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Autore: blvinyurslf    06/01/2014    4 recensioni
Storia che parla delle numerose esperienze che una giovane ragazza è costretta a superare prima di crescere e diventare una vera e propria donna.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Ero come paralizzata, sentivo il formicolio sulle punte delle dita di mani e piedi, non capivo come riuscissi a camminare visto che nella mia testa c’era solo la disperazione.
Sentivo le ragazze che mi chiamavamo e cercavano di raggiungere il mio passo spedito, ricordo di aver visto il braccio di Becca che cercava di frenarmi stringendomi il braccio sinistro e ricordo anche che appena girato l’angolo mi feci scivolare per terra con la schiena contro il muro e le mani sugli occhi.
Le lacrime erano iniziate a scendere e facevano male, il mascara e la matita nera cominciavano a scendere dagli occhi sulle guance, le ragazze si strinsero a me, Kate come al solito era la più diretta, mi mise le mani sulle spalle e mi guardò dritta in faccia, ripeteva che dovevo calmarmi, ma io non ce la facevo.
Iniziavo a ripensare a quell’immagine, a lei seduta sulle ginocchia di lui, a lui che avvicinava le sue labbra a quelle di lei, alle loro bocche che si toccavano e al dolore che io ancora provavo.
Avevo un macigno sul cuore, so’ che lui stava venendo da me, forse per sistemare ciò che aveva fatto pochi attimi prima ma sono quasi certa che Kate l’abbia cacciato, e poi l’errore era stato fatto, non si poteva tornare indietro.
Arrivò la macchina della madre di Becca che ci riportò a casa sua, ero seduta nei sedili posteriori con Kate ed Ellen che mi tenevano stretta in un abbraccio, come per proteggermi da tutto e da tutti.
Ricordo quando appena arrivata a casa di Becca mi fecero distendere sul suo letto, avevo ancora scarpe e vestito ma tutto ciò che volevo era addormentarmi e non pensare a tutto ciò che avevo visto alla festa.
Le ragazze cercavano di farmi smettere di piangere ma io non riuscivo, pensavo solo a come era potuta accadere una cosa del genere, a che fine avrei fatto io senza una persona così importante e a come avrei detto a tutte le persone che mi volevano bene l’accaduto.
Mi feci prestare il telefono da Ellen, il mio non lo trovavo più e decisi di chiamare subito Jade, avevo bisogno di lei.
Digitai il numero, mi portai il telefono al orecchio e mentre aspettavo che rispondesse mi passarono davanti agli occhi tutti quei momenti speciali che avevo passato gli ultimi due mesi con lui, alla sua voce, ai suoi sorrisi, alle fossette che gli venivano quando rideva, ai suoi occhi, ai suoi abbracci e ai suoi baci.
Pensavo a tutto ciò che se ne andava, mi sentivo ingenua ad aver creduto a tutto ciò e stupida a star ancora male per lui.
Jade rispose e io dovetti riattaccare perché proprio non ce la facevo a parlare, le lacrime mi scendevano con la stessa velocità con cui la pioggia cade durante una tempesta.
Ero in terrazza, avevo chiesto alle ragazze di lasciarmi per un po’ sola con Jade al telefono ma non sapevano che in realtà non riuscivo nemmeno più a digitare il numero, le sentivo parlare in cucina, erano arrabbiatissime e dispiaciute, avrebbero voluto prenderlo e riempirlo di pugni ma io non gliel’avrei permesso, e la cosa più terribile credo fosse questa, io lo amavo ancora ed è per questo che non volevo gli facessero del male.
Lui aveva preso il mio cuore e l’aveva spezzato in mille pezzi davanti a me ma io ero ancora innamorata di lui ed era per questo che me ne stavo li in terrazza a piangere come una bambina, perché io a NOI ci credevo.
Arrivai ad accovacciarmi a terra, ad avere entrambe le mani sul pavimento e a vedere le lacrime una ad una che cadevano su di esso lasciando delle piccole macchioline bagnate.
Chiamai le ragazze, dissi loro che non ce la facevo a chiamare Jade, chiesi loro se lo potevano fare per me, e a Becca domandai se avesse una sigaretta.
Ne prese due e insieme andammo a fumarle, mi sembrava l’unico modo per calmare le mille emozioni che ancora provavo ma non funzionò, le lacrime scendevano ancora e ancora il mio unico pensiero era lui.
Ho un immagine di quel momento, vedo me appoggiata sul muro della terrazza con Becca che mi guarda triste e io che fumo guardando il cielo, le lacrime che scendevano e il mio cuore che non ce la faceva più.
Non so’ come ma riuscirono ad alzarmi e a riportarmi sul letto, erano circa le tre del mattino e riuscii ad addormentarmi.
Fui la prima a risvegliarmi, guardai l’ora ed erano le sei e mezza del mattino, poi guardai le ragazze, erano tutte e tre distese intorno a me, quel gesto mi fece capire che dovevano tenere davvero tanto a me ma li sul momento non mi toccò più di tanto, io avevo bisogno solo di lui.
Riuscii ad alzarmi senza svegliare le ragazze, sapevo dov’erano le sigarette, ne presi una, me l’accesi e tornai in terrazza.
Gli occhi mi bruciavano ma questo non mi impediva di piangere e così fu, poi Kate mi trovò, mi abbracciò e avvisò Ellen e Becca che mi aveva trovata.
In quel momento volevo solo che una di loro mi disse che tutto quello che era avvenuto la sera prima non era reale, che fosse tutto un brutto incubo ma nessuno di loro lo fece perché era tutto vero.
Il mio fidanzato, il ragazzo a cui davo più fiducia, la persona che in poco tempo era diventata la più importante per me mi aveva tradito.
Chi fosse lei non volevo nemmeno saperlo, io volevo solo sapere perché lui l’aveva fatto.
Non ero abbastanza? Probabilmente no.

  
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