Febbre
Kageyama
varcò piano la soglia della stanza,
completamente immersa nel buio, con l’unica eccezione di una
lampada per terra,
che sprigionava una luce fioca e malata nell’aria densa di
chiuso.
Un nome
sussurrato, spezzato da singhiozzi, lo gelò sul posto, a
qualche passo
dal letto.
-Haruna…
Haruna….-
Già,
proprio un nome qualunque.
Si
avvicinò con un sospiro al letto e poggiata una mano sulla
fronte corrugata
di Yuuto osservò il suo ragazzo.
Aveva gli occhi chiusi, il viso contratto. Piangeva,
singhiozzando il nome della sorella.
Tuttavia… Non era poi così sicuro che
stesse delirando.
-Ti manca,
vero?-
Vide il
ragazzo sobbalzare, e chissà se stava dormendo.
Una voce
impastata, da bambino con le lacrime agli occhi, rispose.
E a ogni
parola sarebbe stato meglio incidersi la carne, un dolore lancinante
udirlo.
-Tanto…
Tanto…! Mi manca tanto Comandante…-
-…
Tieni.- Kageyama posò sulle labbra del ragazzo un bicchiere.
I calmanti
sciolti nell’acqua non serviva neanche cercare di
nasconderli, ormai.
Sapevano
entrambi fin troppo bene come funzionava, in quei casi.
Yuuto prima si
inumidì le labbra, ma non oppose resistenza, e
svuotò il
bicchiere.
Appoggiò
il capo ai cuscini. Poi spalancò gli occhi.
Kageyama
sussultò. Erano occhi tremendi quelli. Ma si
premurò di non farlo
notare al ragazzo.
- Mi dica la
verità. – Kidou appoggiò gli occhi sul
soffitto, e la sua voce ora
era ferma. – Non mi farete mai tornare
da mia sorella, vero? Non mi permetterete più di stare con
lei, non è così?-
Si
disegnò un sorriso sul viso di Kageyama. Un sorriso amaro,
tremendo e
tremolante.
-Non ti fidi
della parola mia e di tuo padre?-
In un attimo
si trovò addosso due occhi rossi,
ma rossi da far svenire.
Erano talmente lucidi e brillanti di lacrime che non
riuscivano a mascherare nulla. Nemmeno la paura… Nemmeno la
verità.
E infatti
Yuuto annuì impercettibilmente, sbattendo le palpebre in
modo troppo
lento.
Il sorriso di
Kageyama si fece ancora più acre che gli sembrò
quasi di avere
del fiele al posto della saliva, in bocca.
-…
Fai bene.-
L’uomo
non aspettò risposta. Entrambi sapevano che non
c’era altro da dire.
Yuuto non si
sarebbe ribellato. Né ora, né mai. Erano le
regole.
Kageyama gli
poggiò le labbra sulla fronte, la trovò
caldissima.
Nessuno dei
due si sentì di considerarlo un bacio quello. Non
c’era niente di
affettuoso nel loro legame, né mai ci sarebbe stato.
-Ora
è meglio che dormi un po’. Ti farebbe
bene…-
-Sì,
Comandante.-
Kidou
sollevò un poco il capo, e lo riposò solo quando
udì i passi dell’uomo
perdersi nel corridoio.
A quel punto
chiuse gli occhi e lasciò che i calmanti facessero il loro
effetto.
Il giorno
dopo, sarebbe andato a scuola.
Erano le
regole.