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Autore: Klatris    07/01/2014    1 recensioni
Lyv viveva una vita semplice insieme ai suoi genitori adottivi Carol e Albert. Andava a scuola e usciva con gli amici, come tutti i ragazzi della sua età. Ma Lyv era destinata a qualcosa di più grande: tutto ciò in cui credeva viene stravolto dall'arrivo di un ragazzo e dalla misteriosa provenienza di un tatuaggio presente sul suo braccio fin dalla sua nascita.
"Mi fissa, ma non come si guarda una ragazza, no. Mi sta guardando come se, dopo tanto tempo, abbia finalmente trovato ciò che stava cercando, mi guarda come si guarda un tesoro."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

“- Dove vai Albert? È tardi per favore..-
Ad un tratto Carol sembrava stanchissima, la sua voce era quasi una supplica.
Ma Albert ormai era uscito dalla porta e se l’era chiusa alle spalle sbattendola. Non voleva crederci, era impossibile che sua moglie non potesse avere figli.
Non era arrabbiato con lei, ma aveva bisogno di uscire, di rinfrescarsi le idee, magari, anche, di colpire con un pugno qualche albero.
Era così immerso nei suoi pensieri da non accorgersi che le sue gambe lo avevano portato in quel posto ricco di ricordi, emozioni: Coney Island.
Non poteva non paragonare le onde di quella sera ventilata ai morbidi capelli ondulati di Carol, quella chioma dorata dal profumo così dolce nel quale amava tanto perdersi. Mentre passeggiava sulla riva della spiaggia, notò un bagliore che, dopo pochi secondi, scomparve. Chiedendosi da dove provenisse quella luce, andò nella direzione in cui era apparsa e, sulla battigia, vide una cesta. Si avvicinò per guardarvi dentro e anche perché incuriosito dai rumori che provenivano da essa. Dentro la  cesta trovò una bambina.
- E tu piccolina, che ci fai qui da sola? - chiese Albert con un sorriso stampato in faccia, quasi come se lei potesse rispondergli.
Era di pochi mesi e la cosa che Albert notò subito furono i suoi occhi bicolore: uno verde smeraldo e l’altro di un azzurro cielo, evidenziati dalle folte ciglia.
 Nonostante la tenera età, poté vedere che aveva pochi capelli di color marroncino. Aveva la pelle diafana che presentava un leggero rossore sulle guance paffute. Era la bambina più bella che avesse mai visto. Decise di prenderla in braccio e si accorse che la bambina aveva tatuato sull’anulare sinistro un anello.
 Si chiese che razza di genitore avesse il coraggio di marchiare la pelle di una bimba così piccola e, spinto da un improvviso senso di protezione, decise di portarla con sé.
Tornato a casa vide che Carol lo stava aspettando e si accorse che si era fatto molto tardi. La donna sgranò gli occhi alla vista della bambina e chiese al marito dove l’avesse trovata. Egli le spiegò l’accaduto e le confessò di essersi affezionato in così poco tempo alla bambina e che aveva intenzione di prendersene cura. Carol, all’idea, era felice perché finalmente poteva avverarsi il sogno di creare una famiglia con Albert ma, allo stesso tempo, era preoccupata. La bambina poteva esser stata rapita e magari, mentre era con loro, là fuori c’era una madre che la cercava disperatamente.
 Fu Albert a risvegliarla dalle sue preoccupazioni: - Carol, so già cosa stai pensando, ma guarda qui. Questo messaggio era nella cesta ed è dei suoi genitori biologici: dice che purtroppo non possono prendersi cura della bambina e che preferiscono affidarla ad un’altra famiglia. Insieme al biglietto c’era anche questo nella cesta.- le porse un ciondolo sul quale era incisa la parola Lyvelie e, immediatamente capì che quello era il suo nome.
Carol prese in braccio la bambina e se la portò all’altezza del viso. Lyvelie la colse di sorpresa mostrandole un gran sorriso sdentato e così la donna capì che tenerla con sé sarebbe stata la scelta giusta.
- Benvenuta a casa, Lyv!-“
  
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