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Autore: Eliessa    07/01/2014    4 recensioni
Anna ed Emiliano, due vite ed un solo cammino.
Quello che i due ragazzi non sanno, è che il destino ha riservato per loro una sorpresa.
Riusciranno ad essere più forti di tutto quello che, forse, li sta allontanando?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TI FIDI DI ME?




 
Anna ed Emiliano erano ancora in salone a darsi un bacio sotto gli occhi di nonno Libero che ancora non si era abituato a vedere Anna sotto altri occhi. Per lui era ancora la sua Annuccia, non c’è niente da fare e non riusciva ancora a concepire l’idea che presto poteva anche lei prendere il volo e andare via un giorno da casa Martini, la casa che ha visto crescere generazioni intere.
-Annu… Anna eh eh.-
-Libero! Lasciali stare, non stanno facendo nulla.- disse subito Enrica. Emiliano subito si staccò dalle labbra di Anna per guardarla un attimo fisso negli occhi e subito dopo entrambi rivolsero lo sguardo verso i nonni.
-Dai nonno.- iniziò Anna –Era solo un bacio. Non è che ora per baciarlo ogni volta mi devo chiudere in camera.-
-Si, ma quello era più di un bacio.-
-No, era un bacio, e poi anche se fosse aspettiamo lo stesso un bambino… o una bambina chi lo sa?!-
Disse Anna passandosi una mano su ventre e subito sentì il calore della mano di Emiliano sopra la sua.
-Alla fine cosa importa? L’importante è essere tutti e tre insieme.- disse Emiliano.
-Certo che voi…- disse Libero andando a sedersi sul divano con Enrica. –Certo che voi mi fate emozionare. Io penso che voi siate ancora piccoli, soprattutto la mia Anna e poi vi sento parlare così e di colpo siete già grandi con una famiglia tutta vostra di cui prendervi cura.-
-Benvenuto in casa Martini.- disse Anna voltandosi verso Emiliano. -Sei sopravvissuto al caos della mia famiglia, al pianto di nonno, ora se sopravvivi anche alla storia del povero Carmine, e degli ebrei, puoi considerarti un vero Martini.-
-Ah già, perché tu non lo sai.- continuò Libero.
-No, ti prego!- esclamò Anna.
-E ma se lui non lo sa che…-
-Ecco che inizia.- disse Enrica.
-Ahhhh, ma  almeno a lui posso dire che ho salvato una famiglia di ebrei?-
-Davvero?!- chiese incredulo Emiliano.
-Si Emilià. Vieni che ti racconto e ti faccio vedere anche un pezzo della mia vita che sta in cucina, un ricordo che difenderei a costo della vita. Tu devi sapere che quando ero piccolo lavoravo presso un…- Libero prese Emiliano da un braccio e aiutandolo a camminare arrivarono in cucina.-
-Nonna, la prossima volta ricordami di contare fino a 10 prima di parlare.-
-Sono sicura che dopo questa spiegazione Emiliano non vorrà più sentir parlare di ebrei, Carmine, ferrovie e quanto altro.-
-Eh beh, lo credo anche io.-
-E tu?-
-Io cosa, nonna?-
-Tu come stai?-
-Come sto… potrei dirti di stare bene ma mentirei, e mentirei anche se dicessi di stare male.-
-E’ per Emiliano e tutto quello che è successo?-
-Sì. Io lo so, lo so che Emiliano non mi lascerà mai, che vuole me, nostro figlio, ma io ho paura di perderlo. Sto vivendo con l’ansia di perderlo e… devo anche fare finta che vada tutto bene con lui, ma lo so io la paura che ho quando squilla il telefono, quando bussano alla porta, quando la notte sento qualche rumore strano… ho sempre il terrore che il padre sia qui.-
-Questa è un ossessione Anna e non ti porterà a nulla.-
-Ma io ho paura. Emiliano mi ha raccontato della sua infanzia, del padre, quello che sapete voi è solo una parte della storia. Se Giampiero ha trovato Monica a Londra, potrebbe trovare anche Emiliano qui a Roma e se dovesse trovarlo credo sarebbe la fine.-
-La fine di cosa?-
-Di tutto nonna, di tutto. Il padre di sicuro ha combinato l’ennesimo casino e chi deve aiutarlo? Emiliano. Lui pensa ancora che sia un bambino a cui dice questo si fa e quello no. E intanto Monica e Kate stanno al casale, io ed Emiliano segregati in casa, bella famiglia divisa.
-E come pensate di risolvere questa situazione?-
-Io credo che in fondo non ci sarà mai una soluzione e se c’è facciamo fatica a trovarla.-
-A tutto c’è una soluzione, però ricordati che se hai bisogno tua nonna c’è, qui ci siamo tutti quanti.-
-Eh che non lo so? La famiglia Martini è una famiglia di casini proprio perché nessuno si fa mai i fatti propri.- risero entrambe.
-E il piccolino, o la piccolina invece, come sta?-
-Benone dire. Con mamma sua sta sempre bene.- Dall’angolo che da sulla camera da letto, arriva Lele.
-“Mamma”, solo questa parola sento ultimamente, non sarà che ci sono troppi figli in arrivo? Io inizio a sentirmi vecchio.-
-Perché lo sei.- rispose secca Anna, scherzando.
-Cioè io sarei vecchio?- chiese Lele alla figlia sedendosi accanto a lei.
-Sì. Qualcosa da ridire?-
-Certo, guada qui, dove la trovi un’altra persona come me, cinquantenne ma soprattutto giovane dentro?-
-Eh, per fortuna non se ne trovano in giro.-
-Vedo che hai una grande considerazione per tuo padre.-
-Dai, vieni qui.- disse Anna abbracciando suo padre e dandogli un bacio sulla guancia.
-Emiliano dove sta?-
-E’ in cucina con nonno, gli sta raccontando la storia degli ebrei!-
-A Emiliano?!- disse Lele.
-Eh già, prima o poi doveva succedere anche questo. Dovevo portarlo in clinica per un controllo, ma aspetto che si sorbisca tutta l’emozionante storia di papà.
-Senti Lele, che dici se porti anche Anna per un controllo? Dopo tutto quello che hanno passato, non vorrei che il mio nipotino ne risentisse.-
-Federica questo pomeriggio è di turno, se te la senti perché no… puoi venire anche tu. Anche a me un controllo farebbe stare più tranquillo. Non so se lo hai capito, ma devi stare a riposo.-
-Fosse facile, ma se non tengo a bada io Emiliano chi lo fa?-
-Ecco, di questo problema poi ne parliamo.-
-Anche tu papà? Non avete capito che non esiste il poi? Esiste ora, ora il padre è qui… qui insomma ancora non sappiamo dove sta.-
-Sento qualcosa che vibra.- disse Lele sentendo il cellulare di Anna vibrare sul divano.
-E’ il mio. E’ Sonia. Pronto Sonia dimmi. Cosa?! Come è lì? Ma sei sicura? No, ora avverto Emiliano ma non facciamo nulla e tu torna dentro casa, meno ti vede meglio è. Si lo so, scusa in questa situazione ci sono coinvolte anche persone che non dovrebbero. Si aspetto notizie, grazie bella, ciao.-
-Che succede?- chiesero all’unisono Lele ed Enrica.
-Un gran bel guaio: il padre di Emiliano pare sia da due ore fermo davanti il suo negozio. Lo sta aspettando.- Anna fece un respiro profondo e poi urlò il nome di Emiliano.
-Ehi che succede? Lo sai che non posso correre!-
-Tuo padre è da due ore fermo davanti il negozio, ha appena chiamato Sonia per dirmelo.- disse Anna tenendo ancora il cellulare tra le mani.
-Ora vado lì, lo ammazzo e torno così mettiamo la parola fine e basta.-
-No, tu ora stai qui e la parola fine la metto io a te.- disse Anna.
-Ao, la volete finire che qua mi fate preoccupare e la mitraglia… la mitralica, insomma il cuore scoppia!-
-E che facciamo Anna? Rimaniamo a guardarci in faccia e aspettiamo che vada via? Lo conosco non se ne andrà mai. Potrebbe aspettare anche per ore… per giorni. Io vado.-
-No, tu da solo non vai da nessuna parte hai capito?- disse Anna.
-Bene, allora ci vengo io con te!- esclamò Lele.
-Lele, figlio mio che volete fare?-
-No, non posso permetterlo.- disse Emiliano.-
-Ed io non ti lascio andare da solo.-
-Ok, mi accompagni a patto che rimani a casa di Sonia. Dovesse succedere qualcosa ci vediamo lì.-
-Sempre se avrai il tempo per arrivarci.- disse Anna.
-Ti fidi di me?- chiese Emiliano senza ricevere nessuna risposta. –Ti ho chiesto: ti fidi di me? Ho bisogno di saperlo.-
-Si, mi fido.- rispose Anna con quel poco di voce che aveva. –Mi fido e ti aspettiamo qui.- Disse Anna portando la sua mano e quella di Emiliano al ventre. Intanto dalla porta principale entrarono Marco e Maria con i bambini e subito notaro gli sguardi della famiglia impauriti e preoccupati.
-Che succede?- chiese Maria.
-Andiamo.- disse Lele rivolto ad Emiliano che dopo aver lasciato un bacio sulle labbra di Anna, si precipitò con Lele fuori per raggiungere il negozio.
-Ci dite cosa sta succedendo?- chiese Marco.
-Emiliano sta andando ad incontrare il padre.- disse Enrica.
-Cosa?!- rispose incredulo Marco.
-E noi, ora, possiamo solo aspettare.- disse Anna.
Dopo una decina di minuti Lele ed Emiliano erano arrivati a destinazione, ma si divisero: il primo andò a casa di Sonia, il secondo dal padre.
 
-Sono qui. Dimmi cosa da me e facciamola finita!-
 
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Ed eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo :D
Scusate il ritardo, ma ci sono state le feste :P
Aollra… vi paice? Che dite… faccio meglio a cancellarla la storia? :’)
Ah, voglio ringraziare una persona in particolare: Alaska Shine perché mi segue anche sulla mia pagina face book, dopo essersi assentata diversi mesi. GRAZIE! <3
 
E come sempre, se volete, vi ricordo di passare nelle mie due pagine facebook:
 
   
 
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