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Autore: Pervinca95    06/01/2014    30 recensioni
Avete presente "La guerra dei mondi" di Steven Spielberg? Ecco, immaginate qualcosa di vagamente simile in cui i protagonisti, però, sono due ragazzi del liceo e il cui unico sentimento capace di accomunarli è l'odio reciproco: David Trent e Sarah Anderson.
Il primo è il tipico bello e dannato, arrogante fino al punto giusto e indisponente oltre i limiti dell'immaginazione.
La seconda è una ragazza come tante, determinata e testarda, che non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa da nessuno; al contempo, però, è anche sensibile e dolce, un'inguaribile romantica.
*REVISIONE E CORREZIONE IN CORSO- POSSIBILI AGGIUNTE*
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Dal capitolo tredici:
Con la mano libera mi afferra il polso e lo stringe.- Sarei comunque in grado di fermarti in tempo, quindi la tua minaccia non mi sfiora nemmeno di striscio-
Sollevo un sopracciglio scettica.- Non è vero, non ce la faresti- replico convinta.
- Vuoi scommettere?-
- Ci sto-
- Ok, allora, se io vinco...- Fa una pausa e guarda il soffitto in fase meditativa, dopo poco riporta lo sguardo su di me, ma una strana luce illumina i suoi occhi.- Se io vinco tu dovrai spogliarti-
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
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Acqua






Mettetevi belle comode, perché questo è il capitolo più lungo della storia dei capitoli lunghi.
Fatto? Benissimo, buona lettura! 









Sono passati due giorni da quando TJ è morto. Il suo corpo, Bim e David, lo hanno spostato in strada, coprendolo con un telo bianco che abbiamo trovato in casa. Mi sembra ancora impossibile, come se il mio cervello debba assimilare la cosa. Non riesco ancora a credere che se ne sia andato e tantomeno a farmene una ragione.
Il primo giorno non ho toccato cibo; il secondo mi sono dovuta sforzare sotto espresse minacce di David. 
Oggi ho ricominciato a mangiare normalmente, dopo che stamattina David mi ha chiusa in bagno con lui e fatto un discorso sul fatto che TJ non avrebbe voluto vedermi stare male in questo modo, che non vorrebbe che io piangessi.
Me lo ha detto duramente, quasi urlandomi contro, ma so bene che ha solo cercato di spronarmi, di farmi reagire... e ci è riuscito bene perché la cosa è terminata con una sorta di lotta in cui ho riso e tentato di strappargli i capelli. Infine il tutto si è concluso con il suo "fammi un sorriso, fallo a TJ". 
Ed ho sorriso sinceramente, ho fatto il sorriso più felice che potessi fare. L'ho fatto per lui e per TJ.

- Secondo te adesso lui cos'è?- domando a David, mentre siamo distesi sul divano, l'uno davanti all'altra, nonostante sia pomeriggio.
Bim invece ha deciso di dormire visto che non faceva altro che camminare come uno zombie per la stanza.

- Intendi TJ?- 

Annuisco e stringo le mani sotto il viso.

Alza gli occhi e ci pensa per qualche istante, poi riporta lo sguardo su di me.- Credo che il suo spirito sia tornato da quella stella- ipotizza sorridendo.

- Dici?- domando incuriosita.

- Secondo me sì, e credo anche che ti guardi da là- afferma indicando il soffitto con l'indice.

Sorrido ed il mio viso s'illumina della felicità che nei giorni precedenti era mancata.- Tu come stai invece?- domando indicandolo col mento.

- Bene, direi in forma. Nessuna ricaduta- Scrolla una spalla e fa una smorfia d'indifferenza.

Sospiro rasserenata e chiudo gli occhi per via della stanchezza.- Bene, meno male- sussurro sbadigliando l'attimo dopo.
La sua risatina sommessa arriva alle mie orecchie ed apro un occhio per guardarlo.

- Mr. Simpatia trova qualcosa divertente?- domando ironicamente.

Il sorriso sulle sue labbra è fin troppo divertito per essere normale.- No- mente facendo una smorfia.- Mi chiedevo soltanto da quando sei diventata mia madre- 

- Non sono diventata tua madre- ribatto stizzita, aprendo anche l'altro occhio.- Scusa se mi preoccupo per te... antipatico- concludo facendogli la linguaccia e voltandomi per dargli le spalle.

Ride e passa un braccio attorno al mio fianco.- Come sei permalosa- osa dire, fiatando sul mio orecchio e facendomi scendere dei brividi lungo la schiena.

- Non sono permalosa- 

- Sì invece- 

- Ti dico di no, non insistere- 

- Insisto. Sei permalosa- 

- Hai detto che stai bene, giusto?- domando facendo apparire sul mio viso un ghigno malvagio, che lui però non può vedere.

Sbuffa, e scommetto alza anche gli occhi al soffitto.- Ti ho detto di sì- 

Perfetto Sarah, è il momento di vendicarti per tutti gli scherzi e le beffe che hai dovuto sopportare a causa sua. E quale momento migliorare di attaccare se non questo? Proprio ora che il nemico non se lo aspetta...

Afferro la coperta e la sposto di modo da potermi sollevare e, con uno scatto fulmineo, sedere sul suo bacino. Appoggio le mani sul suo petto e sorrido soddisfatta mentre lui ha sgranato gli occhi e mi guarda confuso. Perfetto, ho appena destabilizzato il nemico.
Ora non mi resta che sferrargli un bel pug...

- Lo sai che in questa posizione stai pericolosamente mettendo in moto la mia fantasia?- domanda con un sorriso sghembo stampato in faccia.- E non una fantasia qualsiasi, ma una in cui le luci si tingono di rosso- 

L'osservo allibita e sbatto le palpebre più volte.- Ma non sei normale- affermo impressionata.

Ride e si passa un braccio dietro la testa in modo da rialzarla.- Cosa credi che pensi un ragazzo di diciotto anni se una ragazza gli sta seduta proprio sul bacino? A me il pensiero va lì- 

- Bim non lo penserebbe- ribatto sicura.

- Oh, invece sì- 

- Faremo una prova e confuteremo la tua ipotesi- dico facendo spallucce, per 
liquidare frettolosamente il discorso.

Mi trafigge con lo sguardo ed appoggia la mano libera sulla mia schiena, facendomi lentamente scivolare più avanti. Poi solleva la sua di schiena e arriva con la testa accanto alla mia, posando la bocca sul mio orecchio.- Te lo puoi scordare di provare con lui- sibila freddamente.

Sorrido divertita.- E perché non posso?- lo stuzzico.

Preme entrambe le mani sulla mia schiena e mi trascina distesa su di sé, poi mi solleva il mento e fa incontrare i nostri occhi... E i suoi sembrano emanare fuoco e fiamme.- Perché no- afferma in un soffio. 

- Non è una risposta- 

- Lo è eccome- taglia corto sbrigativo.

Storco la bocca e trattengo a stento un sorriso.- Sai, se non ti conoscessi direi quasi che sei geloso- 

Solleva un sopracciglio e mi guarda come se fossi una pazza che ha appena detto la cosa più stupida e insensata che esista.- Io geloso?- Sposta gli occhi sul soffitto in una teatrale smorfia e poi torna a guardarmi.- Non lo sono mai stato per nessuna ragazza che ho avuto, non vedo perché dovrei esserlo per te- 

- Infatti- ribatto stizzita.- È quello che stavo dicendo. Quindi non vedo perché t'infastidisca tanto- 

- Non m'infastidisce- afferma assumendo un'espressione indifferente. 

- E allora per...- 

- Perché mi manda direttamente in bestia- Fa un sorrisino sghembo e passa un dito sul mio collo, seguendo con gli occhi il suo movimento.

Lo guardo allibita e scuoto la testa.- Sei un enigma, non riesco proprio a capirti- 

- Cos'è che non capisci?- domanda in un sussurro, spostandomi i capelli da dietro il collo e sfiorando con le labbra il mio mento.

- Be'- Deglutisco e mi schiarisco la gola, nel tentativo di mantenere un briciolo di lucidità.- Ad esempio non capisco quello che hai appena detto. Che vuol dire che ti manda in bestia? Cioè... perché? Se non sbaglio avevi detto che se io e Brad ci fossimo messi insieme non ti sarebbe importato... o è solo una cosa personale nei confronti di Bim?- 

Le sue labbra si fermano e si ritrae lentamente per guardarmi negli occhi.- Non è una cosa personale nei confronti di Bim- 

- Ma avevi detto che...-

- So cos'avevo detto- m'interrompe accigliandosi.- Non importa che tu me lo ricordi- 

- Allora spiegati una volta per tutte- sbotto stremata e con il cuore che batte ancora all'impazzata.

Sorride divertito, mi afferra per le braccia e in un nano secondo ribalta le posizioni, imponendosi sopra di me. 
Si abbassa ed appoggia tutto il corpo sul mio, facendo scontrare i nostri bacini in una muta sentenza, come se volesse far capire qualcosa. E poi i suoi occhi inchiodano i miei, in una sorta di gabbia dalla quale è impossibile fuggire.- So cos'avevo detto, e rimango di quell'idea. Se Brad ti chiedesse di metterti con lui e tu accettassi...- Fa spallucce.- A me non fregherebbe molto, ti avrei solo un po' di più fra i piedi- Sorride beffardo mentre io sento la rabbia montare pericolosamente.- Ma a patto che lui non ti possa toccare- E passa una mano sulla mia pancia.- Stringere- E quella stessa mano si stringe sul mio fianco.- O baciare- sussurra prima di fiondarsi famelicamente sulla mia bocca.

Rispondo al bacio mentre sono ancora mezza stordita e confusa dalle sue parole. 
Che cosa vuol dire? Che posso mettermi con chiunque io voglia ma rimarrei sempre legata a lui? Non ha senso.

Allontana di un millimetro le sue labbra dalle mie e fiata sulla mia bocca.- Queste cose le posso fare solo io- bisbiglia facendo sfiorare i nostri nasi e ritraendosi di poco.

Apro gli occhi e trovo i suoi ad osservarmi. Due grandi pezzi d'ambra incorniciati da lunghe ciglia nere come la pece.- Fai...- deglutisco e m'inumidiscono le labbra.- Fai così con tutte? Gli dici che solo tu puoi fare certe cose? Ho sempre pensato che non fossi tanto possessivo con quelle che ti portavi a letto- noto confusa.- Anche perché le tue ragazze durano una notte, due al massimo- 

- Infatti- Sorride sghembo.- Non faccio così con nessuna, ma tu...- Mi guarda di sbieco e schiocca la lingua divertito.- Non sopporto l'idea che tu possa provare piacere con qualcun altro- 

- Perché? Non ha senso- sussurro abbassando lo sguardo sul suo petto.- Cos'è? Una gara a chi arriva primo e tu non vuoi essere sconfitto?- 

- Probabile- risponde atono. Ed una semplice parola mi annienta psicologicamente quanto potrebbe fare fisicamente un tir lanciato dall'ultimo piano di un grattacielo sulla mia testa.

- Oh- esclamo alzando gli occhi su di lui, furiosa.- Quindi hai sempre pensato che prima o poi mi avresti portato a letto e dopo quello ti sarebbe passata la voglia. Alla fine è solo una questione di tuo autocompiacimento, non devi essere secondo a niente e nessuno. Perché se io un giorno mi innamorassi e perdessi la verginità a quel punto ti sentiresti sconfitto perché non sei stato tu a strapparmela, no?! Poverino, chissà quanto ci avevi scommesso coi tuoi amici- 

Riduce gli occhi a due fessure e ritrae la testa confuso.- Ma che stai dicendo? Non ho mai scommesso con nessuno... almeno non su di te- 

- Spostati, non ti voglio vicino- dico allontanandolo con le mani.- Mi fai schifo!- urlo non appena sento le sue mani stringersi sui miei polsi.- Mi hai sempre usata! Hai sempre cercato di soddisfare te stesso! E poi mi vieni a dire che solo tu puoi fare quelle cose perché devi essere il primo?! Ma chi ti credi di essere?! Sei un viscido e lurido verme!- 

- Stai dando i numeri!- sbraita bloccando le mie imprese di ribellione.

- Non sto dando i numeri!- ringhio furibonda.- Purtroppo sto dicendo la verità! E tu sai benissimo qual è! L'hai detto chiaramente, no?! Ti manda in bestia sapere che potrebbe essere qualcun altro a... a farmi stare bene perché devi essere tu il primo, per te è solo una gara... dove non hai intenzione di perdere- 

- Tu capisci solo quello che vuoi capire, non ho detto questo!- urla incollandomi le mani sul divano, ai lati della testa.

- Capisco fin troppo, forse è questo il problema- sussurro debolmente, abbassando lo sguardo.- E pensare che ci avevo quasi creduto- Sorrido mesta.- Da quando me lo dicesti, avevo davvero cominciato a pensare che tu non mi trattassi come le altre, ma invece stavi mentendo, anche in quel caso. In realtà il tuo scopo è sempre stato uno: portarmi a letto, essere il primo e poi considerarmi alla stregua di tutte le tue conquiste. Ma è qui che ti sbagli- Alzo gli occhi su di lui e lo perforo.- Non sono una tua conquista- 

- Stai farneticando, il dolore per TJ ti ha dato alla testa- afferma freddamente.

- Non osare mettere in mezzo TJ!- urlo strattonando i polsi per cercare di colpirlo in faccia.- Lui era più umano di quanto lo sia tu!- 

- Addirittura- nota con una vena d'ironia nella voce.- Devo essere proprio un mostro ai tuoi occhi- 

- Sì, lo sei- ribatto sicura.- Hai sprecato tante parole solo per raggiungere il tuo scopo... E allora sai una cosa? Perché non darti ciò che volevi? Ti sei sforzato tanto poverino, non è giusto non ripagare tutto questo lavoro- 

- Che stai dicendo? Che vuoi dire?- domanda riducendo gli occhi a due fessure.

- Alzati- ordino con un cenno del capo. Esegue la mia richiesta e, a mia volta, mi sollevo dal divano; lo afferro per la maglia e lo trascino in bagno, mi chiudo la porta alle spalle e fisso i miei occhi nei suoi, che sono totalmente persi e disorientati.

- Tanto più di così non puoi distruggermi, non farà differenza- mormoro tra me e me, prima di fare spallucce e sfilarmi la maglia. Scuoto i capelli dietro la schiena, scostandoli dal viso, e lancio l'indumento contro di lui, colpendolo sul petto.- Ora tocca a te- dico sollevando un sopracciglio ed avvicinandomi.

- Non sai quello che stai facendo- bisbiglia facendo un passo indietro.

- Oh sì che lo so, fidati- Mi sollevo sulle punte e lo bacio. Appoggia una mano sul mio braccio per allontanarmi, ma la ritira di scatto, come se fosse stato bruciato. Ed intanto continua a baciarmi con attenzione, misurandosi quasi.

- Smettila- sibila sulla mia bocca.- Non voglio questo- 

- Ah no?- domando sarcastica. Passo la punta della lingua sul suo labbro inferiore, lentamente, con l'unico intento di farlo impazzire.- Non lo vuoi?- sussurro suadente.

- No- ribatte dopo poco, sicuro di sé.- Non così- 

- Oh, mi dispiace...- Scendo dalle punte e lo guardo fintamente affranta.- Forse preferivi su un letto?- 

- Smettila- ringhia, afferrandomi i polsi e stringendoli.- Ti stai solo facendo del male- 

- Di questo non ti devi preoccupare, già qualcuno ha pensato a farmene- rispondo scrollando le spalle.

Sbuffa ed alza gli occhi al soffitto.- Sei solo tu che ti fai del male, lo fai con le tue stesse mani. La verità è che non ti fidi di me ed ogni parola che dico è come se confutasse le tue stupide teorie- 

- Che cosa?- Ruoto gli occhi per la stanza e torno su di lui.- Se non mi fidassi di te non sarei qui adesso, ma sarei già scappata con Bim- 

- Bim, Bim, Bim- ripete innervosito.- Sto cominciando ad odiarlo questo nome. Senti...- M'inchioda con lo sguardo e sospira.- Finiamola una volta per tutte. Per quanto inizialmente possa essermi sforzato mi è impossibile trattarti come le altre, e questo è solo dovuto al fatto che sei... tu... sei diversa. Fai sempre l'opposto di quello che penso faresti, sei l'unica che mi tiene testa, il tuo modo di fare è l'unico capace di farmi innervosire tanto, sei... diversa in tutto. Non me ne frega un accidenti di averti nel mio letto, non voglio quello e non ho mai cercato di ottenerlo. Fine della storia- termina con uno sbuffo e sposta lo sguardo sulla porta.- Ti fai un sacco di paranoie inutili- 

Stupido cuore malato! Tu devi stare immobile, non devi rispondere alle sue parole battendo più forte e cercando di uscirmi dal petto. Controllo, controllo prego!

- Come faccio a capire se stai mentendo oppure no?- 

Mi guarda e sorride divertito.- Avevi detto che sono un pessimo bugiardo- 

- Sì, ma a volte t'impegni talmente tanto che risulti credibile- gli faccio notare mostrando una smorfia infastidita. Pensare al fatto che mi abbia mentito mi manda il sangue al cervello, anche se talvolta può averlo fatto a fin di bene. Voglio sapere tutto di lui, e in quel tutto è compresa solo la verità.

- Adesso no, non mi sto impegnando... né provando a mentire- ribatte sospirando.- Riesci a credermi?-

Mi scappa un sorriso. Stupida bocca che si muove da sola! Ed annuisco vigorosamente.- Va bene... quindi adesso... pace?- Provo tendendogli il mignolo della mano.

Ride e il suo stesso dito si stringe intorno al mio.- Pace- conferma divertito.

Ridacchio e sciolgo le nostre dita per mettermi sulle punte ed abbracciarlo. Sospiro sulla sua spalla e chiudo gli occhi, mentre avverto le sue braccia stringersi attorno ai miei fianchi ancora scoperti.

- Mi farai impazzire- sussurro flebilmente.

Ridacchia e sposta le labbra sul mio collo.- Anche tu se continui a non tenere la maglietta- 

- È vero... me ne ero scordata- noto senza però spostarmi.- Ora la metto, un attimo- 

- Ti dò anche più di un attimo- afferma schiudendo le labbra e depositando un bacio. Rabbrividisco all'istante ed allontano lentamente la testa dalla sua spalla per osservarlo. 

- Perché litighiamo quasi sempre?- domando sconsolata. È davvero incredibile come ogni giorno, e per più di una volta, si finisca con lo scannarci... anche per delle sciocchezze alle quali non dovremmo dare peso. Alle quali IO non dovrei dare peso.

- Semplice, perché tu non capisci niente- osa dire, con un sorriso divertito stampato in faccia.

Lo fulmino con lo sguardo e punto un dito sul suo petto.- Vuoi forse litigare di nuovo?- 

- No grazie- risponde, continuando a sorridere.- Adesso non mi va- 

- Benissimo- sibilo, molto similmente ad un serpente velenoso.- Ci siamo intesi-

- Ed è un miracolo perché considerando che tu non capisci nulla, aver inteso qualcosa è già un grande passo avanti- Ride non appena comincio a tempestarlo di pugni sul petto e cerca di fuggire dal bagno, ma riesco a bloccargli l'uscita e dopo poco lo chiudo tra la porta e il mio corpo. Situazione ribaltata eh? Come godo!

- Non puoi scappare, e dato che Bim sta dormendo nessuno potrà sentire i tuoi urli e correre in tuo aiuto per strapparti da morte certa- Sorrido diabolica.- Ultime parole?- 

- Sparisci, nana- 

- Stupende parole, molto toccanti- commento facendo finta di scacciare una lacrima, poi sorrido e lo guardo.- Adesso posso procedere con il tuo assassinio- 

Incrocia le braccia al petto e solleva un sopracciglio.- Col tuo metro e un tappo non incuti paura nemmeno ad un lombrico- 

Mantenendo la calma (cosa molto difficile dopo la sua insinuazione) alzo l'indice e lo agito in senso di diniego davanti alla sua faccia, scuotendo simultaneamente la testa.- Ribadisco che sono quasi un metro e settanta, troglodita. E ti assicuro che i lombrichi hanno paura di me- 

- Solo perché vedono la tua faccia- 

- Ah ah ah- esclamo muovendo la testa a scatti, da destra a sinistra.- Carina questa, il tuo senso dell'umorismo rischia di uccidermi- 

Fa spallucce e una smorfia divertita.- Vedrò di andarci piano allora, proprio per non farti secca- 

Batto le mani e lo guardo con ammirazione.- Ma sei... troppo gentile! Suvvia così mi fai emozionare- Stendo il braccio destro e muovo la mano verso il basso, come a voler scacciare una mosca.- Devi andarci piano anche con le premure, potrei rimanerne mortalmente colpita- lo avverto ridacchiando.

Si apre in un mezzo sorriso e alza gli occhi per pensare a qualcosa che a me, al momento, sfugge. Torna con lo sguardo su di me e muove un passo in avanti.- Be', se la metti così...- 

Cosa?! Cosa?! Continua accidenti! Ho già il cuore in gola per non so quale motivo, mi sento emozionata in modo illogico, lo stomaco mi fa strane capriole ed è sorta in me una fastidiosa (fastidiosa?) voglia di saltargli addosso. Continua, per la miseria!

E mentre urlo nella mia mente come una pazza, al di fuori cerco di mantenere calma e contegno, mostrandomi sicura e padrona della situazione nonostante si stia avvicinando ulteriormente con passo felino e un sorriso sghembo, poco promettente, stampato in faccia.

Si ferma non appena arriva ad un centimetro dal mio corpo e dal mio viso.- Se la metti così... sarò costretto ad utilizzare i metodi più bruti- alita contro la mia bocca.
Avverto una scarica percorrermi e lotto contro la quasi irrefrenabile tentazione di afferrare la sua maglietta e strapparla. Devo essere impazzita, non è da me pensare certe cose... queste cose.

Scrollo le spalle e punto gli occhi nei suoi, cercando di non soffermarmi sulla sua... guarda su!- Vorrei puntualizzare che i tuoi metodi per ora non sono stati proprio dei più educati e delicati- Assumo un'espressione altezzosa e sollevo il naso.- Tale comportamento ha mostrato la tua totale mancanza di educazione e rispetto delle esigenze di una signorina per bene come me. In poche parole ti sei dimostrato un vero cafone- concludo annuendo convinta.

I suoi occhi divertiti e la sua bocca deformata in un sorriso sghembo mi fanno immediatamente intendere che come minimo ho abboccato a qualche sua trappola... che ancora non so in cosa consista. Sicuramente in qualcosa di diabolico se considerato la mente che l'ha generata.

- Un vero cafone eh?- ripete afferrandomi un fianco.

- Sì, detieni il primato della maleducazione- ribadisco appoggiando le mani sul suo petto per allontanarlo... Ma chi voglio prendere in giro? Allontanarlo da dove?! 

- Sei ancora in tempo per ritirare ciò che hai detto... se ci tieni- sussurra, fin troppo divertito da qualcosa che non riesco a cogliere.

Ora, una sana di mente avrebbe ritirato tutto e chiesto perdono, visto e considerato il sorriso poco rassicurante stampato sulla faccia di questo folle, ma una non sana di mente (ovvero la sottoscritta) e dotata di un orgoglio che fa fatica a contenersi in un solo corpo, ovviamente, rifiuta.

- Te lo scordi- scandisco ogni parola lentamente e concludo con uno schiocco di lingua.

Se possibile il suo sorriso si allarga ed i suoi occhi s'illuminano di una strana luce... direi quasi soddisfatta. Mentre sono intenta ad analizzare il pericoloso bagliore dei suoi occhi non faccio caso al fatto che adesso sono spalle al muro e che il suo corpo sovrasta il mio.
Non appena me ne rendo conto sobbalzo a causa del freddo contatto della mia schiena contro le piastrelle e, per sbaglio, muovo un passo in avanti, scontrandomi contro il suo petto scultoreo.

- Ti avevo dato l'opportunità di rimangiarti tutto- Fa una faccia abbattuta e sospira mesto.- Ma non hai accettato, peggio per te. Adesso dovrai vedertela col tuo peggior incubo- 

Corrugo la fronte e storco la testa di lato. Ho un peggior incubo? Davvero? Come mai io non ne sono a conoscenza e David sì? Semplice, sta cercando di destabilizzarmi e farmi chiedere perdono. Oh, può aspettare in eterno se pensa che dalla mia bocca uscirà la parola "scusa"!

- Potrei sapere quale sarebbe il mio peggior incubo?- domando scettica e ponendo le mani sui fianchi.

- Oh sì, certo che puoi- sussurra bloccandomi le gambe con le sue e quindi impedendomi qualsiasi via di fuga. Dovrei essere spaventata, eppure l'unica cosa che sento è un calore diffondersi dal punto in cui le sue gambe sono entrate in contatto con le mie, nonostante siano rivestite dai pantaloni. Non voglio immaginare come mi sentirei se così non fosse.
Quando avverto le sue mani posate delicatamente sulla mia pancia, abbandono i precedenti pensieri per portare gli occhi nei suoi e cercare di capirci qualcosa. 
Ma non appena scoppio a ridere e mi dimeno come una posseduta per sfuggire dalle sue mani torturatrici perdo completamente la voglia di pensare e capisco a cosa si riferisse con "peggior incubo". 

- D... dai! Sei... ingiusto!- mi lamento tra una risata e l'altra.

- Si chiama vendetta, deve essere ingiusta per forza- mi fa presente divertito. 

Maledetto! Gliela farò pagare cara! Gli strapperò tutti i capelli e poi lo trascinerò per un orecchio per tutta la stanza, in più diverrà mio schiavo a vita. Lasci solo che mi riprenda e lo concerò per le feste.
Rido ancora, sguaiatamente, faticando addirittura a respirare e piangendo, poi mi lascio scivolare a terra e mi siedo stremata, mentre le sue mani mi stanno raggiungendo.

Gli afferro i polsi e lo fermo prima ancora che possa riprendere la tortura.- Adesso basta- sibilo con un sorriso beffardo.- Il gioco si ribalta- Non gli lascio il tempo di replicare che lo stendo a terra, sormontandolo con il mio corpo e sedendomi sul suo bacino. Sorrido soddisfatta del sua faccia confusa e scrocchio le dita.- Ti farò rimpiangere di essere nato, mi chiederai in ginocchio di smettere... E ovviamente subito dopo accetterai di diventare mio schiavo- affermo con nonchalance.

- Povera illusa, piuttosto preferirei morire strozzato dalle risate- 

- È la fine che farai- gli faccio presente appoggiando le mani sulla sua pancia. Immediatamente una scossa attraversa le mie braccia fino a farmi fremere, e più per abitudine che per altro mi mordo un labbro. 
Non devo assolutamente pensare a cose... strane e decisamente poco caste. Il punto è: farlo soffrire.

Con questo pensiero ripetuto più volte nella mente comincio a muovere le dita e a fargli il pizzicorino, ma stranamente non reagisce e punto gli occhi nei suoi, confusa.
Oh cavolo! Non mi dire che...

- Non lo soffro- dice, espandendo un sorriso vittorioso per tutta la faccia.- T'è andata male- 

Sgrano gli occhi e subito dopo sbuffo rumorosamente dal naso. Che sfortuna, che sfortuna! Non è possibile che non me ne vada giusta una, c'è sicuramente qualcuno che me le manda.

- Ci sarà pure un punto in cui lo soffri- ribatto stizzita, continuando imperterrita e fargli il solletico sulla pancia. Lui deve soffrire! 

- Oh sì, c'è- Si porta le braccia dietro la testa e la rialza, guardandomi malizioso.- Basta che scendi un po' di più con le mani- 

Come una scema corrugo la fronte ed abbasso lo sguardo, posandolo più in basso della sua pancia, prima sull'orlo dei suoi pantaloni e poi proprio su dove sono sed... Oh santissimo cielo! Ma che schifo! Ed io che mi sono anche appollaiata in... su... Oddio svengo! Questo è troppo per il mio povero cuore e per la mia dignità.

Sollevo il sedere con uno scatto quasi impaurito e per sbaglio le mani mi scivolano lungo tutta la sua maglietta, sollevandola fino al petto. L'occhio mi cade (ma proprio mi cade per sbaglio eh) sui suoi addominali scolpiti e l'attimo dopo mi ritrovo a deglutire per l'assenza di saliva. Ora che ci faccio caso in questo bagno fa un caldo rovente, probabilmente qui dentro funzionano ancora i termosifoni. O forse è il mio corpo il termosifone... stranamente lo sento molto più caldo del solito. Magari ho la febbre... sì, dev'essere quello.
Schiarisco la gola con calcolata indifferenza e, senza guardarlo in faccia, afferro i lembi della sua maglietta e l'abbasso lentamente. 

Ho come l'impressione che sia cambiato qualcosa tra noi, cioè, tra i nostri corpi. Adesso, ogni volta che ci sfioriamo anche per sbaglio, si crea una forte tensione e immediatamente parte l'irrigidimento, come lui in questo momento. 
Ogni suo muscolo è teso, quasi come quelli di un ghepardo che si sta preparando all'attacco della sua pred... Mi prende velocemente per le braccia e si solleva a sedere con una rapidità tale da lasciare senza fiato, poi incolla le labbra alle mie. 
Una sua mano afferra saldamente la mia nuca, e sento le sue dita intrecciarsi tra i miei capelli, mentre l'altra la posa sulla mia schiena nuda.
Ed è questo a farmi perdere totalmente il controllo della ragione.
Circondo con le braccia il suo collo e muovo il bacino sul suo per avvicinare i nostri corpi e metterli in contatto, peccato che lui abbia ancora la maglietta... Mi allontano dalla sua bocca e con una nuova frenesia porto le mani sotto l'impedimento mentre con le labbra comincio a stuzzicare il suo collo. 

Pazza, pazza, sono pazza. Ho perso completamente il senno. Non capisco nemmeno quello che sto facendo, lo faccio e basta. Sono in balia dell'istinto, e quando mai lo sono stata?! Ogni mio singolo neurone deve essersi suicidato per alto tradimento.

Mordo delicatamente un anfratto di pelle e poi ci passo la punta della lingua compiendo un lavoro estremamente preciso. Mi stringe maggiormente a sé e un suono gutturale esce dalle sue morbide labbra. 
Come faccio a rimanere calma e tranquilla se penso che si sta... eccitando a causa mia? È ovvio che il mio cervello decida di staccare la spina e commettere un suicidio.
Mi stacca violentemente da sé e quasi si strappa la maglia di dosso; dopo averla lanciata in un angolo della stanza si distende a terra e fa una smorfia, probabilmente per il freddo contatto con il pavimento, poi mi attira a sé e i nostri corpi entrano, finalmente, in completo contatto.
La sua bocca cerca famelicamente la mia e comincia un gioco di lingue, frenetico e passionale. Istintivamente struscio il mio bacino contro il suo e ciò che immediatamente avverto è un certo rigonfiamento nei suoi pantaloni. Oh mio Dio! Sono veramente io che gli sto facendo quest'effetto? È così... in un certo senso mi fa quasi sentire potente. Oltre che maggiormente surriscaldata.

Prendo una ciocca di capelli fra le dita e gliela tiro per allontanare la sua testa dalla mia e riprendere fiato. Il suo sguardo acceso e liquido incontra subito il mio e per un momento mi perdo nella profondità dei suoi occhi: così belli, ipnotici, caldi e familiari. Mi ricordano il colore di un frammento d'ambra che quando ero piccola trovai in un bosco dopo essermi persa. Era sotto un albero, lo raccattai e da quel momento lo custodii gelosamente sulla mia scrivania, sotto un piccola teca di vetro di modo che non si potesse sciupare.
Chissà perché il colore dei suoi occhi l'ho ricollegato ad una cosa tanto privata e personale.

- Perché sorridi?- domanda con un tono di voce roco e confuso. Cosa? Io sto sorridendo? Da quando? Oh Signore! Da quando ho pensato ai suoi occhi!

Schiarisco la gola e sposto velocemente lo sguardo alla mia destra.- No... niente, così- concludo con un'alzata di spalle.

Inizialmente non sento nulla, il silenzio. Poi avverto le sue labbra sul mio collo e mi sembra anche di sentire la presenza di un sorrisino stampato sulla sua bocca.- Tu sorridi senza un motivo?- sussurra divertito.- Scommetto di no, ormai ti conosco- 

- Ah davvero?- Mi volto a guardarlo e sollevo un sopracciglio.- Allora dimmi perché ho sorriso, visto che mi conosci- 

Sorride compiaciuto e fa scorrere lentamente una mano sulla mia schiena, accarezzandola con i polpastrelli.- Hai sicuramente pensato a qualcosa su di me... Probabilmente sui miei occhi visto che li guardavi come imbambolata... Ho indovinato?-

Oh Santo cielo! Non è che sa leggere nel pensiero?! Perché se così fosse avrei fatto una miriade di figure penose... e pure adesso la starei facendo. 

- No, ti sbagli- rispondo facendo una smorfia d'indifferenza con la bocca.- Evidentemente non mi conosci- 

- Ti conosco abbastanza per sapere che ci ho azzeccato e che stai mentendo- ribatte divertito.- Sai...- Appoggia la bocca sulla mia spalla e sospira.- Non mi dispiacerebbe sapere cos'hai pensato- rilascia in un soffio, causandomi un quasi collasso. 

Sorrido, stavolta senza farmi vedere, e gli passo una mano fra i capelli in una sorta di carezza, scompigliandoli appena. Mi piace quando ce l'ha disordinati, gli danno un non so che di sbarazzino e di appena sveglio. 
Poi nascondo la testa nell'incavo del suo collo e sospiro, mentre la sua bocca mi sta lasciando tanti piccoli baci sulla spalla e le sue mani mi accarezzano la schiena.

- Stavo pensando...- comincio, mordendomi subito dopo il labbro. Ormai è fatta, tanto vale continuare.- Stavo pensando che il colore dei tuoi occhi mi ricorda un pezzo d'ambra che da piccola trovai in un bosco dopo essermi persa. L'ho sempre custodito gelosamente- 

- E ce l'hai ancora?- domanda roco.

- Sì... o almeno credo. Lo tenevo sulla scrivania- Sorrido al ricordo.- Quando i raggi della luna ci battevano sopra sembrava illuminarsi e diffondere per la stanza una luce calda. Una volta sono riuscita a scorgerci dentro un insetto fossilizzato... Era piccolo, però estremamente bello- 

- Sei la prima ragazza a cui sento dire che un insetto è bello- nota ridacchiando e cercando il mio sguardo.- Un altro motivo per cui sei diversa- sussurra alla fine, stranamente serio.

Porto gli occhi nei suoi e li osservo rapita. È come se questo fosse il primo sguardo intenso che condividiamo. Sento qualcosa di diverso, di forte, di... assurdamente coinvolgente che parte dallo stomaco e risale fino alla punta dei capelli, mettendomi in fibrillazione.
La sua testa si solleva lentamente mentre io mi avvicino al suo viso, alternando lo sguardo tra i suoi occhi e la sua bocca. Infine le nostre labbra combaciano dolcemente, similmente a due pezzi di un puzzle che hanno il compito di concluderlo. 
E anche questo sembra il primo bacio che ci diamo. Lento, dolce, calmo, tenero, delicato come i petali di una rosa appena sbocciata.
La sua mano sinistra s'insinua tra i miei capelli e mi avvicina a sé, mentre io porto la stessa mano sinistra sul suo viso per tenerlo saldamente ancorato al mio.
Non capisco perché tutto questo mi appaia nuovo. È successo tante volte che ci si baciasse o guardasse in quel modo... Eppure mi sembra tanto diverso adesso, forse perché sono io a dargli uno strano valore. Probabilmente a causa di queste incomprensibili emozioni che sto provando.

Mi stacco dalla sua bocca e riprendo fiato.

- Anche tu sei diverso- sputo fuori, con un filo di voce. Oddio che ho detto! La pazzia si è impossessata della mia mente e del mio corpo. La speranza è che non abbia sentit...

- In cosa?- domanda, facendo affondare la mia ultima ancora di salvezza.

Rifuggo il suo sguardo imbarazzata ed appoggio la testa sul suo petto.- Be'...- comincio, torturandomi una mano.- Tanto per cominciare sei il più insopportabile, presuntuoso ed egocentrico ragazzo che abbia mai conosciuto- 

Ride e mi afferra la mano con cui stavo tentando di scaricare il nervosismo; poi, causandomi quasi la morte, comincia a giocarci, facendo scivolare le sue dita tra le mie e rigirandosele divertito.- E poi?- 

- E poi...- E poi sai essere dolce e protettivo, buono e comprensivo, buffo e divertente, sai consolarmi come nessun altro è capace di fare, sai alleviarmi i dolori solo con poche parole, sai più cose di me di quante ne sappia io stessa, sai come rendermi tutto questo vivibile, sai essere tutto ciò che c'è di più bello.

- Solo insopportabile, presuntuoso ed egocentrico?- domanda, ridestandomi dai miei pensieri. 

Chiudo gli occhi e ripenso a quando mi ha salvata, a quando mi ha bendata per non farmi sapere cosa ci fosse là fuori, a quando per la prima volta mi ha stretto la mano dopo che lo aveva pregato di non lasciarmi cadere, a quando ha ucciso quell'uomo per me, a quando è andato a casa mia per recuperare le mie medicine, a quando mi ha offerto di dormire con lui, a quando mi ha baciata dopo essersi scusato per ciò che aveva detto...- No- è poco più di un sussurro il mio, ma capace di sconvolgermi.

Le sue dita si stringono sulle mie e poco dopo ci ritroviamo con le mani intrecciate.- E cos'altro?- bisbiglia sollevandomi il mento e facendo incontrare i nostri occhi.

Mi sembra di star vivendo questo momento a rallentatore e col sottofondo di una musica dolce. E forse questa musica dolce è proprio la sua voce, calma e pacata.
I suoi occhi sono concentrati e lucidi. Lucidi come uno specchio e concentrati come quelli di un cacciatore che controlla la sua preda. 

Socchiudo i miei e sospiro debolmente.- Sei anche buono... e generoso quando ti ci metti- Sorrido e vedo spuntare un sorriso anche sulle sue labbra.- E poi anche tu fai sempre il contrario di quello che penso faresti, il più delle volte riesci a sbalordirmi con le tue uscite- Scuoto la testa divertita e ridacchio da sola.- In un certo senso sei diverso dagli altri ragazzi che conosco... è difficile da spiegare-

- Oddio ti stai confessando!- esclama divertito e portandosi una mano davanti alla bocca a presa in giro.

- Scemo- Gli tiro un pugno sul petto e rido.- Puoi attendere in eterno per una mia confessione, anche perché non avrei nulla da confessarti se non il mio desiderio di strozzarti... che ho anche in questo momento- concludo dopo averci riflettuto.

Sorride sghembo e scioglie le nostre mani intrecciate con mio enorme disappunto, poi fa scorrere entrambe le mani sul mio sedere e lì si ferma.- Io avrei anche un altro desiderio, oltre a quello di strozzarti...- 

- E quale?- domando di getto, senza nemmeno pensare alle sue parole.

- Ti darò una dimostrazione- afferma divertito, prima di tapparmi la bocca con la sua in un bacio irruente e... focoso. 
Rispondo immediatamente e gli circondo il collo con le braccia per attirarlo maggiormente a me, mentre le sue mani fanno sempre più pressione sul mio didietro. Ed invece d'infastidirmi stranamente la cosa mi piace. Sto decisamente perdendo il senno... però se è lui a fare questo genere di cose non provo alcun fastidio come invece mi darebbe se fosse un altro.

Muove il bacino contro il mio, facendolo scontrare delicatamente, e ribaltata le posizioni atterrandomi con la schiena sul pavimento. Mi si mozza il respiro non appena avverto il ghiaccio delle piastrelle contro la mia pelle, ma subito questa sensazione entra in contrasto con il caldo che sto provando, annullandola.
Torna sulla mia bocca e schiaccia il suo corpo contro il mio, facendo sempre attenzione a non spiaccicarmi completamente. E poi le sue mani arrivano alla cerniera dei miei pantaloni, mentre le mie sono corse sui suoi fianchi nudi e perfetti. Abbassa velocemente la zip e quasi mi strappa il bottone, infine li fa scorrere verso il basso, fino a sfilarmeli definitamente e lanciarli da qualche parte.
Mi fido di lui. E so che non andrà fin in fondo se non lo voglio. Forse avrei dovuto fermarlo nel momento in cui le sue mani sono arrivate ai miei pantaloni, ma... ora come ora ho il bisogno di sentire il suo corpo sul mio, più di ogni altra cosa.
Stringo il suo collo tra le mie braccia e gli circondo i fianchi con le gambe, molto similmente ad un koala abbarbicato ad un albero. 
Ma ad un certo punto fa una cosa che mai mi sarei aspettata avrebbe fatto. 
Capovolge nuovamente le posizioni e mi trascina su di sé, senza staccare la sua bocca dalla mia, poi riporta le mani sul mio sedere, adesso rivestito solo dalle mutande, e le fa scivolare sotto la stoffa. 
Il respiro mi muore in gola e una scarica di pura elettricità mi attraversa il corpo.
Arpiona le mani sul mio sedere e mi attira contro il suo bacino, che verte in condizioni ben peggiori delle mie. E di nuovo, stranamente, sentire il suo... coso contro il mio corpo non mi provoca alcun fastidio o senso di ribrezzo, ma anzi, mi fa surriscaldare ancora di più.
Sposto la bocca dalla sua e scendo a baciarlo prima sul mento, poi sul collo dove lascio una scia irregolare ed umida, successivamente mi soffermo sulla clavicola e passo al petto non appena lo sento liberare un gemito gutturale capace di farmi fremere e desiderare di lambire ogni angolo del suo corpo.
Mi fermo e porto lo sguardo nel suo: liquido, estremamente acceso e simile ad un fuoco in una notte buia. 

- Ti avevo avvisata- sussurra estremamente roco e inumidendosi le labbra l'attimo dopo.

- Su cosa?- domando confusa.

- Non ti conviene toccarmi quando ce l'ho alzato, perché a quel punto dovresti cominciare a temere per la tua incolumità- Sorride divertito della mia faccia sconvolta ed avvicina la bocca al mio orecchio.- Non puoi capire quanto sforzo stia facendo a trattenermi dal toglierti anche quest'ultimo pezzo di stoffa- sussurra, tirando un lato delle mie mutandine e leccandomi l'attimo dopo il lobo.

Rabbrividisco e chiudo gli occhi. Sta diventando uno sforzo anche per me quello d'impormi di fermarlo e di conseguenza fermarmi. Non avrei mai creduto che una cosa simile fosse possibile, specialmente pensando che tutto ciò sta succedendo con David.
Una parte di me vorrebbe rispondere "e allora non trattenerti", ma fortunatamente non ho ancora perso del tutto la testa e riesco addirittura a pensare lucidamente. Un miracolo.

- Cercherò di ricordarmelo- riesco a dire, deglutendo a vuoto.

- Fosse per me te lo potresti anche scordare- bisbiglia baciandomi il mento.- A me non dispiacerebbe di sicuro- 

Ridacchio e ritorno con la testa sul suo petto, mentre le sue braccia mi avvolgono delicatamente i fianchi in una sorta di abbraccio. Restiamo in un silenzio in cui si sentono solo i nostri respiri ancora irregolari che si confondono nell'aria. 
Adoro stare stretta tra le sue braccia, mi sento al sicuro, come se fossi a casa. Avverto distintamente un calore diffondersi per il corpo e il freddo diventa nulla in confronto. È un po' come stare davanti ad un camino quando fuori è in corso una bufera di neve, e ti senti al riparo, riscaldato dal fuoco e dal suo scoppiettio.
Credo di non aver mai provato una sensazione simile, forse solo con mio fratello. Quando avevo gli attacchi di panico e lui mi stringeva tra le braccia e mi coccolava sentivo la stessa sensazione di porto sicuro, ma... quella che provo con David è differente in qualcosa che ancora mi sfugge.
Mio fratello... Quanto vorrei vederlo, anche solo per un attimo, e sapere che sta bene. Vorrei essere accolta tra le sue braccia come lo ero un tempo, vorrei saltargli al collo ed urlargli che gli voglio bene. Mi manca, disperatamente. Come mi mancano anche i miei genitori. 

- David- chiamo flebilmente.

- Si?- 

Chiudo la mano a pugno sul suo petto e ci appoggio il mento per guardarlo negli occhi.- Le troveremo mai le nostre famiglie? Tu credi che stiano bene?- 

- Non lo so- risponde soltanto, spostando un braccio e portandolo dietro la testa.- Però se gli fosse successo qualcosa lo avremmo saputo, non credi?- 

Corrugo la fronte e storco leggermente la testa, confusa.- Come lo avremmo potuto sapere? I telefoni non prendono e non abbiamo uno walkie-talkie per contattare nessuno. Siamo ritornati all'era preistorica- 

Sorride divertito e scuote la testa, poi torna serio e punta gli occhi nei miei, incatenandoli.- Si dice che quando succede qualcosa di brutto a quelli che si amano si avverte un forte dolore al cuore... io non l'ho mai sentito, e nemmeno tu. Quindi ne deduco che siano tutti vivi e nascosti da qualche parte come noi- 

Rifletto sulle sue parole ed abbasso la testa.- Tu credi sia così?- domando ritornando a guardarlo.

- Suppongo di sì- risponde scrollando le spalle.- Ad ogni modo è l'unica cosa in cui posso sperare- 

Annuisco e sorrido rincuorata.- Hai ragione, dev'essere così. Ogni tanto hai anche tu qualche perla di saggezza- ironizzo alla fine, facendo una piccola linguaccia.

- Soprattutto io- precisa pavoneggiandosi.

Alzo gli occhi al soffitto e rido.- Il solito presuntuoso ed egocentrico- 

- La solita nana ed antipatica- 

Mi acciglio e lo fulmino con lo sguardo.- Il solito maleducato e troglodita- 

- La solita permalosa e logorroica- 

- Vuoi fare a botte?- lo minaccio sollevando un sopracciglio.

- Perderesti- 

- Questo è tutto da vedere. Per vincere mi basterebbe una mossa- Sorrido diabolica e pregusto il sapore della vittoria.

- È commovente il tuo modo d'illuderti. Mi fai davvero tenerezza- afferma ridendo e facendosi dunque beffa di me. Come osa?! 

- Allora, vuoi fare a botte sì o no?- lo incalzo, ridendo dentro di me come una pazza.- O forse hai paura...-

- Ok, ci sto. Però poi non dire che non ti avevo avvertito- 

- Lo stesso discorso vale per te- concludo soddisfatta e sollevandomi da sopra di lui.
Sarah, lasciatelo dire, tu sei un vero e proprio genio! Adesso basterà solo sferrargli un calcio ai suoi gioielli di famiglia e avrò la vittoria in pugno. Geniale!

Si mette in piedi, davanti a me e, mentre mi guarda, si sgranchisce la schiena. Pensa forse di mettermi paura? Povero illuso. Non sa con chi ha a che fare.
Abbasso per un attimo lo sguardo sul cavallo dei suoi pantaloni e... ma è ancora... in quel modo! Oddio e se gli faccio male sul serio? Non so se quando è in quelle condizioni potrebbe essere pericoloso o fargli più male del normale... Forse no, però ho paura di stenderlo completamente.
Colpire o non colpire? È questo il dilemma.

Persa nei miei pensieri non mi rendo conto che si è avvicinato pericolosamente a me. Sollevo lo sguardo ed incontro i suoi occhi divertiti. Oddio che figura! Non posso credere di essermi imbambolata a guardargli il coso. Devo fuggire! O ora o mai più!
No, non posso. Ho una reputazione ed un orgoglio da difendere! Lotterò sino alla fine, finché non esalerò l'ultimo respiro. A noi due, Trent.

- Be' volevo lasciarti compiere la tua mossa speciale, quella che mi avrebbe atterrato, però... visto che non ti muovi... vorrà dire che comincerò io- dichiara sorridendo beffardo.

Oddio qui si mette male. Non mi resta che fuggire o correre come una scema per il bagno, oppure... colpire!
Quando sto per sollevare la gamba mi precede attirandomi a sé e stringendomi al suo corpo in una morsa d'acciaio. Ma più che darmi fastidio la sua mossa mi fa scendere dei piacevoli brividi lungo la schiena. 
Lo fulmino con lo sguardo e riparto all'attacco con il mio potente calcio, ma l'attimo prima riesce ad imprigionarmi il ginocchio tra le gambe, rendendomi impossibile perfino muoverlo.

- Non vale!- sbotto infuriata.

- Prima non mi pare di averti sentito dire che bloccare l'avversario è vietato- ribatte divertito.- Quindi la mia mossa è più che valida- 

Libero un ringhio frustrato e rabbioso. Possibile che debba sempre averla vinta? Non può finire ogni volta in questo modo! 
Devo escogitare al più presto qualcosa che... lo distragga e mi permetta di compiere la mia mossa astuta e geniale. Ma cosa?! 

- Ti arrendi?- domanda sollevando un sopracciglio ed aumentando la pressione delle sue braccia intorno al mio corpo.

- Mai- ribatto agguerrita. 

Fa spallucce.- Come vuoi tu, rimarremo così per sempre- 

L'idea non è che mi dispiaccia più di tanto... Anzi, fosse per me potremmo davvero rimanere così a vita... Aspetta un attimo, ma che sto dicendo, o meglio, pensando?! Davvero mi piacerebbe restare abbracciata a lui per sempre? Credo di saperla la risposta, lo vorrei davvero, quindi... Sì. 
Non appena lo ammetto abbasso la testa imbarazzata e mi guardo le mani. 
Non è che... mi sto... davvero innamorando... di David? Sarebbe il colmo, ma... 

- Perché ti sei zittita e non tenti di liberarti?- domanda sospettoso.- Ti senti male? No perché se ti viene da vomitare gradirei che tu me lo dicessi prima, sai com'è- 

Ridacchio e torno a guardarlo. Mi sento strana e diversa quando mi perdo a guardare i suoi occhi, provo delle emozioni che prima neanche avvertivo lontanamente. Adesso mi sento rassicurata, in un certo senso... felice. Sono sicura che potrei stare ore solo a guardarlo, senza muovermi o parlare. 

Socchiudo gli occhi e mi sollevo sulle punte per baciarlo sul collo. Schiudo le labbra non appena incontro la sua calda pelle e l'assaggio lentamente, chiudendo definitivamente gli occhi. 
I suoi muscoli si tendono nel punto in cui l'ho toccato e comincio a scendere coi baci, in una lenta e dolce tortura. Allenta la presa intorno al mio corpo e si scioglie letteralmente, lasciandomi il ginocchio e poggiando le mani sui miei fianchi.
Se non altro sono riuscita a distrarlo, ottima mossa, nonostante non l'avessi premeditata. Adesso non mi resta che agire ed avrò la vittoria in pugno!
Sorrido sul collo e faccio scattare ginocchio killer, fino a colpirlo con fin troppa delicatezza dal momento che sembra quasi che lo abbia solo sfiorato. Si morde un labbro e rilascia un gemito distruttivo per il mio cervello, poi mi allontano di scatto e lo guardo preoccupata.

- Ti ho fatto molto male?- chiedo fissando gli occhi nei suoi, che sembrano emanare fuoco.

Scuote la testa in senso di diniego e lascia il labbro per aprirsi in sorriso inquietante e minaccioso.- Ti conviene cominciare a correre, questa non te la lascerò passare liscia. Hai ordito un attentato contro il mio collega... e ti è andata pure male- nota divertito.

Quando lo vedo avvicinarsi faccio un passo indietro e comincio a correre nel bagno, in tondo, col timore che possa farmi di nuovo il pizzicorino. 
Assomiglio tanto ad una farfalla che vola intorno ad una lampadina.
Neanche mezzo minuto dopo David mi afferra per la vita e mi solleva da terra facendomi scappare un urletto impaurito e sorpreso.

- Pensavi di salvarti girando in tondo come una scema?- Ride nel mio orecchio e fa combaciare la mia schiena col suo petto.

- Scemo sarai tu, sottospecie di lurido e viscido lombrico spappolato- ribatto accigliata.

Ride di nuovo e mi spinge contro il muro, attaccandomici di petto e viso. Mi sposta i capelli dalla schiena e li posa su una spalla.- Te la farò pagare anche per quest'ultima affermazione, sottospecie di nana psicopatica logorroica e indisponente- 

- Cosa?!- esclamo allibita.- Nana psicopatica logorroica e indisponente?! Ma questo è il colmo!- 

- È triste come la verità non venga accettata- sospira affranto.

- È triste come tra poco non sarai più in grado di usare il tuo collega- 

- Triste perché poi non potrai usufruirne te?- domanda malizioso e divertito.

- No!- sbotto imbarazzata.- Triste perché saranno le tue amichette a non usufruirne più- Faccio una smorfia infastidita, cercando di nasconderla al suo sguardo, ed una scrollata di spalle.

Appoggia le labbra sulla mia spalla e sorride.- Gelosa per caso?- 

- No- mento alzando di un'ottava il tono della mia voce.- Mi rattristo per loro, non vedo come potrei essere gelosa- 

- E quella smorfia di prima?- Oh mio Dio l'ha vista! 

- Te la sei sognata- 

- Ah davvero?- 

- Sì davvero- taglio corto tentando di essere un minimo convincente.

Sposta le labbra sul retro del mio collo e comincia a depositarci tanti piccoli baci, uno dietro l'altro. Istintivamente piego la testa in avanti e chiudo gli occhi per godermi a pieno la sensazione della sua bocca sul mio corpo. 
Come si può impazzire solo per dei piccoli baci? Neanche stesse facendo chissà cosa in fin dei conti, eppure basta questo ad incendiarmi e a farmi desiderare ancora di più.
Una sua mano raggiunge la mia pancia e prende ad accarezzarla con le dita, disegnando alcune figure concentriche e destabilizzandomi maggiormente; poi avvicina il suo bacino al mio didietro e mi schiaccia completamente contro la fredda parete, facendomi avvertire la condizione del suo amichetto che preme contro di me.

- Non so per quanto... riuscirò a resistere- sussurra roco al mio orecchio, passandoci sopra le labbra. Una nuova scarica, di pura elettricità e più forte delle altre, mi attraversa interamente e fatico addirittura a pensare a ciò che mi ha appena detto. Lui non sa se resisterà? Oh be', siamo in due allora.

- Forse... è meglio che...- Mi muoiono le parole in bocca non appena sento la sua lingua percorrere una striscia dal mio collo fino a sotto l'orecchio e rilascio un gemito poco silenzioso e dignitoso.
Il suo petto trema per un attimo e mi volto verso di lui, ritrovandoci faccia a faccia. Ha le guance arrossate, come le mie suppongo, gli occhi lucidi e le labbra estremamente rosse come quella di una bambola. E la mia mente produce un solo aggettivo per descriverlo: bello. Dannatamente bello.

- Devi andarci piano- sussurra avvicinando il viso al mio e tenendo lo sguardo puntato sulla mia bocca.- Stavo quasi per venire, e solo per averti sentito gemere- 

- Oh- esclamo stupita ed imbarazzata.- Scusa- 

Ride sommessamente e scuote la testa.- Che scema che sei- bisbiglia prima di tapparmi la bocca ed impedirmi di dirgliene di tutti i colori per il suo "scema". 
Le sue labbra lambiscono dolcemente le mie e passo le braccia intorno al suo collo, insinuando una mano tra i suoi capelli. 
Mi sono già scordata quello che volevo dirgli, non ricordo più nemmeno una parola, o meglio, offesa. Ma chi se ne frega adesso!
Mi sollevo sulle punte e spalmo il corpo contro il suo, provocandomi un'altra scarica di piacere e sentendo un verso gutturale fuoriuscire dalla sua bocca, ancora sulla mia.
E poi all'improvviso si stacca da me ed appoggia la fronte contro la mia, tenendo gli occhi chiusi e sospirando. 

- Ti voglio- bisbiglia sfregando le labbra contro le mie.- Da impazzire- 

Il mio cuore sobbalza, fa dieci capriole, comincia a pompare più velocemente e poi attacca a battere furiosamente con l'unico intento di uscirmi dal petto. 
Deglutisco a vuoto e mantengo gli occhi fissi sulla sua bocca.

Anche io ti voglio, e tanto.- Non... nessuno... me lo aveva mai detto- è l'unica cosa scema che riesco a dire, addirittura balbettando.

- Meglio così- ribatte prontamente, baciandomi a stampo.- Meno colli da spezzare- 

- E poi chiedi se sono gelosa io- noto sollevando un sopracciglio, stizzita.

Sorride ed apre gli occhi per guardarmi.- Tu lo sei, questo è evidente- 

- Non è evidente e non sono gelosa. Non sono io quella che vorrebbe spezzare il collo a... quelle- concludo con una smorfia ed un gesto della mano come se stessi indicando qualcuno.

- Hai fatto di nuovo quella smorfia- m'indica la bocca e sorride beffardo.- Non riesci proprio a contenerti- 

Sbuffo ed alzo gli occhi al soffitto.- Taci, mollusco- dico scherzosa e con crescente disperazione per la situazione a mio sfavore.

- Comunque non mi dispiace affatto che tu sia gelosa...- 

- Non lo sono-

- Sì invece-

- No-

- Sì- 

- No- 

- È inutile che tenti di negarlo-

- Non tento di negarlo, sei tu che possiedi una fervida immaginazione e vedi cose inesistenti- 

- Ti dirò- Riavvicina la bocca e sorride malizioso. Pessimo segno.- È perfino eccitante... se sei tu ad essere gelosa- 

Appunto, pessimo segno, specialmente per il mio cuore che non smette di galoppare impazzito. Sono sicura che un giorno di questi si fermerà e tanti saluti a tutti.

- E...- E questa gola secca? Accidenti a lui e a quando dice queste cose!- Le tue amichette sono gelose?- 

- Alcune sì- Fa spallucce.- Ma non gli dò peso, la cosa non mi scalfisce minimamente- Si fa serio e mi guarda intensamente.- Invece... tu mi fai strani effetti- 

- Tipo?- 

- Be', basta che guardi più in basso- dice indicandosi la patta dei pantaloni e ridacchiando.- Non mi è mai capitato di eccitarmi tanto solo limitandomi a baciare... almeno non la bocca- insinua malizioso.

Gli tiro un pugno infastidita. Sì perché non sopporto l'idea che abbia baciato altre spingendosi ben oltre il semplice bacio. Nonostante sappia benissimo che lo ha fatto. Sono stilettate al cuore queste verità.

- Sei un maiale- lo appunto stizzita e spostando la testa di lato.

- Io ti dico che mi eccito tra poco solo guardandoti e tu l'unica cosa carina che sai dire è che sono un maiale?- domanda indicandosi e ridacchiando divertito, mentre il mio cuore sobbalza.

- Subito dopo hai aggiunto quella cosa oscena, quindi... Sì- ribatto facendo una smorfia altezzosa.

Fa spallucce.- È la verità- Appoggia le mani sui miei fianchi e porta la bocca sul mio collo.- Come è vero che sei gelosa e che la cosa mi piace più del dovuto- sussurra prima di schiudere le labbra su un anfratto di pelle che si è subito surriscaldato.

- Non sono gelosa- ribadisco, sciogliendomi sotto il suo tocco.

- Mm mm- 

- Dico sul serio- 

- Ammettilo. Ti prego- mormora roco e strusciando la sua guancia contro la mia.- Ho bisogno di sentirtelo dire- dice quasi in una preghiera, circondandomi la vita e stringendomi a sé.- Sei gelosa?- richiede infine.

Annaspo per qualche secondo, come in assenza di ossigeno, poi sospiro debolmente e gli circondo il collo per avvicinarlo.- Forse- sussurro con un filo di voce al suo orecchio.- Ma se solo osi pensare di ritorcermelo contro ti farò rimpiangere il giorno in cui sei nato- 

Scosta la testa e mi guarda negli occhi, estremamente divertito.- È più eccitante di quanto avessi immaginato, specialmente con l'aggiunta della minaccia- 

- Potrebbe diventare realtà quella minaccia, quindi ti conviene non fare troppo lo spiritoso- lo ghiaccio sollevando un sopracciglio.

Sposta le mani sulla mia pancia e struscia il naso contro il mio.- Sta' tranquilla. Se si tratta di te non ho intenzione di prenderti in giro... almeno non su questo- conclude ghignando.

- E tu?- domando di getto.

- Io cosa?- 

- Tu non sei geloso, vero?- 

- No, non lo sono- risponde scrollando le spalle. Risposta prevedibile.

- Allora non ti dispiace se vado un po' a coccolare Bim, vero?- lo stuzzico indicando la porta e sollevando entrambi i sopraccigli.

Fa una smorfia d'indifferenza, stupendomi.- No, va' pure- dice facendo dei passi indietro per lasciarmi spazio.

Cosa?! Non reagisce? Che cavolo gli prende? Allora davvero non è geloso. 
Ed io che... io credevo che lo fosse. Insomma, si comportava in un modo tale da farmi pensare che le mie ipotesi fossero fondate.
Ma mi sbagliavo evidentemente.

Lo guardo un'ultima volta prima di fare dei passi decisi verso la porta. Appoggio la mano sulla maniglia e l'apro, mettendo fuori la testa e poi il primo piede. 
Non ha senso stare male per una cosa così sciocca, no? Non ha senso che io ci sia rimasta male e che stia sperando ardentemente che tutto ciò sia stata una mia invenzione, un frutto della mia immaginazione, e non la realtà. 
È questo che odio di me. Riesco ad illudermi con una facilità disarmante, costruendo castelli di sabbia su castelli di sabbia, e facendoli crollare uno dopo l'altro. 

Sospiro silenziosamente ed esco dal bagno. Peccato che non mi fossi mai accorta che la stanza in cui viviamo è uguale al bagno... e davanti a me c'è di nuovo David...

- Che accidenti stai facendo?- domanda tenendomi un braccio nella sua presa ferrea.

Sbatto le palpebre più volte e lo guardo confusa.- Stavo uscendo, e pensavo di averlo fatto- 

- Per andare da quello?- Solleva un sopracciglio e assume un'espressione derisoria e innervosita.- Te lo scordi- 

- Ma tu...- 

- Ti sembrava che stessi dicendo sul serio?- domanda palesemente stupito ed indicandosi.

- Be'... Sì, sai essere molto convincente- 

- E tu sai essere molto stupida- attacca accigliandosi.- L'ho detto apposta, non sul serio. Tsk... figuriamoci se ti lascio andare da quello e per di più svestita- Incrocia le braccia al petto e volta la testa di lato.

Sorrido felice e lo guardo di sottecchi.- Allora è vero- 

- Cosa?- domanda tornando a guardarmi.

- Che sei geloso- 

Passano minuti interminabili in cui non vola una mosca, poi scioglie le braccia e porta le mani sulla mia vita, mantenendo lo sguardo fisso su queste.- Semplicemente non voglio che altri guardino, tocchino o bacino ciò che è mio. In fondo avrei solo voglia di spaccare la faccia a tutti coloro che osano fare pensieri osceni su di te, o anche solo fare apprezzamenti. Non mi piace essere violento, ma se viene toccato ciò che è mio non ci penso due volte a diventarlo. E tu sei mia- Porta gli occhi nei miei e subito dopo, con uno scatto veloce, fa combaciare le nostre labbra.- Mia- sussurra prima di ritapparmi la bocca.- Solo mia- 

Rispondo al bacio mentre dentro di me sento una miriade di emozioni e sensazioni impossibili da descrivere. Mi si sta contorcendo lo stomaco, ho un battito del cuore impazzito, ma questa non è una novità, il cervello che si è totalmente scollegato e le gambe molli. Se non fosse lui a tenermi in piedi probabilmente cadrei a terra.
Ha detto che sono sua. E tu sei mia. Forse mi dovrebbe dare fastidio questa cosa, ma... Com'è che invece mi rende felice?
Ha ammesso di essere geloso oltretutto, nonostante non lo abbia esplicitamente detto. Oddio mi sento così elettrizzata! Come al solito è capace di stupirmi con poche semplici parole. Anche se ormai sono dell'idea che non siano solo le sue parole a stupirmi, ma è proprio lui stesso: con il suo essere gentile e arrogante, protettivo e menefreghista, dolce e scontroso, bello e dannato, unico ed irripetibile... almeno per me.

Sposto la testa di lato per permettere alla sua lingua di avere libero accesso alla mia bocca, mentre porto lentamente le mani tra i suoi capelli.
Da un po' di tempo a questa parte mi sembra di provare qualcosa di... diverso per David. Non so cosa sia, però ho la certezza che morirei se gli dovesse succedere qualcosa, che non riuscirei ad andare avanti senza di lui, e non intendo solo in questo frangente, perché si porterebbe via una parte di me. Inizialmente pensavo si trattasse di affezionamento, e forse era così, ma adesso non è solo quello. C'è di più. 
Gli voglio bene, sì, ma non come ad un fratello, non come ad un amico. È un affetto forte, destabilizzante, creativo e distruttivo al tempo stesso.
Lo ami non è vero? Ti vedo, sai, come lo guardi, come non lo perdi mai di vista, quel luccichio che tinge i tuoi occhi non appena ti è vicino, come sei stata sveglia tutta la notte scorsa per vegliare su di lui, come sei spaventata all'idea di perderlo... L'amore rende ciechi e fa compiere pazzie, e tu prima le stavi per commettere.
Le parole di Bim riemergono prepotentemente nella mia mente e sgrano gli occhi, folgorata.
Lui diceva che... sono innamorata di... David. Davvero? È così evidente, ma nascosto ai miei occhi? Io... amo... David?
Non so cosa sia l'amore per un ragazzo, non l'ho mai provato. Da piccola ho avuto varie cotte, ma mai un innamoramento serio. 
Ho sempre sentito dire che quando si è innamorati si è felici solo stando accanto alla persona che si ama, che si gioisce per un suo successo, che ci si sente come una sua parte, che si morirebbe per quella persona. Io sarei capace di tutto questo? Be'... se si tratta di David... Sì, sarei capace di sacrificarmi. Vorrei offrirgli solo il meglio, vorrei che non soffrisse mai, vorrei stare accanto a lui e vederlo sorridere ogni giorno. 
E dunque io... sono... Oh mio Dio! 

Con uno scatto mi allontano dalla sua bocca e punto gli occhi nei suoi. Mi guarda confuso e fa un passetto avanti schiacciandomi contro la porta.- Che hai?- domanda intontito.

Io amo David. È incredibile, cioè, ma ci rendiamo conto? Potrei scrivere un libro su questa cosa, sembrerebbe una pazzia, non ci crederebbe mai nessuno. Innamorata del mio nemico, della persona che meno sopporto sulla faccia della Terra... o meglio, che meno sopportavo, adesso è un altro discorso. 
No, non è possibile, no no. Noi siamo come il diavolo e l'acqua santa, come Voldemort e Harry Potter, se lui è nero io sono bianco, se lui vede il bicchiere mezzo pieno io lo vedo mezzo vuoto, siamo ghiaccio e fuoco e nulla d'intermedio esist... 

- Stai bene? Hai lo sguardo perso nel vuoto- Oh sì che esiste invece, accidenti! Non ci avevo mai pensato, ma è ovvio che qualcosa d'intermedio c'è fra ghiaccio e fuoco: l'acqua. Come ho fatto a non pensarci prima? Se io sono il ghiaccio e lui il fuoco, l'acqua è... l'amore?! Oh santo cielo! Ma poi perché sto pensando a fuoco, acqua e tutte queste cavolate varie quando non c'entrano nulla? 

- Ehi rispondimi! Terra chiama Sarah- 

Sposto lo sguardo su di lui.- Si?- domando stralunata.

- Forse hai la febbre- ipotizza facendo una smorfia divertita con la bocca. Mi posa una mano sulla fronte e attende qualche secondo.- No, non ce l'hai. Allora sei rimbambita di tuo- 

- Ah, sì- rispondo atona, senza neanche aver capito cos'ha detto. Abbasso la testa e guardo a terra. È così strano pensare di essermi innamorata di questo zotico troglodita. Da una parte mi fa sorridere come una scema, da una parte mi lascia stordita. Però è uno stordimento... piacevole.

- Ma allora ti senti male sul serio- dice alzandomi il viso e osservandomi seriamente.

- No, sto bene, perché?- 

- Ti ho detto che sei rimbambita e non hai reagito, ma solo confermato la mia ipotesi- spiega guardingo e stupito.

- Cosa?!- esclamo riducendo gli occhi a due fessure.- Mi hai dato della rimbambita?! Ma come ti permetti, zotico bifolco che non sei altro!- 

Sorride e annuisce.- Adesso ti riconosco- Si allontana e prende la mia maglietta da terra, poi me la lancia e si riavvicina con un sorriso sghembo stampato in faccia.- Mi stavi quasi facendo preoccupare- 

Infilo la maglia ed appoggio il peso su una gamba.- Fossi in te mi preoccuperei di dormire con un occhio aperto stanotte- 

- E chi ha detto che dormirò?- domanda divertito, lanciandomi anche i pantaloni.

- Non sapevo che tu fossi un vampiro, quante cose che si scoprono- noto, assumendo un'espressione compiaciuta e meravigliata.

Ridacchia e, mentre io mi sono ormai rivestita, rimane a petto nudo, destabilizzandomi maggiormente.- Potrei passare la notte in un altro modo... magari più piacevole e in compagnia di qualcuno- sussurra malizioso, lanciandomi uno sguardo da capo a piedi.

Mi porto una mano davanti alla bocca e sgrano gli occhi.- Ma... cioè, me lo dovevi dire!- 

Fa spallucce.- Te l'ho detto infatti-

- Sei ammirevole- Gli batto una mano sulla spalla e scuoto la testa divertita.- Non molti avrebbero il coraggio di ammetterlo così. Ma stai tranquillo, io sono dalla tua parte- 

- Ma di che parli?- domanda corrugando la fronte.

Alzo la testa ed incontro i suoi occhi confusi, rischiando di scoppiargli a ridere in faccia.- Metterò una buona parola con Bim per la tua serata, magari accetta, lo affascini- concludo non riuscendo a trattenermi. Scoppio come una scema e mi piego in due dalle risate. 

- Se ti prendo, non sai cos...- comincia cercando di afferrarmi per la vita, ma il secondo prima riesco a sgusciare dalla sua presa ed esco di corsa dal bagno, ridendo ancora come una pazza e sentendomi veramente felice.










Angolo dell'autrice: 

Chi è arrivato fin qua batta il cinque ahahahahah, non so se ci sono stati caduti nel corso della lettura del capitolo... comunque apprezzo il fatto che abbiate letto tuuuuuutto quanto!
Ci voleva un piccolo regalino prima del temuto rientro a scuola T.T
Ma passiamo al capitolo!
Eh qui, come da titolo, Sarah scopre l'acqua, ovvero quel qualcosa che congiunge gli opposti e che si chiama AMORE! *-* *-* Aaaaaaaaa, che bello!
La nostra amata protagonista ci è arrivata finalmente! Adesso manca David... che comincia a sentire qualcosa di strano per Sarah ihihih, da alcune sue frasi si capisce che sta entrando nello stadio confusionale ahahahah. Sta a voi individuarle piccole Sherlock Holmes!
Benissimo. Muahahahah.
Non so cos'altro idee, a parte che vi ringrazio per le stupende recensioni che mi lasciate!
Spero di trovarvi in numerose anche stavolta!!! 
Un bacione enorme e felice ritorno a scuola (anche se felice, mi rendo conto che non può essere) Ah, e buona epifania!
A domenica!!! GRAZIE!

  
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