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Autore: _ChaMa_    07/01/2014    1 recensioni
Ero sempre stata una ragazza semplice, piena di sogni. Dopo la morte di mia madre, avevo deciso di andare alla ricerca di mio padre: troppo grande per comportarsi come un ragazzino e troppo immaturo per fare l'uomo. Poi qualcosa è cambiato. Lui è cambiato.
Anche se vivevo in un mondo di bugie, non avevo mai perso la speranza. Quella stessa speranza che mi aveva portato a Mystic Falls.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tyler Lockwood, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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≈≈ PRONTA ≈≈


 
Per una volta ero contento che Stef mi avesse convinto a partecipare ad una di quelle feste da liceali.
<< Allora Arrow... >> dissi a Stef << Qual'è la prossima mossa? >>
Mio fratello mi lanciò un'occhiata e riportò l'attenzione sulla festa: il Grill era stato addobbato a dovere e perfino i camerieri si confondevano tra la gente. Individuai subito Matt, travestito da poliziotto che con la sua uniforme nera stava servendo un paio di drink a due ragazza molto carine.
Feci vagare lo sguardo, chiedendomi se anche Melissa sarebbe venuta. Da quando l'avevo trovata nei boschi quella notte c'era sempre una parte di me che pensava a lei. Naturalmente, non nel senso romantico del termine ma mi ritrovavo spesso a chiedermi cosa stesse facendo – se si fosse cacciata nei guai ancora – o se mi avesse perdonato. Non che mi interessasse davvero, la mia era solo curiosità.
<< Visto qualcuno di interessante? >> chiesi a Stefan
Lui scosse la testa e inghiottì il liquido marrone che galleggiava nel bicchiere. Era ovvio che cercasse Elena; anche io lo avrei fatto se non avessi avuto il pensiero della Piccola Fiammiferaia che mi ronzava per la testa.
<< Ah eccovi qui! >> esclamò una voce alle nostre spalle
<< Ciao Caroline... >> salutò Stefan << Stai benissimo >>
Barbie si finse sorpresa da quel complimento, ma sapeva bene di essere bellissima. Anche se la trovavo estremamente irritante c'era una cosa di Caroline Forbes che ammiravo: la sua sincerità; il modo schietto e diretto con cui ti colpiva.
<< Damon. Sul serio? >> disse poi voltandosi verso di me
<< Cosa? >>
<< Con tutti i costumi che ci sono al mondo, tu decidi di travestirti da vampiro? >>
Sorrisi sornione e la squadrai da capo a piedi << Tu sei vestita da Cenerentola >> le feci notare << Non cogli il sottile strato di ironia nel mio costume? >>
Lei assottigliò lo sguardo << Si; sei fin troppo realistico >>
Rimanemmo a discutere ancora per qualche minuto, mentre Stefan ci guardava spostando la testa come se stesse seguendo una partita di tennis. Poi qualcuno riuscì ad interrompere la nostra amabile conversazione.
<< Che avete da bisticciare voi due? >>
Tutti e tre ci voltammo verso Elena, meravigliosa nel suo abito medioevale, accompagnata da Bonnie e Jeremy.
<< Niente di importante... >> chiarì subito io
Caroline alzò le spalle e mi fece una boccaccia, poi prese Bonnie per mano e lamentandosi di me la trascinò in mezzo alla pista.
<< Se vuoi avere una possibilità con Bon, ti conviene starle appiccicato prima che Caroline le trovi qualcuno... >> ridacchiò Elena, ma il piccolo Gilbert – vestito da marinaio - non se lo fece ripetere due volte e corse dietro alla sua Cleopatra.
Riportai lo sguardo su Elena, che con gli occhi bassi aspettava che io o Stef dicessimo qualcosa per rompere quel silenzio imbarazzante. Solitamente ero io quello che evitava situazione del genere, ma quella sera proprio non riuscivo. Sentivo che qualsiasi cosa avessi fatto o detto non sarebbe finita come speravo.
<< Sei bellissima >> le disse Stefan; io avevo semplicemente bisogno di bere.

 
*

Mi avvicinai velocemente al bancone sperando che tutti quegli adolescenti con gli ormoni impazziti non facessero niente di stupido. La mia sera era già stata rovinata. Solitamente avere Elena accanto non faceva altro che migliorare il mio umore, adesso era il contrario. Forse, era perché continuavo a ripetermi che in fondo era ancora innamorata di Stef.
<< Posso portarti qualcosa? >> mi chiese una barista; credo. Non riuscivo a vederla in faccia. Indossava un vestito dell'antica Grecia: lunga tonica bianca, e un velo bordeaux che le copriva parzialmente le spalle.
<< Bourbon >> dissi, guardandomi intorno
<< Oh, Damon >> esclamò la barista << Sei tu >>
Mi voltai di nuovo verso la barista e mi accorsi che sotto quella cascata d'ebano c'era Melissa.
<< Deduco che tu sia felice di vedermi? >>
Dal suo tono di voce, era piuttosto chiaro che non era particolarmente di vedermi, o di dovermi servire qualcosa da bere.
<< Sono solo sorpresa >> disse << Stefan ha detto che di solito non vieni mai a feste del genere... >>
Alzai le spalle e appoggiai entrambi i gomiti al bancone << Ogni tanto mi piace fare uno strappo alle regole >>
Lei annuì facendo un sorriso tirato e scomparve sotto il bancone. Quando risalì teneva tra le mani la bottiglia del mio alcolico preferito.
<< Tieni >> disse allungandomi il bicchiere
Lo presi, forse un po' troppo in fretta e le nostre mani si sfiorarono. Io alzai subito lo sguardo e la guardai. Il suo volto era come una maschera di sorpresa: aveva gli occhi fissi sulle nostre mani, una accanto all'altra.
Feci per parlare, ma lei fu più rapida; si ritrasse velocemente come se avesse ricevuto una scarica elettrica.
<< Scusa > disse, mi venne da ridere e socchiusi le labbra per cercare di dirle qualcosa. Ma ancora una volta fui battuto sul tempo. Sul bancone, il suo cellulare vibrava velocemente. Allungai lo sguardo per vedere di chi fosse il nome sul display, ma lei non me lo permise. Afferrò il telefono e sparì, verso il magazzino.
Resta fermo a guardarla sparire per qualche secondo, poi decisi che stava succedendo qualcosa. E io volevo assolutamente sapere cosa.
<< L'hai trovato? Dove? >>
Si era nascosta in un angolo del magazzino e teneva il cellulare incollato all'orecchio.
<< Non ho idea di che posto sia; come faccio ad arrivarci? No, non puoi venire tu >>
Si portò una mano sulla fonte e sbuffò, come se stesse cercando di trovare una soluzione a qualcosa.
<< Ok. Tyler dovrebbe essere già arrivato. Non ti preoccupare per me. Sei sicura di poter entrare? >>
Decisi che quello che stavo ascoltando non era abbastanza, così affinai meglio l'udito e riconobbi l'altra voce.
<< Sono già stata invitata >>
Katherine.
<< Sei sicura che funzionerà? >>
Dall'altra parte Katherine ridacchiò << Certo. Questo è il mio piano >>
Vidi Melissa sorridere e chiudere la chiamata. Restò ferma per qualche istante, appoggiandosi ad una parte.
<< Credevo che avessi ricominciato ad odiarla >> le dissi
Quando si accorse di me, sobbalzò per lo spavento e si guardò in giro. Come se nulla fosse.
<< Di cosa stai parlando? >>
<< Katherine >>
<< Credo che tu abbia sentito male >> disse accennando ad un sorriso
<< No, non credo >> le disse avanzando verso di lei << Il mio udito funziona fin troppo bene >>
Alzò le spalle e cercò di andarsene. La bloccai, prendendola per un braccio.
<< Che sta succedendo? >>
<< Lasciami stare, Damon >>
I nostri sguardi s'incrociarono e quello che vidi non mi piaceva per niente. Melissa Lockwood era quel tipo di persona che non riuscirebbe a sopravvivere senza far del bene. Era come Elena. Probabilmente era questo che mi spingeva verso di lei, ma allo stesso tempo mi rendevo conto che davanti a me c'era una ragazza ferita e piena di risentimento. E se era in combutta con Katherine le cose potevano solo peggiorare.
<< Non mentirmi >> l'avvisai
<< Perché? Altrimenti mi morderai ancora? >>
<< Non mettermi alla prova >> le dissi, avvicinando il mio viso al suo. Lei non si spostò.
<< Non ho più paura di te, Damon >>
<< Dovresti >>
Melissa alzò leggermente la testa, per riuscire a fronteggiarmi meglio. Il suo battito cardiaco diminuì improvvisamente e qualche secondo dopo tornò normale.
<< Quello che faccio non sono affari tuoi >> disse riuscendo a liberarsi dalla mia presa
Camminò pochi passi, mentre io restai a domandarmi cosa fosse successo durante quei minuti.
Mi mosse veloce davanti a lei e la ripresi. Questa volta strinsi la presa sul suo polso.
<< Lasciami stare, Damon >> gridò lei << Non mi hai già fatto abbastanza male? >>
Non la lascia del tutto, però allentai la presa
<< Quindi è di questo che si tratta? >>
Tentò di divincolarsi ancora, ma questa volta fui io ad avere la meglio << Non ne voglio parlare >>
<< Non mi importa di ciò che vuoi >>
<< E a me non importa di quello che vuoi tu. Adesso lasciami andare o... >>
<< O che cosa? >> la presi in giro << Sei solo una ragazzina >>
Non so come accadde, ma mi ritrovai improvvisamente steso a terra con il soffitto che girava vorticosamente e un dolore lancinante che mi correva nelle vene.
<< Katherine aveva detto che mi sarebbe stata utile >> disse lei chinandosi su di me facendo ondeggiare una siringa
<< Verbena? >>
<< Mi dispiace, Damon, ma non posso permettere che tu rovini tutto >> si alzò e nascose la siringa in una taschina nascosta del suo abito << Sono stanca di scappare e perdere le persone che amo >>
La guardai andare via, mentre gli occhi mi si appannavano. Stava per succedere una vero casino.


 
*


Katherine mi aspettava seduta nella sua jeep ai margini del bosco. Appena aprii la portiera dell'auto mi ritrovai il suo sguardo addosso.
<< Che c'è? Non ho fatto in tempo a cambiarmi >>
Katherine sorrise e diede gas al motore << Sei sicura di volerlo fare così? >> mi chiese dopo qualche minuto
Io la guardai << Chi sei tu? Che ne hai fatto della terribile vampira manipolatrice Katherine Pierce? >>
Lei ridacchiò << A me non importa niente, ma so che per te è importante >>
<< Sono sicura >> dissi; anche se più ci pensavo meno l'idea mi piaceva << Gli ho lasciato una lettera. Tyler capirà >>
<< Non ne sono così sicura, tesoro >>
Alzai le spalle << È la cosa giusta >>
Me lo ripetevo ogni secondo, ogni minuto e ogni ora. Quella doveva essere la cosa giusta.
Arrivammo sul posto quando mancava poco alla mezzanotte. Katherine era stava brava ed era riuscita a trovare il posto in cui Becky si era nascosta. La nostra – la mia – speranza era quella che Simon si facesse vedere al più presto per poter risolvere la questione ed andarcene. Ma prima dovevo spiegarlo a Lex.
Quella era la parte difficile!
<< Dov'è? >> le chiesi
Katherine scese dalla macchina e mi fece cenno di seguirla.
<< Il bagagliaio? Che c'è..... Oh mio Dio, Kat >>
Aprii di colpo di baule della macchina e vi trovai il mio amico legato e imbavagliato.
Il suo sguardo era furente, ma quando mi vide si rilassò.
<< Come ti è venuta in mente quest'idea? >>
<< Tu hai detto che non dovevo perderlo d'occhio... >>
Le lanciai un'occhiataccia e mi sbrigai a svelare Lex.
<< Melissa >> esclamò << Che diamine sta succedendo? >>
<< Stai bene? >> gli chiesi addolcendo il mio sguardo
Lui con un balzò saltò fuori dalla macchina e io mi accorsi che era nudo. Completamente.
Distolsi imbarazzata lo sguardo, mentre Katherine non ne sembrava affatto disturbata.
<< Mi dispiace... >> dissi togliendomi un velo del vestito, praticamente inutile, e glielo passai.
<< Che dovrei farci? >>
<< Non lo so. Legatelo in vita >>
Lui obbedì; aveva passato più di una settimana trasformato in lupo e la parte selvaggia di lui stava già prendendo il sopravvento.
<< Allora qualcuno mi spiega che succede? >>


 
*


<< Questo sarebbe il tuo piano? >> chiese Lex con riluttanza
<< A dire il vero è il mio piano >> intervenne Katherine
Lex alternò il suo sguardo da Kat e me << Ci sto >>
<< Non sei obbligato a farlo. Non voglio che tu ti senta usato e... >>
<< Simon l'ha uccisa >> m'interruppe << Io voglio vederlo morto >>
<< E poi? Che farai? >> chiesi io << Se il Branco lo scopre, non avrai più un posto dove tornare >>
Lex si alzò e mi abbracciò di scatto << Tu sei il mio Branco >>
Mi strinsi in quell'abbraccio carico di tristezza e malinconia. Lex mi era mancato e sapevo che avrebbe rischiato tutto quello che aveva per i suoi amici o la sua famiglia.
<< Tu sei la mia famiglia >> disse ancora
Katherine si schiarì la voce, interrompendo quel nostro momento di “riappacificazione”.
<< Andrò ovunque andrete >> disse, poi guardò Kat e le allungò una mano << Grazie >>
Kat guardò il mio amico e la sua mano tesa << Ti ho imbavagliato, legato e rinchiuso nel bagagliaio della mia macchina. Nudo. E tu mi ringrazi? >>
Lex ridacchiò << Per esserti presa cura di lei >>
Katherine allungò una mano, con fare scocciato. Anche se cercava di dimostrare in tutti i modi che non gliene importava, la conoscevo abbastanza per dire che si sentiva lusingata.
<< Direi che è ora di andare >> intervenni << Abbiamo una caccia di portare a termine >>
Lasciammo la macchina in uno spiazzo vicino al bosco e ci inoltrammo a passo lento e sicuro. Mi sentivo tranquilla con Lex e Katherine al mio fianco; ma allo stesso tempo avevo la tristezza nel cuore: quella notte avrei lasciato Mystic Falls e con essa anche tutti i suoi abitanti.


 
*


Quando mi risvegliai, sentii voci soffuse pronunciare il mio nome e una mano forte che mi scuoteva una spalla.
<< Damon, svegliati >>
Aprii gli occhi e incontrai quelli profondi e preoccupati di mio fratello.
<< Che è successo? >>
Mi aiutò ad alzarmi, mentre Caroline si assicurava che nessuno entrasse dalla porta.
<< Verbena >> dissi io, prendendo la prima bottiglia sullo scaffale e bagnandomi le labbra
<< Chi è stato? >> chiese Stefan
<< Melissa >> dissi mandando giù, quello che doveva essere, Martini.
<< Che cosa? E perché lo avrebbe fatto? >> chiese Caroline
<< Non lo so >> dissi << Quando l'ho trovata stava parlando con Katherine per telefono e ha detto qualcosa sul rovinargli un piano >>
<< Avverto Tyler >> disse Barbie, aprendo di scatto la porta. Prima che io o Stefan avessimo l'opportunità di dire qualcosa era già sparita.
<< Dobbiamo trovare Bonnie >> dissi io << Forse, può rintracciarla >>
Tornammo nella sala del Grill, ancora piena di gente. Rintracciare la streghetta non fu difficile: era appoggiata al bancone e rideva ad una battuta – sicuramente stupida – di Matt.
<< Abbiamo un problema >> dissi, fingendomi indifferente
<< Che succede? >>
<< Melissa mi ha iniettato della verbena e se l'è svignata >>
<< Che le hai fatto questa volta? >> chiese Matt, per niente stupito dalla mia rivelazione
<< Non si tratta di me, Cop >>
<< Katherine c'entra qualcosa e dobbiamo trovarle in fretta >> intervenne Stefan
Bonnie si alzò e appoggiò il bicchiere al bancone << Cosa facciamo? >> chiese
Io alzai le spalle e guardai Stefan << Tanto per cominciare troviamo Tyler >>
<< Posso fare un incantesimo di localizzazione >> propose Bonnie
<< Bene. Perfetto. Che stiamo aspettando? >> dissi, muovendo la mano come per invitarla ad uscire da quella baraonda. Bonnie lanciò uno sguardo a Matt.
<< Andate >> disse lui << Ci penso io a Jeremy >>
Roteai gli occhi verso il soffitto. Non era quello il momento di pensare a fughe romantiche.
<< Avete provato a chiamarla? >> chiese mentre uscivamo dal Grill
<< No >> disse Stefan, prendendo il cellulare << Ma, sinceramente, non credo che ci risponderebbe. Caroline sta arrivando con Tyler >>
<< A quella ragazza servirebbe proprio un bel collare >> mi ritrovai a riflettere
<< Damon >> mi richiamò Bonnie
La scoccai un'occhiata e le sorrisi sornione. Ero sicuro che trovasse le mie battute divertenti, in fondo; molto in fondo.


 
*


<< Sei sicura che sia questo il posto? >> chiesi a Katherine guardando lo squallido motel davanti a noi
Katherine controllò di nuovo il display sul cellulare << Più che sicura >>
avevamo camminato per circa venti minuti prima di trovare la macchina di Simon abbandonata nel bosco. Controllandola avevamo trovato dei dépliant che raffiguravano un motel appena fuori città. Grazie al tecnologico telefono di Kat avevamo trovato il motel.
Alla reception c'era un ometto basso, grasso e pelato. Kat fece la sua “magia” e lo soggiogò affinché ci dicesse quale era la stanza in cui si nascondevano Simon e Becky.
<< Sicura che non vuoi che entri con te? >> chiese
Scossi la testa e presi la pistola che aveva rubato dalla scorta di Alaric.
<< Sicura >> dissi; non avevo mai impugnato un'arma, ne tanto meno una fatta apposta per uccidere vampiri. Non avevo idea se quei piccoli e appunti proiettili di legno avrebbero fatto qualcosa contro la forza di Simon, ma tanto valeva tentare.
<< Ce la caveremo >> disse Lex, ansioso di avere la sua vendetta
Salimmo le scale con passo lento ma sicuro e ben presto ci ritrovammo davanti a una porta piena di graffi e mal dipinta di verde.
Lex era davanti a me. Restò fermo davanti alla porta per qualche secondo; probabilmente chiedendosi se era davvero quella la cosa giusta da fare.
Io gli sfiorai una spalla e lui parve risvegliarsi da un sogno.
<< Pronta? >> chiese
<< Pronta >>



ANGOLO AUTORE 
Chiedo umilmente perdono per il terribile ritardo...ma sapete com'è con lo studio :)
Ok ragazzi siamo alla fine...preparatevi per il finale, che spero vi piacerà. 
 
  
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