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Autore: __s__    06/01/2014    0 recensioni
Si può fare qualcosa di così sbagliato da desiderare di morire ogni giorno? A quanto pare Sadie l'ha fatto e non riesce ancora a conviverci.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 85 era un girono come tutti gli altri, la sveglia suonò alle sette in punto e Sadie ancora assonnata allungò il braccio per spegnerla. Un brivido le attraversò tutto il corpo e sentendo che stava per svegliarsi completamente anche se avrebbe voluto restare ancora un po' di tempo sotto le coperte per continuare il sogno di cui non ricordava quasi niente ma che le aveva trasmesso serenità e pace. Lentamente iniziò ad aprire gli occhi e venne investita dalla luce mattutina che filtrava dalle veneziane. La luce illuminava quasi del tutto la minuscola e squallida stanza in cui viveva, le colonne di libri addossate al muro, il piccolo tavolo pieno di piatti, bicchieri e riviste, gli appendiabiti carichi di vestiti che riuscivano sempre a catturare l’attenzione di chi glieli vedeva indossare. Le era sempre piaciuto attirare l’attenzione, fare tutto prima degli altri, sentirsi un passo avanti a loro, anche se ripensando al passato la voglia di primeggiare le sembra una stupidaggine, un inutile spreco di tempo che l’aveva portata solo a sbagliare e a rovinare la sua vita e quella di chi le era vicino. Per finire non si potevano non notare le migliaia di scarpe sparse per tutto il pavimento, dopo tutto quello che le era successo aveva cercato di acquisire un certo autocontrollo, aveva cercato di imparare a tenere le redini del gioco e a dire di no ma c' è una cosa a cui non aveva mai saputo dire di no: le scarpe, alte, basse, aperte, chiuse, sportive, eleganti, doveva averle tutte senza eccezioni. Ancora mezza addormentata e con gli occhi chiusi fece uscire il braccio dalla coperta e mosse la mano sul pavimento fino a quando non riuscì a trovare quello che stava cercando. Ogni volta che prendeva in mano la pistola si sorprendeva di quanto fosse fredda e leggera e si fermava qualche secondo per osservarla in tutti i suoi particolari. Come un automa fece ruotare il tamburo e la sola pallottola che conteneva, dando il via a un rituale che ormai si ripete da quasi tre mesi. Non avrebbe mai avuto il coraggio impiccarsi, gettarsi da un ponte, tagliarsi le vene o andare in overdose da antidepressivi, in questo modo invece era la sorte a scegliere se farle vivere un altro giorno o era arrivato il momento di dire addio a tutto. Lentamente avvicinò la pistola alla tempia, chiuse gli occhi tentando di rievocare qualche bel ricordo per convincersi di aver realizzato qualcosa e che la sua vita avesse avuto un qualche significato, dopo un lungo sospiro premette il grilletto. A quanto pare il mondo non si era stancato di lei e della sua roulette russa giornaliera, forse era arrivato il giorno di fare qualcosa di buono, di aiutare qualcuno. Sadie si alzò dal letto pronta a preparare la sua pozione per affrontare un altro giorno da viva, un ottimo caffè corretto al whiskey. Alle otto e mezza era pronta a vivere il nuovo giorno come se fosse l'ultimo. Uscì dal palazzo e si fermò in un chiosco per comprare un cornetto e un caffè e poi si diresse verso il parco che si trovava a pochi metri di distanza. Anche se si stava avvicinando la primavera faceva ancora molto freddo e non c’era quasi nessuno solo qualche coraggioso che portava a spasso il cane. -Ciao. sei in ritardo. -Mmm -Cosa mi hai portato di buono? Le porge il pacchetto e la donna lo afferra. Sadie non conosceva molto di lei, anzi quasi niente, solo il suo nome Betty, aveva un età indefinibile compresa tra i trenta e i cinquant'anni, viveva nel parco e non accettava aiuto dagli sconosciuti molto facilmente. -La prossima volta potresti prenderlo al cioccolato -Cosa? Le parole di Betty interrompono i suoi pensieri e la fanno tornare alla realtà. -Pensierosa? -Un po' -Conosciuto qualcuno di interessante? -No, no stavo solo riflettendo -Va bene, dammi la mano Lei lo fece e Betty iniziò a parlare della sua linea della vita, dell'amore e del destino, si erano conosciute così qualche mese prima. Sadie non aveva ancora capito se fosse davvero in grado di leggere il suo destino o inventava tutto solo per dirle qualcosa di bello. -Vedo molta tristezza e solitudine ma incontrerai qualcuno di molto interessante che ti farà guardare la tua vita sotto un'altra luce -Ne sono sicurissima- pronunciò queste parole sorridendo. -Non mi credi? -Certo che ti credo, ma non sono sicura che accadrà tanto presto -Ora devo andare -Va bene, ci vediamo -Ciao, torna presto Sadie si alzò e si allontanò pensando a dove potesse andare Betty infondo era una senzatetto cosa la costringe a non potersi fermare più a lungo a parlare, in ogni caso aveva già abbastanza pensieri non serviva aggiungerne altri. Come da routine girò per la città osservando le vetrine fino a quando non fu sicura che la maggior parte delle persone fossero a lavoro o a fare qualcosa di produttivo per la società, entrò in un bar e si guardò intorno c’erano solo perditempo, stranamente a un tavolo c'èra un uomo sui quarat'anni in giacca e cravatta intento a leggere un giornale, sembrava uno di quelli che non fanno altro che dare ordini ai dipendenti sotto di loro, con una casa perfetta, una moglie che non cucina altro che dolci, due figli e un cane. Sadie si dirisse vero il tavolo a cui era seduto , le piaceva parlare con gli sconosciuti, scoprire qualcosa sulle loro vite e se aveva indovinato nell’inquadrarli. -Posso sedermi? -.....Cosa? Ci sono tanti tavoli liberi- l'uomo la guarda come se fosse matta. -Non mi piace stare seduta da sola. Alloro posso? -Ehm si. Cosa ti fa pensare che io non sia un pervertito o un assassino? -Le tue parole. Un mal intenzionato non lo direbbe mai così facilmente e fidati ne ho conosciuti -Così giovane e già così sicura di conoscere gli uomini -L'età non non conta molto, solo le esperienze ad aiutare la conoscenza e poi non sono poi così giovane -Mmmh....Vuoi qualcosa da bere? -No, grazie L'uomo si voltò verso il cameriere e ordinò un caffè, poi tornò al suo giornale. Intanto Sadie prese un libro dalla borsa e iniziò a leggere. Ogni tanto l’uomo la osservava per qualche secondo come se fosse sul punto di dire qualcosa ma puntualmente distoglieva lo sguardo. Una delle occhiate durò più a lungo, i loro occhi si incrociarono, quelli dello sconosciuto erano di un bellissimo blu ma la tristezza che trasmettevano li faceva sembrare spenti. __autrice è la prima storia che scrivo quindi vorrei sapere cosa ne pensate così da poter decidere se continuare o meno, accetto qualunque tipo di critica quindi non preoccupatevi. Scusatemi se ho fatto qualche errore e grazie in anticipo sia per la lettura che per i commenti. Ciao
  
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