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Autore: _sverige_    05/01/2014    1 recensioni
Il chirurgo avrebbe volentieri espresso quel commento a voce alta, lodando quel nuovo e fantastico stile adottato in occasione di un’evento così speciale qual’era la loro esecuzione, ma la gola era troppo secca e i polmoni non sembravano voler collaborare, mandandogli forti fitte ad ogni respiro. Si limitò a piegare le labbra in un accenno di sorriso e cercò lo sguardo dell’altro.
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Something to remember

Riusciva a scorgere il proprio riflesso nella lama lucida del soldato al suo fianco: lo sguardo stanco, contornato da occhiaie molto più profonde e accentuate del solito, gli zigomi, sporgenti e privi di colore, le labbra, disidratate e spaccate dal rosso scuro del sangue rappreso. Ne era consapevole: non aveva mai dato l’idea di essere una persona perfettamente in salute neanche normalmente, ma chiunque vedendolo in quel momento sarebbe riuscito a capire che non se l’era vista bene negli ultimi tempi, anche senza essere un medico.  

Ma in fondo non poteva lamentarsi più di tanto, o almeno non mentre aveva Kidd vicino: il rosso era certamente conciato molto peggio. Ematomi e graffi ricoprivano quasi ogni lembo di pelle scoperta e, probabilmente, non solo quella; pelle che oltretutto presentava un colorito terribilmente pallido anche per gli standard di Eustass-ya, quasi cadaverico. Il motivo originale  –e di indubbia discutibilità, avrebbe aggiunto Law- della stoffa paglierina dei pantaloni erano difficilmente intuibile ora, annerito dalla battaglia e macchiato sia da sangue nemico sia, e soprattutto, da quello del loro proprietario.
 Gli inseparabili goggles del capitano mancavano all’appello, come quella sua orribile pelliccia, affidati alla ciurma alcuni giorni prima in occasione del loro ultimo incontro: mai i suoi preziosissimi cimeli sarebbero dovuti cadere in mano ai marines. I suoi simboli, i testimoni del suo esserci stato in quel mondo, di non essere rimasto solo a guardare passivamente il trascorrere della Nuova Era, ma di averla vissuta e addirittura segnata: rappresentavano, erano, lui. E Trafalgar non lo poteva biasimare per questa scelta: in fondo anche la nodachi e il suo cappello in quel momento erano al sicuro nel sottomarino, consegnati, o meglio lanciati, a Bepo nei suoi ultimi momenti da uomo libero. Chissà se li avrebbero portati alla sua tomba…

Un alito di vento gli solleticò il viso, portando con se un’inconfondibile odore che aveva avuto il piacere di incontrare diverse altre volte nel corso della sua carriera da medico e pirata:  il pungente e familiare lezzo che accompagna il corpo nella prime fasi della decomposizione. E Law sapeva già da chi proveniva. Voltò leggermente il capo fino a posare lo sguardo sul moncherino putrescente che una volta era il braccio del capitano. L’arto meccanizzato che l’aveva sostituito per più di due anni era stato strappato a forza dalla carne durante una delle loro frequenti visite alla sala torture, cedendo il posto a brandelli di muscolo vivo, insanguinati e penzolanti. Il tutto era stato malamente fasciato il giorno dopo, ma questo non aveva di certo fermato il principio di infezione, anzi sarebbe stato meglio che avessero direttamente lasciato stare vedendo solo le condizioni delle garze, rigorosamente mezze ammuffite e non sterilizzate. Perfino il mozzo della sua nave avrebbe saputo fare un lavoro migliore  e adesso il risultato di cotanta professionalità si vedeva, e sentiva.
Doveva fare dannatamente male, eppure, inginocchiato alla sua destra, Eustass “Captain” Kidd manteneva il suo ghigno strafottente ed a testa alta affrontava mondo. Le ciocche fulve, suo orgoglio e vanto, impastate dal sangue e appiccicate al viso, le labbra livide, ma non per il rossetto, gli occhi contornati da aloni scuri dovuti alla matita colata. Un figurino. Il chirurgo avrebbe volentieri espresso quel commento a voce alta, lodando quel nuovo e fantastico stile adottato in occasione di un’evento così speciale qual’era la loro esecuzione, ma la gola era troppo secca e i polmoni non sembravano voler collaborare, mandandogli forti fitte ad ogni respiro. Si limitò a piegare le labbra in un accenno di sorriso e cercò lo sguardo dell’altro.

Aveva paura? Come medico sapeva che tutti gli organismi viventi erano destinati a morire un giorno, e il suo era semplicemente arrivato.
 Aveva rimpianti? Ovviamente, come tutti gli esseri umani; uno dei più grandi era non essere riuscito a veder Kidd diventare Re dei Pirati.
Era triste? Forse. Avrebbe abbandonato per sempre la sua ciurma, la sua famiglia, ma al contempo un desiderio che molti non avrebbero esitato a definir malato si faceva spazio nella sua mente: era curioso, voleva incontrare di persona quella Triste Signora che a lungo l’aveva accompagnato durante i suoi viaggi.
Per la prima volta nella sua vita Law non riusciva a dare un nome a quel groviglio di emozioni che sentiva dentro e che gli confondeva i pensieri. All’improvviso riusciva a percepire solo l’ironia che si poteva celare dietro a quella situazione: il fatto che fosse stato messo alla forca insieme al suo peggior nemico e miglior amante -o viceversa, non l’avrebbe potuto dire-, che di lì a poco la sua testa sarebbe rotolata sul freddo pavimento di pietra quando normalmente era lui che si divertiva a tagliare le persone a pezzi, che, per quanto quello fosse stato lo stesso luogo in cui si era tenuta l’esecuzione di Ace “Pugno di Fuoco”, questa volta nessuno sarebbe arrivato a salvarli, l’avevano fatto giurare alle ciurme.  
 
Sentirono arrivare l’ordine che intimava di procedere. I marines al loro fianco si misero in posizione alzando le armi. Kidd velocemente si allungò verso il chirurgo schioccandogli un bacio a fior di labbra, per poi, sfrontato come non mai, puntare nuovamente lo sguardo verso gli obbiettivi delle telecamere accorse per immortalare la loro fine. Dalla sua, Law, anche se costringendo i polsi bloccati dalle strette manette di agalmatolite a dolorose torsioni, mostrò il dito medio a Doflamingo, che alle sue spalle presenziava assieme agli altri membri della Flotta dei 7 all’esecuzione, e con malcelata soddisfazione vide il suo sorriso scomparire. Ci vedremo all’inferno.
Un nuovo comando e il sibilio delle lame riempì l’aria.

 
La serratura della cella scattò secca e la pesante porta si aprì con un cigolio sinistro. Era arrivata l’ora. Mentre i marines armeggiavano tra catene tintinnanti e robuste manette, Kidd intercettò il suo sguardo con il proprio per poi rivolgergli il migliore tra i suoi ghigni
-Diamoli qualcosa da ricordare per sempre
 

 
 
 
Mmm…ciao… Sinceramente non c’è molto da dire su questo coso, che tra l’altro dovrebbe essere un testo, se non che l’altro giorno, presa da una botta di allegria, ho pensato “e se li catturassero e condannassero?” ed ecco il tutto. Il bacio… Beh, secondo me una bastardata del genere Kidd l’avrebbe fatta solo per dar noie alla Marina.
Spero vi sia piaciuta e se è così o avete qualche critica/errore da segnalare lasciate un commentino, mi raccomando!
A presto (e alla prossima pacca di felicità),
 Sve
 
  
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