Camminavo veloce, sempre più veloce. Le persone mi passavano accanto, le facce mi sfilavano davanti agli occhi.
I fiocchi di neve cadevano sempre più fitti, dipingendo di bianco i prati del parco, i tetti delle case, e persino il mio modo di sentirmi. Qualcosa mi mancava, sentivo di non conoscermi affatto, mi sentivo bianco. Bianco e stupido. Le lacrime mi scorrevano giù per le guance, indici della mia disperazione, poiché ciò che ero era sparito. Perché mi sentivo così solo? Così abbandonato persino da me stesso?
 “ Matt!” Una voce mi chiamava. “ Matt, aspetta!” Era Jake. Smisi di camminare, e aspettai che mi raggiungesse. Non badò alle mie lacrime, non badò nemmeno al fatto che stessi tremando come una foglia, e solo ora, ripensandoci, mi ricordo che stava tremando pure lui. Mi guardò negli occhi, e malgrado i miei sforzi, non potei fare a meno di immergermi nei suoi, nel modo più completo. Cominciai a tremare sempre più forte.
 “ Matt…” ricominciò nervoso, ammutolendosi subito dopo. I suoi occhi mi confidavano quanto lui in quel momento stesse facendo uno sforzo, quanto stesse soffrendo, quanto stesse esplodendo dentro. E poi parlò.
“Ti amo.”
Il tempo si fermò. I fiocchi smisero di cadere, le persone di camminare verso le loro più svariate mete, e io smisi di respirare. “Ti amo, e non so che altro aggiungere, perché ti amo e basta. Ti amo nel modo più assoluto. Vivo per vedere il tuo sorriso, per osservare ogni tuo minimo movimento, per essere incantato dalla tua esistenza.” Entrambi scossi dai singhiozzi, facemmo un passo avanti. “Ti amo.” Sussurrai, e lui mi baciò. Mi sentii completo in ogni senso, in ogni parte. Era vero, mi ero smarrito, ma proprio in quel momento, ritrovai me stesso, scoprii chi ero, trovai il senso di tutto.