Il taglio non era profondo, ma potevo sentire il veleno spargersi nel mio chakra e che pulsare al ritmo del mio cuore. Tirai fuori la boccetta con l’antidoto, ne avevano data una ad ogni squadra.  Aprii il contenitore, ma qualcosa mi fermò, anzi qualcuno. Naruto era appoggiato ad un albero, il corpo ricoperto di ferite e il volto sofferente. Immediatamente gli somministrai il rimedio, aveva molte più ferite di me e di conseguenza gli scorreva nelle vene una grossa dose di veleno. Iniziai a medicare le sue ferite e lo lasciai riposare per un po’. La tossina agiva velocemente a contatto col sangue, ma ero riuscita a rallentarla. Le porte di chakra avrebbero dovuto contenerlo fino a quando non saremmo arrivati al Villaggio Della Foglia.  Camminammo per ore, trascinavo il mio corpo con fatica, gli alberi mi giravano attorno, facendomi sentire minuscola nel mezzo della grande foresta. La prima neve rendeva  le punte degli alberi brillanti come diamanti e  il suolo così splendente da farlo sembrare un paradiso terreno. Dava a tutto un aspetto puro e candido perfino a quelle macchioline rosse che ci lasciavamo alle spalle, quei richiami della morte, per avvisarci che ci seguiva ad ogni passo e ci aspettava dietro ogni angolo.
Riuscii a continuare per delle miglia finché il mio corpo cadde a terra inerme, come corpo morto cade. Sentivo il freddo del nevischio sulla pelle e la voce lontana di Naruto che ripeteva il mio nome. Era forse questa la morte, riuscire a sentire il mondo senza riuscire a farvi parte.
Sentivo Naruto cingermi le braccia, sentivo il vetro  della boccetta dell’antidoto e una goccia gelata, che mi scivolava sulla bocca. Sentivo le sue parole amare e percepivo la sua angoscia: « Come sei stata egoista, Hinata, non mi hai permesso di morire per salvarti! »
Sentivo le sue lacrime scorrere sul mio viso, sentivo il suo calore che cercava di scaldare il freddo del mio cuore. Sentivo le sue labbra poggiarsi e schiudersi sulle mie, sentivo il suo respiro e il mio corpo sussultare ai suoi singhiozzi.
Se questa era veramente la morte,  io non avevo mai vissuto. Ero stata una semplice spettatrice della mia vita, senza mai reagire e senza far parte del mio mondo. 
Non poteva essere questa la morte, altrimenti la mia sarebbe coincisa con la mia nascita. Non poteva essere questa la morte, non avrei potuto sopportare di “vivere” per l’eternità. Non avrei potuto sopportare di vedere gli altri soccombere, non avrei potuto sopportare di vederlo soccombere.
Qualcosa era cambiato, non sentivo più il freddo della neve sotto di me,  delle mani trafficavano sul mio corpo. Sentivo il mio chakra riandare in circolo, percepivo l’ odore delle erbe mediche misto a quello del sangue. Un improvviso torpore mi sorprese e il calore dell’ambiente circostante invase il mio corpo. Conoscevo quella tecnica, riusciva a guarire le persone in fin di vita. Il chakra avvolgeva completamente la vittima dandole nuova forza, con una specie di trasfusione molto particolare.
Mi svegliai in un letto d’ospedale, lui era lì, seduto al mio fianco. Dormiva profondamente con la testa poggiata sulle mie gambe. Senza volere lo svegliai con un  movimento brusco ed allora decisi che non sarei mai più stata una spettatrice, ma sarei diventata protagonista della mia vita.
Presi coraggio e abbracciai l’uomo che amavo, gli buttai le braccia al collo con una foga di cui non mi sarei creduta capace e con un filo di voce gli dissi: « Ti amo, Naruto Uzumaki.»
 
 
Angolo Autrice:
Salve, spero che abbiate trascorso delle buone feste e vi auguro un felicissimo 2014.
Durante una battaglia Naruto e Hinata, in quest'avventura nello stesso team, sono stati entrambi colpiti da una lama imbevuta di veleno, ma ad ogni squadra è stata data una sola boccetta di antidoto.