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Autore: happy ending    06/01/2014    5 recensioni
Una strana One shot natalizia dedicata ad una tenera e buffa coppia...
Dal testo:
“Ron!” esclamò spaventata, portandosi una mano sul cuore.
“Shhh!” le fece lui, nascondendo qualcosa dietro la schiena.
“Che stai facendo?” gli chiese, sospettosa.
“Niente”.
“Ron?”.
“Controllavo che l’albero stesse bene”.
“Cosa nascondi?”.
“Niente”.
“Ron?”.
“Hermione!”.
La ragazza si avvicinò rapidamente all’amico, che si scansò, inciampando sul pavimento.
Lei si chinò e riuscì a strappargli ciò che teneva stretto tra le mani: una lettera.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il Natale è passato e mi spiace non aver potuto pubblicarla prima... Comunque, meglio tardi che mai, no? Spero vi piaccia e aspetto le vostre recensioni!

Era la notte della vigilia di Natale e in casa Weasley regnava il silenzio. Seduta davanti al camino ancora acceso, c’era una giovane strega avvolta in una calda coperta rossa, intenta a fissare le fiamme che ardevano, incantata. Quella sera, a cena, aveva raccontato a Ron per la milionesima volta chi era Babbo Natale e cosa faceva proprio in quella notte così “magica” nel mondo babbano; gli aveva parlato della sua scalpitante attesa, del suo correre presto nel proprio lettino, abbracciata all’orsacchiotto che proprio il caro Babbo le aveva regalato per il suo primo Natale, gli aveva parlato delle letterine chilometriche in cui scriveva non solo ciò che desiderava per sé, ma anche per i suoi genitori, e che lasciava sotto l’enorme abete addobbato da lei e dal suo papà.

Ron ogni volta la guardava meravigliato, rideva pensando a quel pancione che girovagava per il mondo su una slitta trainata dalle sue renne, chiedeva a Harry se fosse tutto vero. I due amici, però, non avevano mai detto al povero Weasley che in realtà quel buffo personaggio era solamente un’invenzione, un po’ perché era divertente prenderlo in giro, e un po’ perché non volevano distruggere il suo entusiasmo. Sorrideva Hermione, persa nei ricordi dei Natali passati in famiglia, da bambina, quando ancora non sapeva quale fosse la sua vera natura e quando ancora non era a conoscenza di quanta oscurità minacciasse l’intera umanità.

Era talmente immersa nei suoi pensieri che non si accorse neppure che qualcuno aveva sceso di soppiatto le scale e si avvicinava silenziosamente all’albero di Natale posto poco lontano dal camino. Ad un tratto, però, sentì uno strano rumore e si voltò di scatto proprio verso la fonte di esso.

“Ron!” esclamò spaventata, portandosi una mano sul cuore.

“Shhh!” le fece lui, nascondendo qualcosa dietro la schiena.

“Che stai facendo?” gli chiese, sospettosa.

“Niente”.

“Ron?”.

“Controllavo che l’albero stesse bene”.

“Cosa nascondi?”.

“Niente”.

“Ron?”.

“Hermione!”.

La ragazza si avvicinò rapidamente all’amico, che si scansò, inciampando sul pavimento.

Lei si chinò e riuscì a strappargli ciò che teneva stretto tra le mani: una lettera.

“Caro Babbo Natale...” prima che Hermione potesse continuare a leggere ciò che Ron aveva scritto, lui riprese la lettera e la intascò, col volto in fiamme.

La strega lo guardò per un attimo, poi scoppiò a ridere come non mai.

“Che c’è?!” esclamò il rosso, sempre più imbarazzato.

“E’ una lettera a Babbo Natale!”.

“Smetti di ridere! E sì, è una lettera per lui... Volevo vedere se sarebbe passato, anche se non sono un babbano”.

“Ma ormai sei grande, Ronald”.

“Ma... Ma... Non così tanto, magari una sbirciatina alla lettera la dà...”.

Hermione provò tanta tenerezza per lui, così gli prese un’altra volta la lettera dalla tasca dei pantaloni, la appoggiò su alcuni rami dell’albero e tornò accanto all’amico ad osservarla.

“E ora a nanna, altrimenti Babbo non passa” gli disse dolcemente.

Ron esitò un attimo, poi le diede un lieve bacio sulla guancia destra e scappò in camera.

Lei rimase paralizzata lì, con un mezzo sorriso stampato sulle labbra.

Controllò che l’amico fosse davvero tornato a letto, poi prese la lettera e cominciò a leggerla:

Caro Babbo Natale,

Hermione mi ha parlato tanto di te... Credo che tu la conosca, sicuramente da piccola sarà stata la bambina più brava dell’universo! Comunque... Quest’anno ti scrivo perché ho un desiderio grandissimo, ma non so davvero cosa fare perché si realizzi! Insomma... Hermione... Diciamo che mi sta simpatica... Sì, beh... Mi piace, ecco. Però so per certo che lei non prova le stesse cose. È troppo intelligente per uno come me... Lo so che mi vuole bene, ma non si innamorerebbe mai! Harry sarebbe giusto per lei... A volte credo che gli piaccia... Insomma, le piaceva Krum! E poi quell’altro idiota del Lumaclub! Quindi, quello che ti chiedo, il mio desiderio più grande, è di farla innamorare di me... E magari di farmelo capire che è innamorata... Cioè, non voglio che la fai innamorare però non me lo dice... Sì, va beh, hai capito... Credo...

Ti saluto caro Babbo. Ti prego leggi questa lettera anche se non sono un bambino babbano e poi inceneriscila, se i miei fratelli la trovassero sotto all’albero mi prenderebbero in giro tutta la vita!

Ronald.”.

A Hermione batteva il cuore a mille... Ron era innamorato di lei! Ron era davvero innamorato di lei e chiedeva aiuto a Babbo Natale per questo!

Riguardò un’altra volta la lettera, emozionata. Non aveva bisogno di scriverla, quel testone, lei era già innamorata di lui... Ma non sapeva come farglielo capire. Di dirglielo non se ne parlava, sarebbe stato troppo imbarazzante.

“Mi stai rubando il lavoro, oh oh oh!”.

Hermione alzò lo sguardo spaventata e si trovò davanti un faccione barbuto, sorridente.

“Ba... Ba...”.

“Babbo Natale! Lieto di conoscerti, dolce piccola Hermione!” esclamò l’omone, dandole una forte pacca sulla spalla.

La ragazza era a bocca aperta. Si pizzicò un braccio, provando dolore, poi una guancia...

“Non stai sognando, piccina, sono vero! Potresti gentilmente porgermi la lettera del tuo caro amichetto, per favore?”.

Gliela porse con la mano leggermente tremante e lui la prese, cominciando poi a leggerla.

“Oh oh oh! Questioni di cuore!” rise Babbo, quando ebbe terminato.

“Tu esisti!” esclamò Hermione, ancora incredula.

“Certo, tesoro. Ma dopotutto, credevo che dopo essere entrata a far parte del mondo magico, tu avessi smesso di credere a ciò che ti dissero i tuoi genitori riguardo la mia finta esistenza qualche anno fa... Insomma, sei una strega! Vedi cose strambe ogni giorno! Come fai a non credere che io esista?!” replicò, scettico.

Hermione non rispose, pensando che effettivamente aveva ragione. Poi indicò la lettera.

“Oh, a questo punto credo di doverti fare innamorare di lui” sospirò Babbo.

“Ma... Io lo sono già!”.

“Ah! Beh, se è così siamo a posto. Posso andare. Tanti cari saluti, è stato bello incontrarti”.

“No, aspetta! Io non so come dirglielo!”.

“Non mi hai scritto nessuna lettera, cara... Avrei potuto aiutarti, mi dispiace”.

La ragazza sbuffò e riprese la lettera di Ron; Cercò una penna dalla scrivania lì accanto, la intinse nell’inchiostro e cominciò a scrivere sotto la calligrafia poco ordinata dell’amico.

“Ecco” disse, porgendogliela.

Caro Babbo Natale, ti supplico di fare capire a Ron che sono innamorata di lui.

Hermione. Bene, bene... Se la metti così, non posso fare altro che aiutarti. In fondo sei sempre stata una delle bambine più brave dell'universo” sorrise Babbo, facendole l'occhiolino.

Hermione arrossì lievemente e sospirò di sollievo. Con Babbo Natale dalla sua parte, non avrebbe certo avuto problemi.

“Ora vai a dormire e non ti preoccupare, piccola mia. Ci penso io, vedrai che domattina troverai una bellissima sorpresa sotto l'albero!” esclamò il vecchio.

Prima che potesse rispondere, la ragazza lo vide correre goffamente verso la finestra e buttarsi fuori, cadendo a terra e rotolando fino alla slitta, dove un piccolo elfo lo aiutò a rialzarsi e a salire sulla slitta. Non le restava davvero altro da fare che affidarsi a lui e provare a mettersi a letto.

 

Il giorno seguente, quando Hermione scese per la colazione, trovò tutti i Weasley già svegli e affamati.

“Buongiorno cara! Svelta, mangia qualcosa, così poi apriamo i regali tutti insieme!” sorrise Molly.

Prese posto accanto Harry, che le fece un cenno col capo. Ron, davanti a lei, la osservava.

“Buongiorno” le disse timidamente.

“Buongiorno a te” rispose. Si chiedeva quando sarebbe accaduta la magia... Babbo aveva già fatto capire a Ron i suoi sentimenti per lui?

“Tutto bene?” le chiese.

“Sì... Tu?”.

“Bene... Sì”.

Harry assisteva divertito alla scena... Ma cosa prendeva a quei due?

Quando ebbero tutti terminato la colazione, si radunarono attorno all'albero di Natale, dov'erano comparsi tanti piccoli e grandi pacchetti regalo.

Mentre Hermione scartava quello di Harry, sentì qualcuno toccarle una spalla.

“Ehi” disse Fred.

“Dimmi” rispose, un po' sorpresa.

“Possiamo parlare un secondo?” le chiese.

“Certo”.

I due uscirono in giardino, sotto l'occhio attento di Ron.

“Senti... Per quanto riguarda la lettera...All'inizio sono rimasto un po' stranito, ma ci ho riflettuto su e credo che sia una bella cosa... Insomma, mi ha reso felice e credo che significhi qualcosa, no?” Fred gesticolava, guardandola intensamente negli occhi.

Hermione era leggermente confusa... Come faceva a sapere della lettera? Aveva visto lei e Babbo la notte prima?

“Beh, mi fa piacere... Però non dire nulla a Ron” sussurrò imbarazzata.

“Certo, immaginavo. In fondo è cotto di te da una vita, non so come la prenderebbe. Dobbiamo trovare il modo di parlargliene senza ferirlo troppo. Oppure, tu credi che sia meglio lasciare perdere questa cosa? Non voglio che mio fratello soffra... è un idiota, ma non se lo merita”.

Soffrire?

“Ma di cosa stai parlando, scusa?” fece Hermione.

“Della lettera!” esclamò Fred, spazientito.

“Perché Ron dovrebbe soffrirne? Non hai detto tu che gli piaccio?”.

“Ma appunto per quello, sciocca! Accidenti, Hermione... Sarai anche un piccolo genio, ma per quanto riguarda gli affari di cuore, sei messa parecchio male”.

“Sciocco sarai tu! E comunque continuo a non capire”.

Fred estrasse una lettera dalla tasca e la consegnò ad Hermione, che la lesse velocemente:

Mi piaci... So che ti sembrerà strano, ma mi piaci davvero e voglio stare con te.

Hermione”.

La fece riscorrere altre dieci volte, incredula.

“Non l'ho scritta io!” esclamò infine.

“Seh... è quello che ho pensato anche io, all'inizio... Però solo tu hai quella calligrafia così perfetta... Beh, a parte Percy, ma lui è poco incline agli scherzi, perciò è inutile che menti ora. Te l'ho detto, ne sono felice Hermione. Possiamo provare” disse lui, avvicinandosi pericolosamente alla ragazza, che indietreggiò fino a ritrovarsi contro il muro della Tana.

“Fred...” sospirò, in panico.

“Shh...” il ragazzo la baciò.

Proprio in quel momento, Ron uscì per chiamare i due (in realtà lo aveva fatto per controllare cosa stavano combinando) e si trovò davanti un' Hermione estremamente rossa in viso e un Fred soddisfatto, ma con la colpevolezza impressa nello sguardo, che lo guardavano ad occhi sgranati.

“Che succede?” chiese, senza capire cosa avessero.

“ Niente, Ron, torniamo dentro” disse Hermione, con un sorriso poco convincente.

Possibile che quei due... Ron rifletté sulla possibilità che suo fratello potesse avere chissà quale rapporto con la sua “migliore amica” e decise che no, non era possibile.

I tre rientrarono ed Hermione ringraziò con un abbraccio Harry e tutti i Weasley (tranne Fred) per i regali ricevuti... Quando arrivò a Ron, lo vide arrossire e sorridere lievemente.

“Grazie per il libro” gli sussurrò, sentendosi ancora frastornata per ciò che era accaduto qualche istante prima.

“Figurati! Grazie a te per... il libro” rispose lui, alzando gli occhi al cielo e facendola scoppiare a ridere.

“Leggilo, scemo, vedrai che ti piacerà”.

Ron rise a sua volta e la strinse a sé in un caldo abbraccio. Hermione sarebbe rimasta lì tutta la vita, al sicuro tra le sue braccia, immersa nel suo profumo... Ma qualcosa la distrasse da quel momento magico: Fred, dall'altra parte della stanza, le stava facendo l'occhiolino.

“Oddio” sospirò.

“Cosa?” chiese Ron, tenendola ancora stretta.

“Niente... Scusami, devo fare una cosa” rispose lei, allontanandosi e dirigendosi verso uno dei gemelli.

“Dobbiamo parlare” gli disse, seria.

“Certo, tesoro”.

“Non chiamarmi così... vieni”.

Lo condusse nella camera di lei e Ginny. Lo guardò, cercando di riordinare velocemente le idee, mentre lui la osservava con un sorriso stupido.

“Quella lettera... Ti giuro che non l'ho scritta io. Il fatto è che... Dio! Ti sembrerà una cosa ridicola! Non mi crederai mai!” Hermione aveva le mani tra i capelli. Non sapeva come spiegargli l'accaduto senza sembrare una pazza. Effettivamente, se lui le avesse raccontato una storia simile, lei gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia.

“Che succede, piccola?”.

“Non chiamarmi nemmeno così! Senti , Fred... è stato Babbo Natale a scrivertela. Non so perché diavolo l'abbia fatto, forse mi odia, forse non sono stata buona quest'anno o forse non ha capito un accidenti, ma l'ha fatto. Io...”.

“Babbo...?”.

“Natale! Babbo Natale!”.

“E cosa sarebbe?” chiese Fred, divertito.

Hermione sospirò, sinceramente scocciata da quella stramba situazione. Fred non aveva mai dimostrato interesse nei suoi confronti, perché accidenti ora si comportava così? Anche se fosse stata lei a scrivere quella maledetta lettera, non era possibile che il ragazzo volesse seriamente stare con lei, era veramente un idiota.

“Scusate, posso entrare?” Ginny aveva aperto appena la porta e il suo visino spuntava da dietro essa, confuso.

“Ginny! Ginny, Ginny, Ginny!” esclamò Hermione, correndo verso l’amica.

Lei la guardò come se fosse pazza.

“Hermione, Hermione, Hermione?”.

“Secondo te, potrei mai innamorarmi di Fred?” le chiese, speranzosa.

“Beh, considerato che potresti esserlo di Ron, non mi sorprenderebbe molto se tu decidessi di prenderti una cotta per Fred... Stessa stupidità. Anzi, forse Fred è un pochetto più sveglio, non sarebbe una brutta cosa per te” rispose la rossa, riflettendo attentamente sulla questione.

Il ragazzo rise vittorioso, mentre Hermione fulminò con uno sguardo l’amica e cercò il muro più vicino dove sbattere la testa.

“Quindi state insieme?” domandò Ginny, sorpresa.

“Sì” sorrise Fred.

“IO NON VOGLIO!” quasi gridò Hermione, esasperata.

“Ok, ok... Capisco, niente fretta. Ma entrambi conosciamo i nostri sentimenti e questo è già un passo importante” sentenziò lui, soddisfatto.

“Quali sentimenti?” Ron era appena entrato nella stanza, seguito da George e Harry, attirati dal chiasso proveniente dal suo interno.

“Nessun sentimento” rispose in fretta Hermione.

“Avanti, piccola, è giusto che lo sappia ora... è il momento giusto” disse Fred.

“Piccola?” grugnì Ron.

“Accidenti a te...” borbottò la ragazza.

“A quanto pare stanno insieme” sentenziò Ginny.

Ron arrossì prepotentemente. Harry aveva proprio ragione, allora. Scosse la testa ed uscì dalla stanza, per poi chiudersi nella propria. Tutti lo guardarono andarsene.

“Hermione, possiamo parlare un secondo?” le chiese Harry, lentamente.

Ginny, George e Fred li lasciarono soli.

“Credo tu abbia scelto il momento sbagliato per metterti con Fred. Insomma... Non so se tu te ne sia accorta, ma Ron... Lui ti vuole molto bene. Sinceramente, credevo che la cosa fosse reciproca. Beh, non importa, non posso certo importi di amarlo, se per lui non provi gli stessi sentimenti. Comunque, il punto è che prima di entrare qui, gli ho confessato che Babbo Natale non esiste e ci è rimasto malissimo. Ora ha anche saputo che stai con suo fratello...” spiegò il ragazzo, impacciato.

“Perché cavolo gli hai detto che Babbo Natale non esiste?!” esclamò Hermione.

“Perché gli ha scritto una lettera! Me l’ha detto prima! E... Non so cosa gli abbia chiesto, ma accidenti, dovevi vedere quanto ci sperava... Mi sembrava il momento giusto, ci sarebbe rimasto troppo male se quello che ha chiesto non fosse arrivato”.

“Babbo esiste, Harry. L’ho visto ieri sera!”.

“Che?!”.

“Non guardarmi così! Ti giuro che è successo sul serio! Credimi, Harry, almeno tu...” sospirò la riccia, distrutta.

Lui annuì e accarezzò teneramente la sua migliore amica, facendola sentire seriamente una pazza.

“Ora per favore vacci a parlare” le sussurrò.

Hermione si accorse che non le credeva minimamente, ma decise di ascoltare il consiglio e si diresse verso la camera di Ron, che trovò chiusa a chiave.

Bussò, ma non ricevette alcuna risposta.

“Ron, sono io, apri per favore”.

Nessuna risposta. Cominciò a bussare insistentemente, finché il rosso non si arrese ed aprì scocciato.

“Che c’è?” le chiese, senza lasciarla entrare.

“Posso?”.

“Stavo dormendo”.

“Ma ora sei sveglio, posso?”.

Prima che potesse rispondere, la ragazza si intrufolò nella stanza. Ron alzò gli occhi al cielo e si chiuse la porta alle spalle.

“Prima di tutto, io e Fred non stiamo insieme” disse Hermione, tutto d’un fiato.

“Non mi interessa, mettiti con chi ti pare”.

“Lo pensi sul serio?”.

“Sì. Perché cavolo dovrebbe importarmi di quello che fai? Sei innamorata di Fred? Perfetto, stai con Fred. Cosa vuoi da me?” Ron parlava con una freddezza impressionante, guardando dritto negli occhi Hermione, che all’improvviso si sentì mancare il fiato.

“Se davvero non ti importa, perché fai così?” gli chiese infine, con voce tremante.

“Perché ho mal di testa e vorrei riposare” rispose lui, dirigendosi verso la porta.

Lei lo afferrò per un braccio e lo fece voltare verso di sé.

“Non amo Fred” sussurrò, decisa.

“Ti ho detto che non mi interessa”.

“E Babbo Natale esiste ed è proprio un coglione” continuò, piena di rabbia per quanto aveva incasinato la situazione quel ciccione in rosso.

“Come?” fece Ron, confuso.

“Lui... Lui esiste”.

“Senti, Harry mi ha detto tutto. E comunque, ho capito che hai letto la mia lettera”.

“L’ho fatto, ma...”.

“Non avresti dovuto! E poi bastava dirmelo che non ti piaccio, miseriaccia! Perché sei corsa subito da Fred?! Pensavi che mi avrebbe fatto meno male?! Oh, accidenti! Voi due... Chissà da quanto cavolo va avanti questa storia e io non lo sapevo! Vi siete fatti due risate, con quella lettera, vero?!”.

“Ti amo” sussurrò Hermione, sapendo di non poter dire nient’altro.

“Smettila” sbuffò Ron, scostando il braccio dalla sua mano.

Lei gli si avvicinò di nuovo, gli prese il viso tra le mani e lo incatenò con lo sguardo.

“Ti amo. Voglio stare con te. Non lasciarmi”.

Ron sentiva il cuore martellare forte dentro il petto... Era così bella... Quegli occhi... E quelle parole, dette dalle sue labbra, con la sua voce... Ma lei stava con Fred... Però quegli occhi...

La strinse a sé e la baciò.

“Hermione!” esclamò Fred, che era appena entrato e aveva gli occhi sgranati.

“Dio...” sospirò lei, senza lasciare Ron.

Lui però si staccò e si avvicinò al fratello.

“Tu la ami?” gli chiese.

“Senti, fratellino...”.

“No, sul serio, tu la ami? Perché se mi giuri che la amerai per davvero, che la tratterai come si deve, che non farai come al solito... Io mi levo dai piedi. Lei è speciale, nessuna è come Hermione, ok? Tu falla stare male, rovina tutto come fai con le altre e finisci male” disse, con un tono che sorprese la ragazza.

Fred, colpito, scoppiò a ridere.

“E’ tua fratellino, da quando eravate due marmocchi. È stato tutto un giochetto organizzato dal caro Babbo Natale per fare finalmente confessare quella fifona della tua ragazza” spiegò.

“Tutto cosa?” chiese Hermione, sconvolta.

“Io e te. Non offenderti, piccola, ti stimo e provo addirittura affetto per te, ma non sei il mio tipo ed è chiaro che io non sono affatto il tuo. Ah, quegli scemi sapevano ogni cosa” Fred indicò la porta ed entrarono George, Harry e Ginny, sghignazzanti come non mai.

“Voi sapevate?”.

“Oh sì. Ieri notte siamo stati svegliati da Babbo Natale... Cioè, non sapevamo chi diavolo fosse e lo stavamo anche per fare fuori, ma Harry lo ha riconosciuto e ci ha fermati. Ci ha raccontato delle vostre due lettere e ci ha spiegato cosa avremmo dovuto fare per aiutarvi” spiegò Ginny.

“Anche tu avevi scritto una lettera?” chiese Ron a Hermione.

Lei sorrise timidamente e alzò le spalle.

Allora Babbo non si era sbagliato, aveva sul serio avverato i loro desideri.

“Scusate ragazzi, ma lo avete voluto voi...” disse il rosso. Accarezzò il viso della ragazza e la baciò un’altra volta.

“Grazie Babbo” sussurrò poi.

“Come?” chiese Hermione, felice come mai prima d’ora.

“Ti amo”.

 

   
 
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