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Autore: itsmeWallflower    07/01/2014    2 recensioni
[STORIA TEMPORANEAMENTE SOSPESA]
E' la storia di Nicole e Darren e Sam.
E' la storia del destino, il loro.
E' la storia dei sogni di Nicole, e delle sue lotte per avverarli.
E' la storia di Sam, il piccolo Sam, nato da un piccola piacevole parentesi.
E' la storia di Darren che non sa di essere il suo papà.
E' la storia di una bugia, che verrà a galla.
E' semplicemente una storia di destino, bugia e amore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Darren Criss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4 

Relazioni Sbagliate
e canzoni sotto la luna.
 
Il tempo passa.
E le cose cambiano, a volte.
A volte invece no.
 
Era passato quasi un mese da quando Nicole aveva visto Darren per l’ultima volta. E come per la prima, lei se n’era fatta una ragione.
Anzi, era meglio così si diceva.
Si diceva che non avrebbe portato a nulla di buono ad averlo comunque nella sua vita e in quella di Sam.
Si diceva, ogni volta che involontariamente si fermava a pensarci, che prima o poi se ne sarebbe andato, ed era meglio averlo fatto prima, quando Sam non era ancora del tutto invischiato.
 
Sam era un altro problema in effetti.
Continuava a pretendere di volerlo chiamare quasi tutti i giorni, continuava a chiedere di lui e continuava ad aspettarlo, convinto che alla fine di tutti i suoi impegni lavorativi si sarebbe fatto vivo.
 
“ha detto che potevo chiamarlo quando volevo ed io voglio chiamarlo ora!”
“sta lavorando Sam, lo chiameremo domani, okay?”
“perché non possiamo provarci ora?” insisteva lui,
“devi capire che non può sempre avere del tempo per te, Sam. Lo chiameremo domani. Non si discute”
“tanto mi ha promesso che sarebbe venuto a trovarmi presto”
 
In effetti quel presto era arrivato, ma tardi.
Un mese non è tanto da quantificare ma può essere abbastanza per trovare nuovi appigli a cui aggrappare una vita intera.
 
E mentre Darren percorreva i red carpet insieme alla sua –di nuovo- fidanzata Mia, Nicole aveva avuto una seconda e poi una terza cena con Robert.
 
Cene che si erano trasformate in veri appuntamenti seguiti da baci sulla porta di casa prima e baci in casa poi.
 
Poco più di trenta giorni non sono tanti, ma Nicole non aveva mai quantificato i giorni per dare importanza alle sensazioni e ai sentimenti provati.
E la settimana di quattro anni prima ne era la prova.
Solo che c’era poco da quantificare lì.
La relazione con Robert, non era quello che aveva sempre sognato, però lui le dava quella stabilità e quella sicurezza che aveva sempre cercato e mai trovato se non in una sua nonna Sophie.
E poi c’erano i suoi due figli che per quanto fossero più grandi di Sam, gli facevano comunque compagnia.
 
Non era tanto, ma era quel poco che era riuscita ad ottenere e andava bene così.
Robert era sempre gentile, pieno di mille attenzioni e affascinante.. e Nicole era consapevole del fatto che il problema non era lui, ma lei.
Lei che non poteva fare a meno di pensare a quegli occhi d’ambra troppo lontani.
Lei che ad ogni carezza di Robert ne ricordava tre di Darren.
Lei che ricordava quel bacio rubato solo un mese prima e non riusciva a pentirsene.
Lei che moriva dalla voglia di sentirlo e non lo chiamava perché era tutto un casino.
 
Era un casino e doveva solo lasciar andare e andare avanti.
 
Ma poi quel presto, seppur tardi era arrivato sul serio e Darren era di nuovo lì.
Da lei, da loro.
 
Era una sera, tutti erano in veranda, Sam giocava con la sua barchetta e Nicole e Robert chiacchieravano tranquilli quando Sam vide scendere Darren dall’auto e gli corse incontro come se non lo vedesse da una vita.
Forse Robert smise di parlare o forse Nicole aveva completamente dimenticato la sua presenza quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui.
Nicole guardava Darren, Robert guardava lei.
Darren salì le scale con Sam sulle spalle, “ehm ciao” disse improvvisamente poco spavaldo, poggiando a terra il piccolo, “ciao Darren” rispose Nicole,
“piacere di rivederti” rispose in modo brusco Robert, che intanto anche se Nicole non gli aveva raccontato l’intera e ingarbugliata storia, lui sospettava qualcosa.
“forse, avrei dovuto chiamare, mi dispiace del disturbo..” mormorò lui, soffermando lo sguardo sul bicchiere di vino che Robert aveva fra le mani, Nicole seguì il suo sguardo e poi proseguì fino a guardare il viso di Rob.
“nessun disturbo” disse l’architetto posando il bicchiere e alzandosi, “si è fatto tardi ed io devo andare.. ti chiamo domani, okay?” così dicendo l’uomo si abbassò a baciare lei sulle labbra e sorrise quando sentì la protesta di Sam, “bleah che schifo!” esclamò, come sempre quando vedeva Robert fare il romantico con la madre,
“mettiti qualcosa di comodo domani.. okay?” poi si avvicinò a Sam, “e tu fa’ il bravo. Domani ci divertiremo” il ricciolino storse il naso e gli fece la linguaccia, “io sono sempre bravo Robert!”
L’architetto se ne andò, dopo un ultimo saluto a Darren che era rimasto pietrificato alla fine di quelle scale ad osservare la scena.
Vedere le sue labbra prese da un altro gli lasciò l’amaro in bocca. E si maledisse per essere stato così stupido da non essere stato lì, con lei, per un mese intero.
Come se quei quasi quattro anni di lontananza forzata non fossero stati abbastanza.
Perché sì, doveva ammetterlo almeno a sé stesso: Nicole gli era mancata quel mese come in quei tre anni.. ed era da stupidi, lo sapeva.
“non volevo mandarlo via..” disse quando l’auto si fu allontanata,
“non l’hai mandato via” disse lei di rimando,
“beh comunque ero venuto per portarvi questi..” tirò fuori dal taschino della sua camicia a quadri due biglietti, “li avevo promessi a Sam, sono i biglietti per lo spettacolo degli starkid” il piccolo, non lasciò nemmeno fargli finire la frase che gli saltò in grembo entusiasta, “oh grazie allora.. e quando sarebbe lo spettacolo?” chiese Nicole accettando i biglietti che gli stava porgendo lui, “domani sera.. alle otto” Sam non stava più nella pelle dalla contentezza,
“ma Sam! Ricordi che domani dobbiamo andare con Robert in barca?” gli ricordò la madre,
“non voglio andarci, ho paura!” Nicole alzò gli occhi al cielo,
“non è vero Sam! Sono io quella che ha paura, tu sei quello che voleva andarci! Ricordi? Poi ci sono anche Lisa e Tom!” il ricciolino mise il muso,
“non mi piace giocare con loro. Dicono che sono piccolo! Voglio vedere gli starkid!” Darren cercò di convincerlo che ormai aveva un altro impegno e che li avrebbe visti un’altra volta, ma fu irremovibile.
“okay, andremo allo spettacolo. È inutile convincere te, quando nemmeno io avevo voglia di andarci” disse la madre alzandosi, “meglio se lo chiamo per dirglielo” sbuffò già sapendo che Robert ne avrebbe fatto una storia.
“torno subito” disse chiudendosi la porta alle spalle.
La chiamata durò poco, Nicole gli promise che sarebbero andati domenica prossima, Robert fece storie, ma Nicole non aveva voglia di litigare, non che con Robert lo facesse spesso, lei era molto accondiscendente di solito con lui, “Rob davvero mi dispiace, ma Darren glielo aveva promesso prima che decidessimo per la barca. E Sam non vuole rinunciare.” Si scusò ancora, “ehi Rob sai che ci tenevo davvero a venire con te e Lisa e Tom.. volevo vederti all’opera col timone e tutto quanto” stava mentendo, ma almeno funzionava.
“buonanotte Robert” lo salutò così prima di riattaccare, per poi prendere un profondo respiro e tornare fuori,
“spero che non abbia fatto storie” disse Darren vedendola uscire,
“niente che non potevo gestire” sorrise riaccomodandosi a sedere, lui si accomodò di fianco a lei, sulla panchina.
“beh allora alla fine ce l’ha fatta..” Nicole non aveva capito a cosa si riferisse e lo guardò in maniera così.. enigmatica, “Robert, alla fine è riuscito a conquistarti” sorrise forzato lui e lei fece spallucce, “non saprei.. credo che ci stiamo frequentando.. è presto per etichettare questa cosa tra noi” disse e poi aggiunse, “anche Mia è riuscita a riconquistarti eh?” fu la volta di lui di fare spallucce,
“credo di si, ci stiamo riprovando.. avevi ragione, sai.. quel giorno.. le voglio bene” solo ora che l’aveva rivista, con un altro per giunta, aveva davvero capito quanto fosse stato sbagliato tornare da Mia.
E che sì, l’affetto c’era.. infondo avevano passato una vita insieme, erano cresciuti insieme e lei lo aveva aiutato quando non tutti erano disposti a farlo, ma in quel momento, seduto su quella panchina di fianco a Nicole, aveva capito quanto era ipocrita spacciare per amore quell’affetto che sentiva per Mia.
 
 Si lasciarono accompagnare dal vento leggero e dal cielo blu di Los Angeles, parlando di tutto e niente, senza toccare quello che più gli stava a cuore, cercando di mettere da parte quell’imbarazzo che il tempo, la distanza, i sentimenti repressi, e la bugia portava a galla.
 
Ed erano momenti come quelli, in cui Sam si addormentava sulle gambe di Darren, mentre gli intonava qualche canzone della Disney che Nicole, non riusciva più a trovare una ragione per continuare a portarsi dietro quell’enorme balla che era diventata la sua vita.
 
Ma era tutto un casino e andare avanti per la propria strada si faceva sempre più difficile.
 
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“Sam! Smettila ti tirarmi!” Nicole era davvero spazientita, Sam non le dava un minuto di tregua,
“è tardi!” protestava lui contrariato,
“tranquillo! Darren ci ha dato dei biglietti speciali. Non abbiamo bisogno di fare la fila, anche se arriviamo tardi, tu starai davanti!” il piccolo sbuffò,
 “ma io non voglio fare tardi!” Nicole si truccò il più velocemente che poteva, controllò che tutte le finestre e porte fossero chiuse e corse fuori con la speranza che il taxi sarebbe arrivato presto.
 
Nonostante le proteste e le lamentele di Sam, alla fine erano arrivati anche con largo anticipo in quel piccolo teatro dove si sarebbe tenuto lo spettacolo.
E mentre la folla si dimenava come impazzita per accaparrarsi i posti migliori, Nicole e Sam si sistemarono in prima fila, grazie ai biglietti di Darren.
 
La calma di Sam non durò molto però, perché quando una ragazza sbucò da dietro le quinte il piccolo cominciò a fare mille moine per farsi vedere e salutarla,
 “Sam, non ti allontanare..”  si lamentò Nicole quando il figlio saltò giù dalla sedia per correre incontro alla ragazza, che a quanto pareva doveva essere Lauren, la quale –le aveva raccontato Darren- aveva una cotta per Sam,
“ehi Ron!” urlò Sami, quando vide comparire di fianco a Lauren un ragazzo alto almeno il doppio di lei “Sam! Nicole! Venite qui dietro!” com’era possibile che quel Ron conoscesse il suo nome?
Non ebbe neanche il tempo di formulare quel pensiero, che fu trascinata da Sam dietro le quinte del palco.
 
Salutavano e abbracciavano Sami come se fosse la loro mascotte e lui non disdegnava nessuna delle parole dolci a lui rivolto, come se quello che avesse di fronte Nicole fosse il bambino di qualcun altro.. quasi non lo riconosceva più.
Quando, tra i due, era lei quella con problemi ad interagire?
 
“oh il piccolo Dare! Come stai?”  ecco perché sentiva che andare lì non sarebbe stata una buona idea, pensò lei alzando gli occhi al cielo “tu sei Nicole! Finalmente ci conosciamo!” il misterioso Ron si presentò invece come Joey, svelando il segreto di come lui sapesse il suo nome, era l’amico di Darren che lo aiutò a dimenticare, “è un piacere conoscerti Joey!” esclamò Nicole stringendogli la mano, e dopo di lui, si presentò a tutti gli altri, “ma Darren dov’è?” chiese Meredith, “mi ha mandato un messaggio.. ha detto che stava aspettando Mia” rispose Joey mentre trafficava con la sua tracolla alla ricerca di qualcosa, “quella ragazza..” Lauren non riuscì a finire la frase che la vide apparire dietro di lei, “scusatemi. È colpa mia!” la ragazza si scusò portandosi al seguito Darren e la sua chitarra, “non siamo così in ritardo!” disse Dare ancora col respiro affannato, “oh voi siete qua!” disse poi, dopo un attimo di sbandamento, trovandosi Nicole e Sam proprio davanti a lui e poi riprendendosi subito scompigliò i capelli di Sam, “ehi sapete che da grande Sam vuole essere uno starkid?” Darren spiattellò in giro per prenderlo un po’ in giro, “oh eccola! Trovata!” Joey si sedette per terra di fronte a Sami, “non c’è bisogno che diventi grande.. con questa spilla io ti consacro uno STARKID!” Joey gli appuntò la spilla sulla sua maglia e ritornò in piedi,  iniziando un altro giro di abbracci e risate con protagonista Sam, a cui partecipò volentieri anche Mia.
 
“tu devi essere Nicole. Io sono Mia, è un piacere conoscerti” non sembrava astiosa, ne antipatica, aveva un gran sorriso gentile, “piacere mio, Mia.” Nicole non sapeva bene cosa fare o cosa dire, così si limitò a sorridere.
“tra un po’ si inizia.. ma non è ancora venuta Dianna?” chiese Darren guardando fuori, verso il pubblico, “qualcuno mi ha chiamato?” la dolce Quinn di Glee era arrivata tutta trafelata con un sorriso smagliante, “oh! Eccoti! Pensavo non venissi più!” Darren l’abbracciò, la salutarono tutti, anche Sam.
“oh ma io mi ricordo di te. Tu sei il piccolo Darren! Che ci fai qui?!” Nicole alzò gli occhi al cielo per l’ennesima volta, stufa di quel nomignolo,
“io credo che Sam abbia una faccia troppo intelligente per somigliare a Darren” a quella battuta di Joey, Nicole non potette che amarlo, mentre scatenò in tutti gli altri risate,
 “fra cinque minuti si inizia” avvisò un tecnico.
 
“oh ma allora noi andiamo a sederci fuori. In bocca al lupo ragazzi” Dianna aveva incluso nel discorso anche Nicole e Sam, “Mia tu non vieni?” chiese poi rivolta alla ragazza comodamente seduta su una cassa, “no, mi piace stare a guardarli da dietro le quinte” Dianna annuì e prese per mano Sam, “ti siedi di fianco a me?” chiese lei al piccolo che annuì entusiasta.
 
Non si erano salutati e non si erano nemmeno guardati.
Semplicemente era stato più facile per loro evitarsi e basta.
E per quanto Nicole non avrebbe voluto pensarci, faceva male.
Era così dunque, erano alla frutta, senza neanche aver ordinato il primo, ed era solo colpa sua, ovvio.
e niente, riusciva a convincerla che fosse meglio così.. anche la presenza di Mia non riusciva a cancellarle dalla testa il fatto che era così che dovevano andare le cose.
 
Per tutto lo spettacolo Sam fu preso dai ragazzi, mentre Nicole e Dianna avevano intrapreso un’ interessante conversazione, per quanto Nicole riuscisse a staccare gli cocchi da Darren e concentrarsi su parole.
 
Parole che l’altra non sembrava infastidita a ripetere più volte.
Si erano ritrovate a parlare di come era strana la fama di lei, del suo nuovo film, del cast di glee, soffermandosi di più su Darren dato che era il loro amico in comune, per spostarsi poi sulla vita di Nicole, che per ovvi motivi era restia a raccontare, ma Dianna sembrava capirlo e accettarlo.
Riuscirono alla fine a parlare di tutto e niente, provando comunque a conoscersi.. Nicole scoprì che era facile prendere a genio Dianna,
“mi piace guardarti nello show di Mary, perché sei lì che lavori senza interessarti delle telecamere che ti riprendono eppure ne esce fuori sempre una gran bella puntata. Mi è piaciuto un sacco quella torta che avete realizzato per quell’eccentrico addio al nubilato, ho riso come una matta quando stavi modellando quel pompiere mezzo nudo ed hai detto guardando il camera-man e non la telecamera: se mi vedesse la nonna ora direbbe di smetterla di giocare con i finti uomini e di mettermi a cercarne uno vero, in carne ed ossa!” Nicole nemmeno se lo ricordava, “oddio, sono pessima, dimentico che Nick, riprende qualsiasi cosa!”
Di tanto in tanto Sam le riportava all’attenzione, soprattutto quando al centro c’era Darren o Lauren.
“sono sempre più bravi..” disse Dianna quando lo spettacolo fu finito, “voi venite a salutarli?” chiese poi rivolta a Nicole che guardò l’orologio pronta a dire di no, ma Sam la precedette, “si voglio salutare Darren!” e neanche a dirlo, che per la seconda volta quella sera, fu trascinata dal figlio dietro le quinte del teatro.
Stava seriamente cominciando a pensare che avrebbe dovuto avere più una volontà di ferro col figlio.
 
Tutti stavano festeggiando lo spettacolo che era riuscito benissimo, Darren sembrava pura adrenalina che correva per il poco spazio e Mia nemmeno gli stava dietro, non ci riusciva.. quindi tanto valeva restarsene seduta lì dove Nicole l’aveva lasciata prima dello spettacolo.
“Oh Mio Dio ragazzi.. siete stati fenomenali!” esclamò Dianna abbracciando chi le passava davanti, “ehi Dianna, voi venite a festeggiare con noi?” Joey guardava anche Nicole, e quindi lei si sentì tirata in causa,
“oh io non posso.. tra un po’ Sam crollerà dal sonno.. anzi ora è meglio se andiamo.. con tutta questa gente trovare un taxi libero sarà un’impresa!” Nicole spinse il figlio a salutare tutti,
“vi accompagno io.. non c’è bisogno di aspettare un taxi.. andiamo.. prendo le mie co-” Nicole non lasciò nemmeno che Darren finisse la frase,
“non c’è bisogno. Tu va’ pure a festeggiare.. grazie comunque”l’altro  stava per replicare quando s’intromise Dianna, “li accompagno io, visto che festeggiare con voi significa fare mattino ed io non posso.. domani ho un impegno” Dianna prese Sam per mano, “ti va se ti accompagno io a casa?” lui scosse la testa, ancora un po’ intimidito dai modi di fare di Dianna.
 
 
 
Le chiacchiere delle due continuarono anche una volta arrivate a casa e messo a letto Sam, che si era addormentato, stanco morto, in auto.
 
Portarono avanti i loro discorsi davanti ad un caffè, senza accorgersi dell’ora tarda.
Nicole le spiegò del suo progetto, del fatto che aveva dovuto abbandonarlo per un po’, della green card e di tutto quello che la stanchezza mischiata con il caffè forte le faceva dire.
Si era persino ritrovata a parlare di Arezzo, di come aveva conosciuto Darren e di come avevano deciso di chiudere quella piccola piacevole storia.
 
Il fatto era che Nicole non aveva un’amica da troppo tempo, e sua nonna non poteva essere considerata tale, c’era Jane sì, ma anche con lei non era mai riuscita sul serio a considerarla una buona confidente.
Era una buona vicina ed era stata gentilissima ad offrirsi per tenere Sam tutti i giorni, ma non era comunque riuscita ad aprire il cuore di Nicole, come invece aveva fatto Dianna con i suoi dolci modi di fare.
 
In tutto quel casino, avere una persona- amica, con cui parlare, anche di frivolezze era un toccasana.
 
 “io tra un mese devo partire per l’Italia.. un paesino vicino Salerno.. lo conosci?” domandò Dianna e Nicole strabuzzò gli occhi,
“scherzi? Io abitavo vicino Salerno.. ci andrai per il Giffoni, giusto?” lei annuì,
“sono davvero emozionata, non sono mai stata in Italia” Nicole sorrise,
“oh ti piacerà, te lo assicuro. Magari anche io e Sam potremmo partire, è da un po’ che non vede suo nonno.. e poi dovrei comunque tornare in Italia dato che i miei documenti non sono ancora del tutto in regola.. quindi..” Dianna sembrò entusiasta, “partiamo insieme! Così mi aiuterai con il posto! Dai!” Nicole fece spallucce un po’ titubante,
“beh non saprei.. dovrei parlarne con Mary, ma mi farebbe piacere tornare a casa..”disse,
“parla con Mary e poi fammi sapere..”
 Dianna guardò l’orologio e si accorse che era davvero tardi, “guarda un po’.. anche noi stiamo facendo mattino.. meglio se vado.”
Si scambiarono i rispettivi numeri di telefono e si salutarono con la promessa di farsi sentire per le novità sul viaggio.
***********
 
Darren aveva una costante nella vita da qualche mese a quella parte.
Nicole e Sam erano per lui come una calamita, ed era assurdo perché più cercava di non pensarci, più si sentiva attratto da loro, come una forza magnetica.
Aveva provato a non farsi vedere per un po’, per il bene di Mia anche, ma soprattutto per il suo.
Lui che non riusciva a capire perché ogni volta che pensava a Nicole con un altro, con quel Robert, gli si attanagliava qualcosa nello stomaco.
Lui che non sapeva perché sentiva questo strana forma di legame con Sam. Gli erano sempre piaciuti i bambini, dato che lui era uno di loro un po’ cresciuto, eppure per quella piccola peste sentiva un senso di protezione e attaccamento che non riusciva a spiegarsi.
 
Ed era un casino, perché alla fine, ogni sua prova di resistenza falliva quando si ritrovava a bussare fuori dalla porta di Nicole e mai una volta però li aveva trovati da soli.
Come se il destino o chi per esso volesse dirgli qualcosa che lui non voleva ascoltare.
Il fatto che Dianna fosse diventata in così poco tempo una presenza abitudinaria nel piccolo appartamento di Nicole e quindi nella sua vita, un po’ gli faceva storcere il naso dall’invidia, perché lui non poteva, perché vedeva nell’atteggiamento di Nicole che lei non voleva.
Ma anche quello non lo faceva desistere ad andare da loro.
Gli mancavano, era quello il vero problema. Dopo giorni che non li vedeva, sentiva la loro mancanza come invece avrebbe dovuto sentire la mancanza della sua ragazza a kilometri di distanza da lui.
Ma non era così, ed era un casino.
Un casino a cui lui non riusciva a rinunciare, neanche quando a casa loro, invece di Dianna ci trovava Robert e l’atmosfera non era mai delle più rosee.
Però in quelle occasioni Nicole non lo aveva mai fatto sentire fuori posto, anzi, sembrava prendere una boccata d’aria quando lo vedeva entrare, abbracciare Sam e salutare lei.
 
Nicole sarebbe sempre stata il suo più grande rompicapo.
Un attimo prima lo trattava con distacco e sempre con qualche remora, come se avesse paura di dire o fare qualcosa di troppo, un attimo dopo si appisolava sulla sua spalla mentre Sam guardava la tv e Dianna stava raccontando qualche aneddoto della sua vita.
Un attimo prima neanche riusciva a guardarlo negli occhi senza far scorgere un ombra d’incertezza e l’attimo dopo lei e Sam stavano giocando a parrucchieri con i suoi capelli.
 
Intanto il tempo passava ancora e Dianna era diventata un’amica così fidata per Nicole, che quando le chiese di parlarle della sua storia con Robert, lei non potè fare altro che dirle la verità.
E fu proprio grazie a Dianna che riuscì a prendere la decisione più giusta per lei e Sam e lasciar perdere quella relazione che non aveva niente di rassicurante.
Era stata monotona prima ancora di cominciarla e non aveva sentito niente durante tutto il tempo che erano riusciti a ritagliarsi da soli.
Non che ne erano stati tanti, questo perché era proprio lei che non voleva che lo fossero, ecco.
“Beh Nicole, se non ti piace, se non ti trasmette niente devi lasciarlo. Non è vero che hai bisogno della sicurezza che ti dà.. fino ad ora c’eri solo tu e hai fatto un ottimo lavoro, non solo con Sam. Ma guardati.. cavolo!” Nicole sorseggiava il caffè pensierosa pensando davvero alle parole di Dianna,
“non lo so. È comunque il mio architetto.. ed è l’unico che ha lavorato per me senza vedere anche una briciola di un quattrino.” Dianna alzò gli occhi al cielo,
“non puoi starci insieme solo per paura di perderlo come architetto.. e poi non credo sia un uomo stupido, continuerà a lavorare per te! Nicole, se sai che questa storia non porterà a niente.. perché continuare? Così lo illudi.. ed è sbagliato” Nicole sapeva che la sua amica aveva ragione.
Lo sapeva anche quando prese il coraggio a quattro mani e si fece avanti con Robert.
Non aveva mai lasciato nessuno prima e quindi non sapeva di preciso come comportarsi. Gli chiese di seguirla sul portico, mentre Sam giocava dentro con la sua chitarra.
Cominciò il discorso cercando di spiegargli che le cose non andavano ma che la colpa non era di nessuno, forse non era il momento o forse semplicemente non erano fatti per stare insieme.
“Robert sei davvero carino con me, ma non riesco a provare quello che si dovrebbe provare per una persona con cui vuoi stare. Quando stiamo insieme non sento niente, ed è inutile continuare, finirei solo con l’illuderti..” Robert sembrava essere confuso, continuava ad aprire la bocca senza però riuscire a spiccicare parola.
“Nicole tu mi stai lasciando..” mormorò poi, ma non era una domanda, sembrava più che altro che avesse tirato le somme, dopo l’intero discorso. “Spero che resteremo buoni amici.. e ho sempre bisogno di te come mio architetto” Nicole aveva detto quelle parole nella maniera più ingenua possibile, ma Robert s’infuriò, “buoni amici, io e te non siamo mai stati amici. e cosa significa ho bisogno di te come mio architetto? È per questo che sei stata con me per tutto questo tempo? Volevi tenerti stretta l’architetto! Ecco cosa volevi da me! Oddio.. ed io che perdevo tempo dietro ad una ragazzina problematica come te! assurdo!” non riusciva a stare fermo ed ogni volta che si avvicinava a lei, Nicole arretrava di qualche passo un po’ preoccupata, “ma no, Robert.. cosa dici..” cercò di dire ma lui la bloccò, “non fare quel visino con me! Avevi deciso di pagarmi diversamente per i miei lavori eh? Ecco perché sei stata alle mie avance! Ma che schifo! Ma ora mi paghi! Devi pagarmi tutto!” Nicole spalancò gli occhi dalla sorpresa, quello che le stava dicendo Robert era completamente fuori luogo, “non essere ridicolo Robert! Certo che ti pago. Non era mia intenzione approfittarne così di te!” lui finse di fare dei conti, “sono tre incontri, più la progettazione. Mi devi 1200 dollari, ladra!” Nicole non poteva credere alle sue orecchie, “Robert, so quanto ti devo. E te li darò.. ma evita di usare certi termini” cercava di farlo calmare, suo figlio era praticamente aggrappato alla finestra che osservava la situazione e non voleva che finisse male.
“certi termini? Dici LADRA?” urlò come per farsi sentire da tutto il vicinato, “smettila di urlare o chiamo la polizia. Giuro..” lui sorrise amaro,
“già chiamiamo la polizia, così potrò dire che un’extracomunitaria italiana non vuol pagarmi quello che mi spetta.. e che era intenzionata a prostituirsi pur di non pagare..” parlava beffardo e Nicole con le lacrime agli occhi non riuscì a trattenersi, alzò un braccio come per tirargli un ceffone in pieno viso, ma lui bloccò il gesto a mezz’aria e senza lasciarle il braccio le avvicinò il suo viso in modo minaccioso, troppo vicino..
Nicole sentiva il suo respiro sulla sua pelle ma non riusciva muoversi e chissà cosa le avrebbe detto o minacciato se non fosse arrivato Darren.
Saliva le scale tranquillo, con le mani in tasca e stava guardando la scena senza battere ciglio, “perché non le lasci il braccio Robert?” disse guardando l’uomo dritto negli occhi, “oh ecco il tuo amichetto.. restane fuori sono cose che non ti riguardano” Darren si avvicinò tirando Nicole al suo fianco, “che idiota se credi davvero che lei non siano affari miei” disse lui sempre tranquillo, “bene allora visto che lei non vuole pagarmi.. fallo tu” come se il suo orgoglio fosse ripulito con quel denaro, come se ogni problema della fine della loro relazione fosse quel particolare..
Nicole intanto si asciugò le lacrime di nuovo arrabbiata, “non ho mai detto di non volerti pagare Robert! Non ho ora 1200 dollari, ma domani te li darò!” Darren pescò il suo portafogli dalla tasca posteriore dei jeans e prese il libretto degli assegni, “Oddio ma perché non mi credete? Domani andrò a prelevare questi benedetti 1200 dollari! Darren.. posa questo coso!” disse lei,
“hai detto 1200 giusto?” Robert non sapeva se annuire o andarsene con la coda fra le gambe, lui comunque non aspettò nessuna risposta, prese la penna dal taschino della giacca, firmò e strappò la carta dal libretto, “è valida in qualsiasi banca.. ora però sparisci. Altrimenti chiamo io la polizia.. e credimi non ci metterei niente a trovare qualche cavillo storto nella tua impresa da quattro soldi e mandarti in malora.” Robert strappò l’assegnò dalle mani di Darren e senza dire una parola girò sui tacchi e se ne andò.
“Tutto bene Nicole?” chiese lui guardandosi poi attorno e trovando Sam a guardare ancora dalla finestra, la sua mamma era di spalle quindi non aveva visto le lacrime, “meglio rientrare Sam è lì che ci guarda..” disse Darren mettendole una mano sulla spalla.
Una volta dentro, Sam corse ad abbracciare sua madre, “ehi Sam tranquillo.. è tutto okay!” disse lei con fin troppo entusiasmo, poi lo fece sedere sul divano accendendogli la tv, “stanno per iniziare i cartoni” disse andando a prendere qualcosa da bere in frigo per offrirglielo ad un Darren che la guardava confuso, lei però si sentiva in dovere di giustificarsi. Così nascosto il viso nel frigo cominciò a parlare, “lo avrei pagato, davvero. Non volevo di certo imbrogliarlo. E non sono una ladra come ha detto.. te li darò domani” Darren scosse la testa, “tranquilla Nicole, mi dispiace che siate arrivati a tanto. Stai bene?” lei poggiò il succo sul tavolo e fece per sedersi di fianco a Sam sul divano, “mamma cosa significa extraconumitario?” il piccolo nemmeno sapeva dire bene la parola, ma a Nicole le si riempirono di nuovo gli occhi di lacrime e fuggì a nascondersi in camera da letto, mentre sentì Darren fermare Sam a seguirla. “vieni te lo spiego io” disse il ragazzo prendendo il piccolo in braccio.
Nicole era arrabbiata e ferita, come era possibile che Robert potesse essere stato così cattivo? Di sicuro quelle parole non se le meritava, affatto.
E come poteva, poi, spiegare certe cose a suo figlio? Non poteva. Non voleva.
Piangeva ancora, quando Darren bussò alla porta della sua camera, “posso entrare?” disse facendo capolino con la testa in camera,
“ormai ci sei” disse lei di spalle alla porta asciugandosi le lacrime,
“Sam sta guardando i cartoni” disse lui sedendosi di fianco a lei e porgendole il fazzoletto che aveva portato con sé dalla cucina,
“perché ho dovuto spiegare a Sam quella parola?” lei fece spallucce,
“perché Robert continuava ad urlare che fossi una ladra e per farlo smettere gli ho detto che avrei chiamato la polizia.. ma ha replicato dicendomi che se l’avessi chiamata lui le avrebbe detto che sono un extracomunitaria che non voleva pagarlo con i soldi e che volevo prostituirmi..e..” Darren bloccò lì il discorso, indignato, “forse avrei dovuto essere più impulsivo e mollargli un pugno in faccia a quell’imbecille!” fortunatamente Nicole sorrise, “meglio così.. ti saresti fatto male!” Darren alzò gli occhi al cielo, “sono piccolo e veloce. Credimi, lo avrei steso in un attimo!” le poggiò il bracciò sulle spalle e l’attirò a sé ancora sorridendo, “dai dimenticati tutta questa storia, tanto sono sicuro che non si farà più vedere.. e andiamo a guardare la tv con Sam”
 
Non durò molto il tempo della televisione perché Sam, proprio come la mamma era irrequieto, non aveva ancora capito cosa fosse successo esattamente, ma aveva comunque capito che c’era stato qualcosa di grosso che aveva sconvolto la madre.
“perché non andiamo a giocare in giardino? Fa caldo e ci sono le stelle” disse Darren che davvero non sapeva più come fare per togliere dalla testa dei due, strani e brutti pensieri,
“credo sia tardi” mormorò Nicole guardando l’orologio appeso al muro, “io credo che non importa” rispose Darren sicuro, afferrando una coperta dal divano, qualche gioco di Sam e facendo cenno ai due di seguirlo, perché non avrebbe accettato un no come risposta.
 
E forse non era l’ideale sdraiarsi sull’erba umida, lasciare che il vento fresco della sera gli scompigliasse i capelli e respirare lo stesso respiro di Darren, ma solo lì, in quel momento sotto quel cielo pieno di stelle, Nicole era riuscita a far smettere la sua testa di pulsare e alle parole di Robert rimbombargli dentro.
 
Non avevano detto molto, in realtà prima che Sam si addormentasse sulla pancia di Darren, mentre guardavano le stelle alla ricerca di qualche buffo disegno, non avevano parlato affatto.
Solo dopo che Darren si era offerto di mettere il piccolo a letto e di prendere un’altra coperta per loro e lo aveva fatto, era tornato a sdraiarsi di fianco a lei con tutta l’intenzione di parlare di tutto quello che non avevano detto in quei mesi così strani e paradossalmente distanti.
“non hai più detto perché eri venuto qui, stasera” aveva iniziato Nicole continuando a guardare le stelle, trovando conforto dal calore del corpo di lui, dalla coperta leggera che li copriva entrambi e dal buio che nascondeva molte cose,
“non avevo un reale motivo, ad essere sincero.. volevo solo stare un po’ con te e Sam” rispose lui, intrecciando le sue dita con quelle di lei, sotto la coperta.. gioendo un po’ quando l’altra non la scostò via,
“Darren? Come vanno le cose con Mia?”
“non vanno. Non ci ho neanche provato sul serio.. è stata lei però a finirla.. io non ne avrei avuto il coraggio, come sempre. È stata importante, ma non era lei quella giusta”
“mi dispiace” rispose lei stringendo di più la presa delle loro mani,
“a me no.. era così che doveva andare. le vorrò sempre bene”
Stettero in silenzio per un po’, facendosi bastare quello che avevano, quello che per un motivo e per un altro potevano avere sotto la luce della luna.
“Nicole?”
“mh?”
“com’è che tu e quel Robert siete arrivati a tanto?”
“non era quello giusto.. era così che doveva andare”
“non pensare neanche per un attimo che quello che ti di ha detto sia vero. Non sei un’approfittatrice.. non sei niente di quello che ha detto lui. io lo so, tutti lo sanno”
“grazie” lei sorrise e si accoccolò un po’ di più al suo fianco respirando il suo profumo che sapeva di menta e muschio e Darren.
Semplicemente Darren.
“Nicole? Voglio aiutarti”
“l’hai già fatto stasera” sussurrò lei, alzando lo sguardo di nuovo al cielo, quando Darren si sistemò su di un fianco con una mano a reggergli la testa per guardarla meglio,
“no. Intendo che voglio aiutarti per farti restare insieme a Sam, qui.. con me”
“non me ne sto andando Darren”
“non sapevo che il tuo visto fosse temporaneo”
“è difficile avere una green card se non passa qualche anno ed io riesco a sistemarmi”
“posso aiutarti”
“no, non puoi” disse convinta lei, lasciando la mano di lui e facendo per alzarsi, ma lui la tirò giù di nuovo, le mise un braccio intorno alle spalle e tornarono a guardare le stelle,
“ne hai parlato con Mary?” chiese dopo un po’, non resistendo all’impulso di sapere
“Darren?!”
“okay, come non detto. Parliamo d’altro”
“o non parliamo affatto” propose Nicole sbuffando,
“non riesco a non parlare, lo sai”
“il tuo è un problema serio” lo rimbeccò e Darren sorrise annuendo,
“lo so, me lo dicono in molti”
 
“posso cantare, almeno?” domandò lui dopo un po’ cominciando già a muovere il piede con il motivetto che aveva in testa,
“se proprio devi”
“non devo, possiamo anche solo parlare”
“canta, ma cerca di farlo a bassa voce, la gente vuole dormire”
 
Hey Jude, don't make it bad,
Take a sad song and make it better.
Remember to let her into your heart,
Then you can start to make it better.
 
E sarebbe stato sempre così con Darren, quando lei lo aspettava a sinistra, sarebbe spuntato a destra.
Perché in quel momento Nicole era pronta per sentire qualche ridicola e adorabile canzone degli stakid e invece stava intonando con tutta la naturalezza del mondo Hey Jude dei Beatles e sembrava davvero che volesse dirle qualcosa.
 
And any time you feel the pain,
Hey Jude, refrain,
Don't carry the world upon your shoulders.
 
Era come se in quel momento gli stesse dicendo che non era sola, che poteva appoggiarsi a lui, che non doveva portare ogni peso solo sulle sue spalle.
Ed era troppo per continuare ad ascoltare senza farsi male ed era troppo poco per allontanarsi e perdere quel contatto.
Non poteva, Nicole.. non ci riusciva a lasciarlo andare, anche se doveva, anche se sapeva che tutti i nodi prima o poi sarebbero venuti al pettine.. e tutto quello che non avrebbe fatto altro che male.
Male da morire, ma era umana.. fatta di carne ed ossa troppo deboli per resistere e desistere a tutto quello che Darren era, allora non poté fare altro che stringersi a lui, intrecciare la sua mano con quella di lui, un po’ più forte e farsi bastare quello fino a quando avrebbe potuto.
Avrebbe voluto che il tempo si fermasse in quell’istante.. non per sempre ma almeno per un po’, come se fossero ancora sotto il cielo dell’Italia, quando tutto era semplice e senza complicazioni.
Hey Jude, don't let me down,
You have found her, now go and get her.
Remember to let her into your heart,
Then you can start to make it better.
 
Ora le stava dicendo guardandola di sottecchi, che sarebbe stato lui la sua canzone, che avrebbe potuto rendere tutto migliore, insieme, come un testo con la melodia giusta.
 
Sarebbe stato bello, se tutto quello fosse durato il tempo di una notte.
Almeno una notte.
Una notte in cui avrebbero potuto lasciare fuori tutto quello che volevano e tenersi stretti quello che invece cercavano.
 
“si sta facendo tardi” mormorò Darren lasciando la canzone a metà,
“non andartene” sussurrò lei, senza pensarci.
Loro soli dentro una bolla e tutto il mondo fuori.
 
“andiamo a dormire” biascicò alzandosi lei, senza lasciare la mano di lui e trascinandolo dentro, senza badare alle coperte sull’erba umida.
 
Ci avrebbe pensato domani.
Tutto domani.

 


Beh anno nuovo aggiornamento nuovo.
In realtà è un po' tutto nuovo.
Alla fine ho deciso di cancellare tutto e riscriverla da capo, perchè i contenuti mi piaccino, ma non come erano raccolti.. e visto che fare modifiche mi richiedeva più tempo del previsto e non riuscivo mai ad essere soddisfatta sul serio, ho deciso di riscriverla nel mio nuovo modo di scrivere.. La storia non avrà grossi cambiamenti dato che seguirò lo stesso filo logico con cui l'ho iniziata.. 
Spero che apprezziate e che mi scusiate per il mio enorme e continuo ritardo.
Buon anno nuovo a tutti e grazie a chi ancora crede in questa storia e a chi solo ora gli stia dando una possibilità.

Alla prossima.
;)

 
  
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