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Autore: KatrinaLennon    06/01/2014    2 recensioni
«E tutti gli umani hanno il proprio se stesso nel Mondo del Subconscio?»
«Certo»
«E il tuo umano dov’è?»
Genere: Demenziale, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a Nina

(2)
Seventeen Days
 
 

Si era addormentata durante la corsa evidentemente, perché fu il watusso, cioè Chanyeol, a svegliarla.
«E’ la tua fermata» le disse mentre trafficava col telefono senza guardarla. Si rizzò in piedi e corse verso le porte senza verificare se il ragazzo avesse detto la verità. Ci pensò su. “Come sa qual è la mia fermata?” si domandò mentre era già pronta a tornare a sedere e prenderlo a schiaffi. E invece alzò lo sguardo e le porte si aprirono davanti alla fermata a cui scendeva di solito. Fece per scendere ma poi tornò un passo indietro.
«Come facevi a saperlo?» gli chiese quasi senza dare intonazione alla frase tanto il turbamento.
Lui sorrise e alzò gli occhi dal cellulare, causandole maggior inquietudine. Quel sorriso, l’aveva visto migliaia di volte prima. O almeno questa era la sensazione che provava guardandolo.
«Tranquilla, questa non sarà l’ultima volta che ci incontreremo.» sorrise ancora e poi tornò ai suoi affari, come se quella fosse una risposta più che sufficiente. Nina lo guardò ma non fece in tempo a parlare ancora che l’autista la distrasse: «Signorina, che fa? Scende?» sbottò spazientito guardandola dallo specchietto retrovisore. Senza rispondere scese dall’autobus restando poi immobile anche dopo che questo aveva richiuso le porte ed era partito nuovamente. Aveva uno strano presentimento, ma era troppo stanca per pensarci, perciò si avviò verso casa e una volta arrivata buttò le chiavi da una parte senza guardare dove e si buttò a letto, stanca come se avesse avuto un normale giorno di università.


Si risvegliò dopo quelli che le sembrarono cinque minuti dopo, ma non era a casa sua. Era sotto un melo che la copriva dai raggi del sole. Era un albero bellissimo che ricopriva metà dello spazio che riusciva a vedere; profumava di casa. Era tutto così familiare, anche se non riusciva a capire perché mai lo fosse. Si accorse di essere seduta, perciò si alzò e cominciò a scrutare ciò che la circondava, trovandosi completamente a suo agio, nel subconscio. A un certo punto al limite dell’ombra dell’albero si accorse di una figura che prima non aveva notato. Inutile dire che le sembrasse anch’essa familiare, come se quella dovesse stare lì, perché lì era sempre stata, chissà da quanto tempo a quella parte. Forse da anni, forse da sempre. Era una figura esile, alta e dai capelli castani chiaro e un po’ ricci. Non c’era bisogno di chiedersi chi fosse, perché lo sapeva benissimo, era la persona (poteva considerarla tale?) che più conosceva in tutta la sua vita, e poteva dire che fosse anche la persona che la conosceva più a fondo.
Lui si girò e la guardò sorridendo. Gli sorrise di rimando, come se fosse una cosa abituale.
«Te l’avevo detto» disse lui.
A quelle parole sentì come un vuoto allo stomaco e poi una vertigine, come se fosse precipitata dall’ultimo piano di un grattacielo.
«Mi avevi detto cosa?» chiese lei, all’improvviso turbata da tutto quello. Come se si fosse risvegliata da uno stato di trance cominciò ad avere paura.
Cos’era quel posto? Piuttosto dov’era? Perché non era nella sua stanza? Dov’era il suo letto?
L’ultima cosa che vide furono gli occhi del ragazzo che passavano da sorridenti a spaventati.
«Di nuovo!» imprecò lui.
Poi tutto cominciò a sgretolarsi e a diventare buio mentre nei suoi pensieri risuonò un pianto amaro, il suo.

Si risvegliò di colpo, stavolta nel suo letto. Ricordava tutto perfettamente e se c’era una cosa di cui era sicura era che tutto quello non era stato solo un sogno. Era stato tutto troppo palpabile, e ci avrebbe messo la mano sul fuoco: quel ragazzo era Park Chanyeol. A quel punto sentì che doveva trovarlo, così, senza sapere dove stesse andando,  riprese le chiavi e uscì camminando guidata da una voce interiore. Dopo nemmeno un chilometro si sentì terribilmente stanca, le gambe le dolevano talmente tanto che sentì il bisogno impellente di sedersi. Si lasciò scivolare sulle ginocchia poggiando la schiena al muro all’ombra dell’angolo della strada, e in preda alla confusione si prese la testa fra le mani. In fondo era solo un sogno, perché stava reagendo in quel modo?
«Ce l’hai fatta ad arrivare» parlò qualcuno vicino a lei. Sobbalzò con il cuore in gola e fu talmente tanto lo spavento che si ritrovò con il sedere per terra. Guardò atterrita in alto e trovo il watusso che si torturava nervosamente le mani.
Quel ragazzo aveva l’insana abilità di farle salire tutta la violenza che aveva in corpo.
«Perché la prossima volta non ti presenti con un passamontagna così mi spavento meglio?»
Si pulì le mani sbattendole l’una contro l’altra, poi si alzò e fece lo stesso anche con il suo sedere.
«Sai, apparire così dal nulla non è abbastanza per farmi prendere un infarto.» continuò, mentre a braccia conserte lo fissava.
Come se non avesse detto niente Chanyeol le chiese «Cosa volevi dirmi?»
Nina si lasciò andare involontariamente in un’espressione stupita: “Ma cos-“
«Chi sei?» chiese allora di getto.
«Lo sai benissimo»
«No, non lo so, altrimenti non ero qui a chiedertelo»
La guardò senza rispondere.
«Va bene, allora. Cosa ci facevi nel mio sogno?» cambiò domanda.
«E’ buffo come io potrei chiederti la stessa cosa.» ridacchiò prendendola in giro.
«So che sai.»
«E io so che anche tu sai.» ribatté lui avvicinando il proprio viso al suo per far incontrare perfettamente i loro sguardi.
Diventò all’improvviso tutta rossa e abbassò lo sguardo.
«Chanyeol! Te lo ripeto per l’ultima volta. Chi sei? Giuro che ti denuncio» borbottò, esasperata dai suoi giochetti niente affatto simpatici.
Rialzò lo sguardo, ma il viso di Chanyeol era ancora troppo vicino al suo per poterlo sostenere, quindi lo riabbassò mentre una nuova ondata di rossore le invadeva le guancie.
Il ragazzo sbuffò e allontanò il proprio viso, calciando una pietra, visibilmente frustrato.
«Il fatto che tu ti senta sempre così stanca non è normale» proferì lui.
Nina stava per rispondergli ma non la lasciò parlare.
«E’ partito tutto da quando hai cominciato a dormire e a sentirti stanca spesso.
 Hai cominciato a violare un mondo che normalmente non avresti nemmeno immaginato che esistesse. La prima volta che l’hai violato non te lo ricordi, ma noi sì. E»
«Noi chi?» lo interruppe.
«Io e… un’altra te, se così vogliamo chiamarla.» sorrise forzatamente, imbarazzato. Si grattò la nuca e poi continuò «Dicevo. E quando ti sei svegliata hai pensato che fosse solo un sogno, ma ne sei rimasta colpita evidentemente, perché hai ricordato qualcosa e hai fatto partire la regola dei ‘Seventeen Days’.»  una smorfia di sofferenza apparve sul suo volto.
A quelle parole Nina ebbe un tuffo al cuore. E per un attimo tutto le sembrò chiaro, ma l’illuminazione andò via come era arrivata, lasciando solo qualche sprazzo di luce, che però bastò a mettere a posto qualche pezzo del puzzle.
Ora ricordava perché Chanyeol le era sembrato così familiare, una volta nei suoi sogni l’aveva visto attraverso degli occhi che erano i suoi sì, ma erano diversi, come se non le appartenessero davvero. Quando si era svegliata non riusciva a ricordare niente, solo quella sensazione di familiarità era rimasta:  era troppo forte e imponente per farsi dimenticare.
«E… quindi?» riuscì a balbettare.
«Non sono cose che capiresti qui. Chiudi gli occhi.»
Non capì il senso delle sue parole ma si fidò comunque e chiuse gli occhi.
Subito sentì la stanchezza prendere il sopravvento, e cadde tra le braccia di Chanyeol profondamente addormentata.
Aprì gli occhi.
Era sotto il melo.


 

Aish.
Ogni volta mi sembra sempre che manchi qualcosa a quello che scrivo. Si accettano suggerimenti.
Anyway.
Rispetto al capitolo originale pubblicato su Twitlonger questo ha qualche cosa di diverso, ho cambiato alcune frasi e corretto la grammatica (se ci sono errori sarebbe bello che qualcuno me lo facesse notare……….. (//^//) ), anche perché avendolo pubblicato per cazzeggiare e basta la grammatica per me poteva pure impiccarsi ciuè.
Mancano altri due capitoli e basssssta, eh *gira pollici*
Se qualcuno avesse due minuti per recensire mi farebbe davvero tanto tanto piacere ;///;
Intanto ringrazio Nina (stronzetta lo sapevi che non dovevi recensire *fixfix) e Min_Jee Sun, mi ha fatto davvero piacere ^^
Sayonara ^^

-Kat

  
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