Tempo e Rimpianti
Il tempo passa. Mi guardo allo specchio
e mi vedo. Ma sono veramente io questo che ricambia il mio sguardo dalla fredda
superficie dello specchio? Dovrei dire di no, che quello non sono veramente
io…ma so che purtroppo è così.
La mia giovinezza è scomparsa. Oramai ho
trentasei anni. Chiunque direbbe che trentasei anni non sono nulla, che ho
tutta una vita davanti, ma non è così. La mia vita è ormai tutta indietro, alle
mie spalle e mi è stata portata via. Mi è stata strappata la mia vita dalle
mani, dall’anima, ma non dal cuore. No. Il mio cuore rimarrà sempre lo stesso
di quando avevo diciassette anni, o anche venti. Quanto era spensierata la mia
vita allora!
Avevo i miei amici, Remus,
James, Lily, Peter. Si, anche lui. Per quanto sia grato
di avere infine scoperto la verità a volte pagherei oro per poter tornare a
quel periodo e poter avere di nuovo l’illusione della sua amicizia sincera.
Avevo tutto: migliori amici che mi
amavano, una vita serena, nonostante il mestiere di auror
fosse abbastanza impegnativo. Avevo bellezza, fascino e cultura. A scuola ero
considerato il massimo, insieme a James. Avevo milioni di ammiratrici, alcune
delle quali scopro di non avere mai notato. Ero spensierato.
Poi sono cominciati i guai. Sono stato
accusato, condannato e imprigionato per un crimine che non ho commesso. Ho
trascorso dodici anni in un luogo che nessuna mente umana dovrebbe mai
affrontare. Mi è stata tolta la vita il giorno che mi portarono ad Azkaban. Nemmeno i miei ricordi lieti mi hanno lasciato. Ho
dovuto vivere per giorni e giorni, anni interi con la consapevolezza di essere
stato privato di tutto ciò che avevo. Con la consapevolezza che mai si sarebbe
saputa la verità.
Alla fine Harry l’ha saputa… e questo,
in un certo senso, mi basta, ma come potrà il mondo intero sapere che la mia
colpa è stata solo quella di essere stato troppo ingenuo, troppo incline a
fidarmi di un essere debole e con il tradimento nel sangue come Peter Minus.
Il tempo intanto passa. Passa ed io mi rendo conto sempre di
più di come io sia stato sfortunato. Mi guardo ancora allo specchio e vedo un
uomo di trentasei anni che ancora reclama i dodici anni di vita che non potrà
più avere. Vedo l riflesso di un uomo alto, magro, dai
lunghi capelli neri e gli occhi blu scuro, che sembra appena l’ombra del bel
ragazzo che è stato. Eppure avrei potuto essere bello. Non lo saprò mai, alla
fine, ma so che avrei potuto esserlo.
Avrei potuto avere una famiglia, trovare
una donna che mi amasse veramente. Che amasse me, Sirius
Black, non l’attraente ragazzo di diciassette anni
che giocava a fare lo sbruffone per dimostrare a tutti di valere qualcosa. Per
quanto parte di me, quel passato è qualcosa che non rendeva visibile la mia
anima.
Avrei potuto giocare insieme al mio
figlioccio Harry, magari anche con i miei figli, vederlo crescere, discutere
con Remus e James per ore intere sui problemi di
lavoro. Forse avrei persino passato il tempo a lamentarmi della mia vita. Fatto
sta, che è questo ciò che più desidero al mondo.
Ma il tempo passa. Il tempo passa e
rimpiango di aver giocato a fare l’indifferente…quello che voleva solo
avventure con le donne, niente di più. Ma come avrei potuto pensare che il mio
destino sarebbe stato questo?
Passo il tempo da solo, nella tenuta dei
Black, camminando per dei corridoi che non ho mai
amato. Sono uscito da Azkaban solo per entrare in
un’altra prigione. Vedo Harry, Remus e molti altri.
Li invidio per la loro vita normale. Mi chiamano irresponsabile perché a volte
sono voluto uscire, rischiando, certo, ma assaporando la vita per almeno un
istante. Vorrei vedere loro al mio posto! Ma non me la prendo: so che quando mi
rimproverano lo fanno per me.
Parlo con Fierobecco,
il mio unico conforto quando passo le giornate in solitudine. Lui a volte, a
modo suo mi risponde. O forse sono io che sto impazzendo. In
effetti è probabile. Rido. È probabile che io stia impazzendo, perché a
volte mi sembra che, quando passo, anche le pareti mi sussurrino frasi. Non
parlo dei ritratti…no. Parlo delle pareti in sé e per sé. Ma il loro
bisbigliare dura solo pochi istanti, poi smette.
Il tempo passa, però e io non avrò
indietro gli anni che ho perduto. E ne sto perdendo ancora! Non c’è nulla da
fare. La mia vita è finita, anche se cerco di illudermi che non è così.
Mi guardo allo specchio, spesso. Mi
guardo e vedo la traccia di un uomo ancora affascinante a modo suo…ma che con
sé porta il riflesso di tutto il dolore e le sofferenze che ha dovuto patire. I
suoi occhi sono duri. La sua risata si è spenta.
Mi guardo allo specchio. Mi guardo e,
più mi osservo, più mi convinco che, se la vita fosse stata giusta, questo che
vedo non avrei dovuto essere io.