Anime & Manga > Lupin III
Ricorda la storia  |      
Autore: Fujikofran    07/01/2014    4 recensioni
Anche da Lupin e co. si festeggia il Natale, in salsa un po' bizzarra.
Questa storia ha appena partecipato a un contest natalizio 2013 dedicato a Lupin e co. Brano da ascoltare durante la lettura: "Sleigh ride" delle Ronettes
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII, Jigen Daisuke, Koichi Zenigata, Lupin III
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Roma, dicembre 1977

-Lupin III, sei morto…bang!-

Arsene Lupin III, il ladro più famoso del mondo, teneva puntata la sua Walther P38 contro l’immagine di sé riflessa nello specchio del bagno e poi finse di sparare.  Rimase per un attimo immobile, con aria beffarda, poggiò la pistola sul lavandino e iniziò a farsi la barba, stando attento a non rovinare le sue basette, a cui teneva tantissimo, fin da quando se l’era fatte crescere la prima volta, da adolescente. Dopo aver sciacquato e messo via il rasoio, si guardò nuovamente allo specchio, iniziò a fare boccacce e infine scoppiò a ridere come un matto. Il sorriso, la risata contagiosa, l’ironia erano gli elementi chiave per affrontare la sua vita di criminale recidivo e impenitente, un’esistenza non facile, la sua, senza la possibilità di mettere radici e di compiere gesti quotidiani in tutta serenità. Lupin, che era in boxer e non si era ancora vestito, smise poi di ridere, guardando la profonda cicatrice che aveva all’altezza della spalla sinistra. Durante l’ultimo grande colpo attuato con la sua banda era stato ferito piuttosto gravemente e aveva rischiato la vita. Quanto era brutta, quella cicatrice! Peggio di quelle sparse sul corpo del suo amico Daisuke Jigen. E, quando cambiava il meteo, quanto gli faceva male quella spalla che portava i segni di un’arma da fuoco!
Andò in cucina, per prepararsi un caffè. Non aveva ancora fatto colazione e, mentre aspettava che la caffettiera sbuffasse, si accese una delle sue amatissime sigarette Gitanes e si preparò un panino con la marmellata. La radio aveva appena smesso di trasmettere il notiziario e la musica ritornò a farla da padrona. Lupin non poté fare a meno di improvvisare un balletto, dinoccolato come sempre. Non appena addentò il panino e sorseggiò il suo caffè, sentì bussare alla porta. Afferrò febbrilmente la sua pistola ed ebbe un tremendo batticuore quando sentì bussare con più energia. Poteva essere chiunque: dei criminali che volevano ucciderlo, la polizia oppure... un venditore porta a porta di enciclopedie.

-E dai, aprimi!-

Era Jigen, che non era diventato un venditore porta a porta. I due si salutarono con un abbraccio vigoroso nonché caloroso.

-Pensavo fossi l’Uomo Nero- disse Lupin, ridendo.

-Sempre ad accogliermi in mutande, eh! Come stai, ladruncolo?- gli domandò Jigen, accendendosi una Pall Mall e togliendosi il suo immancabile cappello.

-Come sto? Affamato! Devo fare ancora colazione-

Jigen si adagiò sul divano e, con fare rilassato, buttò fuori il fumo della sigaretta.

-Perché mi hai cercato?- chiese poi il pistolero.

-Non ho cercato solo te, ma anche Goemon e Fujiko. L’ho fatto perché volevo vedervi: ho qualche ideuzza per un nuovo colpo spettacolare- rispose Lupin, mentre gustava finalmente la sua colazione.

-Uhm, vacci piano. L’ultimo “colpo spettacolare” ti è quasi costato la vita. E poi è accaduto un anno fa. Accidenti, non ci vediamo da allora! Ma perché ci stai radunando qui, a Roma? Non stavi a Parigi?-

-Oui! Ho scelto Roma, perché ero stufo di star a Parigi e poi è al centro del mondo, quindi facilmente raggiungibile da te, che stai negli Usa, da Goemon, che sta in Giappone e da Fujiko, che sta...oddio, dove sta Fujiko?-

-Ah, non chiederlo a me, non mi interessa sapere dove stia quella mina vagante-

-Non dire così della mia piccola e dolce Fujiko-

-Ancora con questa storia? Quella non ti pensa minimamente!-

Poco dopo, Lupin andò in bagno a lavarsi i denti, Jigen lo seguì, accendendosi un’altra sigaretta.

-Piuttosto, Arsene, parlami del colpo che vorresti fare…ma proprio qui, a Roma?-

-Come sei frettoloso! Vi sto radunando perché, prima di tutto, vorrei festeggiare il Natale con voi, mancano solo due giorni, e poi…del colpo ti parlerò quando ci saranno anche Goemon e Fujiko. Comunque, non è niente di speciale-

Poco dopo, Jigen si addormentò sul divano del soggiorno, stanco per il jet lag. Lupin spense la radio, si sedette a osservare per un attimo il suo amico e sorrise nel vedere che stava dormendo come un bambino. Si accese poi una sigaretta, prese un block notes, una penna e cercò di buttare giù delle idee per il nuovo colpo, ma in quel momento non riuscì a scrivere nulla, solo a comporre dei disegnini, mentre era pensieroso.

Dopo aver pranzato, i due uomini si sedettero sul divano e Lupin accese il televisore.
–Dai, spegni, chiacchierano soltanto!- affermò Jigen, seccato.
Così Lupin accese la radio e cercò di rilassarsi, sfogliando un settimanale preso a caso dal cestino delle riviste, accanto al divano. Il suo amico, invece, aveva di nuovo sonno e andò a coricarsi a letto. A metà pomeriggio si sentì bussare alla porta: erano Goemon e Fujiko, che quasi saltò addosso a Lupin, abbracciandolo.

-Fujiko, cherie, finalmente, amoreeee! Ehi, Goemon, come va la vita?-

-Per il momento non posso lamentarmi, grazie- rispose il giovane, che poi guardò Fujiko con un mezzo sorriso. La donna, poi, cercò Jigen, per salutarlo e, quando lo vide addormentato sul letto, gli si avvicinò, facendogli una carezza sul viso e chiedendo a Lupin se stesse bene.

-Eh eh, tranquilla, sta benissimo, solo che il fuso orario… lo ha fuso! È arrivato stamattina e non riesce a smettere di dormire. Andiamo in soggiorno, così lo lasciamo stare ancora un po’ tra le calde braccia di Morfeo- rispose il ladro, sottovoce.

-Ah, non parlarci di fuso orario, siamo fusi anche noi!- ironizzò Fujiko, mentre si spostava con gli altri due uomini in soggiorno.

-Come mai siete insieme?- domandò Lupin, con aria curiosa –Avete fatto lo stesso viaggio?-
Fujiko e Goemon si guardarono, come se l’uno volesse autorizzare l’altro a dire qualcosa.

-Sì, abbiamo fatto il viaggio insieme. Io dovevo partire, perché tu ci avevi convocati – parlò Goemon, timidamente- poi ho sentito Fujiko e l’ho raggiunta-

-E dove?- domandò Lupin.

-Goemon voleva dire che io ho raggiunto lui in Giappone, dalla Polinesia, dove ero per fare una brevissima vacanza- intervenne Fujiko.

-La Polinesia? Ma co…-

-Sì, sì, la Polinesia- insistette Fujiko, dando una gomitata a Goemon, che lì per lì non era stato capace di assecondare una probabile menzogna della donna.

-Ok ok, ho capito, eravate insieme. Non dovete darmi spiegazioni – affermò Lupin con malcelata aria di dissenso -l’importante è che voi siate qui per festeggiare il Natale insieme, dopo un anno senza vederci, e che possiamo pensare a un nuovo colpo da mettere a segno proprio in questa magnifica città-

-Hai già qualche idea?- domandò Goemon, seduto a gambe incrociate sul divano, mentre giocherellava con la corda dei suoi larghi pantaloni.

-Ci sto pensando…Fujiko, dove stai andando?-

-In bagno!-

Non appena fece ingresso in bagno, la donna si trovò davanti Jigen in boxer e con un asciugamano su una spalla. Lì per lì lei si imbarazzò, poi gli buttò le braccia al collo, per salutarlo.

-Daisuke, tesoro, come stai?-

-Sto per entrare nella doccia. Dai, sbrigati in bagno, che ho freddo-

L’aveva salutata in maniera poco raffinata, Jigen, ma le aveva abbozzato un sorriso ammiccante, che la fece arrossire.

Finalmente erano tutti insieme, per organizzare il Natale e, soprattutto, per riprendere a “lavorare” insieme. Un anno era stato lunghissimo, per loro quattro.
 
La mattina successiva, Fujiko si svegliò infreddolita e con le membra intorpidite: aveva dormito sul divano del soggiorno e il plaid che la copriva le era caduto per terra. Ma non aveva ragioni per lamentarsi, era stata una sua scelta, per non dormire in una delle due camere. Non voleva stare con nessuno dei tre uomini, per non creare malintesi e gelosie. Inoltre, le faceva anche male la testa. Poco dopo, la raggiunse Goemon, che si accorse del suo malessere e si preoccupò.

-Forse hai bisogno di un po’ d’aria – le disse- Dai, ti porto a fare colazione fuori. Ti va?-

-Oh, si, grazie. Come sei caro…-

Come segno di riconoscenza, Goemon le accarezzò i capelli e il viso. Poi prese un foglietto di carta e scrisse un messaggio per Lupin e Jigen, per dir loro che sarebbe uscito con Fujiko.  

Pochi istanti dopo, si alzò Jigen e, una volta in cucina per prepararsi un caffè, trovò il biglietto lasciato da Goemon, lo lesse e, istintivamente, lo accartocciò, dopo
aver provato un moto di risentimento, un po’ perché gli dispiaceva che Fujiko non considerasse, più di tanto, un Lupin innamorato di lei, un po’ perché…non sapeva spiegarselo, ma probabilmente la donna non gli era poi così indifferente, nonostante la sopportasse poco. A Lupin, che dormiva ancora placidamente, il messaggio di Goemon lo avrebbe riferito a voce. Finito di bere il caffè, Jigen uscì sul balcone, si accese una sigaretta e si appoggiò al parapetto con lo sguardo rivolto verso i tetti di Roma, che erano un tutt’uno con il cielo di un azzurro intenso e poco natalizio.  Se ci rifletteva, si rendeva conto di non essere affatto dispiaciuto di trascorrere il Natale nella Città Eterna, a cui era sempre stato affezionato, da quando c’era stato la prima volta con una sua vecchia fiamma italiana, una delle tante donne della sua vita. Era così immerso nei suoi pensieri e in bei ricordi che, quando si sentì dare una pacca sulla spalla da Lupin, gli venne quasi un colpo.

-Bonjour, mon amie! Contempliamo il panorama insieme?- si sentì poi dire il pistolero.

-Se proprio ti va…Guarda che Fujiko e Goemon sono usciti per fare colazione-

Alla notizia, Lupin rimase in silenzio e anche lui si appoggiò al parapetto del balcone.

-Potevano aspettare a uscire, così avrei dato loro la lista della spesa, altrimenti stasera che mangiamo? – disse poi – Ho intenzione di preparare una deliziosa cenetta della Vigilia. Ho già in mente che cosa vorrei cucinare, anche se il tutto dipende dal grado di acidità di Goemon-

-Eh? Che cosa intendi dire?-

-Che dipende dall’insofferenza che lui potrebbe mostrare se gli parlo del probabile menù. Ormai lo sai che fa sempre storie quando si tratta di mangiare cibo non giapponese-

-Già, che noia…potrebbe adeguarsi, ogni  tanto. Giriamo tutto il mondo e ogni volta è sempre un problema fargli ingurgitare qualcosa di diverso. Non stare a preoccuparti, al massimo noi ceniamo e lui ci guarda, mettendosi poi a meditare. Comunque, alla fine, non sprecare troppe energie: Natale è un giorno come un altro-

-Hai ragione, però spendiamocelo bene, questo giorno. Allora, vado a preparare la lista della spesa, ma prima…aspetta un attimo…-

-Fai pure-

Lupin tornò sul balcone con una polaroid in mano e invitò Jigen a farsi una foto con lui. In quel momento rientrarono Goemon e Fujiko, che furono invitati a partecipare a un singolare “servizio fotografico”. La foto più simpatica, che Fujiko scattò ai tre uomini e nella quale Jigen faceva il segno della vittoria e Lupin il gesto delle corna sulla testa di Goemon, finì attaccata alla credenza della cucina.
Tornati in soggiorno, Lupin prese carta e penna e iniziò a comporre la lista della spesa.

-Che ne dite se per stasera il menù prevede un fritto misto stile tempura (così Goemon si mette l’anima in pace), scaloppe al vino bianco, dolci tipici natalizi di vario tipo e fiumi di champagne francese portato da me? Mentre per il pranzo ideale di domani il menu potrebbe essere composto da tagliolini in brodo, abbacchio con patate al forno, dolci e…prosecuzione di trip alcolico. Che ne dite? Goemon, sappi che i tagliolini in brodo ti ricorderanno un po’ i ramen, così puoi stare tranquillo-
Gli altri tre erano d’accordo e Lupin ebbe un piano per velocizzare la fase degli acquisti.

-Ritengo importante dividerci i compiti: Jigen e io andremo a comprare i dolci, dato che sappiamo quali sono, Goemon andrà al supermercato e Fujiko dal macellaio che, non resistendo alla sua bellezza, le venderà il migliore agnello, hihihihh!-

-Così, se il macellaio è un uomo interessante, magari scapperà con lui e non potremo mangiare il secondo- ironizzò Jigen.

-Sciocco…sei solo invidioso, perché tu in pasticceria troverai sicuramente una signora anziana a servirti- rispose contrariata Fujiko.

-Anche le anziane possono avere il loro fascino- le tenne testa il pistolero.

-D’accordo, ora smettetela- li interruppe Lupin –Il capitolo “Che cosa mangeremo tra la Vigilia e il Natale” mi pare terminato. Ora è il momento di parlare dei regali che potremo farci-

-Caro, io sono quasi al verde- affermò Fujiko – al massimo posso darvi un bacio ciascuno. Non un bacetto casto, si intende-

-E chi lo vuole?- la punzecchiò Jigen, facendole l’occhiolino, mentre Goemon arrossì vistosamente.

-Fujiko, a me darai qualcosa in più, vero? – domandò Lupin, mentre la donna lo fulminava con lo sguardo –Io comunque non parlavo dei regalini da mettere sotto l’albero, che neanche abbiamo. Mi riferisco a questo delizioso posticino, grazie al quale potremmo regalarci quello che vogliamo-
Mentre pronunciava l’ultima frase, Lupin mostrò una foto, nella quale c’era una storica gioielleria di Via Condotti. Nel soggiorno regnò il silenzio. Jigen, sdraiato sul divano, si tolse il cappello dagli occhi, Goemon sollevò lo sguardo e a Fujiko, che aveva preso in mano la foto, brillarono gli occhi.

-Allora, ragazzi? Oggi pomeriggio progetteremo per benino il colpo, lo so che il tempo è poco, ma ho già in mente un piano-
Gli altri tre sembravano d’accordo.
 
Quando la sera fece capolino nella casa, le varie spese erano state fatte e il colpo era stato preparato. Non restava altro da fare che mettersi ai fornelli e anche lì Lupin pensò che fosse opportuno dividere i compiti: Goemon avrebbe cucinato la frittura mista in stile tempura, Jigen le scaloppe al vino bianco e Fujiko avrebbe apparecchiato la tavola, date le sue scarse qualità di cuoca.

-E tu?- domandò Jigen a Lupin –Ci starai a guardare?-

-Io laverò piatti e bicchieri, a fine serata. Vi sembra poco?-

Perfetto. Si erano messi d’accordo anche su come disporre di quella serata e, non appena si misero a tavola davanti a tutto il ben di Dio che avevano preparato, tutti e quattro si sentivano rilassati nonché pronti a gustare le portate. Per un attimo regnò il silenzio, che fu poi interrotto da Lupin, che voleva che ognuno di loro raccontasse qualche aneddoto natalizio dei tempi in cui non si conoscevano ancora.

-Bene, inizio io –disse Fujiko, dopo aver piluccato un gamberetto dalla sua porzione di frittura mista –Avevo vent’anni, già ero una ladra “professionista” e mi trovavo a Londra. La notte di Natale ero talmente ubriaca che rubai delle decorazioni di un grande albero di Natale vicino a Piccadilly Circus. Rischiai di essere presa a ombrellate da un gruppo di anziane signore che mi videro compiere quel gesto bizzarro-

-Io, invece – intervenne Goemon -ricordo con affetto un viaggio che avevo fatto con mio padre proprio sotto il periodo natalizio. Avevo tredici anni e mi trovavo a Vienna. Una sera passeggiavamo per strada e d’un tratto una ragazzina, che poteva essere mia coetanea, mi si avvicinò, approfittando del fatto che mio padre stesse guardando una vetrina. Ricordo che mi sorrise e poi mi regalò un pupazzetto a forma di Babbo Natale. Rimasi colpito da quel gesto e ci pensai per tutta la notte senza chiudere occhio-

-E bravo Goemon, già facevi stragi di cuori tra le adolescenti- lo prese in giro Lupin.

-Già…Peccato che mio padre mi costrinse a buttare quel pupazzetto, con mio sommo dolore. Ho anche pianto per diversi giorni, di nascosto da lui. La mia infanzia è stata dura, per via dell’educazione severa che ho ricevuto-

-Beh, per lo meno tu hai ricevuto un’educazione, io nemmeno quella- affermò Jigen – Però anche io ho un ricordo bello legato al Natale. Ero bambino e, si sa, da noi, negli Usa, hanno l’usanza di organizzare dei cori che si esibiscono in canti natalizi davanti alle case. Pochi giorni prima della vigilia mi ritrovai a osservare un gruppo di bambini che, in uno spiazzo davanti a una chiesa, stava facendo delle prove. Il giovane che era con loro si accorse di me e mi propose di far parte di quel coro. Fu una vigilia bellissima e indimenticabile, per me che ero un bambino povero e sbandato. Poi, crescendo, mi sono reso conto che le feste non sono un gran che, sono giorni come tanti, almeno per chi, come me, è cresciuto in mezzo a una certa malavita americana-

-Ok, Daisuke, ma ora non ci pensiamo più e facciamo un brindisi– ironizzò Lupin –Prima, però, tocca a me raccontarvi il mio aneddoto natalizio. Ero a New York, era l’anno prima di conoscere Jigen, che avrà capito di cosa sto parlando, dato che una volta glielo avevo raccontato. Insomma, mi trovavo in un centro commerciale, perché avevo intenzione di rubare un gioiello appartenuto a Jackie Kennedy. Era esposto lì per un evento speciale e mi introdussi in quel luogo, fingendo di essere uno di quei giovani che distribuiscono le caramelle vestiti da Babbo Natale. Il colpo andò perfettamente, ma fui arrestato e lo sapete perché? Perché, mentre scappavo, mi caddero i pantaloni e ci inciampai sopra, finendo a terra. La polizia mi bloccò e non ci fu bisogno di scomodare l’ispettore Zenigata, per mettermi le manette. Quel Natale per me non è stato un giorno come un altro, ma un giorno iellato!-

-Ti perdi sempre in un bicchiere d’acqua, tu- disse Jigen, mentre si accingeva a versare dell’altro vino nei calici.

-In quel caso mi ero perso nei pantaloni!- affermò Lupin, ridendo e alzando il calice colmo di vino- Alla salute, ragazzi! Cin cin!-

Il brindisi fu il gesto che annunciò l’arrivo dei dolci a tavola e, in quel momento, tornò a regnare il silenzio, salvo che per il rumore dello sgorgare del vino dalle bottiglie. A fine serata, i quattro erano più o meno ubriachi, Lupin salì sul tavolo indossando un cappello da Babbo Natale, iniziò a improvvisare uno striptease e, nel giro di poco, rimase in boxer. Jigen e Fujiko gli infilarono banconote da mille lire nei boxer, Goemon fu incitato a fare la stessa cosa e accettò di lanciare monetine. Anche Jigen decise di seguire le orme di Lupin e, salito sul tavolo anche lui, rimase in mutande, che minacciò di tirarsele giù. Lupin lo bloccò, abbracciandolo, e i due improvvisarono un balletto, tenendosi sottobraccio. Goemon e Fujiko iniziarono a baciarsi sul divano. Poi, quando stavano per recarsi in camera da letto, si sentì suonare il campanello e Goemon andò ad aprire la porta, trovandosi davanti un tizio vestito da Babbo Natale, ma dall’aspetto dimesso. Probabilmente era un mendicante. Fujiko, non appena lo vide, lo invitò a entrare.

-Poverino, diamogli qualche spiccio- disse, infatti, la donna.

-Ehi, ecco Babbo Natale in persona – urlò Lupin –vieni a far festa con noi!-

-Dove hai lasciato le renne, eh?- domandò Jigen, ridendo.

L’uomo non parlava, ma stava con la mano protesa, pronto a ricevere l’elemosina.

-Mi sa che le renne gli hanno mangiato la lingua!- intervenne Lupin –oppure è rimasto senza parole per averci visto in queste condizioni. Ci hai portato i regalini, caro Babbo Natale?-

Il Babbo Natale silenzioso sembrò tirar fuori qualcosa dalla tasca destra della sua abbondante giacca rosso fuoco.

-Sì, ti ho portato un regalo, Lupin…queste!- disse poi l’uomo –Ti piacciono? Belle, nuove e luccicanti…Sei in arresto!-

Il Babbo Natale era Zenigata e i regali le manette, che, con un lancio preciso, riuscirono ad agganciare i polsi di Lupin.

-Zaza! Ma come, non ci fai gli auguri?-

-Certo, io gli auguri li faccio così, ai farabutti come te-

Non appena Jigen e Goemon cercarono di intervenire, la casa si riempì di poliziotti. I quattro non avevano scampo.

-Avete finito di fare i pagliacci, ora verrete con noi-

Lupin, che fu aiutato a rivestirsi, guardò in silenzio Jigen, che, ancora ubriaco, faticava a rimettersi gli abiti in maniera corretta. Mentre Zenigata elogiava se stesso per aver catturato i quattro ladri, questi ultimi si guardarono tra loro con aria di chi la sapeva lunga. La festa era stata bruscamente interrotta, ma di sicuro le galere romane non li avrebbero “ospitati” per lungo tempo.
  

   https://www.youtube.com/watch?list=PL-m5kL-HEfO7Q80ewJW4Gl-JeV2aw-1Q_&v=Co7ZGOjGV4A
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lupin III / Vai alla pagina dell'autore: Fujikofran