Scelta
Erano passati un paio di giorni dalla conferenza stampa e solo uno dall’inizio delle prove per la coreografia di “Mr.Simple”. I cantanti si stavano impegnando molto affinché il loro nuovo album potesse essere il primo nelle classifiche, esercitandosi ogni giorno con le coreografie e con le nuove canzoni, uscendo solo dalle sale prove per tornare nel loro dormitorio a riposare.
Anche BonHan stava lavorando sodo, non c’era un momento che non fosse al telefono con qualche rivista o che confermasse la presenza del gruppo in qualche show televisivo o in qualche serata di gala. Non usciva dal suo ufficio per tutto il tempo, uscendo solo la sera tardi. Era davvero un periodo intenso per lei, aggravato anche dal terminato trasloco. Si sentì finalmente serena quando mise piede in quella stupenda casa che in qualche modo profumava di Yesung.
Ormai era il suo unico pensiero e sempre lo sarebbe stato, non poteva più impedirlo.
“JungHoon, ho confermato tutto: domani mattina alle dieci da Fashion Magazine e poi alle cinque del pomeriggio da “The Beatles Code”.” Disse la ragazza mentre posava il cellulare sulla scrivania e segnava tutto sul suo palmare.
Il manager annuì e si stiracchiò stancamente, appoggiando la schiena allo schienale della poltrona girevole.
“Puoi andare BonHan, sarai stanca.” Disse JungHoon massaggiandosi la fronte tesa per la stanchezza. BonHan annuì e fece un chino di saluto per poi uscire dalla stanza dirigendosi verso l’ascensore.
Guardò il cielo notturno dall’ascensore vetrata ,che permetteva di vedere il paesaggio, e provo una sorta di malinconia nel vedere la luna spaventosamente bianca e grande. Si sentì insignificante di fronte alla luce sinistra che il satellite emanava, si sentì insignificante di fronte a tutto. BonHan diede un’occhiata all’orologio al polso, il quale segnava la mezzanotte passata: a quell’ora probabilmente Kyuhyun era ancora in sala prova ed era meglio così per lei. Non aveva voglia di incontrarlo, di fingere ancora. Cosa le impediva di lasciarlo? Forse perché non voleva restare da sola, forse perché infondo provava una sorta di affetto verso Kyuhyun, ma più semplicemente perché aveva paura delle conseguenze.
Come avrebbe reagito il maknae? Cosa avrebbe detto quando lei gli avrebbe confessato che amava ancora Yesung?
BonHan scosse la testa, non l’avrebbe mai confessato, non a Kyuhyun per lo meno.
Si avviò lentamente verso il suo appartamento assaporando l’aria primaverile e fresca, concedendosi di tanto in tanto uno sguardo alle vetrine dei negozi e di soffermarsi in qualche libreria, solo per sfiorare le pagine di qualche libro, come se potessero estraniarla dai suoi problemi.
Quando arrivo a casa, si gettò sul divano stanca chiudendo finalmente gli occhi ma irrimediabilmente immagini di Yesung che le sorrideva, di Kyuhyun che le stringeva le mani unendole con le sue, ritornarono prepotentemente nei suoi pensieri, rendendola ancora maggiormente colpevole.
“Nuna, sei tornata?” domandò BonJoong strofinandosi gli occhi assonnati, con indosso il pigiama che le aveva cucito la madre. BonHan al ricordo della madre indaffarata al cucire quel pigiama, nel periodo che erano estremamente poveri, sorrise intenerita e accarezzò il viso arrossato del fratello. Poi gli schioccò un bacio sulla fronte per poi stringerlo al suo petto.
“Ritorna a dormire BonJoong.” Gli disse sorridendo teneramente. Il fratello annuì sonnolento e ritornò nella sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle. La ragazza si accasciò nuovamente sul divano e sospirò debolmente. Suo fratello era l’unica certezza che le era rimasta, nessuno l’avrebbe allontanata da lui. Con le ultime forze rimaste, indossò il pigiama e si coricò nel suo letto, sprofondando in un sonno tormentato dal viso di Yesung. Sognò lui, come ogni notte da quando l’aveva incontrato.
Yesung e Kyuhyun erano rimasti nella sala prove per continuare a provare la canzone che dava il titolo all’album. In quell’ultimo periodo, sembrava che le loro controversie non ci fossero mai state, che era tutto come prima dell’arrivo di BonHan. Erano di nuovo affiatati e si aiutavano a vicenda dandosi consigli sia per le canzoni e sia per le coreografia; era tutto tornato come prima o forse nulla era cambiato. Loro erano come fratelli, i Super Junior erano una famiglia e non esisteva nessun litigio che mettesse a rischio la loro unità.
Nemmeno per una donna anche se BonHan non era una qualunque ragazza. Lei era speciale, era unica al mondo ed entrambi i cantanti lo sapevano.
“Aigoo, tra poco mi addormento all’in piedi.” Si lamentò il maknae stiracchiandosi per poi reggersi la testa con le mani, passandosele trai capelli.
“Abbiamo quasi finito dobbiamo solo provare l’ultima parte... pappamolle...” rispose Yesung sussurrando l’ultima parola mentre un ghigno sarcastico gli arricciò le labbra.
Kyuhyun alzò la testa di scatto e lo guardò scioccato con la mascella serrata mentre il maggiore sghignazzava divertito.
“Pappamolle a chi?!”
“Non ti sarai mica offeso...”
Il maknae inarcò un sopracciglio ironico e fece una smorfia di dissenso per poi ridere di gusto con il suo hyung. Gli erano mancati quei momenti con lui, potersi prendere di nuovo in giro a vicenda, sentirsi di nuovo a proprio agio con lui. Sorrise guardando di sottecchi il maggiore che si massaggiava la fronte mentre leggeva attento lo spartito, poi iniziò a leggere mentalmente la sua parte finale. Rimase visibilmente meravigliato quando sia la sua battuta che quella di Yesung gli ricordassero BonHan.
“Che strano...” disse improvvisamente Yesung, evidentemente aveva letto anche lui. “Le nostre parti finali mi ricordano BonHan.” Continuò il rosso girando il foglio dello spartito per continuare la lettura del testo. Rimasero per un po’ di secondi a contemplare il testo in silenzio e Kyuhyun si sentì infastidito che anche a Yesung quelle parole ricordassero BonHan. Lo innervosiva la dannata sincerità del maggiore il quale non nascondeva mai niente dicendo tutto quello che poteva passargli per la testa. Così diverso da lui che era schivo e insolente. Ora capiva il perché BonHan amasse ancora Yesung: lui era come il sole durante una tempesta, mentre Kyuhyun era solo la tempesta.
Improvvisamente il maknae iniziò a canticchiare le parole della sua battuta, seguendo il ritmo che si dava con le dita mentre le picchiava contro la sua coscia.
“Non preoccuparti, ti accadranno solo cose belle. Respingi tutte le cose serie.” Cantò Kyuhyun alzando la voce mentre Yesung seguiva il ritmo leggendo sul suo partito e quando fu il suo turno iniziò anche lui a cantare.
“Oggi sorridi brillantemente, il tuo sorriso brillante fa sentire tutti meglio.” E inesorabilmente, Yesung pensò che davvero il sorriso di BonHan faceva sentire tutti meglio. Rimase a fissare il suo spartito per un po’, ripensando alle parole della canzone, poi lo ripose al suo posto, lasciandolo sulla scrivania e si alzò stiracchiandosi stancamente, mentre Kyuhyun lo guardava serio stringendo il suo testo tra le mani. Non si alzò dal suo sgabello, anzi rimase inchiodato e fisso nella sua posizione come una tigre pronta ad attaccare, aspettando che la sua preda si distraesse.
Non poteva non essere geloso dell’uomo che la sua ragazza avrebbe portato sempre nel suo cuore. Lei pensava che lui non se ne fosse accorto, che non avesse capito niente. Si sbagliava. Purtroppo aveva capito tutto, lo aveva capito da sempre.
Quando notò per la prima volta come BonHan ancora guardava Yesung, quando invece di chiamare lui chiamava il suo hyung, fu lì che capì di non avere più nessuna speranza. Inizialmente non se ne rese conto, che fosse solo frutto della sua gelosia, ben presto dovette ricredersi.
“Dai Kyuhyun, andiamo a riposare.” Disse Yesung quasi supplicando mentre si portava una mano alla bocca sbadigliando.
“Hyung, lei ti ama ancora.”
Il main vocalist si immobilizzò di colpo, ancora con la mano sulla bocca che lasciò lentamente ricadere sul suo fianco. Sentì il sangue gelarsi nelle vene e abbassò lo sguardo colpevole, mordendosi il labbro inferiore.
“Non fartene una colpa, hyung. Infondo lo sapevo che sarebbe finita così.”
“Mi dispiace.”
Kyuhyun sorrise amaro poi sospirò “Te la concedo.”
“Lei non è un oggetto, tu non mi concedi niente.” Rispose irritato il maggiore guardando il minore truce.
Kyuhyun rise sommessamente alzandosi dallo sgabello: apprezzava le qualità da difensore della legge di Yesung ed era uno dei motivi dei suoi sfottò.
BonHan oggetto? Non era lontanamente paragonabile ad un oggetto: lei era una calamità naturale, un uragano, uno tsunami che lo aveva travolto sconvolgendolo e Kyuhyun ancora non era in grado di possedere una calamità naturale.
“Non è un oggetto infatti, se lo fosse le impedirei di starti vicino e di trovarsi nella stessa stanza con te.” Rispose a sua volta il maknae con una tranquillità glaciale, sempre con il suo sorriso di sfida che gli disegnava il volto.
“Mi stai dicendo che la vuoi lasciare?” domandò Yesung scettico senza staccare dal più piccolo i suoi occhi scuri, accigliati da uno sguardo dubbioso.
Davvero Kyuhyun l’avrebbe lasciata? Yesung non seppe rispondersi, in quel momento non riusciva più a capire il discorso del maknae, non riusciva più a capire nulla.
“No, a breve lo farà lei quindi...” rispose Kyuhyun amaramente stiracchiandosi, come se non stesse soffrendo come un cane.
Yesung parve sentire il cuore del minore incrinarsi e sanguinare, sentendosi un mostro. Calò il silenzio tra di loro, gelando tutta la stanza e gelando anche le loro pelli. Si erano fatti la guerra per tutto quel tempo, lottando per l’amore di BonHan e ora che Kyuhyun si era fatto da parte, Yesung non si sentì ne felice e né contento, percepì solo un immenso vuoto dentro di lui, impossibile da colmare. Non riuscì a fiatare, proprio lui che l’unica cosa in cui era davvero bravo era non smettere di parlare.
“Mi dispiace.”
Sembrò l’unica cosa adatta da dire in quel momento, l’unica cosa più stupida che venne in mente a Yesung. Kyuhyun annuì tristemente poi sospirò facendo spuntare di nuovo quel ghigno ironico e provocatorio sul suo volto e fu in quel momento che il maggiore si rincuorò: Kyuhyun avrebbe superato anche quella caduta.
“Andiamo hyung, voglio dormire. Non ci penso minimamente a diventare un sonnambulo vecchiaccio come te.”
“YAH! Come ti permetti?!”
Kyuhyun sghignazzò divertito per poi essere colpito da un pugno sulla spalla del più grande, ridendo anche lui divertito, poi uscirono dalla stanza ridendo ancora, come un tempo.
Fu allora che Yesung capì che nulla sarebbe cambiato.
BonHan passò una giornata di meritato riposo con suo fratello BonJoong passeggiando con lui nel parco a poca distanza da casa sua. Si divertì come quando era bambina, giocando a rincorrersi con suo padre, a schizzarsi con le fontane. Ritornò di nuovo a sorridere e sentì il suo animo colorarsi di nuovo e tutto questo fu grazie a suo fratello. Era cresciuto così in fretta in quei ultimi mesi, diventando ormai un piccolo uomo e la ragazza rivide in lui l’immagine di suo padre.
“Nuna posso dirti una cosa?” domandò il bambino mentre camminava affianco della sorella sulla strada del ritorno verso casa. Lei annuì mentre gli scompigliava i capelli con dolcezza.
“Scegli chi ti fa stare bene.”
BonHan si meravigliò e non seppe cosa dire. Era come un pugno nello stomaco o uno schiaffo in pieno volto. Non rispose al bambino, come non rispose a se stessa, limitandosi a dare un buffetto sulla guancia al fratello e incitandolo ad andare a casa, prima che tramontasse il sole.
Rimasero in silenzio per tutto il tragitto verso casa e BonHan non ebbe il coraggio di rispondere a quella domanda.
Chi la faceva sentire bene? Chi se non Yesung? Chi se non la sua voce così calda e roca, chi se non il suo viso, i suoi occhi, i suoi sorrisi, la sua dolcezza? Chi se non quella meraviglia di uomo?
Kyuhyun non avrebbe mai raggiunto il livello di Yesung, non l’avrebbe mai fatta innalzare alle stelle come ci era riuscito Yesung.
Quando arrivarono a casa, cenarono insieme, poi BonJoong si coricò presto, lasciando la sorella seduta al divano con il suo computer in grembo a battere i tasti scrivendo il suo romanzo. Era ormai notte e BonHan spense il computer pronta per andare a dormire ma improvvisamente il campanello della sua porta suonò. Esitante, andò ad aprire e sentì il cuore salirle in gola e poi scendere fino allo stomaco non appena vide Yesung sul ciglio della sua porta. Era bello come mai lo era stato e le sembrò che emanasse una luce propria. Appena la vide, il cantante sorrise dolcemente, come era suo solito fare, causando un rossore sulle guance pallide della ragazza.
“Annyeong BonHan.” Salutò il main vocalist sorridendo cordiale.
BonHan improvvisamente sentì la bocca asciutta.
“A-Annyeong Yesung.”balbettò BonHan cercando di imporsi la calma e di calmare il suo cuore il quale aveva aumentato la velocità dei battiti.
“Posso entrare?” domandò il cantante facendo cenno con la testa verso l’interno. La manager annuì e lasciò che il cantante entrasse, chiudendo la porta lentamente e cercando di controllare il suo respiro.
Yesung si guardò intorno curioso poi posò il suo sguardo sulla ragazza: aveva i capelli legati in una treccia e indossava una canotta con una tuta nera e portava gli occhiali. Non l’aveva mai vista con le lenti indosso e ancora una volta asserì di quanto fosse bella.
“Scusami per l’orario ma avevo le prove anche oggi.”
“Non preoccuparti, ero ancora sveglia.”
Yesung la guardò intensamente costringendola a distogliere lo sguardo imbarazzata e ad alimentare quell’imbarazzo, calò il silenzio.
BonHan sentì il suo cuore accelerare sempre di più e la sua pelle andare a fuoco.
Che
tu sia dannato Yesung.
Il cantante si avvicinò alla ragazza fino quasi a sfiorarle le braccia provocandole dei brividi.
Sarò
anche io dannata con te, Yesung.
“Ho bisogno di parlarti.” Esordì finalmente il rosso scuro in volto. BonHan incrociò le braccia al petto e si fece attenta, pregando che il cantante non sentisse il rumore dei battiti del suo cuore.
“Non
sono venuto qui per implorarti di scegliere me e nemmeno lo
farò.” Proferì Yesung serio
“Sono qui per dirti che non ho smesso di pensare a te in un
solo istante da quando abbiamo litigato. Sembra una di quelle frasi
fatte vuote e senza emozione, ma è
così.” Si diresse verso le grandi finestre
guardò verso il basso: la città era
più caotica che mai, illuminata dai fari delle macchine e le
insegne dei negozi. BonHan,
imitando il main vocalist, lo guardò attenta aspettando che
continuasse “Dal primo momento che ti ho vista, ho capito che
le nostre anime sono state legate da un legame indissolubile, fatto da
Dio. Lo sai vero?” proseguì Yesung arricciando il
labbro in un sorriso amaro “Così ho voluto
conoscerti, capire chi eri. E mi sono innamorato di te e in tutti i
modi ho cercato di fare colpo su di te. Non credevo che mai
più avrei provato di nuovo l’amore,
quell’amore che ti sconvolge.” Prese fiato e si
sedette sul divano, invitando anche BonHan a fare lo stesso. Lei
ubbidì, rapita dalle parole di lui; sapeva che non era
facile per lui dichiarare così apertamente i suo sentimenti,
lo stava facendo solo per lei. Le fece tenerezza quando lui strinse le
sue piccole mani in due pugni, desiderando di stringerle alle sue.
“Nonostante
l’amore che provavo, che provo tutt’ora ancora per
te, non mi ha impedito di farti soffrire, di far bagnare il tuo viso
con lacrime amare, mandandoti in frantumi il cuore. Non hai la minima
idea di quanto io abbia sofferto.” Prese una lunga pausa,
sospirando e trattenendo a stento le lacrime “Sono stato uno
stupido: come potevo avere paura che una ragazza come te potesse
ferirmi o tradirmi? La verità è che io ho paura
di poter di nuovo perdere la donna che amo.”
Proseguì prendendole le mani e lasciando che delle lacrime
silenziose gli solcassero viso. “La verità
è che voglio di nuovo stringerti a me, voglio poter di nuovo
sentire il tuo respiro su di me, i battiti del tuo cuore combaciare con
i battiti del mio, voglio poterti di nuovo consolare e asciugarti le
tue lacrime, voglio poter star accanto a te e rialzarti quando cadrai.
Perché è questo quello che fa un amico, un
amante: rialzarti da una brutta caduta e sostenerti qualunque cosa
accada.” Yesung poi, infilò una mano in tasca e
prese un braccialetto: era di stoffa viola intrecciata ed era ornato
con qualche pendente dorato. Se lo girò più volte
tra le dita, come se fosse incerto sul da farsi mentre BonHan lo
osservava impaziente.
“Lo
comprai quando andammo in Thailandia, volevo regalartelo. Non so il
perché ma mi ricordò te, forse perché
splendete entrambi o forse perché volevo semplicemente che
avessi qualcosa regalato da me indosso.” Sorrise poi
ritornò di nuovo serio e guardò profondamente la
ragazza, portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio
“Non ho mai avuto il coraggio di dartelo, dicevo sempre che
dovevo trovare il momento giusto. Credo che quel momento sia
arrivato.” Concluse lui. Si avvicinò alle braccia
di BonHan e legò il braccialetto al polso destro con una
precisione e lentezza esasperante, come se stesse compiendo
un’operazione chirurgica. Al minimo tocco di lui, BonHan
percepì una strana contentezza, stava di nuovo sentendo la
morbidezza delle mani di lui che sfioravano la sua pelle e si
sentì la donna più felice del mondo. Yesung
si soffermò ancora sul braccialetto, finalmente aveva
trovato la giusta collocazione.
“Non
è un tentativo di convincerti a scegliere me, anche
perché sei più testarda di un mulo.”
Disse Yesung sorridendo, provocando la risata, seppur silenziosa di
BonHan “Voglio solo farti capire che ti porterò
sempre nel mio cuore perché ti amo e voglio far parte della
tua vita o come amico o come fidanzato. Non voglio vivere senza di te.
Una vita senza di te, seppur una vita come la mia, è solo
una vita vuota.”continuò passando il pollice sulla
guancia di BonHan solcata da una lacrima solitaria “Adesso
vado, ci vediamo.” Concluse sorridendo il cantante. Si
alzarono ed entrambi rimasero a guardarsi negli occhi per un
po’, poi Yesung si avvicinò verso
di lei e le baciò la fronte, con dolcezza, come se fosse
l’ultima volta che avrebbe mai sfiorato di nuovo il suo viso.
BonHan non voleva che andasse via, aveva bisogno di lui
perchè era ormai diventato la sua ancora, la sua aria.
Voleva stringersi al suo petto e dirgli che mai e poi mai avrebbe
rinunciato a lui, non più. Yesung si impose di allontanarsi,
non voleva più interferire con le sue scelte.
Si
sentì felice perché non doveva più
cercare di nascondere quei sentimenti, si sentiva sereno come lo era il
suo cuore.
BonHan
sentì il suo cuore, ormai vuoto per mesi, riprendere a
battere: si portò una mano al petto e sorrise tra le lacrime.
Era
arrivato il momento di liberarsi da quelle catene che la imprigionavano
e di raggiungere l’altra parte del suo filo rosso.
Kyuhyun,
finite le prove, si diresse nella sua stanza per poi farsi una doccia
fredda. Si
sentiva vuoto, lo stesso vuoto che solo BonHan poteva riempire, ma da
lì a poco non ci sarebbe stata più.
L’aveva persa nell’esatto momento in cui lo aveva
ammesso. Il maknae lasciò che le lacrime si confondessero
con il getto della doccia, lasciando che il suo cuore si frantumasse
completamente.
Heechul
aveva ragione: lei avrebbe portato solo guai. Eppure non provava
rancore né verso di lei e né verso Yesung,
infondo lui era arrivato troppo tardi, era arrivato quando
già il cuore di BonHan apparteneva a Yesung.
Restò
immobile sotto il getto della doccia osservando atono le mattonelle
avorio della doccia. Si tocco le cicatrici sull’addome poi si
graffiò il petto, sul punto dove si trovava il cuore:
proprio lì sentiva quel vuoto incolmabile e nessuno
più l’avrebbe mai colmato.
Quando
Kyuhyun uscì dalla doccia, sentì il suo cellulare
vibrare per l’arrivo di un nuovo messaggio: era da parte di
BonHan il quale diceva che da lì a poco sarebbe venuta da
lui.
Crack.
Sentì
il suo cuore incrinarsi e spaccarsi sempre di più: stava
giungendo la sua paura più grande e l’avvicinarsi
di quel momento lo rese consapevole della sua misera condizione:
nonostante tutto avrebbe continuato ad amarla. Non avrebbe mai potuto
odiarla, era diventata la sua luce.
Sentì
la porta bussare e con lentezza, come se una calamita lo attirasse
indietro, aprì la porta trovando BonHan con lo sguardo a
terra. Giurò che la vide asciugarsi una lacrima. Lei
cercò di sorridere ma ne uscì solo una smorfia di
dolore e in quella specie di sorriso, il maknae parve vedere tutto il
dolore che BonHan portava dentro. Era come una bomba, una bellissima
bomba, pronta ad esplodere.
“Kyuhyun...
dobbiamo parlare.”
“Cosa
è successo?” domandò lui avvicinandosi
preoccupato
“Niente
di preoccupante. Siediti, ti prego, quello che devo dirti è
importante.” Rispose schiva lei invitandolo a sedersi sul
letto del ragazzo. Si sedettero entrambi, BonHan era così
seria, ma cercava di sorridere per tranquillizzare Kyuhyun. Non sapeva
che però lui aveva già capito tutto, non poteva
minimamente immaginare che lui già stava soffrendo.
“Kyuhyun...
tu sei così fragile, anche se vuoi nasconderlo, eppure
così incredibilmente coraggioso. Tu vivi e non ti importa
cosa pensano gli altri sul tuo modo di vivere. Forse è
proprio questo che mi ha sempre colpito di te: il tuo coraggio. Mi hai
fatto capire tante cose e provare sentimenti che mai prima di adesso
avevo provato.” Gli strinse la mano e appoggiò la
testa sulla sua spalla “Non voglio che tu soffra mai
più Kyuhyun, mai più. Me lo prometti?”
“Sei
così strana... hai bevuto per caso?”
scherzò lui tentando di smorzare quella brutta aria che si
era creata. Non voleva sentire le parole che stavano per uscire dalla
bocca di BonHan, voleva godersi quegli ultimi istanti ancora per un
po’. Lei rise poi intrecciò la mano con quella di
Kyuhyun, ritornando di nuovo seria. “Non merito il tuo
affetto, ti meriti una ragazza che ti ami sul serio, che ti ami per
quello che sei e non per quello che appari. Una ragazza solare,
paziente, dolce...”
“Ma
tu lo sei!”la interruppe Kyuhyun, balzando all’ in
piedi “Secondo te perché io ti amo?!”
esclamò alzando il tono di voce
“Non
urlare, ti prego.” Implorò serafica lei
“No!
Non puoi dirmi di chi innamorarmi. Decido io chi amare, decido io
cos’è meglio per me, e tu lo sei! Sei la cosa
migliore che io potessi mai avere.”
“Ma
tu non sei il meglio per me Kyuhyun. Ho bisogno di qualcuno al mio
fianco che sia una certezza, di qualcuno che si addormenti la sera con
me e che lo ritrovo al mio fianco al mattino. Ho bisogno di qualcuno
che mi dia forza anche solo con uno sguardo, che mi ami nonostante le
avversità. Ho bisogno di Yesung.”
Gli
aveva sbattuto in faccia la verità così senza
ritegno. Aveva fatto la sua scelta e gliela aveva detto con una calma
serafica e dolcezza che Kyuhyun non provò ne rabbia e ne
rancore, si sentì addirittura sollevato.
“Io
ho creduto di amarti e ti ho illuso. Non sai quanto sto soffrendo per
questo.” Aggiunse BonHan avvicinandosi
a lui. “E non voglio che io continui a farlo solo per non
vederti soffrire.” Proseguì portando una mano al
viso di Kyuhyun, accarezzandogli con dolcezza la guancia. Kyuhyun si
appoggiò alla sua mano, prendendola tra le sue, ispirando
tutto il dolce profumo che emanava la soffice pelle di lei. Voleva
sentire ancora che lei tastava la sua pelle, che percorresse di nuovo i
solchi delle sue cicatrici con le dita, per calmarlo e per svegliarlo
da quegli incubi che regnavano incontrastati nelle sue notti.
“Posso
abbracciarti, BonHan?” chiese implorante Kyuhyun. Ne aveva
bisogno, voleva stringerla per l’ultima volta con la passione
che lo aveva divorato e che lo aveva allontanato da lei. BonHan
annuì, quindi il cantante la fece stendere sul letto e la cinge con le sue braccia. Rimasero stretti per
molto tempo, percependo ognuno il respiro dell’altro su di
sé, dimenticandosi dello spazio e del tempo: esistevano solo
loro e quell’abbraccio che significava più di
mille parole.
“So che non mi amerai mai, ma tu mi
tratti come un uomo ed è...”Iniziò
Kyuhyun sussurrando all’orecchio della ragazza
“Mianhe.” Lo
interruppe lei sentendo una lacrima bagnarle una guancia
“Dispiace anche a
me.”rispose Kyuhyun baciandole la testa, come per suggellare
quel sentimento che li univa che andava oltre alla semplice amicizia o
all’amore: era qualcosa di eterno e per Kyuhyun andava bene
così, il suo unico desiderio era quello di non scomparire
dalla vita di lei. Rimasero ancora abbracciati, Kyuhyun
sperò che il tempo si fermasse e che quel momento fosse per
sempre, ma anche i più bei sogni prima o poi devono finire.
“Oppa, devo
andare.” Proferì BonHan guardandolo seriamente
“Non mi hai mai chiamato
oppa...”sorrise lui scherzoso, riuscendo anche a rubare un
sorriso da lei, seppur triste. BonHan fece per alzarsi, ma Kyuhyun la
strinse nuovamente al suo petto, stringendola con forza.
“Per favore, altri cinque
minuti.” Implorò sussurrando e baciandole la
fronte. Voleva sapere che fosse completamente sua per altri cinque
minuti, nascondendo il suo volto tra l’incavo tra la spalla e
il collo ancora una volta. Voleva sfiorarle ancora una volta il ventre
piatto, i seni morbidi, le gambe lisce, assaggiare di nuovo le sue
labbra per accertarsi che il gusto fosse ancora quello...
“No Kyuhyun. Vorrai
sempre altri cinque minuti, è giusto che sia
così. Vivi e lasciati amare. E’ la cosa
più bella che possa mai accaderti.” E dicendo
questo, BonHan diede un fugace e veloce bacio sulle labbra di lui e si
staccò da quell’abbraccio, poi uscì
dalla stanza, non voltandosi mai indietro. Aveva
ormai capito chi amava sul serio e quella persona non era Kyuhyun.
Provava un
sentimento profondo verso di lui, ma non era amore, non quel tipo di
amore che lui sperava. Lo amava come una sorella ama un fratello,e mai
avrebbe potuto amarlo.
BonHan si impose di lasciare quella
stanza dirigendosi verso casa sua dove scrisse, scrisse tutto quello
che stava provando in quel momento, fino a quando non si
sentì svuotata da tutto.
Ora BonHan doveva affrontare
un’ultima sfida.
I giorni delle riprese del video musicale furono i più lunghi e stancanti. I cantanti esultarono felici quando tutto fu finito perché rividero tutti i loro sforzi ripagati.
“Noi ci avviamo in macchina, hyung!” disse Sungmin rivolto a Yesung.
“Si, vi raggiungo tra poco.” Rispose il main vocalist finendo di riporre i vestiti di scena sulle stampelle. Quando ebbe finito si guardò allo specchio notando il riflesso di BonHan sul ciglio della porta la quale stava bussando alla porta: aveva in mano un fascicolo enorme e lo sguardo stanco, di chi non aveva chiuso occhi la notte.
“BonHan!” esclamò il main vocalist voltandosi. Lei sorrise, un sorriso che Yesung non seppe definire: un sorriso inquietante ma al tempo stesso bellissimo e ipnotico.
BonHan gli si avvicinò come un predatore si avvicina alla prede e gli porse quel fascicolo.
“Leggilo tutto, quando avrai terminato raggiungimi sulla terrazza dove mi portasti quando uscimmo insieme. Io ti aspetterò lì.”
Yesung prese il fascicolo dalla mani della ragazza e non chiese altro: più che un invito, quello di BonHan era un vero e proprio ordine. Dunque, così com’era venuta, se ne andò lasciando il main vocalist da solo e più confuso che mai.
BonHan era seduta sul cornicione della terrazza mentre si torturava le mani in preda all’ansia. Ormai non poteva più tirarsi indietro, aveva solo paura che tutto sarebbe andato in malora ora che aveva capito tutto. Il vento leggero le scompigliò i capelli sciolti e il profumo dei fiori le invase prepotentemente i polmoni. Penso che Yesung era proprio come la primavera: Yesung era vita.
Quando sentì la porta che conduceva alla terrazza cigolare, alzò lo sguardo e sorrise felice quando vide Yesung avvicinarsi verso di lei. La manager si alzò arrivando a metà strada dal ragazzo. Aveva ancora il suo manoscritto in mano, stretto dalle dita sottili e bianche di lui. Non riuscì a non guardare il rosso negli occhi, facendo pulsare il sangue nelle sue vene. Al chiarore della luna, era ancora più ipnotico di quanto non fosse già.
“Ti piace?” chiese ingenuamente la manager accarezzandosi le braccia per i brividi che il vento le provocava o per la presenza del ragazzo di fronte a sé.
“Parla di noi.”
Più che una domanda era una semplice costatazione e BonHan con semplicità rispose di si, che parlava di loro, di tutto quello che era successo. Parlava dei loro sentimenti, delle paure e delle loro debolezze. Quel manoscritto era l’essenza del loro essere e del loro amore.
“Non c’è il finale...” continuò Yesung avvicinandosi sempre di più alla ragazza facendo accelerare i batti del cuore di lei.
“Perché devo ancora scegliere come andrà finire.”
“E cosa hai scelto?”
BonHan prese un respiro profondo: ora toccava a lei a confessare i suoi sentimenti per lui, quei sentimenti che aveva tentato in tutti modi di reprimere per orgoglio e codardia.
“Una
volta dicesti che ero come un uragano che aveva sconvolto la tua vita,
la verità è che tu hai fatto lo stesso con me. Ho
cercato di fare a meno di te, reprimendo in angolo della mia anima
tutti i sentimenti che provo per te, ma non ci sono riuscita. Io ti amo
Yesung come mai io abb...”
Ma
prima che potesse finire di parlare, sentì le labbra del
cantante baciare le sue, prendendole il viso tra le mani. Le labbra di
lui erano soffici e calde proprio come BonHan aveva immaginato. Il
bacio se per un primo istante era stato casto e a fior di labbra,
subito dopo divento un bacio più intenso e passionale,
carico di bisogno da parte di entrambi. BonHan sentì le
lacrime pizzicargli gli occhi e le lasciò scorrere, mentre
allacciava le braccia intorno al collo di lui.
Yesung
le baciò le guancie bagnate, la fronte, il collo, ogni lembo
di pelle che incontrava, poi la strinse al suo petto e BonHan
poté sentire il cuore del cantate battere
all’impazzata: batteva per lei e soltanto per lei, proprio
come il suo cuore.
“Sai
quanto ho aspettato per tutto questo?” chiese Yesung
sorridendo felice, con gli occhi carichi di lacrime per la gioia.
“Perdonami,
perdonami per tutto. Tu da sempre sei stato il mio filo rosso, da
sempre sei stata la mia anima gemella e sono stata una stupida a
credere il contrario.”
Yesung
la zittì baciandola dolcemente poi si staccò
dalle sue labbra e le accarezzò il viso, asciugandole le
lacrime che copiose scendevano. Si baciarono ancora una volta, con il
desiderio di non staccarsi mai, di continuare a restare uniti per
sempre.
“Saranghae.”
Le sussurrò Yesung guardandola con tenerezza.
BonHan
sorrise e gli diede un casto bacio sulle sue labbra morbide.
“Saranghae.”
Quella notte Yesung e
BonHan divennero una sola cosa, amandosi come nessuno dei due aveva mai
fatto. I loro corpi e le loro anime si fusero in unico essere. Ad ogni
tocco
del cantante,
la ragazza sbocciava, diventando una nuova creatura, splendente di una
luce che non era sua. Sotto i baci di Yesung, BonHan diventava argilla
e Yesung la
modellava, rendendola priva di ogni difesa. Entrambi si
sentirono completi e negli occhi dell’altro ritrovarono
quello che mai avevano perso, l’amore che provavano per loro. BonHan si
sentì rinascere in una forma e si strinse al corpo caldo e
accogliente di Yesung, il quale la strinse con forza a se. Entrambi si
promisero di amarsi per sempre e di non permettere che si dividessero
di nuovo, che il filo rosso tra di loro mai più si spezzasse.
Per sempre.
Note dell'autrice :3
Finalmente! FINALMENTE! CI SIAMO QUASI, CI SIAMO QUASI!
Vi presento il penultimo capitolo di questo parto gemellare.
GOITE DAI.
Dire che questa fic mi ha dato parecchie soddisfazioni è poco, colgo l'occasione per ringraziare già tutti quelli che hanno recensito, inserito la storia tra le preferite, seguite e ricordate. GRAZIE DI CUORE DAVVERO.
Un pò mi dispiace finirla, ma come ben sapete, non potevo continuare in eterno u_u
Colgo l'occasione per indicarvi il mio nuovo parto, "Le beau garçon sans mercì" (primissima smust slash multichaps, siate clementi)
Mi scoccio di linkarvi il link, sorratemi, sono anche l'una e mezza di notte.
Ora vi abbandono, ho sonno e domani mia madre mi butta dal letto se non mi sveglio in un orario quanto meno decete.
Un bacio e a prestissimo con l'epilogo!
Cri_Snix