Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Monkey_Machine    06/01/2014    1 recensioni
"E mentre l' ombra nera ancora si occupava dell' uomo, più forte di costituzione rispetto alla povera Yuki presa alla sprovvista come lui, Harlock riuscì a vedere finalmente, insieme al sangue sputato da Tadashi, il cui viso era improvvisamente divenuto viola- rossastro, la figura e il volto del serpente nero.
E ricomparvero, come magicamente, i due occhietti luminosi da sotto una pesante maschera e casco di ferro. Quegli "occhi" gelarono il sangue dei due.
Due spie di una figura tutta femminile, che adesso non abbandonava lo sguardo del pirata Harlock: il suo uomo. "

[Prima Fanfiction...pietà di me]
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Gli occhi rimasero sempre coperti e lo sarebbero rimasti ancora per tanto e tanto tempo, come se celassero un segreto, un mistero"

 
"Ho freddo"
"Primo: nessuno ti ha detto di uscire da quella cabina.
Secondo: non sono fatti miei, specie al momento"

"Questa è bella!" disse esultando la donna, o meglio Reel: era questo il "nome" che le era stato dato.
In molti si avventarono su di lei per trattenere e rimettere in gabbia la fuggitiva, ma un solo gesto di Harlock, repentino ma significativo, li fermò, ed essi, interdetti ma silenziosi, obbedirono.
"Incrociate i cannoni e puntate contro le fiancate dell' Arcadia".
Il silenzio calò nelle sala e l' unico rumore rimasto fu quello delle notevoli botte contro le nave e delle scosse che la facevano tremare. Tutti gli occhi erano puntati sul Capitano.
"Stai scherzando?" sussurrò Tadashi
"Contro le fiancate?"
"VUOI FORSE FARCI AMMAZZARE?! CHE SENSO HA SPARARCI ADDOSSO?! TI SEI BEVUTO IL CERVELLO HARLOCK?!" gli gridò contro Tadashi soffocando la fievole voce di Yuki.
"Fate come vi dico. Dovete fidarvi di me. Ci stanno attaccati i fianchi della nave" rispose con la solita calma innaturale, il Capitano.
"COME FACCIAMO AD ESSERNE SICURI? NEANCHE LO VEDIAMO?!"
"Tadashi..."
"RISCHIAMO DI APRIRCI UNA BRECCIA E ALLORA POSSIAMO DIRCI ADDIO!"
"TADASHI!"
tuonò stavolta Harlock. La sua voce fece sussultare il giovane uomo e lo fece acquietare, intimorito dalla potenza e dalla forza con la quale l' uomo aveva scosso e ammutolito sia lui che mezza ciurma lì presente.
"Quante storie per un paio di colpi"  ruppe dunque il silenzio Reel con la sua voce squillante ma bassa e seducente allo stesso tempo, accompagnata dal suo passo felpato e felino che la portò lentamente sino al computer.
“CHE DIAVOLO HAI INTENZIONE DI FARE?!”  le gridò Tadashi accorgendosi di lei.
“Obbedisco al vostro capitano” rispose con il solito sorrisetto.
Nessuno ebbe il coraggi odi far nulla. Stava facendo esattamente ciò che il Capitano aveva ordinato e questi non replicava ma osservava in silenzio Reel, la quale, posate semplicemente l emani sul computer, gli “ordinava” a sua volta di incrociare i famosi cannoni anteriori e stringere sui fianchi quelli posteriori. Nessun tasto, nessun pulsante fu toccato, eppure il suono dello scorrere dei cannoni era evidente nonostante il rumore delle scosse sempre più violento. Fu il passionale Tadashi a interrompere nuovamente quel silenzio di voci.
“Harlock…”
“Avete intenzione di restar qui a far nulla? Vi ricordo che ci stanno attaccando..”
lo interruppe sul nascere proprio il Capitano dell’ Arcadia, portandosi al timone.
Ed ecco che partirono i primi colpi e tutta la ciurma sobbalzò, Harlock compreso. Un colpo e poi un altro, ma a scoppiare e rompersi non erano i fianchi dell’ Arcadia ma quelle delle navi che le stavano strette sui fianchi.
“Capitano!” comparve su uno degli schermi Maji.
“Ci siamo colpiti?” chiese nuovamente Tadashi senza attendere e in preda all’ ansia.
“A quest’ ora ragazzo lo avresti sentito. Capitano ci stiamo alleggerendo di peso sulle fiancate”.  Significava che la tecnica di Reel non li stava ammazzando, ma bensì stava distruggendo via via tutte le navi. Il Capitano annuì e portò lo sguardo proprio sulla donna, ricurva su quel computer, con le mani ancora su di esso. Si avvicinò lentamente quasi, e dico quasi, intimorito da quella sua innaturale e statuaria immobilità. Neanche si sollevavano le spalle per il respiro, ma non era sicuro che stesse respirando davvero. Notò dunque con sorpresa una tenue luce azzurrastra illuminarle i polpastrelli delle dita. Non volle chiedersi se fossero proprio quelli a muovere i cannoni dell’ Arcadia, non voleva nemmeno immaginarlo, ma di certo era convinto che fosse una capacità decisamente pericolosa lì a bordo…morto pericolosa nelle mani di uno straniero.
Dio solo sa come Tochiro glielo permettesse.
“Quanti ce ne sono?” quasi le sussurrò.
“Non abbastanza” disse sollevando l’ angolo della bocca in un’espressione sghemba.
Le scosse diminuirono ed aumentarono le esplosioni.
Poi tutto si acquietò: il silenzio. Le scosse parevano essere finite definitivamente e anche secondo il radar, che comunque non aveva segnalato nessuna minaccia sin dall’inizio, adesso pareva  tutto piuttosto tranquillo. A darne la conferma fu il “riprendere vita” improvviso dopo tanto tempo di silenziosa immobilità di Reel. Si sollevò dal computer e prese un respiro.
“Sembra essere tutto finito” disse infine senza staccare però lo sguardo dal monitor, e forse semplicemente non guardava niente, solo il vuoto. Difficile stabilirlo con quella maschera.
“Sembra?”
Reel si voltò verso Harlock, il suo interlocutore.
“Sì sembra. Potrebbero essere nascosti sotto la nave o sopra… in silenzio”
Strabuzzò gli occhi Tadashi a quelle parole. Aveva fatto due più due…
“E’ STATA SUA L’ IDEA?!”
Rise Reel scuotendo il capo
“Non posso crederci! Abbiamo rischiato di farci ammazzare da questa….”
Non aveva neanche parole per definirla, e solo il dito aveva puntato contro di lei.
“Non sappiamo neanche chi sia! E gli hai dato in mano i comandi dell’ Arcadia!?”
Il respiro corto, il volto paonazzo e il cuore a martellare dalla rabbia .
Camo, impassibile a tale reazione rimase Harlock che ora lo fissava con il suo unico occhio.
Il suo silenzio ebbe il potere di ammutolire tutti quanti lì presenti. Il messaggio era più che chiaro: la discussione sarebbe terminata lì. Tadashi digrignò i denti e con un sospiro forzato uscì veloce e rumorosamente dalla sala
“Tadashi!” cercò di fermarlo Yuki, ma niente da fare e fu dunque costretta a seguirlo chiaramente con il consenso del Capitano espresso in una singola occhiata.
“Eseguite i controlli, e tu…” disse puntando poi lo sguardo su Reel. “Vieni con me”
Non discusse e lo seguì in silenzio fuori per dirigersi nuovamente verso le stanze del Capitano.
[…]
“Hai intenzione di riprenderti il mantello?”
“Ci terrei, grazie”
“Allora ti conviene darmi qualcosa dato che mi avete praticamente stracciato tutti i miei vestiti”
ripose con la sua nota maliziosa entrando nella stanza nuovamente.
“Non ti servirà. Tornerai in isolamento” disse Harlock sedendosi sulla solita scrivania, posando un gomito su essa e la mano sotto il mento. Una bassa risata si levò dal petto della donna che a lenti passi si avvicinava al grande armadio in mogano alle spalle del Capitano, il quale distolse lo sguardo solo quando essa, passando, gettò a terra il mantello senza vergogna e lasciando dunque scoperte le sue nudità.
“Io ho un’ idea migliore” iniziò spalancando le ante e prendendo a rovistare dentro.
“D’ altra parte se non fosse stato per me adesso sareste all’ aria e già crepati probabilmente”
“Sottovaluti enormemente l’ Arcadia”
“Quanto tempo è che non torni sulla Terra Harlock?”

Calò il silenzio che fu interrotto solo dal suo riprendere a cercare nell’ armadio. Si era fatto scuro in volto e non aveva proferito parola.
Finalmente dal suo continuo rovistare ne uscì fuori una bella tuta rossa bordeaux simile in tutto e per tutto a quella che era solita indossare Yuki. Non fece troppe storie e lo indossò.
“Il fatto che tu tenga abiti femminili nel tuo armadio la dice lunga…”
“Chi ci ha attaccato? Tu lo sai…non è così?”
le chiese finalmente ignorando il suo commento.
Di nuovo una paura, nuovamente poi interrotta dalla lampo della tuta dietro il collo tirata su dalle lunghe dita di Reel.
“Non ti piacerà saperlo”
Si liberò dai lunghi capelli e li lasciò sciolti lungo la schiena, lasciando che alcune lastre della sua maschera scorressero girando dal perno. Solo tre lastre ben distinti rimasero a coprire gli occhi. Ora finalmente aveva modo, Harlock, di osservare meglio il suo volto: naso dritto, piccolo, quasi grazioso, labbra piene e seducenti, fronte non troppo alta ma fiera e maestosa. Gli occhi rimasero sempre coperti e lo sarebbero rimasti ancora per tanto e tanto tempo, come se celassero un segreto, un mistero. Infilò infine dei grandi guanti scuotendo la testa insieme alla massa di capelli arancio e si voltò poi verso il Capitano che ancora attendeva la sua risposta.
“Terresti”
Il cuore balzò nel petto con irruenza. Non potevano essere terresti.
“Stai mentendo” rispose con voce forte, stringendo il pugno sul bracciolo della sua sedia.
“Puoi recuperare i pezzi e controllare tu stesso”
Reel si avvicinò alla scrivania e lo guardò intensamente. Le due luci erano sparite ma Harlock era convinto che lei lo stesse proprio fissando.
“Sono passati sette anni Harlock. Tante cose sono cambiate”
Non sapeva se crederci, il pirata, se era davvero così significava che aveva ucciso dei terresti pochi attimi prima. No, non aveva mai fatto questo e non lo avrebbe mai fatto..ma se era davvero così..
“Stai tranquillo, cuore puro. Sono navi guidate a distanza. Non si azzarderebbero ad addentrarsi in questo modo nello spazio aperto. Lo fanno seduti comodamente davanti a degli schermi e dei computer sempre più potenti”
Lo aveva letto nel pensiero, ma si rassicurò da una parte….solo da una parte.
“Sembri saperne tanto. Ti chiedo dunque chi sei e come hai fatto soprattutto a salire a bordo dell’ Arcadia” disse irremovibile inchiodandola con lo sguardo d’ acciaio solcato da quella profonda cicatrice che lo scuriva, quasi nascondeva e distorceva. Di nuovo comparve quella maliziosa curva sulle sue labbra. Si avvicinò felina e si sedette sensualmente sulla scrivania incrociando le lunghe gambe e allungando la mano verso il calice colmo di vino che Harlock si era servito.
“Ho ancora un’idea migliore” iniziò portando il calice alle labbra e bagnandole di scarlatto.
“Qui…sull’ Arcadia, sono una specie di prigioniera no? Eppure vi ho salvato io da questa situazione no? Da quanto ho capito non conosci nemmeno il nemico o meglio, non lo conosci più come un tempo”
“Si può considerare un vero nemico?”
“Per te sì Harlock…probabilmente sì, e proprio per questo, se vuoi che la tua nave non finisca allo sfracello, avrai bisogno di qualcuno che conosce il nemico”

Un attimo di silenzio e riflessione.
“Tu…”
“Reel”
lo corresse
Puntò lo sguardo in quello ferreo della donna e riprese a parlare.
“Reel. Sono stati i “nemici” a darti questo nome?”
Un suono sordo di qualcosa che si incrina e si sta per spaccare in una presa troppo salda. Reel poggiò con delicatezza il calice, ormai sul punto di rompersi e distese nuovamente le labbra.
“Dove intendi arrivare Harlock?”
“Sono io qui che faccio le domande!”
disse con impeto, alzandosi e portandosi davanti a lei, estrasse la pistola e gliela portò alla gola spingendola senza delicatezza.
“So dove vuoi arrivare” riprese “Perché dovrei fidarmi di una spia?”
“Non sono una spia…” ma la canna della pistola si spinse maggiormente contro il suo collo costringendola a voltare la testa e a deglutire.
“Sei arrivata tu, in un modo che ancora non capisco, e improvvisamente sono comparse le navi terresti. Come te lo spieghi?”
Stavolta fu Reel a stringere i denti e abbandonare il sorriso.
“Sì mi hanno seguito, ma non lo faranno più…”
Solo più tardi, sotto le indicazioni di Reel , Harlock avrebbe trovato sotto il letto i resti del suo localizzatore.
“Ho tutte le ragioni dunque per sbatterti in isolamento”
“No. Non conosci chi ti viene contro Harlock. Per questo hai bisogno di me. Li sottovaluti enormemente. Posso passarti tutte le informazioni di cui hai bisogno”
“E chi mi dice che invece non ci condurrai tutti nella bocca del lupo?”
“Vi avevano in pugno pochi minuti fa. Quale occasione migliore per annientarvi… e poi che senso avrebbe condurvi nelle fauci del divoratore se ci sono anche io qui con voi?”
“Per questo potresti essere una spia. Si dice che venga pagato bene il vostro lavoro”.

Nessuno dei due avrebbe ceduto. Due grandi personalità che non volevano arrendersi davanti alle proprie ragioni e convinzioni
“Non saranno molto contenti nel sapere che il loro cagnolino ha disobbedito agli ordini” concluse Reel con un mezzo e indecifrabile sorriso.
Ormai Harlock lo aveva capito bene: non gli avrebbe mai raccontato la verità, o almeno non tutta.
“Allora ci stai?”
Aveva capito tutto. Puntò il suo sguardo freddo su di lei e prendendola per un braccia la strattonò via e la condusse fuori dalla stanza.  


 
  
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