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Autore: Jennifer_2001    07/01/2014    0 recensioni
...viaggiavo con la mente, sdraiata nel letto di quella stanza muta, immaginando di essere sua. Le mie mani incominciavano a solleticare la mia pancia con movimenti circolari. Le punte delle dita mi davano brividi, mi venne la pelle d'oca...
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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Erano ormai passate diverse ora da quando l'avevo vista per la prima volta, e io mi trovavo lì, seduta su quel letto di hotel, attonita ed immersa nei pensieri che affollavano la mia mente, ormai pervasa da mille strane sensazioni. Le avrei voluto parlare, in caso l'avessi incontrata ancora, no invece, l'avrei voluta rivedere a tutti i costi, senza se e senza ma!

Mi chiamo Elisa, ho 16 anni e faccio parte della squadra di tennis della mia città, Milano, dove sono cresciuta insieme a mia madre, che mi ha accudita ed educata da sola, da quando 8 anni prima, si separò da mio padre.
 
Era Luglio inoltrato e con la nostra squadra eravamo arrivati a Roma per gli internazionali juniores. 
Una settimana intera lontana dalla mia città, dalle mie sicurezze, dai miei punti di riferimento. Ero un po' emozionata, forse impaurita, ma curiosa di godermi quella "vacanza" in solitaria. 
Da qualche anno il mio corpo si stava trasformando. Come tutti i miei amici stavo affrontando il periodo post-adolescenziale e, forse per "colpa" della mia situazione familiare, forse per "colpa" delle cose che avevo visto e vissuto coi miei occhi, in certe serate pazze di Milano, avevo in me la voglia di esplorare, imparare e provare tutte le cose che i più adulti facevano di solito. Ci siamo capiti! Ero lontana dalla mia città e l'euforia che a tratti mi prendeva mi portava ad immaginare tutto quello che avrei potuto e voluto sperimentare. Già, sperimentare, perché il mio approccio al mondo "adulto" non sarebbe stato dei più normali. I canoni soliti a cui erano abituati i miei coetanei, non facevano per me. Mi sentivo diversa da molti, particolare, forse strana, ma ero io, e accettai da subito l'idea che la mia non sarebbe stata una vita "regolata". Mia madre mi aveva sempre insegnato  a prendere le novità per come venivano, facendo comunque attenzione a quali fossero le cose giuste o sbagliate da fare.
Beh, una novità sul mio conto l'avevo già notata da qualche anno. Come tutte le mie amiche andavo dietro ai ragazzi,  o forse loro venivano dietro a me. Posso dire, senza false modestie, che sono una bella ragazza con tutte le carte in  regola per far girare la testa a tanti maschi. Si, quei maschi che in certi casi si erano anche "scontrati" tra loro pur di far colpo su di me. Avevo già avuto una sorta di relazioni fugaci con un paio di loro, ed uno, il primo, aveva avuto l'onore di prendersi la mia verginità. Ma le cose cambiarono in fretta. 
Sentivo crescere in me una curiosità più strana, fuori dall'ordinario, un segreto che a tutt'oggi, non rivelai mai a nessuna delle mie amiche, forse per paura di non essere "capita". Ma al mio inconscio non avrei mai potuto mentire. 
Ormai era palese e a volte certi miei modi di fare mi davano conferma di tutto ciò: mi piacevano anche le donne.

Mi sdraiai sul letto e con lo sguardo fisso al soffitto, ripensai a lei. L'avevo incrociata poco prima nella hall mentre coi suoi compagni di squadra stava per lasciare l'hotel, probabilmente per una sessione di allenamento pre-gare.
Dalle divise indossate e dai borsoni, intuivo facessero tutti parte di una squadra di nuoto, ma non riuscii a leggere il logo e capire da che città provenissero. Mi concentrai infatti, senza volerlo, subito su di lei. Mi passò davanti e mi guardò in faccia con un cenno di sorriso malizioso (o forse è un viaggio mentale che mi ero fatta io). Un viso dolcissimo, con due occhi color verde/ghiaccio che mi sbatterono letteralmente a terra e forse,dando anche troppo nell'occhio, sentii un tuffo al cuore ed ebbi una reazione non controllata. Con lo sguardo infatti, la seguii fino all'uscita, scrutando per quanto avessi potuto, tutti i particolari di quel fisico perfetto. Le gambe, scoperte dagli shorts della divisa, ostentavano tutta la perfezione statuaria di un'atleta del suo calibro. Ero assorta, tanto che un mio compagno mi ridestò toccandomi sulla spalla e aggiunse -"si Eli ok....si è capito che ti piace quel biondo alto la...ok ok..."- quasi preso da gelosia. Io mi voltai impietrita e riuscii a pronunciare solo vaghe parole -"ah...mmm...si si"-.
 
Pensavo a lei, a come potesse apparire ai suoi compagni di squadra che tutti i giorni la vedevano in costume...viaggiavo con la mente, sdraiata nel letto di quella stanza muta, immaginando di essere sua. Le mie mani incominciavano a solleticare la mia pancia con movimenti circolari. Le punte delle dita mi davano brividi, mi venne la pelle d'oca.

Mezza nuda, dato il caldo, notai subito che i miei capezzoli s'erano fatti duri. Mi stavo eccitando davvero.
La mia mano scese sulle mutandine e cominciai ad accarezzarmi sempre più forte sopra il monte di Venere. 
Sentivo il calore aumentare e il cotone dei miei slip già trasudava l'umido dei miei umori.
In quel momento immaginai di essere con lei nello spogliatoio della sua piscina. Complici e vogliose di noi, ci eravamo barricate in una cabina, e con la spregiudicatezza e sfrontatezza di chi non ha tempo per le cose banali, ci lasciavamo possedere dai tumulti dell'eccitazione e dal desiderio di toccarci ed assaggiarci a vicenda.
Avevo ormai la schiena inarcata e la testa stesa all'indietro, quando, con la mano con la quale mi stavo accarezzando un seno afferrai d'istinto un cuscino e me lo schiacciai sulla bocca per contenere il grido di un orgasmo che stava per innondarmi. 
Venni, tra le urla soffocate, ebbra di eccitazione e sudore, le gambe tremavano e sembrò un orgasmo idilliaco e infinito. 
Continuai a strusciarmi immaginando che le mani fossero le sue, mentre il respiro piano piano si faceva più calmo.
Mi addormentai con la faccia da ebete di chi non poteva chiedere di più. Ma io sapevo di volere di più, volevo lei, per davvero!

Il giorno dopo forse l'avrei rivista e sicuramente le avrei detto qualcosa, non so cosa, mi bastava conoscerla.

(continua)
SPERO CHE QUALCUNO COMMENTI, E' LA PRIMA VOLTA CHE SCRIVO QS E VORREI SAPERE SE NE VALE LA PENA :) IL SECONDO CAPITOLO LO METTERO' GIU' AL VOSTRO SEGNALE




 

  
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