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Autore: robs_10    06/01/2014    4 recensioni
Rimase nei nostri ricordi, e lo rimarrà.. in eterno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà, sono di nuovo io, Alex. Vi ho raccontato della pagina di diario con quella scritta? ‘Tu non dimenticherai mai tutto ciò. Vivrò con te e tu non te ne accorgerai mai. Piacere, sono Slenderman.’ Bene.  Chiunque sia costui, ha ragione. Quasi tutte le notti lo sogno.. è diventato un incubo vero e proprio. Non lo sopporto più. Ma perché solo a me? Voglio dire, non so se succede anche agli altri, non gliene ho mai parlato. Forse dovrei, diamine. Sono passati 2 anni.  Domani porterò il diario a scuola e lo farò leggere a Mich.
“Mich, siediti vicino a me. Devo farti leggere una cosa.” Dissi.
“Che cosa?” Rispose.
“Guarda. Ho trovato questa scritta. Nel mio diario. Tu ricordi qualcosa su di lui?”
“Ah. Anche tu allora.. beh, sì. Non solo io o tu, anche Demi e Dan. Lucy non ricorda niente. Demi dice che lo vede spesso nello specchio quando si trucca. Poi si gira e non vede niente. Dan dice che forse lo immaginiamo soltanto.” Rispose azzardato.
“Sì, ma ogni santa volta che facciamo qualcosa?!” Esclamai.
“…E se andassimo di nuovo nel bosco per cercare di risolvere qualcosa?” Disse Demi.
“Ma tu sei fuori di testa o cosa!? Non ci metto più piede in quel maledetto posto!” Urlai.
“Fatti tuoi allora!” Urlò.
“Calmatevi, ragazze. Ale, io e te dopo dobbiamo parlare.” Disse Mich.
“Di cosa?” Dissi.
“Dopo ti dico.” Disse Mich.
In quel momento mi preoccupai un po’. Doveva dirmi qualcosa su ciò che stava accadendo.. o altro? Forse è meglio se chiamo Demi e la faccio venire da me, visto che Lucy è andata a Toronto in vacanza.
“Ehi Dem, oggi vieni da me? Devo parlarti!” chiesi.   …   “Arrivo!”
Demi entrò in camera mia. Ci sedemmo sul letto e cominciammo a parlare.
“Mich ha detto che deve parlarmi.. cosa dovrà dirmi, secondo te?”
“Mmh. Sai? È da un po’ che noto che vi lanciate qualche occhiatina.”
“Eh? Cosa? No!” Sì, okay, si capiva. Mi piaceva Mich.
“Alex, ti conosco da quando eravamo piccole come due lenticchie. Si vede che ti piace, ammettilo.”
“ Ahahahahahaha. Sì, okay. Mi piace. E allora? Ho anche io un cuore.”
“Non ho dubbi.”
Appena terminata la frase di Demi, squillò il mio telefono. Era Michael.
“Ehi Mich! Dimmi tutto” Dissi.  Demi mi guardava soddisfatta.
“Emh.. Ti andrebbe di uscire questa sera? Così parliamo un po’.”
In quel momento impazzii, ma poi risposi di sì. “Dove ci vediamo?”
“Ti passo a prendere alle 8.30, poi andiamo al parco a fare una passeggiata. Ci stai?” Chiese.
“Umh, sì. A dopo.” … “A dopo Ale.”
… “Hai visto?” Disse Demi.  
“Sì! Comunque,  che ore sono?”
“Le 7.30;  non abbiamo tempo. Ti aiuto a scegliere i vestiti.”
E dopo una varia carrellata di vestiti e il disordine che regnava in camera mia, trovammo il vestito adatto. Un vestitino blu che arriva sopra le ginocchia, stivaletti blu . Qualche bracciale, una collanina e poi via al trucco. Ombretto chiaro, mascara, lucido. Mentre mi truccavo allo specchio e Demi era con me, vidi Slenderman vicino a me. Urlai come una matta. Demi capì.
“Chiudi la porta, andiamo.” Dissi.
“Sì. Ascolta, io vado a casa. Chiamami più tardi. Ciao Alè!” Rispose.
“… Va bene. Ciao Dè!” Dissi insicura.
Mancavano 15 minuti, ero sola a casa. Poteva accadere di tutto. Ero impaurita. Poi finalmente suonò quel maledetto campanello. Era Michael.
“Oh, eccoti. Andiamo.” … “Certo.”
Eravamo in macchina, mi portò a mangiare in un ristorante famoso della mia città. Mi presi un piatto si spaghetti e lui la pizza. Mentre mangiavo, osservavo gli altri tavoli. Vidi che  a uno di questi, c’era seduto qualcuno. Una ‘persona’ che conoscevo. Sì, esatto, era Slender. Mi salutava. Io mi girai inquieta e poi mi accorsi che era una mia fantasia. Finito di mangiare, mi portò a un parco fantastico: c’era un laghetto, e la luna ci si rifletteva, poi un prato verde illuminato da essa. Ci sedemmo a una panchina.
Ruppi il ghiaccio: “Mich, avevi detto che dovevi parlarmi. Che devi dirmi?” Ero letteralmente imbarazzata.
Con grande imbarazzo, ci confessammo entrambi. Io piacevo a lui, lui a me. Mise il suo braccio intorno al mio collo mentre guardavamo la luna. Appoggiai la mia testa sulla sua spalla. È stato bellissimo.  Ma a rovinare il momento, fu un brusco movimento dell’acqua del lago, proprio davanti a noi. Qualcosa fuoriusciva. Era Slender, di nuovo. Mi alzai dalla panchina arrabbiata.
“E va bene, adesso basta. Si può sapere chi sei davvero e cosa vuoi da noi?!” Urlai. Non sono mai stata così arrabbiata in vita mia.
“Sai già il mio nome. Calmati, Alex. Se vi sto ‘perseguitando’ un motivo c’è.” Disse tranquillo.
“Come diamine fai a sapere il mio nome?... Forza. Svelaci questo motivo. E non dirmi di calmarmi, perché mi innervosisco di più.” Dissi.
“Amore, calmati. Siediti e rilassati. Non ci sta facendo nulla.” Disse Michael. Mi calmai solo per il semplice fatto che mi ha chiamata ‘Amore’.
“Un po’ di tempo fa.. voi. Voi quattro ,escludo la vostra amica, siete venuti nel mio bosco. Mi avete disturbato. È una sorta di vendetta, la mia. Vivo in quel bosco da secoli, nella speranza di ritrovare mio figlio che ho perduto in un incendio secoli fa. Ecco perché non ho un volto, questo incendio me lo ha sfigurato.” Disse Slender.
“… mi dispiace molto, ma cosa c’entra la tua storia con noi?” Rispose Michael. Io stetti zitta.
“È che.. stare con voi.. è come se stessi con mio figlio.” Rispose.
“Esistono persone più piccole di noi, comunque. Potresti stare con loro.” Dissi.
“No. Voi mi divertite di più. Ma adesso vado, ci rivedremo presto. Arrivederci.” Risposi.
“A mai più, spero.” Dissi.
“Basta, dai. I tuoi quando tornano?” disse Mich.
“Fra due giorni. Ho paura a restare sola. Vuoi venire da me?” Chiesi.
“Sì. Passo di casa a prendere le robe.” Rispose.
Arrivati a casa, per distrarci, avevamo deciso di bere una cioccolata calda sotto le coperte e vedere la tv. Ci addormentammo.
Il giorno dopo, andammo a scuola insieme. Andai verso il mio armadietto e, dopo aver preso i libri di scuola e aver chiuso l’armadietto, trovai Slender vicino a me.
“Diamine, basta! Finiscila! Mi stai cominciando a rompere, basta!”  urlai. Mi guardarono tutti storto, come se fossi una matta.
“Non urlare, stupida. Solo tu puoi sentirmi e vedermi. Dopo scuola, vieni al parco al posto di ieri.” Disse.
“Da sola?” chiesi, ma già se n’era andato.
Finita la scuola andai al posto di ieri. Lo trovai.
“Forza, dimmi.” Dissi.
“Smetterò di perseguitarvi, ma a una condizione. Non dovrete mai più mettere piede nel mio bosco. Né tu, né i tuoi amici. Smettete di cercarmi su Internet e ovunque. Mi sono divertito abbastanza con voi. Addio.”
“. . . Addio.” Dissi con tono calmo.
Chiamai tutti, vennero da me.
“Smetterà di perseguitarci, ma non dovremmo mai più cercarlo. Né nel bosco, né su Internet o altro. Me l’ha detto lui.” Avvisai.
“Va bene. E ora, per festeggare, una bella cioccolata calda!” Urlò Michael.
Brindammo, e poi Michael mi baciò. Tutto è bene quel che finisce bene.
Da quel giorno nessuno parlò più di Slenderman. Rimase nei nostri ricordi, e lo rimarrà.. in eterno.
 
  
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