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Autore: NightAlchemist93    29/05/2008    1 recensioni
Ciao a tutti alchimisti della rete e non... ecco qui per voi una mia storia originale, nata dalla mia malsana mente... spero vi piaccia. Una storia che narra di un ballo spietato, il tango... un cerchio insanguinato sta per chiudere il suo corso... vincerà il buio delle tenebre o la vita? Commentate vi prego... tanti baci Night
Genere: Dark, Mistero, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Il tango della Morte…”

 

Questa è una storia spietata che parla del tango.

Del tango e dei suoi passi.

Musica di dolore  che racconta storie strazianti.

Note e gesti di cuori che sanguinano.

Una storia che narra della danza dei demoni dell’inferno,

Dove sono i due angeli della Luna a dargli vita.

Che si levi il suono dei violini e la danza inizi!

 

Roxanne con un semplice gesto della mano si sistemò la rosa nera che aveva tra i capelli. Volse lo sguardo verso quello celeste di David, ma senza incrociarlo. Lui aveva l’attenzione rivolta altrove e seduto davanti alla finestra della torre osservava la Terra che splendeva come una languida stella tra le nubi violacee del crepuscolo lunare. Da ore era chiuso in tacito silenzio, con le mani giunte davanti alle labbra. In apparenza pareva tranquillo, ma Roxanne lo conosceva bene e sapeva quanto fosse teso; l’aveva notato dai gesti, sbadati e approssimati, estranei ad un perfezionista come David. Era così irrequieto che aveva le nocche delle mani bianche per l’intensa stretta.

La ragazza non sapeva che dirgli e così decise di riprovare alcuni passi.

“Non essere sciocca Roxanne, continuare a ripassare all’infinito quei passi è inutile per un ballo dove l’improvvisazione e il sentimento sono le radici insieme alle note della musica…”.

Lei si fermò con il capo chino.

“siamo un tutt’uno con la danza – continuò- un unico corpo e un solo spirito…” concluse  David, senza alzare lo sguardo dal punto indefinito e lontano in cui era intrappolato. “Lo so…” mormorò lei, giocando con una ciocca di capelli, mentre si sedeva sul bracciolo della poltrona di David.

“Se dovessimo perdere che cosa succederebbe?” gli chiese per l’ennesima volta Roxanne.

“Moriremmo, lo sai…” ripetè con un sospiro lui. “moriremmo e il potere dello stato passerebbe sotto un’altra contea…” precisò grave.

Morire. La parola risuonò nella mente di Roxanne. “è strano che per assicurare la sopravvivenza di uno Stato si debba ricorrere ad una gara di tango…” sorrise amara tra sé.

La Luna era un mondo strano. Un mondo abitato da mille anni da diverse etnie di popoli che viaggiavano nello spazio. Un luogo che da oltre cento combatteva una guerra di cui non si vedeva la fine e la contemplazione di una pace per tutti gli abitanti.

Una guerra spietata fatta di danza e sangue. E i popoli, proprio per avere la supremazia sugli altri sceglievano i due migliori ballerini di ogni contea per disputare una gara.

Ogni dieci anni. Ed era in quella gara che veniva deciso il destino di un popolo e dei singoli ballerini.

Vivere o morire.

Erano le uniche due possibilità. Vivere significava vincere e assicurare la prosperità al proprio popolo. Solo una coppia avevano diritto a vivere. E sarebbe stata quella che avrebbe conquistato il titolo di Regi Danzatori.

“pensi che potremmo farcela?” gli chiese la ragazza, alzandosi e con passo leggiadro raggiungendo la finestra. Con le dita sfiorò la fredda superficie del vetro e guardò il crepuscolo. “Non lo so…” ammise David.

Roxanne ruotò su sé stessa, e la gonna con i suoi pizzi le danzò intorno. Erano così diversi lei e David. Roxanne lo guardò con la coda dell’occhio. Il suo bellissimo viso d’angelo era segnato dallo stress e dalla stanchezza per il lungo viaggio che avevano dovuto affrontare per raggiungere le Blood Towers Eppure tra i ciuffi chiari e disordinati brillavano i suoi meravigliosi occhi blu cobalto. Il collo della camicia nera alzato gli dava l’aria di un poeta ottocentesco, scanzonato e dalla mente sottile e pragmatica nonostante i suoi diciannove anni. Lei invece aveva l’aria di un eterna bambina diciassettenne, con i lunghi capelli nero viola mossi, il fisico asciutto e snello, e sul viso brillavano due diamanti argentati, che accomunavano la sua gerarchia di Arghentini, i primi abitanti della Luna. Lui sembrava il più bell’angelo del paradiso rinchiuso nel corpo di uno degli ultimi discendenti che provenivano dalla Terra, lei un angelo decaduto nell’oscurità.

Erano così diversi, con i loro caratteri fisici e dell’ animo così distanti e disparati, eppure erano accomunati da un'unica passione: il tango.

Erano cresciuti insieme come fratelli. E avevano imparato insieme a muovere i primi passi di tango. E tutto grazie ai genitori di Roxanne, gli ultimi ballerini che avevano disputato la gara per la contea di Arghentia, i migliori maestri di tango che fossero ricordati nella regione. Erano stati loro a farli incontrare. In un pomeriggio di maggio, quando per lei era appena trascorsa la sesta primavera della sua vita. E lì era scattata la scintilla che li aveva legati, in un’amicizia fraterna. Erano sempre stati vicini, soprattutto nei momenti più difficili. Come quella volta che Roxanne aveva visto partire i suoi genitori per le Blood Towers dove si sarebbe tenuta la gara, senza più vederli farli ritorno se non al loro funerale.

“Roxanne, scaccia i fantasmi del tuo passato… questo non ti aiuterà a disputare la gara!” le disse lui alzandosi in piedi, e risvegliandola dal baratro dei suoi pensieri. Roxanne scosse il capo muovendo la chioma corvina, “Va bene…” sorrise prendendo una rosa e appoggiandosela alle labbra.

 

Passarono lunghe ed interminabili ore prima che i due ragazzi venissero chiamati. Dapprima erano stati spostati in una stanza insieme ad altri ragazzi, tutti giovanissimi, più o meno della loro stessa età.

Alcuni avevano un aria altera ed erano sicuri della loro vittoria, altri si guardavano intorno impauriti, pensando tristemente a quanto fosse incerto il loro destino.

E poi la sala si era svuotata, piano, piano... ed erano rimasti di nuovo soli.

Era ormai sorta la notte e le nubi dense circondavano le alte torri. “hai paura della morte David?” gli domandò d’un tratto Roxanne, inaspettatamente. David la guardò con dolcezza, “sì, Roxanne ho paura di morire… perchè ho paura di ciò che non conosco!” ammise alla fine.

“Io… non lo so!” mormorò la ragazza. David non le disse nulla, “dici che questa reazione sia anormale?” gli chiese con una smorfia.

“No, ognuno di noi teme qualcosa di diverso…”.

“Non ho paura della morte di per sé… ho paura di ciò che potrei non trovare dopo…” tentò di spiegargli lei.

“hai paura di trovare il nulla più assoluto!” concluse David annuendo.

“Io ho paura dell’infinito… del nulla…” sospirò Roxanne.

“o hai paura che si dimentichino di te?” le chiese il ragazzo.

“anche…”, “Beh, io non mi dimenticherò, Roxanne… perché tu sei la mia incomparabile ed straordinaria Roxanne!” la rassicurò. Roxanne sentì le lacrime salirle agli occhi e gli saltò tra le braccia. “Grazie David, anche io non mi dimenticherò mai di te!!” gli sussurrò.

“Contea di Arghentia, i rappresentanti della contea di Arghentia sono chiamati nella Sala dei Rovi! Ripetiamo, i rappresentanti della contea di Arghentia sono chiamati nella Sala dei Rovi!...” esclamò una voce nella sala.

“vieni, è giunto il nostro momento!” disse David, alzandosi in piedi e prendendo la mano a Roxanne. La ragazza rimase in silenzio e lo seguì. Attraversarono il lungo corridoio, dove erano situati meravigliosi dipinti, di tutti i ballerini che avevano ottenuto la vittoria.

Un uomo, con regali abiti rossi, li aspettava all’ingresso di un immenso scalone. “rappresentanti della contea di Arghentia?” domandò loro. “Sì…” annuì flebile Roxanne. “salite le scale fino alla cima della torre; che le Parche siano magnanime con il vostro filo, intrecciando un meraviglioso arazzo per il vostro cammino, …” augurò loro alla fine. David lo ringraziò gentilmente, rispondendo con la consueta frase “non siamo altro che strumenti nelle mani delle Figlie del Destino. I nostri passi sono il tramite per esprimere la bellezza del creato…uno è tutto e tutto e uno” e dopo aver chinato il capo, salì le scale con accanto Roxanne. “Potrebbero essere le ultime ore della nostra vita, lo sai?” le chiese David.

“Sì, lo so…” convenne lei.

“Se dovessimo vincere che cosa vorresti fare, la prima cosa?” le domandò, “possiamo cambiare le leggi, lo sai? beh, voglio che il resto dei ballerini siano risparmiati dalla morte e che le guerre cessino…” progettò decisa Roxanne.

“Bene, allora dobbiamo far di tutto per vincere… in caso contrario…”, “promettimi una cosa, David…- lo interruppe- promettimi che non morirai assolutamente prima di me! Non farmi quest’insopportabile scherzo!” gli disse infine.

“te lo prometto!” giurò lui. Raggiunsero ben presto l’ultimo piano. Davanti a loro c’era un immensa porta, coperta da un drappo rosso.

C’era un altro uomo ad aspettarli “Prego venite…” li invitò ad entrare.

“Andiamo!” dissero i due ragazzi all’unisono, mentre entravano.

Era una sala immensa e circolare, e le pareti erano formate da immense vetrate. Sembrava di essere sulla cima del mondo, la torre circondata da nubi blu e le stelle tante piccole fiammelle. Su delle pire erano posti dei fuochi. Il pavimento a specchio nero, rovinato in certi punti creava un gioco di illusioni, dando vita ad un mondo alternativo. David sperò che in quell’apparente mondo vi fosse pace.

“Benvenuti, giovani ballerini della contea di Arghentia…” li accolsero a gran voce, risvegliandoli dalla loro meraviglia, due figure, sedute su due troni.

Roxanne e David si scambiarono un occhiata dubbia, sull’identità delle due. “Noi siamo coloro che decidono le sorti, siamo i Conquerors del Tango…” si presentarono le due figure. Non era possibile distinguerle in viso. Tra loro c’era un velo rosso a separarli. “…mille ballerini hanno calcato con la loro danza e la passione i pavimenti di questa sala…” spiegarono.

Roxanne d’un tratto rimase a bocca aperta: le pareti della sala e il soffitto erano interamente ricoperti di rovi. E tra essi brillavano sotto la luce delle stelle meravigliose rose rosse e altre nere come la notte. “…in questo girone di conquista del potere nessuno è sopravvissuto… sarete voi quelli che si assicureranno la vittoria?” gli domandarono.

Roxanne era incantata dalle rose, catturata dal loro infernale brillio sanguigno. Ne osservò una, che era ancora un turgido bocciolo nero. Fu quando avvicinò il viso notando il liquido rosso che filtrava dai rovi, per poi cadere piano piano sui petali. Fu in quell’istante che, in una sorta di strana alchimia oscura, i petali si colorarono, dischiudendosi in un splendido fiore. Nell’aria permaneva odore di ferro, e sangue. Tanto forte da stordirla.

“Non andare, bambina… questi rovi sono pronti ad uccidervi…” si sentì sussurrare all’orecchio, da un intreccio di migliaia di voci. “si cibano della passione di noi danzatori…ci divorano per maturare… grazie ai nostri passi diventano rosse…è il nostro sangue che da’ loro il colore e il potere…” le spiegarono.

Nel frattempo una musica soave, proveniente da chissà quale luogo del paradiso si innalzò prorompente come il battito di un cuore nell’aria.

“CHE LA DANZA INIZI!” dichiararono a gran voce i due Conquerors.

David prese la mano di Roxanne.

Lei alzò lo sguardo verso il suo, “David sono pronta a seguirti fino all’inferno…” gli disse decisa, il respiro irregolare e emozionato.

David sorrise malinconico e le sussurrò “Saremo insieme anche all’inferno, te lo prometto Roxanne!”.

E l’inferno ebbe inizio.

Si intrecciò con il paradiso.

Fu come se l’armonia si fosse impossessata dei corpi dei due ballerini. Si muovevano in sincronia, quasi fossero un tutt’uno. Un'unica anima divisa in due corpi, che dipingevano sensualmente l’armonia della creazione. Erano come due angeli a cui entrambi mancava un ala e che per volare avessero bisogno dell’altro.

La passione si legò al dolore.

La felicità alla tristezza.

Il tempo fu come se si fosse fermato.

Il sogno si fece realtà e la realtà sogno.

La musica soave e violenta scorreva nelle loro vene, e il loro cuore batteva all’impazzata.

E non esiste verbo umano che possa narrare il momento in cui si decidono le sorti dell’umana stirpe, ed è il giudizio degli uomini a decretare il termine di una vita oppure l’eterno cammino nel regno dove vegliano sovrane le ombre. 

Nel quale si doveva decidere la vita o la morte.

Di due ragazzi, di un intera regione, di un popolo e dell’intero regno.

E anche dei ricordi.

Ricordi che sapevano di amaro e dolore. Per due ragazzi che non desideravano altro che la guerra cessasse e non ci fosse spazio che per la pace.

Nell’ansito dei loro corpi sfibrati dalla frenesia della danza, legati indissolubilmente nel respiro e nel battito del cuore, si stava per decidere il futuro di due vite, il destino di un popolo, la sorte di un regno.

Nella stanza un silenzio adamantino, rotto solamente dall’ovattato crepitio delle fiamme dei fuochi, aveva steso il suo velo etereo ed impalpabile.

Roxanne ansimò lasciando le braccia di David ed accasciandosi a terra, la fronte infuocata a contatto con lo scabro pavimento di diamante.

Si arrese ad un pianto liberatorio, senza reprimere i singhiozzi, ma solo subendoli silenziosamente, arresa. Lasciò che il dolore represso da anni si esprimesse nella sua terribile realtà.

Aveva atteso spasmodica quel momento, sognando un’era di pace e negandosi, se non in fugaci e brevi immagini,  l’aspettativa di una vita accanto a David in qualità di Regia Danzatrice.

E il tempo del tango, crudelmente, aveva chiuso il cerchio di quel miraggio lasciando svanire ogni speranza.

Alla luce del giudizio supremo che cosa li avrebbe attesi. Una vita in qualità di regnanti oppure… la morte?

I due Conquerors erano rimasti sorpresi, non avevano mai visto nessuno ballare con così tanta passione. Due ragazzi così giovani, poi.

Due angeli scesi ad insegnare la Verità.

Meritavano di morire?

Ma la decisione non spettava a loro purtroppo. In verità a loro non era mai spettata quella decisione.

I rovi avanzarono feroci verso David e Roxanne. Si intrecciarono lungo le loro gambe. Affamati e assetati di potere. Un potere forte, come le fiamme del fuoco. A loro non importava delle sorti del regno; dovevano avere almeno il sangue di uno dei due.

“Uno di loro deve morire…e dare in sacrificio il suo sangue…” sussurrarono le voci.

David non credette a quelle parole. “Perché? Non siamo forse degni del titolo di Conquerors…?” inveì disperato. Non avrebbe lasciato che prendessero Roxanne, non ora. Non ora che la voleva al suo fianco. Per sempre.

“il sangue, il sangue della ragazza…vogliamo…” sussurrarono di nuovo.

 

 

 

Pensierino dell’autrice

bene… eccoci in procinto di leggere i finali alternativi alla storia di Roxanne & David, i miei adorati protagonisti della storia di mia totale creazione. Recensite, recensite, recensite fan della rete… vi prego… contribuirete a far sì che la meravigliosa e unica sottoscritta diventi famosa!! Dai che così con il vostro aiuto miglioro!

Questa storia è dedicata a tutti i miei mitici friend, ma in particolare a Silver David Surfer, che ha ispirato il personaggio di David (anche se non si assomigliano per niente…comica la questione, vero?) , un amico che è quasi un fratello. Grazie Davide per tutti i tuoi consigli e le tue battute che mi fanno sorridere.

A Sempai Diego, il primo lettore e critico di questa storia. Grazie per i mille consigli che mi regali dedicando parte del tuo prezioso tempo alle mie piccole chicche letterarie.

                                                                             

Con tutto il mio affetto

* *NightAlchemist93**

  
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