebbe?-
chiese
Sam
ridacchiò –Suppongo sia un nome, da come lo ha
urlato.
Forse avevo torto, questa cittadina non è per niente
tranquilla come sembra.-
-Comincio
a pensare che i posti tranquilli siano solo un
luogo comune- sbuffò Dean spostandosi verso il baule alla
ricerca della propria
borsa.
-Da
quando tu sai cosa è un luogo comune?- gli chiese con
finta espressione scioccata Sam.
-Fottiti-
gli rispose Dean, spintonandolo lontano
dall’Impala mentre l’altro rideva.
*°*°*°*°*°
La
terza vittima era una donna, fu ritrovata dal bosco da un
paio di ragazzi che volevano marinare la scuola, purtroppo per loro non
era
andata come volevano.
Quando
Sam e Dean arrivarono sul luogo del delitto trovarono
il corpo di polizia locale ampliamente sparpagliato ed intento a
completare il
proprio lavoro.
Un
giovane poliziotto li fermò a una decina di metri dal
cadavere, quando gli mostrarono il distintivo federale questi si
offrì di
accompagnarli dallo sceriffo.
Mentre
si avvicinavano alla vittima notarono un uomo sulla
quarantina litigare con un ragazzo sul diciassette anni circa.
-Papà
io volevo solo aiutarti- stava dicendo il giovane
-No
tu volevi solo ficcanasare come il solito.- lo
interruppe l’adulto.
-Sceriffo
Stilinki?- si intromise il poliziotto che li
accompagnava.
A
quel nome Dean si voltò verso il fratello con un
sopracciglio
inarcato, ora avevano capito chi era il conducente della Jeep di quella
mattina.
-Ci
sono degli agenti federali che vorrebbero parlare con
lei-
-Certo-
rispose lo sceriffo voltandosi verso di loro.
-Federali?
Che ci fanno quelli dell’FBI qui a Beacon Hills?-
domandò il ragazzo spuntando da dietro la figura del padre.
-Stiles!
Non sono affari tuoi! Prendi l’auto e torna a casa,
ora!- lo sgridò il padre.
-Okay
okay- rispose arrendevole nonostante con lo sguardo
stesse ancora fissando Dean, si voltò per andare verso la
propria jeep quando
sembrò ricordarsi qualcosa e tornò a guardare i
due federali con sguardo
sorpreso.
Dean
osservò pensieroso il giovane continuare a camminare
verso il proprio veicolo, dopo essere stato ripreso ancora una volta
dallo
sceriffo.
-Scusate
l’insistenza di mio figlio. Come posso aiutarvi?-
disse lo sceriffo.
-Salve
agente Mosley, lui è il mio collega Morgan Cassidy-
si presentò Dean
-Siamo
qui per via delle due morti avvenute ultimamente-
spiegò Sam – tre morti- si corresse poi lanciando
un occhiata al cadavere poco
lontano da loro.
-Come
mai l’FBI si interessa a delle morti qui a Beacon
Hills?- domandò curiosamente sospetto lo sceriffo.
-Lo
stato vuole assicurarsi che l’assassino non sia un
Serial Killer- rispose Dean
-Volete
dire che vuole evitare che la voce si sparga e che
la gente vada nel panico- osservò pungente l’uomo.
Dean
alzò gli occhi al cielo mentre Sam rispondeva –
Esattamente-
-Non
siamo sicuri che le tre vittime siano state uccise
dalla stessa persona. I cadaveri sono stati ritrovati in zone
totalmente
diverse e soprattutto il modus operandi era diverso per ognuno.- Lo
sceriffo si
avvicinò alla propria macchina per prendere i fascicoli dei
casi – la prima
vittima Amos Bode è stato ritrovato nel vicolo dietro casa
privo di alcuna
ferita sia superficiale che interna, la seconda vittima Frank Potter
è stata
ritrovata nel bagno di un fast food appoggiato completamente con la
parte
superiore del corpo ai lavandini con una ferita mortale sul costato, il
suo
volto era segnato da graffi e vi erano ciocche di capelli sparpagliai
nel
lavandino. Sembrava aver avuto una colluttazione ma i segni sulla
ferita e
dalla posizione dell’arma nella mano del cadavere stabilisce
che è stato lui
stesso a pugnalarsi. Ed ora questa vittima- Lo sceriffo si
avvicinò al cadavere
- Bertha
Jorkins, 42 anni, come potete vedere ha delle
strane ecchimosi sul
corpo ed evidenti tracce sul corpo che indicano che è stata
una seconda persona
a commettere l’omicidio. Sono davvero tre casi che non si
accomunano per
niente, se non fosse per un piccolo dettaglio le tratteremmo come
indagini
separate.- concluse scuotendo la testa l’uomo.
-Di
che dettaglio sta parlando ?- chiese Sam.
-L’autopsia
ha trovato tracce di una sostanza nei polmoni e
dentro altri organi interni della prima vittima, la stessa sostanza
è stata
trovato sui capelli della seconda vittima e come potete vedere anche
voi, le mani
della signora Jorkins ne sono coperte.- lo sceriffo indicò
gli arti della donna
con una mano.
Dean
si abbassò per poter osservare meglio le dita della
vittima, riconoscendo la polvere che ricopriva le mani della donna
alzò gli
occhi verso Sam – Zolfo?- chiese per essere sicuro.
-Sì,
non ne posso essere sicuro senza l’autopsia della
donna, ma le quantità trovate sul cadavere sono decisamente
minori di quelle
trovate sui primi due. Ma lo zolfo è l’unica cosa
che collega queste tre
vittime, sono stati trovati altri due cadaveri ultimamente ma non
avendo alcun
segno di zolfo non li abbiamo collegati a questo caso.-
spiegò
-Altre
due vittime?- chiese Sam
-
Due professori, Adrian Harris, professore di Chimica, e
Jennifer Blake, professoressa di Inglese. –
-Per
fortuna che avevi detto che era una cittadina
tranquilla- disse Dean sottovoce sporgendosi all’indietro
verso il fratello.
*°*°*°
Dean
uscì dal fast food distante un isolato dal motel in cui
risedevano e si incamminò per tornare dal fratello mentre
sgranocchiava alcune
patatine prese dal sacchetto di carta.
Quando
arrivò di fronte al motel vide una figura appoggiata
all’Impala, con movimenti lievi e poco accennati
posò una mano sulla pistola
che aveva assicurato all’interno della giacca pronto a
combattere in caso che
la figura volesse attaccarlo.
Quando
arrivò a una distanza di cinque metri riconobbe la
figura del giovane ragazzo che aveva visto sulla scena del delitto quel
pomeriggio.
-Ehi
Moccioso, che ci fai qui?- gli chiese Dean.
-Anche
io me lo chiedo. Cosa ci fa un cacciatore a Beacon
Hills?- gli chiese Stiles
-Di
che stai parlando?- Dean fece alcuni passi indietro
stupito. Non pensava che qualcuno lo avrebbe riconosciuto. Soprattutto
non
pensava di venir scoperto da un ragazzino.
-Davvero
non ti ricordi di me?- gli domandò Stiles.
Dean
corrugò la fronte – Scusa ma…io non
capisco.-
-Una
decina circa di anni fa io e mia madre siamo stati
attaccati da un mostro mentre tornavamo a casa da scuola, e tu ci hai
salvato
uccidendo la….creatura-
gli spiegò
Stiles.
-Ma
certo, il muta forma. Ora ricordo, tu quanti anni avevi?
Cinque, Sei?-
-Sei-
sorrise Stiles- Ricordo che volevo raccontare tutto ai
miei amici, ma mia mamma per fortuna era riuscita a convincermi a
mantenere il
segreto. Con il passare degli anni ho poi pensato di essermelo
immaginato.-
-Immagino
lo sforzo, come sta tua madre? Ricordo che eri un piccolo
chiacchierone tutto sorriso ed energia, era un lavoro a tempo pieno
starti
dietro.-
Il
sorriso di Stiles sfumò, il giovane voltò il viso
lontano
dallo sguardo del più grande. Passandosi una mano sul retro
della testa rispose
con voce sottile e triste. –È morta. Qualche tempo
dopo il nostro incontro-
-Oh..io…io-
Dean non sapeva cosa dire, voleva poter
consolare il ragazzo ma non era mai stato bravo con queste cose,
nervosamente
si passò una mano sulla bocca come a voler cancellare la
domanda che essa aveva
appena posto.
Stiles
alzò il viso e Dean poté notare il suo sorriso
tirato
e gli occhi lucidi, gli stessi di uno che sta cercando con tutta la
propria
forza di non piangere.
-Mi
dispiace- disse sentendosi male per il giovane, sapeva
benissimo quanto potesse mancare una madre al proprio figlio. Conosceva
ogni
singolo dettaglio di quel vuoto che ti attanaglia ogni volta che
qualcuno ti
parla di lei, di quando fai qualcosa in cui normalmente lei ti aiutava
o anche
quando semplicemente osservi le madri degli altri. Ricordi ogni
particolare di
quel sapore di nostalgia che, nonostante fossero passati anni, ancora
gli
saliva alla bocca al pensiero dei boccoli biondi e al sorriso dolce di
sua
madre.
Stiles
rimase ancora qualche secondo ad osservarlo prima di
fare qualche passo e stringersi a lui come alla ricerca di un calore
che aveva
da tempo perso e , forse, scordato.
Dean
poggiò il sacchetto di carta sul tettuccio
dell’Impala
prima di avvolgere il bruno in un abbraccio con un sospiro.
-Va
tutto bene. Va tutto bene- gli sussurrò stringendolo.
Dopo
qualche secondo Stiles si tirò indietro e rivolse a
Dean un sorriso a trentacinque denti.
Non
pronunciò le parole esatte, ma quando propose al
più
grande di entrare nel motel e presentargli suo fratello, Dean
poté leggere nei
suoi occhi il ringraziamento che Stiles gli stava rivolgendo.
-Ehi
Sammy- disse –guarda chi è venuto a
trovarci-spostandosi verso il tavolo, dove abbandonò la
busta di carta,
rivelò la figura di Stiles.
-Dean
ma cosa..?-
-Ma
cosa mangiate voi Winchester?- chiese Stiles
interrompendo Sam – Quando dieci anni fa mi avevi parlato del
tuo fratellino
sono sicuro che non stessi parlando di una montagna in forma umana!-
Dean
rise – Penso siano stati tutta quella verdura che si
trangugia. Forse avrei dovuto evitare di fargli vedere Braccio di Ferro
quando
era piccolo-
Stiles
rise di cuore prima di avvicinarsi al minore dei
Winchester e presentarsi.
-Piacere
Stiles Stilinski, tuo fratello ha salvato la mia
vita una decina di anni fa uccidendo il muta forma che voleva farmi la
pelle.-
si presentò, facendo ridere Dean.
-Piacere-
disse Sam con un espressione di totale sorpresa.
-Dean
penso che dovresti ringraziarmi, credo di aver appena
bloccato la crescita di tuo fratello. Devo averlo traumatizzato. Ma
almeno sei
sicuro che non diventi alto quanto uno Yeti.- aggiunse vedendo lo
sciock del
più alto.
-Calma
tigre- gli disse Dean scompigliandogli i capelli – O
finirai per distruggermelo psicologicamente.-
Stiles
sorrise come un bambino prima di occhieggiare un
fucile che usciva dalla sacca poggiata sul letto di Dean.
-Comunque
devo parlarvi di una cosa, prima che continuiate
ad indagare sulle strane morte di quelle tre persone- disse.
-Tre?
Tuo padre ci ha parlato anche di quei due professori
che sono morti prima delle altre vittime- disse Sam osservando Stiles
bloccarsi
di botto dal suo gironzolare per la stanza.
-Oh,
ecco si….i due prof….diciamo che il prof. Harris
e la
Blake non centrano con le altre vittime- disse il più
piccolo.
-Come
fai a dirlo?- chiese Dean
-Perché
so come sono morti- rivelò Stiles fissando il
proprio sguardo in quello di Dean.
-Cosa?-
chiesero insieme i due fratelli.
-Ragazzi,
devo davvero raccontarvi un sacco di cose- rispose
il più giovane cadendo di peso sul letto del maggiore.
*°*°*°*°*°
La scuola era stata una trappola infernale, Stiles aveva
passato tutta la giornata cercando di ragionare sul possibile
collegamento tra
le vittime e pensando a cosa stavano facendo in quel momento Sam e Dean.
Scott
seduto nel banco alla sua destra si girò
all’ennesimo
sbuffo – Amico si può sapere che hai? Sembri una
locomotiva!-
-È
solo che vorrei-
-Venire
alla lavagna per risolvere il problema davanti a
tutta la classe, Stilinski?- lo interruppe il coach
Finstock, piazzandosi davanti al suo banco.
Stiles
aprì la bocca per ribattere, ma prima che potesse
dire qualcosa di veramente stupido il suono della campanella si sparse
per le
aule.
-Com’è
che dite voi ragazzi? Salvato dalla campanella! Ma
non dimenticare che ho una buona memoria!- lo minacciò il coach Finstock.
Scott
tirò l’amico fuori dall’aula prima che
questi potesse
dire qualcos’altro che lo facesse finire nei guai.
Percorsero
il corridoio in compagnia di Isaac parlando di
Derek e di Cora, i quali erano tornati da poco, e chiedendosi se le
strane
morti fossero collegate al Nemethon.
Quando
uscirono dallo stabile si presentò una strana scena
agli occhi dei tre ragazzi, due figure erano appoggiate alle relative
automobili che nel attesa si studiavano con lento sospetto.
Vedendo
Derek e Dean lanciarsi occhiate e sottili minacce
con gli occhi Stiles decise di intervenire ridendo.
Mentre
i due lupi si dirigevano dall’ex alfa guardando
incuriositi il biondo, Stiles corse felice verso Dean.
-Ehi
straniero, come mai da queste parti?- gli chiese con un
gran sorriso.
-Beh
sai, conosco uno dei ragazzi più intelligenti di Beacon
Hills ed ho pensato che mi sarebbe stato utile il suo aiuto per il
caso- gli
disse.
Stiles
sorrise ancora più ampliamente, Dean lo capiva,
sapeva cosa provava. Capiva che non riusciva davvero a stare con le
mani in
mano lasciando fare agli altri mentre tutto intorno a lui sembrava
distruggersi
e bruciare. Comprendeva il senso di inutilità che lo
invadeva vedendo i propri
amici combattere e sapendo che anche volendo non poteva proteggerli.
-Stiles?-
La voce di Scott lo riscosse e voltandosi si
accorse che assieme al suo migliore amico anche Isaac e Derek si erano
avvicinati all’Impala.
-Amico,
scusa ma non ti posso dare un passaggio per tornare
a casa.- gli disse e prima che Scott potesse controbattere,
tirò fuori le
chiavi dell’auto dalla tasca dei pantaloni.
-Ti
preso la mia auto- aggiunse sfilando le chiavi della
Jeep dal mazzo – Promettimi che non la distruggerai!- lo
minacciò prima di
consegnargliela.
-Non
capisco- rispose Scott con in mano la chiave.
-Io
devo fare una cosa con Dean dunque tu puoi prendere la
mia, mi accompagna lui a casa una volta finito- spiegò
Stiles.
-Stiles
tu non vai da nessuna parte!- si intromise Derek.
-Derek
non sono un tuo beta, non puoi dirmi cosa fare. E so
cosa faccio!- rispose secco Stiles facendo spalancare gli occhi ai due
beta,
per aver accennato alla loro forma licantropa.
-Stiles
cosa?!?- cercò di dire Scott
-Dean
è un cacciatore, ma non è come gli Argent che
sono
fissati con i lupi mannari, lui e suo fratello si occupano di tutto
quello che
è soprannaturale. Sono qui perché hanno un caso e
non glie ne frega niente di
voi licantropi. Quindi visto che il branco non è minacciato,
io li aiuto con
questo caso.-
-Stiles
ti ho già detto mille volte di stare fuori da queste
cose! Tu non sei un lupo!- gli ringhiò contro Derek.
-Non
sei molto sveglio, eh ragazzo?- lo interruppe Dean –
Hai ragione Stiles è umano, ma non per questo è
debole. Io e mio fratello
abbiamo ucciso di tutto : Fantasmi, Wendigo, Zombi,
Poltergeist,
Shtriga,Vampiri,
Mietitori, Rakshasa,
Trickster-
Stiles
all’ultimo nome aveva alzato gli occhi al cielo, la
sera prima Sam gli aveva raccontato un po’ di quello che era
successo in quegli
anni a lui e a Dean, e non aveva trattenuto alcun particolare sul
Trickster, o
meglio, su Gabriel e i suoi scherzi. A quanto ricordava lui, Gabriel
non era
stato ucciso da loro, ed una certa sensazione gli faceva pensare che
l’arcangelo non fosse morto come tutti pensavano.
-E
lo abbiamo fatto da umani! Perché nonostante non
possediamo una super forza o altri poteri dalla nostra, sappiamo
cavarcela più
che bene!-
Il
silenzio calò sul gruppetto.
-Quindi….Scott,
Isaac ci vediamo domani. Derek salutami tua sorella
per favore- si concedò Stiles facendo il giro
dell’auto e salendo sul sedile
del passeggiero dell’impala.
-Stiles!-
Lo richiamò nuovamente Scott – Solo, stai attento-
si raccomandò ricevendo in cambia un dolce sorriso.
-Con
Dean sono al sicuro- gli rispose Stiles prima che il
cacciatore salisse in macchina e uscisse dal parcheggio lasciando i tre
lupi ad
osservare la carrozzeria nera sparire dietro gli alberi.
*°*°*°*°
-
Forse ho trovato qualcosa- disse Stiles dopo ore e ore
passate a leggere i rapporti della polizia.
-Cosa?-
chiese Sam.
-Avete
detto di essere stati alla cerimonia dopo il funerale
di quella seconda vittima ieri.-
-Si,
la famiglia Potter ha deciso di fare il ricevimento in
un bar, l’ho trovato un po’ strano, normalmente le
famiglie preferiscono farlo
a casa-rispose Sam
-Esattamente,
come si chiamava il bar?- chiese il più
piccolo
-“The
Time Machine”- disse Dean dal letto su cui era steso
-Guardate-
Stiles si alzò dal tavolino posto al lato della
stanza avvicinandosi ai due letti, si sedette sul letto di Sam di
fianco a
quest’ultimo.
-Nel
fascicolo della prima vittima è riportato che questi ha
passato una notte in cella dopo aver fatto rissa con un altro uomo e la
donna
era stata appena licenziata ed aveva trovato lavoro da poco proprio
nello
stesso posto. Al bar “The Time Machine”!- espose
Stiles.
-Pensi
che sia il bar il punto in cui il demone sceglie le
proprie vittime?-
-Beh
se come mi avete detto al demone basta un momento in
cui la persona è da sola per poter prendere possesso del suo
corpo, penso che
un bar o nello specifico i bagni di questo siano un ottimo posto per
trovare
persone a sufficienza.-
-Allora
andiamo a fare un salto in quel bar- propose Dean
alzandosi dal letto seguito dal fratello.
-Vengo
anche io!- disse in tono affrettato Stiles
fiondandosi al fianco del più alto.
Sam
scambiò uno sguardo con il fratello sorridendo per poi
rispondere al giovane.
-Non
avevamo intenzione di lasciarti qui.-
-Chiariamo
una cosa però- disse Dean parandosi davanti a
Stiles. – Se dovesse accadere qualcosa dentro quel bar tu
lascerai fare a noi,
tu sei il cervello e noi le braccia!- lo mise in guardia.
Stiles
annuì, già contento di poter partecipare sul
posto.
Il suo sorriso divenne più ampio quando Dean gli mise in
mano una fiaschetta
contenente acqua santa, nonostante lo avessero avvertito di non fare
eroismi i
due fratelli si fidavano di lui e sapevano che era capace di difendersi.
Osservare
le figure dei due Winchester dargli le spalle e
uscire dalla stanza gli mandò una forte emozione, si sentiva
come in famiglia
con loro.
-Andiamo
moccioso, è un giorno importante. È la tua prima
caccia!!- lo richiamò Dean da fuori.
Decisamente,
quei due gli piacevano, e anche tanto.
*°*°*°
Quella
sera al locale non avevano trovato il demone, in
compenso i loro dubbi erano stati confermati dalle evidenti tracce di
zolfo che
vi erano nei bagni.
I
due Winchester, aiutati da Stiles fuori dall’orario
scolastico, avevano pedinato le persone sospette che frequentavano il
bar senza
risultati immediati.
Puntualmente
Dean passava a scuola verso l’orario del pranzo
con due sacchetti contenente cibo da fast food e dopo aver fatto uno
squillo a
Stiles si trovavano nella parte isolata della scuola per parlare del
caso e
saltuariamente anche del tempo passato e delle avventure vissute.
Un
giorno mentre si trovavano nel parcheggio, Stiles pronto
per tornare a lezione e Dean intento a cercare l’ennesima
persona della lista
da controllare, si ritrovarono faccia a faccia con niente meno che
Chris
Argent. Stiles spiegò al biondo al suo fianco che da quando
la madre di Allison
era morta lo psicologo della scuola aveva fissato assieme a lei degli
appuntamenti settimanali da cui derivavano poi dei colloqui mensili con
il
genitore e il preside.
Il
padre di Allison si presentò a Dean porgendogli
educatamente la mano e scoccando un occhiata incuriosita a Stiles.
-Allison
mi aveva parlato di due agenti dell’FBI venuti ad
investigare sulle strane morti, ma non avevo capito che foste voi
Winchester.-
disse
-Abbiamo
notato lo zampino del soprannaturale e siamo venuti
a controllare. Di fatti non ci sbagliavamo.-
-Con
che creatura abbiamo a che fare?- gli domandò Chris
-Demone.
A quanto si diverte non solo ad uccidere le persone,
ma addirittura a prenderne possesso per poi farle impazzire di dolore
prima di
morire.-
-Vi
serve una mano?- si propose l’Argent.
-A
dire il vero si, l’unica pista che abbiamo fino ad ora
è
un bar dove tutte e tre le vittime andavano e pensiamo che il demone
operi in
quel giro, solo che controllare tutte le persone non è
esattamente facile.
Stiles ci aiuta, pedinando quelle sospette ma può solamente
fuori dall’orario
scolastico. Ci servirebbero un paio di occhi in più.-
-Sono
a vostra disposizione- disse il padre di Allison.
-Ok
allora ci vediamo …alle 16.30 circa al Moon’s
Motel,
così che anche Stiles possa esserci-
-Con
tutto il rispetto non penso che includere Stiles nel
giro sia una buona idea- cecò di dire Chris.
Stiles
si volse a guardare Dean temendo che desse ascolto
all’altro cacciatore, ma venne ricompensato da un occhiata
tranquillante e una
risposta seria.
-Stiles
partecipa al caso dall’inizio, non intendo tenerlo
fuori proprio ora.- disse con tono che faceva capire che la questione
non era discutibile.
In
quel momento la campanella risuonò nell’aria e
Stiles
raccolse in tutta fretta la borsa e salutando i due uomini corse in
classe
sperando che la professoressa di spagnolo soprassedesse al suo ritardo.
*°*°
Quella
stessa sera Stiles si trovò a pedinare una donna,
assidua cliente del bar, mentre Sam Dean e Chris erano anche loro
intenti a
pedinare due uomini dall’aria sospetta.
La
donna si era fermata a prendere la figlia in una casa in
centro prima di dirigersi a casa. O almeno era quello che pensava
Stiles. Il
dubbio assalì quest’ultimo quando si
trovò a dover percorre la strada meno
trafficata che passava davanti alla riserva, comprendendo anche casa
Hale, e
che portava alla scuola di Beacon Hills.
Sorpreso
vide la macchina che stava seguendo fermarsi
accostando alla strada, Stiles decise che era meglio avanzare come una
macchina
qualunque e poi agire dopo aver messo un po’ di distanza
dalla donna.
Posteggiò
nello sterrato che circondava la curva, nascosto
dagli alberi, uscì dalla macchina ed osservò la
donna scendere dall’auto
portandosi dietro la figlia ed incamminandosi verso il fitto del bosco.
Con
un lieve tremore alle mani prese il proprio cellulare
dalla tasca anteriore dei Jeans e schiacciò il tasto 4 che
componeva il numero
di Dean in chiamata rapida.
Con
il telefono all’orecchio, corse verso l’auto che
stava
pedinando. –Dean. Sono sulla strada secondaria che costeggia
il bosco, quella
che porta alla mia scuola. La donna che pedinavo ha posteggiato di
fianco alla
carreggiata ed ha abbandonato l’auto portando la figlia nel
bosco.- tenendo il
cellulare con la destra Stiles si sporse a controllare l’auto
e sussultò
notando che qualcosa ricopriva il bordo esteriore del finestrino.
–Dannazione
Dean! Sull’auto c’è zolfo. È
il demone! Ok ok. Sì Dean, te lo giuro. Rimango
qui e vi aspetto ma voi fate in fretta per favore!-
Il
giovane tornò alla propria macchina cercando di non farsi
troppo vedere, montò sulla Jeep continuando a guardarsi
intorno sperando che i
ragazzi facessero in fretta.
Dopo
alcuni interminabili minuti Stiles si vide essere
raggiunto dall’impala che proveniva dalla direzione della
scuola e dal suv di
Chris dalla strada che anche lui aveva percorso.
-È
nel bosco. Non so cosa stia facendo, ma ho un pessimo
presentimento. Dobbiamo fare qualcosa!- disse con tono impanicato.
-Stiles,
ora noi andiamo a vedere, ma tu devi rimanere in
auto ok? Ho bisogno che tu rimanga in macchina e, in caso che le cose
non
vadano bene, tu chiami bobby a questo numero e gli racconti tutto
quello che è
successo!- lo calmò Dean porgendogli un finto biglietto
dell’FBI.
-Dean
io..-
-Non
ti sto tagliando fuori, Stiles. Sei tu che devi
guardarci le spalle, se ci catturano tutti siamo spacciati, ma se
succede
qualcosa e riesci a contattare Bobby abbiamo ancora una
possibilità- gli spiegò
Sam
-Ma…non
potremmo chiamare Castiel oppure- cominciò a
sproloquiare Stiles.
-Castile
non può aiutarci. È occupato, ha anche lui il suo
bel da fare lassù. Quindi ho bisogno che sia tu il mio
angelo sulla spalla
adesso, ok?-
-Ok-
soffiò Stiles un poco più calmo – State
attenti- si
raccomandò prima di raggiungere nuovamente la propria jeep,
rimanendo ad
osservare i tre uomini immergersi nella boscaglia.
Passarono
una decina di minuti in cui il giovane non fece
altro che respirare con affanno e guardarsi intorno preoccupato.
Continuava ad
osservare il cellulare senza sapere se era maggiore il bisogno di
chiamare
qualcuno per avere aiuto o che qualcuno chiamasse lui. Quando lo
sguardo gli
cadde sui fogli sparpagliati sul sedile del passeggiero
imprecò e decidendo di
fare qualcosa si fiondò fuori dall’automobile
correndo tra gli alberi.
Cercando
di fare il minor rumore possibile si avvicinò alla
zona da cui risuonavano i gemiti, appoggiandosi al tronco di un albero
diede
una sbirciata a quello che stava accadendo.
La
scena che gli si presentò non era delle migliori, la
donna gli dava la schiena e teneva una mano alzata verso Sam e Dean, i
quali
erano bloccati contro il tronco di due alberi. Chris Argent era
inginocchiato
accanto alla ragazza, che Stiles sperava fosse ancora viva, e teneva
sotto tiro
la donna senza però avere l’attenzione di questa.
A
quanto pare per il demone i due Winchester erano un
boccone molto più prelibato.
Ragionando
velocemente si decise ad intervenire e ricordando
cosa contenevano i fogli che aveva dimenticato in auto portò
lo sguardo fisso
sul demone e cominciò a recitare ciò che aveva
memorizzato alla perfezione in
quei giorni passati a cacciare con Dean e Sam.
Con
tono lieve ma deciso Stiles cominciò a pronunciare le
parole dell’esorcismo.
-
Exorcizamus te,omnis
immundus spiritus,omnis satanica
potestas,omnis incursio infernalis adversarii-
La
donna cominciò a muoversi a scatti tenendosi la gola,
Stiles la vide guardarsi intorno cercando la persona che stava
recitando le
parole che l’avrebbero costretta ad uscire dal corpo che
ospitava per tornare
all’inferno.
Stiles
decise di ripararsi dietro il tronco evitando di
sporgersi almeno finchè l’esorcismo non avesse
cominciato ad avere effetti più
forti.
Respirando
a pieni polmoni recitò la parte centrale della
formula- Legio,omnis
congregatio et secta diabolica. Ergo draco
maledicte,omnis
legio diabolica adjuramus te.-
Un
forte rumore di qualcosa che cadeva portò Stiles a
sporgersi nuovamente per vedere cosa stava accadendo.
Recitando
le ultime cinque parole della parte centrale vide
che Dean e Sam erano stati liberati e stavano davanti alla donna,
coprendola con
la loro stazza gli occhi dell’Argent, e si guardavano intorno
cercando la
persona che aveva messo in ginocchio il demone.
Capendo
che era abbastanza sicuro per lui uscire allo
scoperto si portò alle spalle del demone recitando
l’ultima e decisiva parte del
rito a voce alta e con tono deciso.
-
Decipere humanas
creatura,eisque eternae perditionis
venenum propinare.-
Il
fumo nero che Sam gli aveva descritto cominciò a sgorgare
dalla gola della donna come se fosse sparato direttamente da una pompa
di una
fontana. Una nuvola nera cominciò a formarsi sopra le loro
teste per poi
scomparire diretta, si spero, verso la propria casa.
L’inferno.
Vedendo
le espressioni stupite dei tre cacciatori Stiles si
sentì un po’ in soggezzione.
-Che
c’è? Ho studiato!- si difese
-Dove
diavolo hai trovato il rito per esorcizzare un
demone?- gli chiese stupito Chris Argent.
-Su
internet ho trovato il sito ufficiale di Supernatural,
la serie di libri, ed ho trovato la formula. Visto che Sam mi aveva
parlato di
Chuck Shurley sapevo che questa era attendibile così
l’ho studiata…pensavo
sarebbe potuta tornarmi utile- spiegò con un alzata di
spalle.
Dean,
il quale aveva un enorme sorriso in faccia, fece per
dirgli qualcosa ma venne interrotto da una voce che chiamò
il suo nome.
-Stiles!-
Tutti
e quattro ci voltammo verso gli alberi che ci
separavano dalla strada e ci ritrovammo davanti Scott e Derek, i quali
sembravano paralizzati.
-Da
quanto siete li?- chiese Stiles
-E
tu da quando sai esorcizzare un demone?- chiese Scott,
facendo indirettamente sapere che avevano visto almeno
l’ultima parte
dell’esorcismo.
-Uno
avendo a che fare con voi lupi deve tenersi aggiornato
– Scherzò prima di aggrottare la fronte.
– E voi come avete fatto a trovarci?-
chiese
-Abbiamo
visto la tua auto posteggia al bordo della strada e
abbiamo pensato che ti fossi ficcato nuovamente nei guai- rispose Derek
– E non
avevamo torto- aggiunse poi con tono che la diceva lunga su come la
pensasse.
-Derek
se fosse per te potrei essere qualunque creatura,
anche un angelo, e non sarei mai forte abbastanza per combattere!- gli
disse un
po’ arrabbiato.
Un
braccio gli circondò le spalle ed una mano gli
scompigliò
i capelli, Stiles sollevò lo sguardo e sorridendo si
rilassò nell’abbraccio del
cacciatore.
-Demoni,
Licantropi, Druidi e Kanima. Questa città sta
vedendo davvero di tutto, e tu?- gli chiese con un sorriso Dean.
-Io sono solo
umano- risposi con un mezzo sorriso, contento
del calore che sentivo provenire dai sorrisi gemelli di Sam e Dean.
-Si
lo sei. Un incredibile e geniale umano. Sei una specie
rara di questi tempi, sai?- lo elogiò Dean stringendo il
braccio intorno a lui.
-Il
più speciale di tutti- aggiunse Sam raggiungendoli e
poggiando un palmo sulla sua spalla.
*°*°*°*°
I
due Winchester si fermarono a Beacon Hills un paio di
giorni dopo aver riportato la madre e la figlia a casa ed essersi
assicurati
che entrambe stessero bene, per quanto una persona possa stare bene
dopo aver
visto la propria madre preda di un demone od essere essa stessa
posseduta,
decidendo di passare il weekend con Stiles e incontrando il branco di
lupi che
animava la non-più-tanto-tranquilla-cittadina.
Ma
ormai anche la domenica sera era arrivata e i due
fratelli dovevano ripartire, Bobby li aveva contattati qualche ora
prima per
comunicargli di un nuovo caso, e Stiles si vedeva costretto a salutare
i propri
amici, senza sapere quando li avrebbe potuti rivedere.
A
salutarli prima di partire vi erano solo Stiles e Derek,
il quale aveva insistito per esserci con grande stupore del liceale.
I
due ragazzi osservarono i cacciatori stipare le loro poche
cose nell’impala, facendo così risuonare il rumore
delle portiere che si
aprivano e del baule.
-Mi
mancherà il suono di quest’auto- si
lasciò scappare
Stiles.
Dean
sentendolo sorrise e gli si avvicinò – Ti direi di
stare lontano dal paranormale, di vivere la tua vita da teenager. Ma so
che non
abbandoneresti mai i tuoi amici, e scappare dal paranormale in questa
cittadina
è davvero dura.- gli disse sbuffando.
-Hai
dei buoni amici, sai di poter contare su di loro come
loro sanno di poter contare su di te- aggiunse Sam lanciando una
significativa
occhiata a Derek.
Stiles
rise
sapendo che stava sottilmente minacciando l'alfa di non
abbandonarmi e immaginò che Derek si stesse internamente
bloccando dal
ringhiare o dal sbuffare.
-Stai
attento.- disse Dean salutando Stiles con un abbraccio
–
e sei hai bisogno, per qualunque cosa, sai come contattarci- si
assicurò.
-Contaci-
gli rispose il bruno prima di sporgersi per salutare anche
Sam con un abbraccio.
-
Mi mancherete- sussurrò a Sam, conosceva i problemi di
Dean con i sentimentalismi per quello si arrischiava ad ammetterlo solo
con il
fratello.
-Anche
tu, molto- gli rivelò il minore dei Winchester.
Voltandosi
verso gli altre due persone con loro notò che
Dean stava parlando con Derek sottovoce, ma dall’espressione
che aveva in volto
poteva capire benissimo di cosa stessero discutendo.
-Penso
che Dean stia minacciando Derek di trattarmi bene-
ridacchiò Stiles guardando quel gigante di Sam.
-Dean
non è bravo dimostrare il proprio affetto, ma sa come
proteggere le persone a cui vuole bene- gli disse il più
grande.
In
quel momento il maggiore dei due fratelli chiuse il
discorso con l’alfa e dopo aver salutato Stiles con
una stretta
sulla spalla montò
in auto.
-Andiamo
Sammy-
-Prenditi
cura di te stesso Stiles- gli disse sorridendo.
-Sicuro,
e voi proteggetevi a vicenda. Se doveste avere un
caso nelle vicinanze passate a salutarmi.-
Sam
annuì alzando una mano in saluto prima di sedersi sul
sedile del passeggiero dell’impala.
Stiles
si affiancò
a Derek osservando Dean mettere in moto e
partire verso la strada che portava fuori da Beacon Hills.
-Andiamo
ti do un passaggio fino a casa- lo distrasse Derek.
Stiles
annuii
silenziosamente seguendolo verso la camaro. Prima di
salire in auto l’alfa lo fermò con le sue parole.
-Io
non penso che tu sia inutile o debole. Quando ti dico di
starne fuori voglio semplicemente proteggerti- gli disse in uno dei
suoi pochi
momenti di sincerità.
-Derek
se faccio parte del branco devi capire che non mi
puoi lasciare indietro non appena le cose si fanno più
complicate. Questo caso
te lo ha dimostrato, i pericoli li si elimina insieme.-
Derek
annui aprendo la portiera, ma prima di salire sbuffò
una risata – La prossima volta che avremo un problema che
farai? Chiamerai
Doctor Who?- gli chiese divertito.
Stiles
scoppiò a ridere – Beh il dottore salva le
persone….dunque chi lo sa-
Derek
scosse la testa ed entrò in auto mettendo in moto il
motore.
Stiles
si prese ancora un momento per cercare la figura
dell’impala che ormai era quasi nascosta dal bosco,
sorridendo con calore seguì
il proprio alfa all’interno della vettura.
-Chi lo sa-
Fine
Antro di Bad:
Ciao a tutti :)
Questa fanfic è il risultato di mesi e mesi passati a rimuginare. Ho sempre sognato un incontro tra Dean e Stiles, perchè penso che il cacciatore potrebbe comprendere appieno come si senta Stiles. Nelle mille avventure che hanno vissuto i fratelli Winchester non sono stati pochi i momenti in cui sembrava loro di non aver potere decisionale e di non poter proteggere i propri cari. Ma ce l'hanno sempre fatta, e per questo penso che Dean possa dare la carica emotiva e di sicurezza che Stiles necessita al momento.
Ho scritto queste pagine ieri sera dopo aver messo giù le basi per questo crossover e un'altra storia che sto valutando di portare a termine.
Purtroppo non è betata dunque se trovate degli errori grammaticali o anche dei pezzi che secondo voi non quadrano, fatemelo sapere per favore.
Ah! Nella storia ho aggiunto dei collegamenti che vi portano ad alcuni dei miei video preferiti delle due serie, sono anche i video che ho ascoltato mentre scrivevo, di conseguenza parte dell'ispirazione è dovuta ad essi.
Spero che la mia fanfic vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me scriverla :)
Vi auguro una buona serata.
Un bacio
Badluna