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Autore: selfisher    07/01/2014    9 recensioni
Faith ne era innamorata, parlava solo ed esclusivamente con lui, mangiava solo se lui la pregava di farlo, e dormiva solo se si ritrovava accoccolata nelle sue braccia.
Ma in fondo sapeva che non potesse nascere niente tra loro due, anche se si rifiutava di accettarlo.
Perché tra di loro non poteva nascere qualcosa? Semplice, perché Niall in realtà era soltanto frutto della sua immaginazione.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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_Scrvo questa storia con le migliori intenzioni. Tengo a precisare che è puramente immginaria. Le mie descrizioni non hanno a che vedere con i personaggi narrati. La storia, non è, inoltre, scritta a fini di lucro. Vi prego di non plagiare. Noah loves ya.x _


Dedico questo capitolo ad itsmirii_
Grazie per il banner che hai creato per questa storia.
Ho usato il mio (il mio primo banner,alè), ma sfrutterò anche il tuo, sicuramente.

 



10.


 
«Ti amo, sappilo.» La voce calda e roca di Harry le arrivò come un sussurò all'orecchio.
I ragazzi erano raccolti intorno alla televisione intenti a guardare un orrendo film horror francese. Faith era rimasta accanto al riccio, che, annoiato dal film e, sempre più incuriosito dalla ragazza seduta alla sua destra, aveva deciso di non prestarci più attenzione.
«Insomma, sei la prima ragazza che ha il coraggio di rispondere a quel coglione. Lou è il mio migliore amico, ma non ha sempre bei comportamente. Hai tutta la mia stima! - si scostò i capelli, sorridendole - Ti va di ascoltare un pò di musica?, questo film è tutto tranne che 'Horror'.» Ad un appena riconoscibile accenno del capo da parte di Faith, Harry si alzò silenziosamente correndo di sopra a prendere il telefono.
Niall quella sera le era apparso diverso. Lo aveva osservato appena, troppo distratta dalle chiacchiere di Scarlett, o da qualche domanda di Harry. Era rimasto in silenzio i tre quarti del tempo trascorso, non aveva riso, scherzato e non si era intromesso come da suo solito.
Nell'attesa che Harry tornasse, Faith appuntò nei suoi pensieri la probabile prossima pagina della sua agenda che sarebbe stata imbrattata con le sue parole.
 
Lo chiamiamo amore.
Un sentimento che ci procura allegria, e ci dona la pace.
Si può affermare di 'amare' quando si conosce,
si ammira,
si accetta,
nei pregi e nei difetti.
Si ama per sempre.
Ma si può amare una costante?
Tutto finisce.
L'amore è il primo.
Amore, lo stesso vocabolo risulta orribilmente addolcito e terribilmente cacofonico.
Non si tratta altro che una forte infatuazione, un ossessione.
Non si ama.
Spesso le persone credono di farlo. Magari per ritenersi normali, perchè considerato tale. Perchè ne abbiamo sempre sentito parlare, lo ritroviamo in ogniddove.
Nonostante sia astratto. Eppure, personalmente,
preferirei lo rimanesse.
Solo dopo ci si rende conto che la disperata voglia, l'assurdo desiderio di voler sentirsi apprezzati, di essere comuni ci attanaglia il cervello, ed è esso ad elaborare il tutto.
io non amo, io sono semplicemente un'abitudinaria.
Perchè è in questo che, le maggior parte delle volte, si trosforma
l'infatuazione.



«Ehi!» la richiamò a voce bassa il riccio ponendogli una cuffietta bianca.  
Lei sorrise, portando la cuffia all'orecchio.
All'interno una orribile canzone pop la attanagliava il cervello.
«Non sei  una ragazza di molte parole, da quel che ho capito.» Le sorrise voltandosi verso di lei.
Harry, prese ad osservare il salotto, soffermandosi su Liam.
L'intera serata l'aveva trascorsa silenziosamente, con pochi interventi, e con la mente immersa in chi sa cosa. Harry era a conoscenza che quello non fosse un periodo allegro nella vita dell'amico, e non gli piaceva di certo ritrovarlo in quella situazione.
L'educazione di Harry era basata sulla lealtà e sul rispetto.
I genitori, due pezzi importanti nel mondo degli affari, erano stati, nonostante il lavoro li costringesse a trascorrere i tre quarti delle ore nel loro ufficio, sempre presenti nella vita di Harry.
Il ragazzo sapeva che, se i genitori fossero  venuti a conoscenza della burrascosa vita che stava conducendo il loro tanto amato figlio, ne sarebbero stati umiliati.
Eppure Harry si ritrovava in quella condizione proprio perchè non erano il lusso, la scuola privata, e tanti i amici fasulli il suo prototipo di vita perfetta.
Con i ragazzi aveva trovato dei fratelli, e ne era felice, in parte.
«Sabato hanno invitato me e i ragazzi ad una festa, dicendo di portare altre persone. Ti va di venire con Niall?» Decise di distogliere la sua mente troppo focalizzata sui pensieri, cercando di distrarsi con la ragazza che si trovava al suo fianco.
Dalla faccia della ragazza riuscì a dedurre che fosse rimasta spiazzata dalla sua proposta.
«Tranquilla, non è niente di eccessivo. Non c'è un'eccessivo traffico di droga, al massimo un pò d'erba. Alcool, quello sempre, ma non troppa gente. Dai, ti tengo d'occhio io, prometto che non berrò niente!»  
Gli occhi azzurri della ragazza sembravano indecisi, come se fossero combattuti.
«Ragazzi, tacete. Vorrei capire la fine!» Li riprese Louis.
«Oh andiamo, alla fine si rivela che l'assassino era stato la migliore amica, perchè era innamorata di lei. In realtà lei sognava che fosse qualcun altro ad uccidere tutti, quando era lei.» Sbuffò Harry.
«Grazie, Harold.»
Dalla risposta di Faith in precedenza, Louis si era zittito. Harry, conoscendolo, aveva intuito che il modo in cui la ragazza lo avesse messo a tacere lo aveva indispettito.
Harry, nonostante fosse uno dei suoi più cari amici, non riusciva sempre a comprendere il comportamente di Louis.
A volte si stupiva di come potessero essere amici. Se non fosse entrato a far parte del gruppo, non avrebbe mai fatto amicizia con Louis. Il suo carattere non combaciava per niente con quello del riccio.   
«Mi accompagni a prendere una birra? - Chiese Harry alla ragazza - Non mi va di rimanere qui.» Con uno sguardo di fuoco rivolto a Louis, si diresse in cucina, seguito dalla ragazza e dallo sguardo interdetto di Niall.
Probabilmente non riusciva a capire il perchè Faith ed Harry avessero passato insieme l'intera serata, magari si sentiva minacciato, credendo che il suo piano potesse fallire.
Aprì il frigorifero, entraendo un Ceres, aprendola poi col cavatappi.
Vide Faith per poi ridere. Era rimasta lì, al centro della stanza, con le maniche del maglione, apparentemente di Niall, troppo lunghe ed il viso coperto dai capelli.
«Dai siediti! - le indicò una sedia, mentre lui si sedeva a quella di fianco - Quindi, quanti anni hai?» Chiese Harry per evitare che si formasse quell'imbarazzante silenzio, molto comune in quelle situazioni.
Riusciva a vedere la ragazza sforzarsi, e cercare di rispondere, ma riusciva a capire dal suo sguardo affranto che non ci riusciva. Come mai non riusciva a parlare? Un gesto che, per tutti risultava spontaneo, a lei costava uno sforzo sovraumano.
«Io ne ho diciannove, venti il mese prossimo. - Le venne in contro il riccio - Sei più piccola immagino. - la vide annuire - Sedici. No, troppo piccola. Diciotto. No, troppo grande. Diciassette? - Faith annuì nuovamente - Sono un genio.» Si vantò Harry.
«Sai, sono il più piccolo del gruppo. Il primo che ho conosciuto è stato Niall. Sono tre anni che ci conosciamo. Pochi, ma buoni. So praticamente tutto di quel ragazzo. Ogni singola cosa imbarazzante. Nel caso litigassimo la sua reputazione sarebbe compromessa. - Rise. Vedendo la ragazza interessata decise di continuare - Per esempio: Capodanno 2007. Aveva quattordici anni, e ci provava spudoratamente con mia sorella maggiore. Ricordo che io volevo uscire dopo la mezza notte per festeggiare, ma, dopo aver chiamato a casa di Niall la madre mi aveva risposto che era andato a dormire. Il giorno dopo, andammo tutti alla festa del primo. Mia sorella compresa. Lei, gran bastarda, sapeva che lui le andava dietro, così gli chiese se fosse uscito il trentuno. Niall, per farsi 'grande' rispose di si, soffermandosi su quanto si fosse ubriacato, e su quanto i suoi genitori fossero infuriati quando si era ritirato alle cinque del mattino. Immagina ora la sua faccia dopo che mia sorella gli ha risposto : "Peccato che mio fratello ti aveva chiamato per uscire, i tuoi avevano detto che stavi dormendo."» Harry scoppiò in una fragorosa risata, tenendosi la pancia.
Faith, dopo aver assimilato, prese a ridere anche lei.
La sua risata era rumorosa. Gli occhi diventavano piccoli, e portava le mani sulla bocca mentre si portava leggermente in avanti.
Harry la osservava ridere, felice che fosse stato lui. Da quel che aveva capito, e da quel che le aveva raccontato Niall su questa ragazza, la risata non era all'ordine del giorno per lei.
In quell'istante, forse attratti dalle risate, entrarono anche gli altri ragazzi.
«Harry, dobbiamo parlare!» Affermò battendo le mani Zayn.    
«Faith, vieni dai! lasciamo i maschietti soli!» La voce di Scarlett la richiamò, facendola uscire dalla stanza sotto gli occhi di tutti.





«Che cazzo stai facendo, eh?!» Gli urlò contro Niall poco dopo l'uscita di Faith.
I ragazzi si allarmarono. Non potevano permettersi litigi poco prima dell'attacco, e con due ragazze nella stanza di fianco.
«Non posso parlare con lei?»
«Mandi a puttane tutto!» Si accese una sigaretta Niall imponendosi di stare calmo.
«Niall, tu le hai a stento rivolto la parola. Louis l'ha fatta sentire idiota. Liam stasera non è dell'umore giusto, e Zayn, beh, è Zayn. Ha bisogno di sentirsi integrata! E poi mi è simpatica. Una ragazza che zittisce Louis rientra sicuramente tra le mie grazie. - si passò la lungua tra le labbra esasperato - ora, possiamo, cortesemente, pensare a cosa fare?» Annuirono tutti.
«Bene. - prese parola Zayn - Da quel che ho capito, dovremmo attaccare domani alla festa giusto?» Chiese rivolto ad Harry.
«Esatto. Ciò che credo sia meglio è: Entriamo alla festa, ce la godiamo un paio d'ore, poi, alle due precise attaccheremo. Ho bisogno di Louis in guardia.»
«Oh andiamo, sai che odio fare il palo!» protestò Louis.
«Lo farai. -Sentenziò Harry - Niall, Zayn ed Io attaccheremo, mentre Liam, tu devi dare un'occhiata a Faith e a Scarlett. E' un branco di maiali quello, nel caso qualcuno ci provasse eccessivamente con Faith potremmo perdere tutto ciò che Niall sta facendo. Okay. - Battè le mani - Problemi?»         
Niall non poteva negarlo. Harry come capo era molto organizzato. Come se fosse stato creato per programmare le cose.
«In che consiste l'attacco?» Chiese Zayn.
«Diamoci alla pazza gioia. Mettiamo fuori uso un paio di loro. Dobbiamo lasciare il segno. - rispose con fermezza Niall - So, inoltre, che il loro intento era quello di attaccare noi la mattina dopo, perchè troppo stanchi dalla festa non saremmo stati in grado di difenderci a dovere.» Prese un lungo tiro dalla sua sigaretta.
«Bastardi. - affermò Louis - Ah, Niall, sai come portare la ragazza?»
«Lo chiederò a mia zia.» Detto questo uscì per ritrovarsi in salotto.
Scarlett parlava animamente con un enorme sorriso sul viso, mentre Faith la ascoltava con gli occhi felici.
Gli dispiaque dover intervenire dicendo che si era fatto orario, e che dovevano propio tornare in clinica.    








«Padre.» Zayn entrò in casa, poggiando il gubbino di pelle sull'attaccapanni, salutando ironicamente l'uomo presente sulla porta.
«In tempo per le preghiere.» Lo riprese Yaser trascinandolo.
«Mi dispiace padre, ho di meglio da fare.» Con uno strappò riuscì a liberarsi dalla morsa del padre, correndo su per le scale.
L'uomo, ferito e profondamente deluso, aveva imparato a lasciar passare i comportamente del figlio, facendo in modo che si rovinasse da solo la vita.
Mentre Zayn era intentò a percorrere il suo corridoio per arrivare finalmente alla sua stanza, dei forti rumori di singhiozzi lo distrassero dal suo intento: provenivano dalla stanza di Doniya.
Entrò, senza farsi così tanti scrupoli. Notando la sorella, distrutta sul letto, ormai colmo di lacrime, gli si strinse il cuore
«Donnie, che succede?» Si sedette accanto a lei, accarezzandole i capelli.
Le braccia della sorella gli strinsero il bacino, cominciando a bagnare la sua maglietta.
Doniya, forse incapace di parlare a causa dei singhiozzi, le mostro il suo telefono.
La schermata era incentrata su un messaggio da parte di Louis.
' Scusa Don, non stiamo più insieme. Se vuoi puoi pagarmi però... Lou x'
Zayn si riempì di rabbia e puro odio.
Louis gli aveva promesso che sarebbe rimasto con sua sorella, almeno per un pò, e che lo avrebbe avvisato quanso avrebbe deciso di lasciarla. Eppure, come da copione, Louis doveva costantemente rivelarsi un'insensibile menefreghista, egoista, ed incentrato principalmente su se stesso. Doveva capire che  non era il centro della terra, e che non tutto ruotava in torno a lui.
Strinse i pugni.
«Donnie, guardami. - le alzò il viso con due dita, costringendo la soella ad osservarlo- Sai anche tu che Louis non è altro che un fottuto pezzo di merda. Riuscirò a fartelo dimenticare, okay?» Le sorrise asciugandole le lacrime.
«Grazie Zay.»






«Ho convinto la dottoressa Smith a farci uscire per la festa! - Niall si sedette al tavolo della mensa accanto a Faith, sullo stesso tavolino che ormai erano soliti occupare - Certo, era furiosa perchè ha scoperto che siamo stati fuori tutto il pomeriggio, ma le mie tecniche di persuasione funzionano sempre!»   
La giornata appena trascorsa era passata fin troppo lentamente per i gusti di Niall.
Aveva trascorso il tempo in silenzio, non potendosi mostrare burbero dinanzi a Faith o eccessivamente allegro dinanzi agli altri presenti.
Inoltre, era stato costretto a controllare costantemente Faith, presa in ostaggio da Harry. Il comportamento del ragazzo lo aveva irritato, e non poco. Il modo in cui l'aveva abbracciata per salutarla, le aveva fatto ascoltare una di quelle orrende canzoni di cui lui era tanto innamorato, e l'aveva portata in dispare per parlare da soli.
Niall era consapevole che far si che anche i suoi amici conosccessero Faith, stringendo amicizia, sarebbe stato meglio per lui. In quanto, magari più accettata ed inserita, la ragazza si sarebbe sciolta più facilmente.
Eppure il comportamente di Louis stava quasi per rovinare tutto.
Non si era, personalmente, reso conto, se il suo 'trattarla da problematica' era per puro divertimento o perchè, talmente stupido, era realmente convinto che non riuscisse a distinguere nomi e parole.
Quando l'aveva poi sentita parlare aveva sgranato gli occhi e aveva sorriso impercettibilmente.
La sua voce gli risuonava continuamente nelle orecchie. Inoltre la genialità con cui era stata in grado di zittire Louis, lo avevano stupito.
Niall non aveva più problemi nei confronti di Faith.
Era passata appena una settimana, ma si era reso conto che quella ragazza, pazza, non ci era divenuta a causa sua.
Era semplicemente impaurita dal mondo, perchè troppo crudele. Non si aprima e non prlava, per paura che sarebbe stata punita come l'ultima volta.
Niall non conosceva completamente la storia della ragazza. La zia gli aveva accennato qualcosa su dei genitori uccisi dal un ragazzo.
Con l'apparsa di quel Mike, si era reso conto della frustrazione di Faith. Non aveva mai visto una persona tanto impaurita da ogni cosa, in vita sua.
Ora la guardava addentare una foglia di insalata sotto sua costrinzione, e rifletteva su quanto la vita fosse stata ingiusta con lei.
«Fay. - la richiamò - Sei stata grande con Louis.» Le sorrise intenerito Niall.
La vide sorridere.
L'afferrò con delicatezza per il braccio, trascinandola fuori dalla mensa ridendo.
La faccia di Faith era leggermente perplessa a causa del non sapere dove la stesse conducendo il ragazzo.
Niall aveva avuto un'idea, e ora stava conducendo la ragazza in camera sua per metterla in atto.
«Salteremo il 'raduno' - le disse il ragazzo - Non ho voglia di stare con quella gente.» Roteò gli occhi. Entrando nella camera della ragazza.
Fece sedere Faith sul letto, prendendo a spiegarle la situazione.
«Bene. - battè le mani per richiamare l'attenzione di Faith- Che ne dici di decidere cosa indosserai alla festa?»
Voleva farla sentire normale. Voleva far si che si sentisse come ogni altra comune ragazza prima di una festa. Che fremesse dalla voglia di andare a divertirsi, di scegliere qualcosa di più particolare da indossare, di prepararsi.
 Faith era rimasta immobile, guardando il Niall.
«Fay. - le si avvicinò, inginocchiandosi  terra, in modo di arrivare circa alla sua altezza - Faresti uno sforzo per me? Io ora ti mostrerò degli abiti. Vorrei che tu mi dica 'si' o 'no', e non con un gesto del capo. - portò lo sguardo ai suoi occhi, notando la paura che li attraversava - Ehi, solo se vuoi.»
La ragazza annuì sicura, prendendo un bel sospiro, alzando il volto.
Niall si alzò facendo scricchiolare le ossa delle sue ginocchia. Diretto verso l'armadio della ragazza, prese a frugarci all'interno.
Tanti leggins e maglie bianche. Ma voleva che fosse diversa quella sera. Che si sentisse diversa.
Tirò fuori un paio di pantaloni neri, e li mostrò alla ragazza.
Prese un paio di pantaloni neri, mostrandoli alla ragazza.
Passarono un paio di secondi quando, dopo un lungo respiro, e un forte sforzo della voce, la ragazza aveva sussurrato un flebile 'no'.
Il ragazzo si immerse nuovamente nell'armadio, sorridendo.
Questa volta ne tirò fuori uno shorts di jeans.
Sentì la ragazza, senza neanche pensarci due volte, surrurrare un 'no' più deciso.
«Secondo me sono perferti. Se proprio non vuoi indossare solo questi puoi metterci delle calze sotto, e dei tacchi. Sopra potresti comprare qualche maglietta carina. Ti accompagno al centro commerciale domani, prima della festa!» Euforico gesticolava ancora immerso nell'armadio.
«Niall - un sussurro - Niall.» Questa volte la voce gli arrivò all'orecchio e si girò di scatto.
Il suo cuore prese a battere fortemente, e le guance, probabilmente, erano divenute di un rosso porpora.
Faith aveva appena pronunciato il suo nome, e la sensazione che provava in quel momento era un unione di stranezz e gioia.
Il modo in cui lo aveva pronunciato, con il classico accento, con la voce femminile profonda e piacevole da ascoltare.
«Niall - ripetè la ragazza- no.»
«Converse e mio maglione? - la ragazza annuì- Okay, ma il pantaloncino te lo infilo con la forza.»
La ragazza rise. Il ragazzo fece per uscire dalla stanza per andare a prenderle il maglione quando venne trattenuto dalla mano di lei.
Un brivido lo percosse.
«Grazie, Ni.»


 
*
Con solo una settimana dall'ultimo aggiornamento, eccomi qua.
Per le persone che seguono 'you made my life better', è finalmente in revisione, tornerà presto.
Faith x

 
  
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