Gli applausi avrebbero fatto tremare
tutto.
▪
PROLOGO ▪
Il
Théâtre Croisette si
riempiva lentamente – c’erano signori e signore elegantemente vestiti, persone con
abiti più sobri e perfino alcuni bambini. Gli ottocento e più posti venivano
velocemente occupati. Le luci si sarebbero spente di lì a poco, forse dopo
qualche secondo di applausi degli spettatori impazienti.
Sua
madre stava seduta accanto a lui, la schiena rigida appoggiata contro il
velluto dei sedili rossi. L’atmosfera era frizzante e, da qualche parte dietro
di lui, una bambina chiedeva ai genitori quando avrebbe visto la sorellona
ballare.
Sapeva
che dietro le lunghe tende rosso scuro i ballerini della Ecole Superieure de Danse
de Cannes Rosella Hightower si stavano scaldando,
oppure parlando tra loro per scaricare la loro ansia, rivedendo i passi da eseguire… l’idea del caos dietro le quinte lo elettrizzava.
Strinse leggermente i pugni sulle ginocchia e sorrise quasi senza motivo,
trattenendosi dal ridere.
«Comportati
bene, Étienne» gli mormorò la madre, toccandogli
appena la spalla in modo inquisitorio.
«Certo,
certo. Scusa» rispose, soffocando l’ennesima risatina. Raddrizzò le spalle e il
suo volto si dipinse improvvisamente di un’espressione seria.
Rimase
in silenzio per i minuti successivi al rimprovero, ormai la sala era piena e
anche i bambini erano impazienti di vedere lo spettacolo. I genitori si
sarebbero commossi e alla fine tutti si sarebbero alzati in piedi – lo avrebbe
fatto anche lui. Gli applausi avrebbero fatto tremare tutto.
Sapeva
che Reinhart avrebbe ballato dando il meglio di sé, e
nel momento dei ringraziamenti lo avrebbe cercato tra la folla, Étienne avrebbe ricambiato lo sguardo e si sarebbero visti
dopo tutti i saggi, si sarebbero abbracciati - il pensiero delle sue braccia
attorno alla propria schiena lo fece rabbrividire.
Le
luci si spensero lentamente e il buio lo avvolse, le luci sotto il palco si
accesero illuminando di bianco la prima ballerina. La musica era partita prima
che lui potesse rendersene conto.
«Spero
che Reinhart non faccia nessuna cazzata» borbottò la
madre. Lo conosceva abbastanza bene da potersi permettere quel commento,
nonostante il linguaggio poco scurrile che adottava in casi estremi, «lo
strangolo» concluse, e rivolse la sua attenzione al sissonne della danzatrice, che
per il figlio era solamente un salto.
«Sarà
bravissimo» rispose a bassa voce, sperando che l’altra non lo sentisse – lei non
sapeva ancora.
Prima che questo
ballo sia finito,
pensò, tra un’acrobazia e l’altra degli studenti, penso che sarò innamorato di te – poi si corresse: di nuovo, penso che sarò innamorato di nuovo
di te.
«La danza
è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed
imprendibile.
Le
qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto il talento, è necessario
affiancare alla grande vocazione,
la
tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza.»
- Carla
Fracci -
WE LIVE AND BREATHE WORDS – note d’autrici.
Siamo di nuovo noi, siamo arrivate con una
seconda romantica, già.
Potete odiarci, se volete.
In realtà siamo piene di long, ma abbiamo
sentito il bisogno improvviso di raccontare a qualcuno la storia dei nostri OC
- o almeno degli "eletti" - quindi ci siamo trovate a scrivere anche
questa. Non abbiamo nulla di particolare da dire, a parte il fatto che è ambientata
in Francia, a Cannes nel 2012 e che il titolo è una frase di una canzone dei
Beatles - ovviamente tradotto, perché in inglese, parlando di francesi, ci
sapeva di bestemmia, diciamo.
Quindi eccoci qui, con questo prologo. Vi
stiamo catapultando nel mondo della danza, mondo sconosciuto anche a noi due -
ci siamo documentate molto, ma tante cose che vi diremo resteranno comunque
Licenza Poetica. Nessuna di noi studia balletto in Francia, quindi abbiamo
fatto il possibile per immergerci in questa atmosfera.
Oh, sì, ci rendiamo conto che a volte i
passi di danza possono essere sconosciuti, in tutti i casi il sissonne è questo.
Detto questo ce ne andiamo. ~
Se vi è piaciuto, come sempre: ditelo. Se vi ha fatto schifo: ditelo comunque.
Al primo effettivo capitolo.
papavero radioattivo.