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Autore: Mari95    06/01/2014    1 recensioni
Prima dei vampiri c'erano gli Originali, prima degli Originali c'era una famiglia... umana.
A volte l'amore unisce, altre, come in questo caso, divide.
"Quasi nello stesso momento i due fratelli si voltarono e incrociarono il suo sguardo, Tatia rallentò l'andatura e sorrise a entrambi, poi diede loro le spalle e, con una punta di malizia negli occhi, si diresse verso casa"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Klaus, Tatia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Era ormai una settimana che, ogni pomeriggio, Tatia si recava a casa dell’amica per preparare l’abito e, tra stoffe e nastri, aghi e fili, risate e confidenze, le due trascorrevano il tempo. Proprio perché a casa di Astrid i problemi sembravano non essere mai esistiti, il tempo volava, senza escludere incontri fortuiti con l’uno o l’altro fratello Mikaelson. Questi ultimi, infatti, dopo l’ultimo scontro silenzioso non avevano più cercato di intavolare una conversazione per scoprire le proprie carte, bensì avevano preferito cercare la compagnia della fanciulla che entrambi desideravano. Per Niklaus era ormai abituale seguire con lo sguardo, da debita distanza, le passeggiate, che ogni giorno lei compiva per spostarsi da una casa all’altra. Si sedeva sul ceppo da cui la prima volta si era alzato e l’aveva seguita, solo che ora si limitava a riservarle sguardi più che eloquenti, anche se sembrava proprio che a Tatia piacesse farsi desiderare. Proprio perché era diventato così un assiduo e attento osservatore non si perdeva un’occhiata o un sussurro che la ragazza e il fratello si scambiavano ogni qualvolta riuscivano a trovarsi a poca distanza l’uno dall’altra, quei poveri illusi credevano davvero di poter vivere nella loro bolla privata! Studiava con zelo le loro mosse per poter venir subito a conoscenza di qualche cambiamento impercettibile che avrebbe potuto accadere tra loro.
Purtroppo, per il momento, la fortuna sembrava non essere dalla sua parte.


Elijah da parte sua era in pieno innamoramento e non pensava ad altri se non a Tatia, le riservava tutte le attenzioni che poteva, stando sempre attento a non risultare inopportuno né agli occhi di lei né agli occhi di nessun altro. Così, oltre al fratello minore, nessuno sembrava essersi accorto del silenzioso avvicinamento tra i due giovani. Quasi nessuno. Colei che, in quei momenti, era l’ultima nei pensieri dei tre innamorati, era invece ben attenta e consapevole degli intricati rapporti che ogni giorno crescevano e tentavano di rimanere segreti. Esther Mikaelson, la madre dei due ragazzi, aveva iniziato a soffermarsi ogni giorno, anche solo per pochi istanti, per osservare come i propri figli si allontanavano sempre più da lei e donavano la loro devozione a una giovane donna che, solo apparentemente, mostrava una preferenza. In lei sentiva crescere l’odio per quella ragazzina che aveva attirato i propri figli nelle sue spire, in lei vedeva superficialità e non sembrava prestare veramente attenzione alle emozioni che aveva suscitato, era egoista e capricciosa, come dimostrava il figlio, di cui nessuno conosceva il padre, che esibiva senza alcun ritegno. Voleva poter fare qualcosa per allontanarla dalla propria famiglia, ma, per il momento, si limitava a osservare gli sviluppi di quel che, sicuramente, non avrebbe potuto far altro che sfociare in un rapporto nocivo per tutti coloro i quali ne sarebbero stati coinvolti.


Tanti, troppi, pensavano continuamente alla ragazza dagli occhi color mogano. Ognuno le attribuiva un carattere e azioni diversi. In quanti, però, la conoscevano davvero? L’esperienza aveva insegnato lei a non aprirsi più con nessuno, a non donarsi completamente, mai. Perché? Perché il mondo non era stato gentile con lei, tutt’altro: l’aveva etichettata e relegata, limitandone ormai le possibilità. Lei aveva, tuttavia, deciso di continuare la sua vita dedicandosi solo a chi avesse dimostrato interesse nei suoi confronti, senza però mai donarsi. Ed eccola, mentre ancora una volta ripercorreva la strada che l’avrebbe portata alla casa della sua migliore amica. Camminava ostentando sicurezza, una sicurezza che aveva innalzato intorno a sé come un enorme scudo contro gli sguardi e le maldicenze. Testa alta, spalle dritte e un’immensa tristezza celata negli occhi. Appena mise piede nell’abitazione di Astrid si poté permettere di abbassare le proprie difese e rifugiarsi tra le braccia dell’amica. Dedicarono il pomeriggio al corsetto, Tatia era fermamente convinta che dovesse stringerla fino a non farla respirare, l’altra voleva invece che avvolgesse il petto morbidamente e delicatamente. Dopo una discussione la prima riuscì a far prevalere le proprie idee e così, munite di ago e filo, nastri e stecche, alla fine del pomeriggio il risultato era molto più che soddisfacente secondo l’opinione di entrambe. Come consuetudine le due ragazze si salutarono poco prima del tramonto e Tatia prese la via per tornare a casa. Nel tragitto attirò l’attenzione del primogenito Mikaelson che stava anche lui rincasando dopo aver trascorso il pomeriggio nel bosco a riflettere. Elijah si avvicinò e lei rallentò l’andatura per permettergli di accostarsi. Dopo un primo momento di imbarazzo il giovane le rivolse un sorriso come saluto, prese quindi fiato per dare voce all’invito che aveva provato e riprovato senza mai esserne sicuro, ma il momento degli indugi era finito. «Mi domandavo.. » si interruppe e la fanciulla si volse per guardarlo in faccia nella speranza di interpretare quell’esitazione. «Vorrei chiedervi se domani vi andrebbe.. di pranzare con me, di pranzare all’aperto» a questo punto alzò lo sguardo colmo di speranza e come risposta notò solo un’espressione di sommo stupore che lo gettò nello sconforto. Quando lei si rese conto di quel che il suo silenzio aveva provocato si ricompose e arrossì. «Non intendevo rifiutare la vostra proposta con il mio silenzio» chiarì quindi, senza smettere di guardarlo negli occhi. Si accorse che il ragazzo aveva ripreso colore in modo impercettibile, poi proseguì «Mi avete solo..» cercò la parola giusta «…sorpreso, ma in un modo del tutto positivo, sono molto lusingata della vostra proposta e non ho nessuna intenzione di perdermi un pranzo all’aperto», fece una pausa prima di aggiungere con voce appena più flebile «con voi». Allora Elijah le regalò uno dei suoi più bei sorrisi prima di darle nuovamente appuntamento al limitare del bosco quando il sole avrebbe raggiunto la sua massima altezza nel cielo, poi si congedò.


Lei non attese oltre, si voltò e corse fino a tornare a bussare alla porta dell’amica, quest’ultima, quando aprì la porta, si bloccò di colpo e le rivolse uno sguardo interrogativo. «Domani non possiamo vederci» esclamò Tatia senza preamboli. Astrid la guardò con attenzione e capì che non era certo un imprevisto che andava contro la sua volontà ad aver fatto in modo che lei annullasse il giornaliero incontro che le vedeva protagoniste ormai da giorni. Inarcò un sopracciglio e attese una spiegazione convincente che tardò ad arrivare. «Tatia? Hai intenzione di dirmi come mai?», l’altra esitò, poi esibì una smorfia quasi a voler dire “Scusa ma non posso dirtelo” . Astrid scosse la testa con fare rassegnato e con un sospiro si arrese, quindi le due si salutarono e Tatia s’incamminò nuovamente sulla via di casa. Ella non aveva tuttavia fatto i conti con il più giovane dei due Mikaelson che la corteggiavano: era quasi sull’uscio di casa quando sentì un formicolio sulla nuca tipico di chi si sente osservato, si voltò si scatto come per scacciare quella sensazione e si ritrovò ad allacciare il proprio sguardo con quello di Niklaus. Quello sguardo la fece quasi indietreggiare per via dell’intensità, nonostante lui fosse distante riusciva a sentire i suoi occhi indagatori su di sé e non poté fare a meno di sentirsi in colpa. Non sapeva nemmeno il perché: in fondo lui non sapeva niente dell’appuntamento a cui si sarebbe recata l’indomani e, in ogni caso, non lo riguardava. Eppure … eppure il senso di colpa si insinuò strisciando fra i suoi pensieri e la fece arrossire violentemente. Con la stessa rapidità del movimento precedente la ragazza si voltò e entrò nella propria abitazione richiudendo violentemente la porta dietro di sé.


Si appoggiò alla porta per riprendere fiato, sembrava incredibile ma quello sguardo le aveva prosciugato tutta l’aria che le era rimasta nei polmoni e le aveva lasciato una dolorosa fitta nel petto. Basta! scacciò dalla mente con un gesto della mano ciò che era appena accaduto, senza successo ma, si sa, quando qualcuno si impone qualcosa è spesso disposto a mentire anche a se stesso per dimostrare di farcela. Possibile che non potesse passare giorno alcuno senza che sia l’uno sia l’altro fratello si presentassero nella sua vita sconvolgendola ogni volta? A passo pesante si diresse vicino al proprio letto e spostò il cuscino, poi sollevò i lembi di carta che avvolgevano il fiore di malva essiccato che conservava gelosamente. Per evitare di rovinarlo di notte lo spostava sul mobile adiacente al letto ma, di giorno, lo nascondeva agli occhi degli altri abitanti della casa. Lo prese quindi tra le mani e, accostandolo al proprio cuore, si abbandonò sul materasso.

Angolo dell’autrice:
No, non sono morta.. rieccomi.. scusate!! Avevo intenzione di posare una paio di capitoli durante queste vacanze, e invece…
Lo so, è un capitolo breve e alla fine non succede niente di che.. infatti spero che, dato che so già cosa succederà, ci metterò poco a scrivere il prossimo.. vi preeego non abbandonatemi, prometto che quest’anno sarò più buona
Quindi non c’è molto altro da dire se non farvi i miei auguri di buone feste, in ritardo anche questi…
Baci baci baci e a presto!! (lo spero proprio)
Questo è il link della pagina Facebook della storia: https://www.facebook.com/pages/Everything-started-with-the-love-of-a-woman/625620254124735...
Se volete fare quattro chiacchiere con me o essere costantemente aggiornati su come precedo nella stesura dei capitoli potete chiedermi l’amicizia: https://www.facebook.com/tatia.petrovaefp
   
 
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