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Autore: Totallyawesomegeek    08/01/2014    6 recensioni
Kurt e Blaine sono a un bivio. Lasciare che il loro amore finisca o lottare fino all'ultimo respiro per la loro storia? Quando tutto sembra finito ormai, qualcosa di inaspettato li costringe a tornare insieme e ad affrontare i demoni che li hanno separati. Sarà un viaggio di riscoperta per entrambi che li porterà a riscoprire il loro amore e a capire che forse, non tutto è perduto. Sequel di Where'd you go.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Where'd you go Verse'
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EPILOGO

 
This one’s for you and me
Living out our dreams
We’re all right where we should be
With my arms out wide
I open my eyes
And now all I wanna see
Is a sky full of lighter

TRE ANNI DOPO
 
“Blaine” la voce assonnata di Kurt risuonò nella stanza buia. “Blaine svegliati, tocca a te.”
“Tornerà a dormire vedrai” rispose con quanta convinzione riuscì a trovare, nascondendosi sotto le coperte. Sapeva bene che non sarebbe successo. Sapeva anche che Kurt non si sarebbe alzato, non quando era il suo turno. Con un sospiro stremato, spostò le coperte e poggiò i piedi a terra.
L’orologio segnava le 5 del mattino. Era Domenica, l’unica giornata che lui e Kurt avevano a disposizione per riposarsi. Ma da qualche mese i giorni della settimana non avevano più importanza.
Aprì la porta e sorrise.
“Cosa abbiamo qui?” chiese accucciandosi di fronte alla sua bambina. La prese in braccio, stringendola a sé e la baciò sulla fronte. Il sorriso che ricevette in risposta sopperì a tutto il sonno che aveva, o avrebbe perso in futuro.
Katherine, dai capelli corvini e gli occhi verdi, era entrata nella loro vita nove mesi prima ed era stata la loro bimba sin dal primo incontro.
Il cammino verso la sua adozione non era stato facile.
Nonostante la decisione di adottare, infatti, c’era voluto molto tempo perché riuscissero a fare in modo che il loro sogno diventasse realtà.
Nei mesi successivi alla loro riappacificazione, si erano concentrati su loro stessi prima di tutto. Avevano rimesso a posto i cocci della loro vita poco alla volta.
Blaine aveva ripreso a lavorare, prendendo con sé un associato, in modo da avere più tempo per il marito, e Kurt aveva finalmente ottenuto il lavoro che aveva tanto sognato, un posto da redattore per uno dei giornali più in voga di New York.
Era importante per Blaine che la loro storia fosse solida prima di agire, e passò un intero anno prima che riuscisse a convincersi che fosse il momento giusto.
I primi tempi furono una sequela infinita di incartamenti, firme, e controlli.
Momenti di panico, in cui la paura di non essere all’altezza era stata quasi più forte della speranza di creare una famiglia tutta loro.
Poi arrivò la lettera che cambiò la loro vita: il nullaosta dei servizi sociali. Per la città di New York, Kurt e Blaine Anderson-Hummel erano pronti per essere genitori.
Non che Blaine avesse più dubbi. Lui e Kurt erano sopravvissuti a una storia d’amore nata da ragazzini, erano ancora insieme nonostante tutto, e non c’era nessuno più adatto del marito ad accogliere un bambino bisognoso d’affetto.
Era strano, pensò Blaine avviandosi alla cucina con Katie, nella sua mente era sempre stato un maschietto il primo ad entrare in famiglia.
Ma la vita gli aveva sempre riservato meravigliose sorprese, e quel giorno, nella loro prima visita all’orfanotrofio, aveva messo la piccola Katherine sulla loro strada.
Era timida, seduta in un angolo, a guardare gli altri bambini giocare. Non poteva avere più di tre anni, ma i suoi occhi mostravano le difficoltà di una giovane vita vissuta in una casa famiglia. Occhi che si erano alzati verso di lui e non gli avevano lasciato scelta.
Quella era la sua bambina, la loro bambina. E loro l’avrebbero portata a casa.
Katie non parlava ancora, una cosa non completamente anomala tra i bambini abbandonati, questo gli avevano detto, ma raccontava con lo sguardo tutto quello che voleva dire.
E tra le mille parole non dette, Blaine riconosceva l’affetto. Katie si fidava di loro, e Blaine era sicuro che un giorno o l’altro, quella fiducia l’avrebbe portata ad aprirsi completamente.
“Allora” disse mettendola a sedere sul suo seggiolone. “Di cosa siamo in vena alle cinque del mattino? Latte? Succo? Caffè?” bisbigliò provocando una risata divertita nella piccola. “Meglio di no” rispose poi tirando fuori dal frigo il latte. “Il tuo papà Kurt potrebbe non apprezzare il gesto”
“Non apprezzerebbe di sicuro” rispose Kurt entrando in cucina. Aveva i capelli scompigliati dal sonno e uno sguardo che Blaine aveva imparato a temere.
“Scherzavo lo sai” precisò avvicinandosi e dando al marito il bacio del buongiorno. “Cosa ci fai fuori dal letto?” chiese poi versando il latte nella bottiglia di Katie. “Avresti potuto dormire ancora un po’, sta per arrivare la settimana della moda, e so già che finirai con lo stremarti fino all’esaurimento. Dovresti riposare finché puoi.”
“E perdermi del tempo prezioso in famiglia? Mai” rispose posando un bacio sulla fronte delle figlia e sedendosi accanto a lei. “Papà Blaine vuole iniziarti al vizio del caffè troppo presto Katie. Se non stai attenta finirà con il riempirti i capelli di quell’orrore che tuo padre chiama gel.”
“Hei! I miei capelli stanno benissimo grazie. Non hanno neanche un terzo del gel che portavo da ragazzo, ed è allora che ti sei innamorato di me”
“L’amore è cieco lo sai” rispose con un mezzo sorriso. “Non sapevo fare di meglio allora.”
“Bah sciocchezze” rispose con un gesto della mano. “Non dargli retta Katie. Papà Kurt amava il gel alla follia. Lo ama ancora.”
Rimase a guardare la bambina, intento, poi sorrise.
“Potremmo provare a mettere a posto quei riccioli, cosa ne dici?”
Non si aspettava una risposta. Blaine si era abituato nei nove mesi passati insieme alla loro figlia a dare una risposta alle sue stesse domande. E fu proprio quello il motivo per cui il suo cuore e quello di Kurt si fermarono ascoltando per la prima volta la voce che sarebbe stata la più importante della loro vita.
“Si papà Blaine.”
Era poco più di un lieve sussurro, ma somigliava alla voce di un angelo.
Blaine sentì le lacrime rigargli il volto. Un’occhiata al marito gli disse che Kurt era nella sua stessa situazione.
“Lei ha” balbettò.
“Il tuo stesso orrendo senso della moda” concluse Kurt con una risata soffocata. Prese Katie in braccio, dirigendosi poi verso Blaine, che li strinse a sé quasi fino a soffocarli.
Quella era la sua vita, si disse.
Un marito che amava più di ogni  cosa al mondo, una figlia che gli aveva appena fatto il dono più prezioso al mondo e un futuro che era più roseo di quanto non avrebbe mai sperato.
Sospirò.
Si, la vita sua vita non era niente male.

 
Nota finale: La canzone iniziale, e ultima canzone della storia, è Lighters di Eminem ft Bruno Mars.
Non ci posso credere, siamo alla fine. Mi scuso per il ritardo, ma le feste di Natale hanno assorbito tutto il mio tempo e mi hanno reso impossibile pubblicare prima. Questa è stata la mia prima FF, ed è stata un’esperienza meravigliosa. Ci tengo a ringraziare tutti quelli che mi hanno seguita, e hanno commentato e mandato messaggi di supporto. Vi adoro! E Sono felice di avervi tenuto compagnia almeno per un po’. Se non siete ancora stanchi di me, state in allerta per la mia prossima storia. Il primo capitolo verrà pubblicato presto.
Nel frattempo, grazie di cuore a tutti.
*hugs*
Mary
   
 
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