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Autore: Welt    07/01/2014    2 recensioni
Lui era piccolo e molte volte si sentiva così immaturo rispetto al leader, sei anni erano tanti e forse al più grande pesavano particolarmente, non era mai riuscito a dargli di più di qualche semplice bacio o carezza, si sentiva tremendamente piccolo ed insicuro, ed anche se Yongguk non glielo aveva mai fatto pesare magari adesso si era stancato di aspettarlo, di far uso di tutta la sua pazienza quando lui diventava immaturo, o di fargli da balia in alcuni momenti, forse cercava qualcuno di più simile a lui, sarebbe stato sbagliato?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Yongguk, Zelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!
E' la mia prima ff su questo gruppo che ho ufficialmente nominato miei amori, e sono una sostenitrice, quasi accanita, della coppia Banglo.
Non ho resistito ed ho scritto su di loro, parecchio in prova per il momento, spero di scrivere altro, e magari qualcosa di migliore in futuro.
Spero che la storia possa piacervi e spero che commentiate facendomelo sapere.
Accetto anche pareri negativi!
Beh come al solito ringrazio la persona che ha sopportato i miei scleri su questa storia, e su il finale, per tutto il tempo.
Grazie Josie!
Vi saluto, spero di avere vostre notizie,
al prossimo capitolo.
Welt.

 

 


Crash


Capitolo I

Passavano praticamente ogni istante libero insieme quei due. Erano molto amici probabilmente per l’età molto simile, non gli era mai pesato realmente tutto quell’attaccamento a Jongup, anzi gli aveva sempre fatto piacere che il piccolo di casa riuscisse ad instaurare rapporti anche con altri membri e non solo con lui, anche se era pienamente consapevole che il loro di rapporto era una spanna sopra, o almeno ne era sempre stato convinto, ma adesso qualcosa nella sua mente era vacillata. Non è che fosse geloso particolarmente di un suo amico, ma era geloso del tempo che passavano insieme e che Jun aveva smesso di passare con lui. Non sapeva neanche dire quand’era stata l’ultima volta che aveva invitato a giocare lui ai videogame e non Jongup. Uno sguardo poco amichevole fu rivolto a quei due, mentre passava casualmente per il salotto dove sapeva benissimo che li avrebbe trovati e, come tutte le volte, li trovò incredibilmente vicini a giocare, mentre il più piccolo rideva e abbracciava il più grande nei momenti di più entusiasmo a causa una vittoria schiacciante. Dovette forse trattenersi più del dovuto da non andare lì dentro e baciarlo davanti a tutti e poi portarselo in camera e magari chiedergli spiegazioni. Non era un segreto la loro relazione, ma evitavano di infastidire gli altri con strane manifestazioni, infondo erano stati accettati tranquillamente, ma non volevano essere motivo di imbarazzo per loro ed era per questo che molte volte i baci e le carezze se le conservavano per la loro stanza. La verità era che il leader non osava chiedere e si accontentava delle sporadiche attenzioni che riceveva per paura, si il grande e forte guerriero aveva paura del piccolo e dolce maknae. Esatto, aveva il terrore che lui si fosse stufato di lui e che non trovasse le parole adatte per dirglielo, infondo sei anni di differenza erano tanti e potevano pesare particolarmente sia da un lato che dall’altro, e per tanti motivi.
-Hyung, ho vinto!- La voce del piccolo arrivò euforica e carica di felicità al leader che cercò di sorridergli il più sinceramente possibile. -Bravo piccolo!- Però la voce era decisamente poco favorevole a mentire, si notava la leggera ansia e la tristezza che albergava al suo interno ormai da giorni. Sospirò silenziosamente e si mise a guardarli mentre ridacchiavano e scherzavano insieme, mentre Zelo gli lanciava occhiate cariche di dolcezza si, ma che a lui non bastavano più, voleva essere vicino a lui, stringerlo e non sentirsi ignorato.
 
-Yongguk, ma mi stai ascoltando?- Yongguk fu praticamente costretto ad abbandonare i suoi dolci pensieri e fu svegliato da quello stato di trance da un Himchan tutt’altro che gentile, nonostante lo fosse sempre, forse era parecchio tempo che lo stava chiamando. -No, scusami ero sovrappensiero, dimmi cosa volevi chiedermi?- Evitò con tutto se stesso di guardarsi intorno per capire se era rimasto solo nel soggiorno e se il maknae se ne fosse andato senza dirgli niente. Forse gli aveva anche detto dove andava, ma lui era troppo immerso nei suoi pensieri per rendersene realmente conto, si optò per quella spiegazione e non si rese conto nuovamente di essersi perso le parole di Himchan, che lo guardava quasi stanco di dover ripetere sempre le stesse cose. -Ma si può sapere a che diamine pensi?- La voce era leggermente irritata, ma anche tanto preoccupata per lui, si vedeva che non era totalmente in se in quei giorni e lui, che era sempre stato uno dei suoi amici più cari sapeva leggerlo alla perfezione, quasi ci abitasse nella sua testa, dove si faceva mille problemi e tanti, troppi film mentali.
-Sono solo stanco, niente di preoccupante.- Mentire a lui era decisamente impossibile e se ne rese conto non appena i loro sguardi si incontrarono, non servirono neanche parole per la “mamma” del gruppo, perché il più grande iniziò a parlare subito in maniera sommessa con gli occhi bassi.
-Zelo-ah… Penso si sia stancato di stare con me, ma non abbia le parole o il coraggio per dirmelo.- Il suo sguardo vuoto e forse un po’ dolorante fece male al suo amico che scosse la testa con convinzione.
-Yongguk, ma lo vedi come ti guarda? E’ sempre in adorazione, ti vede come una cosa maledettamente preziosa e perfetta, anche se giuro mi chiedo come faccia.- Fece di proposito una battuta, per far sorridere il grande e grosso leader e ci riuscì, anche se non proprio come avrebbe sperato.
-Comunque, ti stai facendo un sacco di paranoie inutili, quel ragazzino ti adora come non mai.- Lo guardò dolcemente e lo strinse in un forte abbraccio cercando di calmarlo e di farlo rinsavire, era un abbraccio talmente tanto carico di affetto che poteva tranquillamente essere scambiato per amore e non per amicizia.
Nessuno si rese conto del piccolo di casa che passando nel corridoio vide quei due abbracciarsi forte e stretti, mentre il suo ragazzo nascondeva il viso nell’incavo del collo, come faceva la notte con lui. Avrebbe preferito non vedere quei due così intimi, anche se sapeva della fortissima amicizia che li legava, ma anche lui sentiva il leader distante in quei lunghi giorni ed anche lui aveva paura che fosse arrivata per loro la fine. Si sentì abbastanza male e dovette trattenere le lacrime che rischiavano di cadere copiose dai suoi occhi e scappò in camera sperando con tutto se stesso che non entrasse adesso lui, aveva bisogno di pensare e stare solo.
Mentre abbracciava uno dei suoi due pupazzi sprofondando con il viso in esso, iniziò a torturarsi con pensieri poco positivi. Infondo Bang e Himchan si passavano solo pochi mesi, sarebbero stati una coppia migliore di loro due, si sarebbero capiti meglio. Lui era piccolo e molte volte si sentiva così immaturo rispetto al leader, sei anni erano tanti e forse al più grande pesavano particolarmente, non era mai riuscito a dargli di più di qualche semplice bacio o carezza, si sentiva tremendamente piccolo ed insicuro, ed anche se Yongguk non glielo aveva mai fatto pesare magari adesso si era stancato di aspettarlo, di far uso di tutta la sua pazienza quando lui diventava immaturo, o di fargli da balia in alcuni momenti, forse cercava qualcuno di più simile a lui, sarebbe stato sbagliato? No, riusciva anche a capirlo, nonostante il fortissimo dolore al petto che stava provando. Se si amava una persona la si lasciava libera di andare giusto? Forse il leader non trovava le parole per lasciarlo, per paura di farlo soffrire, ed avrebbe fatto tutto lui, avrebbe fatto in modo che il suo amore fosse felice, e non importava se non sarebbe stata lui la causa della sua felicità, non importava se faceva un male da impazzire, o se le lacrime non riuscivano a fermarsi, o se il respiro gli mancava facendolo boccheggiare quasi. No, non importava niente in quel momento solo la sua felicità, e per Yongguk questo ed altro. Strinse ancora forte quel pupazzo continuando a versare lacrime di dolore, di rabbia, di un vorticoso insieme di sentimenti che lo spiazzavano facendolo soffrire in maniera assurda. Pianse per molto tempo e si fermò solo quando ormai stanco chiuse gli occhi per dormire.
 
Erano passati un paio di giorni da quando Zelo aveva preso la decisione di rompere con il leader, solo che stava trovando il momento giusto, e le parole giuste. Doveva dire qualcosa per farlo allontanare, ma per far in modo che lui non pensasse che poi gli avrebbe fatto male vederlo insieme ad un’altra persona. Voleva che si vivesse la sua storia con Himchan in maniera libera e felice, senza restrizioni  di alcun genere, desiderava davvero fosse felice, anche perché solo così lo sarebbe stato anche lui.
Forse il momento propizio era arrivato, dopo le riprese di un programma dove quei due erano stati particolarmente loquaci ed in sintonia il maknae nonostante avesse la morte nel cuore andò da Bang.
-Hyung, possiamo parlare? Solo io e te.- Ed il leader non aspettava altro, sapeva che quel giorno sarebbe arrivato presto e nonostante credesse fosse bruttissimo, non riuscì quasi a sentire un peso in meno sul petto, almeno avrebbero finito di soffrire no? –Certo Zelo-ah, arriviamo al dormitorio ed andiamo in stanza, okay?- Il viaggio fu incredibilmente breve per i due, che sentivano il cuore battere all’impazzata e fare drasticamente male, quasi qualcuno avesse avuto la brillante idea di infilzarlo. Si sentivano morire e cercavano conforto ognuno nelle braccia delle persone sbagliate, quali Himchan e Jongup.
Nessuno osò dire niente quando li videro sparire nella loro camera, avevano l’aspetto di due condannati a morte ed ebbero quasi il timore di parlare i loro compagni ed amici. Quello che più sembrava preoccupante poi era il leader, sembrava quasi uno spettro per quanto era bianco e per quanto i suoi occhi fossero spenti, mentre il più piccolo aveva uno strano sguardo, vuoto si, ma quasi cattivo, come se stesse cercando di essere come non era mai stato. Solo quando la porta si chiuse i quattro ragazzi si guardarono preoccupati e pieni di dubbi, ma senza dire una sola parola.
 
-Dimmi Zelo-ah, cosa succede?- La voce calda del leader quasi fece vacillare il piccolo che lo guardava con uno sguardo stranamente duro, uno sguardo che nessuno gli aveva mai visto essendo lui l’emblema della dolcezza, non solo davanti le fan, ma sempre. –Yongguk-hyung io ti lascio, non posso stare ancora con te!- Il suo tono era stranamente freddo, tagliente, cattivo quasi e gli fece accapponare la pelle, non sapeva come fosse possibile quel cambiamento. -Posso chiederti una spiegazione?- Faceva male poi, tremendamente male sentire il tono freddo e duro del più piccolo e quello ferito e deluso del più grande. Erano due cuori che si spezzavano insieme, ed anche se non c’erano lacrime, se solo si fossero guardati attentamente negli occhi avrebbero capito l’uno quanto stava soffrendo l’altro, se solo l’avessero fatto si sarebbero risparmiati tanto dolore inutile.
-Hyung, per favore non è importante.- Non si aspettava poi il più piccolo di essere così bravo a recitare, in realtà credeva che sarebbe scoppiato a piangere prima, ma si era trattenuto incredibilmente ed il suo tono di voce non tremava neanche un po’. -Invece lo è per me Junhong-ah, dopo tutto il tempo che siamo stati insieme un motivo me lo devi!- Voleva sentirselo dire che era innamorato di Jongup, voleva saperlo dalle sue labbra che tante volte aveva baciato, forse era masochismo il suo. -Io ti ho usato hyung, eri una prova nulla di più, volevo capire come sarebbe stato, ma è evidente che non mi piacciono i ragazzi, non ci riesco a stare con te, credo anche di provare anche un leggero senso di nausea se penso di dover fare qualcosa con te di più intimo.- Il tono era stato disgustato nell’ultimo pezzo della frase, quasi volesse far capire meglio quello che aveva detto, e faceva male, maledettamente male al petto. Zelo sapeva che non era vero, che non desiderava altro che stare con lui in tutti i sensi possibili ed immaginabili, e che non l’aveva mai usato, ma che l’amava davvero, talmente tanto intensamente che non riusciva a quantificare il reale peso dei suoi sentimenti, talmente tanto che faceva male. Avrebbe voluto urlare in quel momento, scomparire, ma anche morire sarebbe andato bene.
-Una prova? Sono stato solo una prova?- Il tono era incredulo, e come dargli torto poi. -Hai detto di amarmi!- La voce del leader era una cosa talmente tanto dolorosa che non riusciva a sopportarla, il suo sguardo era devastato e devastante. Si vedeva che faticava a trattenersi dall’urlare, dal spaccare qualcosa e dal piangere, ma Zelo sapeva che era un uomo orgoglioso, non sarebbe scoppiato a piangere davanti a lui e si sentì decisamente sollevato da quella cosa, in quel modo non avrebbe ceduto anche lui.
-Non era vero hyung, mi dispiace!- Stava facendo di tutto il maknae per farsi odiare, voleva davvero vederlo felice, voleva davvero che riuscisse a dimenticarsi di lui il prima possibile così da poi vivere la sua storia con Himchan, voleva fargli credere di stare bene, così lui non avesse nessun tipo di remora ad andare avanti con Himchan nella sua vita.
-Oh no, a te non dispiace proprio niente, sei stato pessimo Zelo e dovresti solo vergognarti di te stesso, hai usato una persona per sollazzarti un po’, non voglio più avere a che fare con te, sei la cosa peggiore che potesse mai capitarmi!- Yongguk non sentì il singhiozzo di Junhong perché coperto dalla porta che sbatteva, ma tutti in casa avevano sentito le parole del leader e tutti si erano trovati sconvolti. Non avevano idea con precisione di cosa fosse successo, ma qualsiasi cosa fosse Zelo l’aveva combinata grossa per far infuriare così Bang, che senza dire niente si chiuse nella stanza dove spesso andava a scrivere le canzoni e facendo intendere benissimo che non voleva essere disturbato. Nessuno osò neanche lontanamente andare da Zelo, e se l’avessero fatto avrebbero trovato una scena straziante. Un ragazzo in ginocchio distrutto dai singhiozzi che squarciavano il suo cuore in maniera prepotente. Nessuno poteva immaginare la desolazione che quei due stavano provando, nessuno aveva idea di quante lacrime stessero versando e quanto anche il semplice respirare diventava difficile. Zelo voleva davvero scomparire dal mondo, e continuava a piangere, a stringere i pugni fortemente e a sentirsi la persona peggiore al mondo. Yongguk invece si sentiva un’idiota per non aver capito le reali intenzioni del maknae di casa, che non era decisamente così puro ed ingenuo come sembrava, e piangeva come un bambino anche lui, nonostante odiasse farlo e non fosse nella sua indole. Non riusciva a credere a quello che era appena successo e continuava a chiedersi mentre copriva il viso con le mani se quello in realtà non fosse semplicemente un maledetto brutto sogno. Aveva sentito con chiarezza il suo cuore spezzarsi, il dolore provocato da quelle parole, sarebbe stato molto più facile accettare che il piccolo si era innamorato di qualcun altro e non sentirsi dire che era stato solo un passatempo, e che le dolci parole che si erano scambiati, così come i gesti, erano tutti quanti una bugia da parte sua. Continuava a sentire la stretta intorno alla gola farsi sempre più pesante, quasi credeva che avrebbe soffocato fino alla fine, ed arrivati a questo punto la morte non era neanche una cattiva idea.
Si riscosse da quei pensieri poco propensi alla sua persona, e si alzò. Lui era un guerriero, lui lottava e niente l’avrebbe fermato neanche un cuore rotto e per quanto potesse far male, perché faceva male, non avrebbe permesso a quella pulce di rovinargli la vita, gli avrebbe fatto vedere quanto poteva essere forte uno come lui.
Si, Zelo conosceva bene il suo Yongguk, e sapeva bene che solo colpendolo nell’orgoglio avrebbe permesso una ripresa più rapida e veloce.

 

  
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